UNA VENERE IN VELLUTO di Loretta Chase (Mondadori)

INIZIO SETTIMANA DI CLASSE CON IL LIBRO DI UNA DELLE REGINE DEL ROMANCE STORICO: LORETTA CHASE. IL SUO NUOVO ROMANZO USCITO QUESTO MESE NELLA COLLANA PASSIONE DEI ROMANZI MONDADORI È L'ATTESO TERZO CAPITOLO DELLA SUA SERIE THE DRESSMAKERS CHE CONFERMA LE DOTI DA NARRATRICE BRILLANTE DELLA CHASE. PIERA L'HA LETTO PER NOI.

Autrice:   Loretta Chase
Titolo originale:   Scandal Wears Satin 
Traduzione: Piera Marin
Genere:   Storico
Ambientazione: Inghilterra 1835, epoca Vittoriana
Pubbl. italiana: Mondadori, coll.  I Romanzi Passione, n.173, febbraio 2019, pp.365
Pubbl.originale: Mills and Boon, 2014, pp. 384
Livello sensualità: ALTA               
Parte di una serie: 3° serie The Dressmakers
Disponibile in ebook a € 3,99

TRAMA: Leonie è la più giovane delle tre sorelle Noirot ed è rimasta da sola a occuparsi della loro casa di moda. È molto determinata e dimostra di avere uno spiccato senso degli affari. Ha già in mente la sua prossima mossa: per guadagnarsi una clientela invidiabile indosserà una creazione della Maison Noirot in occasione di una lettura di poesie a cui parteciperanno tutte le giovani del ton. Leonie però non immagina di divenire lei stessa oggetto di attenzioni proprio in quell'occasione, al centro di una scommessa con in palio non solo un quadro di Botticelli, ma anche il cuore dell'intrigante Simon Blair, quarto marchese di Lisburne…


Terza puntata delle vicende che hanno per protagoniste le sorelle Noirot, fuggite dalla Francia  in grande fretta e arrivate a Londra dove,  dopo aver aperto una maison di moda, hanno avuto una nuova possibilità di futuro.
Le prime due, Marcelline e Sophie si sono sposate con un duca e un conte e si presentano con meno frequenza, l'unica che è rimasta a tempo pieno nel negozio  è la giovane Leonie.
La ragazza, perchè diciamo che a ventun'anni  la possiamo ancora chiamare così, sa gestire molto bene la parte amministrativa, è piena di idee per migliorare i suoi  incassi e ha tatto nell'approcciarsi alle clienti anche a quelle più petulanti.
Leonie partecipa alla vita sociale della capitale, sebbene in disparte, per trarre nuovi spunti per le sue creazioni. Ad una mostra si ferma estasiata davanti al quadro di Botticelli che ritrae Marte e Venere dopo un amplesso. E' talmente concentrata sulla tela che si scontra con un corpo maschile: Lord Simon Blair, quarto marchese di Lisburne, giovane uomo  elegante, raffinato, molto bello e interessante, nonché proprietario del quadro che ha colpito Leonie. 
...”Leonie sussultò e indietreggiò di colpo.Finendo  contro un muro che non avrebbe dovuto essere li.No, non un muro.Era grande, caldo e vivo.Profumava come un uomo, di sapone da barba, amido e carne.Due mani guantate  di  dimensioni  umane, che la afferrarono con delicatezza per le spalle e la aiutarono a ritrovare l'equilibrio, confermarono quell'impressione.Leonie si voltò  di scatto e sollevò parecchio lo sguardo, per  incontrare quello di lui.Buon  Dio,  più  esattamente buon Dio Marte.-Forse siete  rimasto affascinato dal dipinto?-Una bella scusa – rispose lui.- Ma dal momento che il dipinto  è mio e  ho avuto parecchio tempo  per  fissarlo, questa  possibilità non può  reggere.-Vostro?-Non nel senso che io sia Botticelli. Lui è morto da qualche secolo. Io sono Lisburne.” 
Proprio quest'opera diventerà il centro del romanzo perchè è uno dei due termini di una scommessa che Simon e Leonie si propongono di vincere; Simon per non perdere la tela e per avere la possibilità di una piccola avventura con la ragazza, Leonie perchè pensa che potrebbe essere costretta a fare i conti con un calo della clientela  e la vendita del quadro rappresenterebbe una ottima fonte di guadagno per la sopravvivenza dell'atelier. 
La persona oggetto della scommessa è Lady Gladys, cugina di Simon e personaggio particolare, che il ton non ama e che deride non essendo la giovane elegante e raffinata come il ton richiede.
...”-L'altra sera al ricevimento di Lady Jersey, ne parlavano tutti .
- Ne parlavano tutti? State dicendo che è vero che la più ammirata era Gladys? - Mi sottovalutate e non siete il primo. -Quando la maison Noirot avrà finito con lei, avrà tutti ai suoi piedi.
-Quindici giorni?
-Ai suoi piedi nel giro di quindici giorni.
- Siete disposta a scommetterci su?
Lei represse un sorriso
-Pensate a qualcosa?
-Non soldi?
-Pensavo a qualcosa di più alto
-Di più alto?
-Ho trovato ! Il Botticelli !
-Vediamo cosa ci giocherete contro il mio Botticelli.
- Bene , siete disposta a rischiare quindici giorni?
-Quindici giorni? ripetè lei senza respirare.
-Con me. Voglio quindici giorni.
Capite cosa intendo vero?
-Non sono ingenua”
Questa scommessa dà origine alla seconda relazione amorosa, che all'inizio sembra impossibile e poi invece diventa quella che mi ha colpitodi più, proprio perchè impensabile.
Inoltre, sebbene abbastanza marginalmente, c'è anche un piccolo giallo che si risolve con una bella scena da palcoscenico e con la presenza di famiglia e amici dei due protagonisti.
Tutto il libro si legge piacevolmente sia per i personaggi, sia per le belle scene di passione... 
...” L'intenzione di Lisburne, quandola sua mente ancora funzionava, era stata  di corteggiarla, di sedurla e guidarla pian piano verso il suo letto, o almeno verso il divanetto al piano di sopra .

