MONDO REGENCY : Questione di Etichetta ! Visite e biglietti da visita

Inauguriamo con questo post la rubrica MONDO REGENCY dedicata alla società del periodo della Reggenza (Regency), epoca che rappresenta attualmente un buon cinquanta per cento, se non di più, delle ambientazioni dei romanzi rosa storici oggi in circolazione.

Perche? Presto detto.

Perchè l'inizio Ottocento era un'epoca in cui i rapporti fra i sessi erano molto meno liberi e disinvolti rispetto a quelli di oggi, in cui le ralazioni sociali erano dettate da strette regole di comportamento, in cui gli sguardi e i gesti fra le persone spesso sopperivano alle parole che 'la buona educazione' impediva loro di usare, soprattutto in pubblico. Era davvero un altro mondo...forse per questo ci affascina tanto!

Una delle attività tipiche per le ladies della Reggenza era quella di andare in visita a questa o quell'altra amica, a questa o quell'altra conoscente. Spesso le visite erano solo di circostanza, ma comunque importanti per allargare la propria cerchia di conoscenze e affermare il proprio posto in società. Ma se oggi quando abbiamo voglia di andare a trovare un'amica ci basta tutt'al più fare una telefonata o mandare un sms, allora le cose non erano così semplici, l'etichetta ci si metteva sempre di mezzo!...

VISITE E BIGLIETTI DA VISITA

The Bath paper one morning announced the arrival of the Dowager Viscountess Dalrymple, and her daughter, the Honourable Miss Carteret; and all the comfort of No. –, Camden Place, was swept away for many days; for the Dalrymples (in Anne’s opinion, most unfortunately) were cousins of the Elliots; and the agony was how to introduce themselves properly.

Sir Walter, however, would choose his own means, and at last wrote a very fine letter of ample explanation, regret, and entreaty, to his right honourable cousin. Neither Lady Russell nor Mr Elliot could admire the letter; but it did all that was wanted, in bringing three lines of scrawl from the Dowager Viscountess. “She was very much honoured, and should be happy in their acquaintance.” The toils of the business were over, the sweets began. They visited in Laura Place, they had the cards of Dowager Viscountess Dalrymple, and the Honourable Miss Carteret, to be arranged wherever they might be most visible: and “Our cousins in Laura Place,”–”Our cousin, Lady Dalrymple and Miss Carteret,” were talked of to everybody.

- Jane Austen, Persuasion, Chapter 16


Agli inizi dell'Ottocento 'andare in visita' era un'attività strettamente regolata all'interno della buona società e vigeva un rituale di comportamento ben preciso che vedeva nel 'calling card, cioè nel 'biglietto da visita' (che ancora oggi porta il nome della sua funzione all'epoca) un elemento imprescindibile, così come pure per le presentazioni, e per gli inviti. Erano un metodo di presentazione che permetteva di entrare nei luoghi di ritrovo dell'elite ma anche di poterne essere allontanati.

I calling cards delle signore, che potevano anche essere lucidi, erano più grandi di quelli dei gentiluomini che dovevano poterli inserire nei taschini dei panciotti. I nomi erano scritti sui biglietti con caratteri piccoli, semplici e poco 'fioriti', sebbene nel corso del tempo i biglietti tesero a diventare più elaborati. Solitamente un Mr o Mrs davanti al nome era sufficiente, salvo che non si trattasse di un nobile, nel qual caso veniva riconosciuto il rango ( conte, visconte, ecc.). In epoca Vittoriana oltre a nome e al titolo a volte veniva scritto anche il nome della residenza o del distretto d'abitazione, mentre fu solo alla fine del secolo che sui biglietti da visita venne aggiunto anche l'indirizzo. In certi casi sul biglietto venivano indicati anche i giorni in cui la signora era disponibile a ricevere.

Vista l'importanza sociale dei biglietti, e l'abbondanza dell'uso, esistevano contenitori appositi per raccoglierli, che potevano essere in materiali inusuali come la carta pesta, o anche preziosi come l'argento o l'avorio. A volte, soprattutto in epoca Vittoriana, sul coperchio di questi contenitori venivano dipinti paesaggi o castelli. Negli anni '40 del secolo, ad esempio, erano molto in auge le vedute del castello della regina Vittoria a Balmoral. Durante la Reggenza, però, i porta biglietti erano soprattutto in filigrana, pelle o tartaruga. Solo i più ricchi potevano permettersi di averli in oro o altri materiali preziosi.

Regole di etichetta per visite e consegna dei biglietti

Quando una signora arrivava in città di solito non perdeva tempo e cominciava un giro di visite per far sapere dell'arrivo della propria famiglia. Abitualmente durante quelle visite la signora rimaneva in carrozza mentre era il cocchiere ad allungare il biglietto da visita che veniva poi consegnato alla padrona di casa, la quale decideva se ricevere o meno la persona in visita. Se il maggiordomo annunciava che la signora 'non era in casa', quello era di fatto un rifiuto. Poteva poi esserci uno scambio di biglietti con il visitatore, ma se ciò non avveniva era chiaro il messaggio che non si desiderava approfondire la conoscenza.Nel caso in cui , invece, la visita formale fosse restituita, c'era speranza che il rapporto di conoscenza potesse svilupparsi.

I biglietti delle persone in visita venivano di norma messi su un vassoio d'argento con bordo alto (per evitare che cadessero) all'ingresso dell'abitazione, con l'accortezza di mettere sopra alla pila quelli con i nomi delle persone più in vista. Nelle case meno facoltose al posto del vassoio d'argento si usavano coppe di porcellana.Se si trattava di una prima visita era più saggio lasciare semplicemente il biglietto senza chiedere se la padrona di casa ci fosse oppure no, lasciando a lei la mossa successiva.

Verso la metà dell'Ottocento cominciò l'usanza per le signore sposate di lasciare anche il biglietto del marito, anzi di lasciarne due ( uno per il padrone e uno per la padro
na di casa). In certi casi sul biglietto potevano figurare anche i nomi delle figlie maggiori se queste accompagnavano la signora nella visita, sempre che esse vivessero ancora in famiglia.
Se il biglietto aveva un angolo ripiegato significava che era stato portato di persona e non da peersonale di servizio. Alcuni biglietti più elaborati recavano sugli angoli del retro scritte come 'Visite' (visita in francese) 'Felicitation' (felicitazioni) ,'Affaires' (affari) e 'Adieu' ( addio/arrivederci) , cossicchè, qualsiasi angolo fosse ripiegato , la scritta potesse sempre apparire e spiegare le ragioni della visita.
Le visite potevano essere fatte solo in giorni precisi, i cosiddetti 'at Home days'(giorni di presenza in casa). Giorni e orari opportuni per le visite venivano stampati sui biglietti. I nuovi arrivati aspettavano di ricevere un biglietto dai propri nuovi vicini prima di andarli a trovare. Solo in quel caso era buona educazione presentarsi alla porta di coloro che avevano lasciato il proprio biglietto da visita.

Così scrive Isabella Beeton ( che è forse la prima autrice inglese di libri di cucina) nel suo famoso manuale di economia domestica per giovani spose
Mrs Beeton's Book of Household Management
(regole di tarda epoca Vittoriana che erano però già in uso all'inizio del secolo e quindi pienamente applicabili all'epoca Regency):

" Le 'visite del mattino' si fanno e si ricevono dopo pranzo. Queste si possono dividere in tre gruppi: quelle formali, quelle in amicizia e quelle per congratulazioni e condoglianze.Le visite formali o di cortesia, che a volte convogliano in quelle d'amicizia, vanno fatte in varie circostanze. Devono essere fatte dopo un invito a pranzo a casa di un amica o dopo un ballo, un picnic o qualsiasi altra riunione. Queste visite devono essere brevi, una permanenza tra i quindici e i venti minuti è più che sufficiente. Durante queste visite le signore possono togliersi il boa o il foulard ma non lo scialle o il cappello.
Qualora fossero annunciati altri visitatori è meglio accomiatarsi prima possibile, facendo attenzione a non lasciar trasparire che la causa è il loro arrivo. Una volta che sono stati fatti sedere, non appena è finito il trambusto causato dal loro ingresso, alzatevi dalla sedia e accomiatatevi gentilmente dalla padrona di casa , inchinandovi educatamente verso gli altri ospiti. Nel caso doveste arrivare in un momento poco opportuno, non essendovi informate sull'ora del pranzo o per altre cause, accomiatatevi prima possibile senza però mostrare che vi sentite di disturbare. Non è difficile per una persona bene educata o di buon carattere sapere cosa dire in queste circostanze e ritirandosi educatamente si può promettere di passare un'altra volta, se la signora che siete andate a trovare si mostra davvero dispiaciuta.