Ma lei si era piazzata lì alla scrivania  a leggere con aria corrucciata un conto e a recitare con quella voce brusca, professionale, liste di numeri.
E la mente di Lisburne aveva ceduto  il campo a istinti che partivano molto più  in basso.

Poi dopo il genere di amore più facilmente condiviso con cortigiane e disinvolte ragazze di campagna, e di certo non con fanciulle da poco iniziate al piacere, lei aveva riso.

Si voltò e si alzò dalla scrivania.

Lo baciò e disse.
-Vieni di sopra."
Sia per i piccoli battibecchi tra i protagonisti... 
…”-Continui a essere una tale sfida!Sorpresa lei lo guardò e stava sorridendo.-Dove ha imparato a ballare così bene una modista?-E' un valzer- disse lei – Un uomo  afferra una ragazza e lei deve andare dove lui decide. Sono certa che non mi permetteresti mai di inciampare.-Dubito che per ballare con te ci  vogliano particolari  abilità.-Eppure qualche volta vorrei sporcare i tuoi stivali lucidi-I miei stivali-  disse Lisburne-Di sporcare i tuoi stivali, di stropicciare   il tuo  fazzoletto da collo...E comunque non posso certo farlo in una sala piena di gente-Andiamo da qualche parte in privato. Il valzer ha suscitato  in te sentimenti romantici.- Io non sono romantica-Ti illudi di non esserlo .” 
Sia  per l'ambientazione e l'eleganza di tutto l'insieme. Persino il povero imbranato poeta  Swanton alla fine si rivela un personaggio diverso da come era apparso inizialmente, anche lui ha saputo lottare per colei che ha sempre voluto.
Una lode particolare la farei alla traduttrice che ha mantenuto uno stile ironico e leggero anche nelle  situazioni un po' più pesanti, facendo apparire i piagnistei come capriccetti di bambini insoddisfatti e suscitando invece comprensione là dove la cosa era più seria.
Vorrei fare però due appunti. Il primo alla casa editrice: un piccolo riassunto iniziale avrebbe permesso una maggior comprensione  di alcune situazioni sia per le sorelle che per Simon. Il secondo riguarda la prima parte dell'epilogo ( da addebitarsi quindi all'autrice) : si prevede forse un ulteriore sviluppo della storia? Altrimenti sarebbe incomprensibile!








COME INIZIA IL ROMANZO...
British Institution, Pall Mall, Londra
Mercoledì 8 luglio
Era sdraiato, nudo, a parte un drappo a coprirgli gli attributi virili. La testa riversa all’indietro, gli occhi chiusi, la bocca socchiusa, dormiva troppo profondamente per accorgersi dei piccoli fauni che giocavano con le sue armi e la sua armatura, o di quello che, attraverso un corno di conchiglia, gli stava soffiando nell’orecchio. La donna era distesa accanto a lui, con un gomito appoggiato su un cuscino rosso. A differenza di lui era completamente vestita, con una tunica sottile bordata d’oro, e del tutto sveglia. Lo stava osservando con un’espressione imperscrutabile. Le sue labbra accennavano un
sorriso, oppure tradivano un’espressione corrucciata? O magari aveva i pensieri altrove?
Alla mente di Leonie Noirot si affacciarono sedici risposte diverse, nessuna delle quali soddisfacente. Era indubbio, invece, che cosa la coppia aveva fatto prima che il maschio, ovvero il dio romano Marte, secondo il catalogo della mostra, si addormentasse.
Qualsiasi altra cosa Leonie avesse in mente – per esempio la ragione per cui lei si trovava lì quel giorno, dove fosse “lì” e chi fosse “lei” – le era scivolata in un angolo remoto del cervello. Nulla importava, o anche solo esisteva, a parte quel dipinto.

Ferma davanti all’opera di Botticelli intitolata Venere e Marte, Leonie avrebbe potuto essere su un altro pianeta o in un’altra epoca, tanto era assorbita da quel quadro. Rimase immobile a fissarlo e avrebbe potuto contare ogni singola pennellata, cercando di coglierne l’essenza. Non avrebbe invece potuto staccarsene.
Se qualcuno si fosse frapposto tra lei e quell’opera, lei avrebbe potuto strangolarlo. Stranamente, nessuno lo fece. L’Esposizione estiva annuale della British Institution continuava ad attrarre visitatori. Attirava anche numerosi artisti, che sistemavano i loro cavalletti nelle gallerie per copiare le opere dei grandi maestri. Costoro potevano però trasformarsi in irritanti ostacoli, mentre si affannavano a cogliere un’opportunità forse unica di copiare dipinti appartenenti a collezioni private.
Nessuno ostacolò la visuale a Leonie. Nessuno si mise a pontificare alle sue spalle. Lei non se ne accorse, tantomeno se ne chiese la ragione. Non era venuta lì per le opere d’arte, ma per una ragione specifica.
Una ragione della massima importanza… che lei aveva dimenticato nell’istante in cui aveva posato gli occhi su quel dipinto.
Avrebbe potuto rimanere lì, stregata, fino al giorno del Giudizio, o fino a quando uno dei custodi non l’avesse buttata fuori. Ma…
Un fragore, improvviso come un tuono, ruppe il silenzio dell’ambiente.
Leonie sussultò e indietreggiò di colpo.
Finendo contro un muro che non avrebbe dovuto essere lì.
No, non un muro.
Era grande, caldo e vivo.
Profumava come un uomo: di sapone da barba, amido e lana. Due mani guantate, di dimensione umana, che la afferrarono con delicatezza per le spalle e la aiutarono a ritrovare l’equilibrio, confermarono quell’impressione. Leonie si voltò di scatto e sollevò di parecchio lo sguardo, per incontrare quello di lui.
Buon Dio.
O, più esattamente, buon dio Marte.
Forse non era proprio identico a quello raffigurato nel dipinto. Tanto per cominciare era vestito di tutto punto, e anche con estrema eleganza. Ma il naso, la fronte e la bocca erano uguali. Soprattutto la forma degli occhi. I suoi, però, a differenza di quelli del dio della guerra, erano aperti.
Erano verdi, con pagliuzze dorate come le striature chiare nei capelli biondo scuro. Che erano ricci come quelli di Marte e gradevolmente scompigliati. Qualcosa di meno facile da definire, negli occhi e nella bocca, suggeriva altri tipi di indisciplina: la bocca sembrava sul punto di aprirsi in un sorriso e gli occhi erano un pizzico troppo sgranati e innocenti. O forse erano indici di stupidità?
— Nel trambusto sembra che io abbia infilato un piede sotto il vostro — le disse. — Vi prego di perdonarmi.
Non era stupido.
Cosa ancora più importante, le si era avvicinato troppo e lei non se ne era accorta. Leonie non lasciava mai che qualcuno le si avvicinasse di soppiatto. A Parigi avrebbe potuto costarle la vita. Anche a Londra era pericoloso. Tenne comunque tutti i suoi dubbi per sé, come aveva imparato a fare ormai da molto tempo.
— Spero di non avervi causato un danno permanente — gli rispose. Abbassò lo sguardo. Gli stivali dell’uomo erano immacolati. Il suo valletto li aveva lucidati fino a renderli talmentebrillanti che la polvere delle strade londinesi non poteva far altro che indietreggiare, accecata.
Anche gli occhi verdi dell’uomo si rivolsero in basso, a contemplare le calzature di lei. — Mi sembra improbabile che un piedino avvolto in un poco di raso e una striscia di pelle possa arrecare un danno, non credete?
— Quel poco di raso e pelle sono stivaletti chiamati brodequin — rispose Leonie. — E i miei piedi non sono piedini. Ma siete galante a definirli così.
— Date le circostanze, dovrei dire qualcosa di gradevole — replicò lui. — Dovrei anche fornire una spiegazione arguta del perché mi sia avvicinato a voi di soppiatto. O una spiegazione cavalleresca, come l’intento di proteggervi da un cavalletto pericolante. Ma a quel punto decidereste che sono un idiota. Come chiunque può notare, l’oggetto in questione si trova a debita distanza.
Leonie sentì qualcuno imprecare, circa tre dipinti più in là, sulla sinistra. Da quella stessa direzione giunse un rumore di legno che grattava su legno, e un fruscio di tessuto. Tuttavia non si girò. Le ragazze che non mantenevano la testa sulle spalle quando un dio incrociava il loro cammino, solitamente finivano nei guai. Bastava chiedere a Leda o a Danae.
Il sole, che quel giorno si mostrava solo a tratti, scelse proprio quel momento per penetrare dal lucernario. I suoi raggi illuminarono le striature dorate nei capelli dell’uomo.
— Forse siete rimasto affascinato dal dipinto — disse Leonie. — E avete perso la cognizione di ciò che vi circonda.— È una bella scusa — rispose lui. — Ma dal momento che il dipinto è mio, e ho avuto parecchio tempo per fissarlo, questa possibilità non può reggere.
— Vostro — disse Leonie. Non aveva letto il nome del proprietario sul retro del catalogo. Aveva supposto che quel capolavoro appartenesse al re, o a un duca.
— Non nel senso che io sia Botticelli, lui è morto da qualche secolo. Io sono Lisburne. ... 
VI RICORDATE IL QUADRO DI BOTTICELLI  CHE HA ISPIRATO LA GIOVANE LEONIE? ECCOLO!
Venere e Marte (1482-1483), dipinto a tecnica mista su tavola (69x173 cm) di Sandro Botticelli, conservato nella National Gallery di Londra.
****
LA SERIE THE DRESSMAKERS
1. Silk Is for Seduction (2011) - Ed. italiana: SUADENTE COME SETA, Mondadori I Romanzi  Passione, nr 101, dicembre 2013- Marcelline Noirot e il Duca di Calvendon
2. Scandal Wears Satin (2012) - Ed. italiana:  UNO SCANDALO IN SATIN, Mondadori I Romanzi Passione, nr111, maggio 2014Sophie Noirot e il Conte di Longmore - Leggi QUI la ns. recensione
3. Vixen in Velvet (2014) - 
Ed. italiana:  UNA VENERE IN VELLUTO , Mondadori I Romanzi Passione, nr 173, febbraio 2019  - Leonie Noirot e il Marchese di Lisbourne
4. Dukes Prefer Blondies (2015) - Lady Clara Fairfax e Oliver Radford