Quando si fa visita agli amici non sarà necessario seguire la stessa etichetta che si segue nelle visite
formali e se una signora viene sollecitata da un'amica a togliersi lo scialle o il cappello, può essere fatto, se la cosa non interferisce con i suoi altri impegni. E' comunque importante passare alle ore giuste ed evitare di rimanere troppo a lungo se la vostra amica è occupata. Le cortesie che si usano in società devono sempre essere mantenute, anche negli ambiti domestici e fra gli amici più stretti. Durante queste visite, i modi dovrebbero essere sciolti e simpatici e gli argomenti di conversazione di un genere che possa essere concluso prontamente. Discussioni serie o alterchi vanno evitati assolutamente e si corrono più pericoli di mala creanza quando si esprimono opinioni su persone e caratteri dei quali abbiamo forse poca conoscenza.

Non è consigliabile, in nessun caso,portare i vostri cani preferiti nel salotto di un'altra signora perchè molte persone nutrono un'assoluta avversione per questi animali; e oltre a questo c'è sempre il pericolo che col loro saltare e corerre da una parte all'altra qualcosa possa rompersi e ciò può a volte spaventare o fare arrabbiare la padrona di casa.
Anche i bambini, a meno che non siano particolarmente ben educati e tranquilli e che la signora non sia in termini di estrema amicizia con la padrona di casa, non
dovrebbero accompagnarla durante le sue visite diurne. Quando però una signora fa le sue visite in carrozza, i bambini possono rimanere nel veicolo e restarci fino a che la visita non sia conclusa.

Per le visite diurne è bene vestirsi con cura, poichè un abito molto diverso da quello che portate abitualmente o qualsiasi cosa che ricordi un abito da sera sarebbero decisamente fuori luogo. Di norma si può dire, sia per questa che per altre occasioni, che è meglio essere vestite in modo semplice che non in pompa magna.

Bisognerebbe tenere un conto preciso delle visite formali che si fanno e notare quando tali visite vengono reciprocate. Così potete farvi un'idea se le vostre visite sono o meno gradite. Ci sono naturalmente casi in cui circostanze legate all'età avanzata o alla malattia impediscono che una visita venga reciprocata. Questo però non assolve dal dovere di reciprocare la visita.

Le visite di condoglianze, va ricordato, dovrebbero essere fatte entro una settimana dall'evento che le ha generate. Se la consocenza, però, è superficiale,alloravanno fatte immediatamente dopo che la famiglia ha presenziato alla cerimonia funebre. Una signora dovrebbe inoltrare il proprio biglietto da visita e, se i suoi amici sono in grado di riceverla, il suo comportamento e la sua conversazione dovranno essere adatti alla circostanza della sua visita. La buona educazione vuole che si usi un biglietto da visita a che i visitatori che vanno a porgere le loro condoglianze siano vestiti di nero, con un abito di seta o in tinta unita. Così facendo si esprime simpatia per il dolore della famiglia e queste attenzioni che tali circostanze sono pacevoli e consolatorie.

Se durante tutte queste visite i vostri amici non sono a casa, dovete lasciare un biglietto da visita. Se siete in carrozza, la persona di servizio alla porta vi riponderà e riceverà il vostro biglietto; se siete a piedi, date il vostro biglietto da visita alla persona di servizio nell'ingresso ma non chiedete in nessun caso di potervi riposare. La risposta 'Non in casa' può essere recepita in diversi modi, ma l'unico modo educato è quello di farlo come se fosse assolutamente vero. Potete immaginare che la padrona di casa in realtà sia presente e che farebbe un'eccezione visto che siete voi ,oppure potete pensare che la vostra conoscenza non sia desiderata, ma , in entrambi i casi, non deve sfuggirvi la minima parola che possa suggerire questo tipo di impressione da parte vostra.