 ****
L'AUTRICE
Nata nel 1949 da genitori di origine albanese, Loretta Lynda Chekani, alias Loretta Chase, è sempre stata affascinata dalle storie e quando ha imparato a leggere e scrivere, ha iniziato a scrivere le sue. Laureata in letteratura inglese alla Clark University, dopo l'università ha fatto molti lavori, fra cui anche l'insegnante part-time. Ha anche avuto un posto temporaneo come sceneggiatrice di video ed è in quel frangente che ha conosciuto un produttore che sarebbe diventato suo marito.Con il suo nome da sposata, Chase, l'autrice ha iniziato a pubblicare i suoi romance storici nel 1987 e nella sua carriera trentennale ha vinto numerosi premi e riconoscimenti. Il suo Regency 'Lord of Scoundrels' , tradotto in italiano come Il lord della seduzione è uno dei romance storici più amati dalle lettrici di tutto il mondo. Loretta Chase vive con la sua famiglia nel New England.
VISITA IL SUO SITO: 
http://www.lorettachase.com/

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2 commenti:

  1. Ciao Piera, c'è un quarto titolo con protagonista Clara, speriamo di non dover aspettare cinque anni per leggerlo.

    RispondiElimina
  2. Be che dire grande Autrice Loretta,tutto quello che ho letto di lei mi è piaciuto tantissimo,idem questa ultimo romanzo,veramente bellissimo!!!
    Spero anche io che la Mondadori non ci faccia aspettare troppo per il prossimo 4 romanzo...e poi ho visto che ha iniziato già una nuova serie...chissa incrociando le dita diritti e decisioni permettendo se la vedremo pubblicata nuovamente qui da noi al più presto.Grazie Piera recensione perfetta!!!Ciao!!!

    RispondiElimina

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