Quando si ricevono visite diurne sarà molto utile quanto detto circa l'etichetta per quando si va in visita. Si deve però aggiungere che attività come il disegno,la musica o la lettura andranno sospese all'arrivo di visitatori.Se una signora però è impegnata con un lavoro a piccolo punto, e nient'altro è appropriato fare in un salotto, può in certi casi non essere incompatibile con la buona educazione continuare tranquillamente a farlo durante la conversazione, soprattutto se la visita è protratta o se chi visita è un gentiluomo.

Una volta era costume accompagnare alla porta tutti i visitatori che stavano lasciando la casa e là prendere commiato; ma la società moderna si è sbarazzata di un bel po' di questo tipo di cerimonie e ora chiede solo che la padrona di casa si alzi dal suo posto, dia la mano o si inchini, a seconda del grado di intimità che ha con i suoi ospiti , e chiami con il campanello il cameriere che li scorterà e aprirà loro la porta.
"

Poichè le visite erano in molti casi piuttosto brevi, gli argomenti di conversazione, lo dice anche la Beeton, erano di natura piuttosto superficiale come il tempo e la propria salute. E, soprattutto, quella che una vera signora non doveva assolutamente mai fare era andare in visita da sola a casa di un uomo senza chaperone per nessuna cosa se non per affari (vedi visite da notai,avvocati,banchieri,ecc.). Un uomo, invece, poteva sempre far visita a una signora...in questo le cose in due secoli non sono cambiate: gli uomini hanno sempre meno vincoli sociali!

Quando un uomo si sposava, però, mandava biglietti da visita tondi a quei conoscenti abbastanza rispettabili da frequentare la sua casa. Tutti quelli ( e quelle!) che non ricevevano questo biglietto, capivano automaticamente che la loro conoscenzanon non poteva proseguire.

Che il calling card fosse comunque uno strumento anche di distinzione sociale, ce lo spiega John H. Young nel suo interessantissimo 'nuovo galateo' Our Deportment,Or the Manners, Conduct and Dress of the Most Refined Society ( Il nostro comportamente, ovvero modi, comportamenti e abbigliamento della Società più raffinata ) pubblicato nel 1879-1880:
(...) Per i rozzi e i maleducati il biglietto da visita non è altro che un frivolo ed insignificante pezzo di carta; ma per l' educato discepolo della legge sociale, esso è un mezzo di sottile e chiara indagine . La sua consistenza, lo stile della stampa, e persino l'ora in cui è stato lasciato sono tutti elementi che concorrono a dare una collocazione sociale a uno sconosciuto, di cui esso presenta il nome , in modo più o meno piacevole, persino prima che i suoi modi , la sua conversazione e la sua faccia siano stati in grado di spiegare la sua posizione sociale. Più è alto il livello di civiltà di una comunità, più essa ci tiene a mantenere l'eleganza dei modi in società. Mostrare un perfetto liniaggio tramite l' elgante formalità dei biglietti da visita è facile quanto ogni altro metodo, e forse, è davvero il modo più sicuro di persentarsi per uno sconosciuto. Esso deve avere una buona consistenza, caratteri semplici, la sua dimensione non deve essere nè troppo piccola, cosicchè coloro che lo ricevano possano pensare: ' è una persona eccentrica', nè troppo grande da suggerire ostentazione . La raffinatezza , in qualsiasi cosa, raramente tocca gli estremi. (...)
From
“Our Deportment” by John H. Young, 1879 & 1881, p. 76.

*Fonti: Michelle Hoppe, Calling Cards and the etiquette of paying calls ; Paying social calls post sul sito The Jane Austen Centre.

**Nota: Sulla brillante ma purtroppo breve vita della famosa Isabella Beeton
(morì a soli 28 anni),che pubblicò il primo libro di cucina illustrato e con ricette spiegate come nei libri moderni, la BBC ha prodotto nel 2006 lo sceneggiato 'The Secret Life of Mrs Beeton Beeton' (se vi interessa leggete qui ).



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Lasciate i vostri commenti.

13 commenti:

  1. Wonderful post Francy! I love learning more about the time periods in which I read. I find the 1800's an extremely romantic time period. I adore the Victorian Era, and have read so many research books about that time. Women's gowns were so beautiful then. Although stunning, I can't imagine having to get up every day and where a all those clothes!

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  2. Hi Barbara! Like you, I'm very fond of the nineteenth century. Both the Regency and the Victorian periods are very intriguing. So many strict social rules!...rules that I'm sure many people couldn't wait to break in private! And those Victorian gowns, so constrictive though so alluring, were definitely a symbol of women's condition in that society.Not always a comfortable one,I mean -- but the clothes were wonderful, I agree.

    Talking about the Victorian era, have you ever read anything by Sherry Thomas, whose books are set at the turn of the century? She's one of my favourite romance writers. ( Did you meet her when you were at the Rita Convention, by the way? )If you love everything Victorian I'm sure you'll like her books. Also because her writing style is amazing!

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  3. Che belli i tuoi post Regency e non solo! Sono veramente esaurienti, pieni di notizie su tutto. Ma il Medioevo non ti piace? Io lo adoro. E adoro i Romance di quel periodo. Vedi Il Lupo e la colomba della mitica KEW.
    A presto su un tuo nuovo post.
    Lucia

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  4. Grazie Lucia! Sai che mi stai dando una bella idea? Già perchè non trattare anche un po' il Medioevo ogni tanto? In effetti io ho adorato 'Il Lupo e la Colomba'e mi spiace che ultimamente il Medioevo sia un po' meno di moda rispetto ad altre epoche. E anche nei rosa ci sono le mode come per tutte le cose, adesso ad esempio è più il momento dei paranormali. PErò ci basta aspettare e vedrai che per la legge dei corsi e ricorsi storici, presto anche ai medievali sarà ridata una chance.

    Cari saluti.

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  5. Ribadisco che i tuoi post legati al periodo Regency mi insegnano sempre tante cose interessanti. Dico la sincera verità, passo ogni giorno nella speranza di leggere qualcosa che non sapevo e non mi deludi mai!
    Grazie Francy... continua così!

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  6. Credo di aver già detto quanto trovo interessanti questo tipo di post. ^_^ Grazie.

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  7. Grazie ragazze, sapete che abbiamo gli stessi gusti! Di post così troverete sempre su questo blog, potete contarci!

    Un bacio
    Francy

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  8. Ciao! è la prima volta che leggo il tuo blog e devo dire che i post storici (sia regency che non) sono i miei preferiti in assoluto! Spero continuerai a trattarli, sono davvero illuminanti! Baci

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  9. Ciao Amechan84! Spero che continuerai a seguire il blog allora! Senz'altro troverai altri post d'argomento storico, perchè, come forse avrai capito, non solo piace a voi leggerli, ma anche molto a me scriverli!

    Ricambio il bacio.
    Francy

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  10. ciao Francy!
    ho letto questo articolo tutto d'un fiato, è bellissimo!
    il periodo regency mi affascina moltissimo, mi piacerebbe saperne di più sull'etichetta, soprattutto sul comportamento da tenere delle ragazze in età da marito, dei ragazzi, e sul matrimonio.
    complimenti davvero per il sito, vado a spulciarlo per benino!
    bacioni
    sabrina

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  11. Ciao Sabrina,benvenuta fra noi!
    Se ti piacciono questi tipi di argomenti ( mondo Regency, storia inglese e affini) sei sul sito giusto, perchè anche a tutte le amiche della 'mia biblioteca romantica' questi sono argomenti che piacciono ed intereassano molto e quindi ci divertiamo quindi ad affrontare spesso.

    Torna presto a trovarci!

    Francy

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  12. Francy non sei solo brava ma anche informatissima, complimenti davvero, ogni volta che leggo un tuo post è un piacere; egoisticamente ti dico continua così, immagino il lavoro che comporta!!!!!
    Ache io mi unisco a chi ha proposto il Medio Evo, è un'epoca poco conosciuta e forse anche un poco male.
    Illuminaciiiii!!!!!!
    Un abbraccio
    Mari

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  13. Ciao Mari!
    Grazie dei complimenti che mi gasano un sacco. Scrivere queste notizie e perma di scriverne, informarmi, è decisamente un divertimento per me perchè sono argomenti che mi interessano e naturalmente mi fa molto piacere che ci siano amiche come te che li apprezzano!
    Sì, il Medievo è un periodo che devo ancora trattare e anche l'epoca Vittoriana. Sicuramente lo farò, promesso! L'epoca medievale è un perido piuttosto lungo da trattare in effetti...vedrò cosa risucirò a fare.

    Francy

    RispondiElimina

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