L’uomo era
chino sulla tastiera del pianoforte, le mani scorrevano abili senza
spartito, gli occhi socchiusi. Componeva a caso e la musica si diffondeva
gradevolmente nell’aria; all’esterno del palazzo, riparata dalle
siepi di bosso, Ofelia lo osservava attraverso i vetri della finestra
offuscati dalla bruma gelata. Un sontuoso abete natalizio dominava nel
salotto, parato a festa con creazioni di vetro soffiato veneziano e
nappe di seta colorate. I chiaroscuri, creati dal riflesso tremolante
delle candele, conferivano al volto del conte quell’aria tenebrosa
ed impenetrabile che lo contraddistingueva, il profilo aristocratico
ed i capelli, un manto d’ossidiana che gli sfiorava le ampie spalle.
Coraggio
Ofelia, si ordinò mentalmente, devi solo
entrare e lui sarà costretto a dare soddisfazione a tuo padre, quando
Margaret vi scoprirà… Non avrebbe mai sposato quel pingue omuncolo
di Elliott Rothford; la sua faccia foruncolosa le rammentava un rospo
di stagno e quelle mani umidicce…Dio, le inducevano la nausea. Come
aveva potuto suo padre prometterla ad un essere a tal punto ripugnante?
Lady Ofelia Lancaster, figlia del barone di Boyle, era innamorata da sempre del conte
di Stafford anche se lui non l’aveva mai degnata di un solo sguardo;
forse ella non era condiscendente come le “signore” che lui abitualmente
frequentava, oltraggiando a ogni piè sospinto anche la santità del
vincolo matrimoniale ma possedeva doti sottili come l’intelligenza,
cosa assai rara nelle donne di quel tempo; era un’ottima interlocutrice
ed aveva un fascino esotico, senza contare la sua dote, degna di una
sovrana.
Si avvicinò
alla porta e tirò lo spesso cordone di seta del campanello, il
cuore in gola mentre i primi fiocchi di neve iniziavano a scendere su
Londra, ammantando tutto in una gelida e candida quiete. La porta si
aprì; il maggiordomo, rigido nella livrea, la soppesò con aria altezzosa.
Ofelia sollevò la falda della cuffietta da passeggio, rivelando i grandi
occhi cobalto dei Lancaster.
“Milady,
santo cielo, vogliate perdonarmi ma non vi avevo riconosciuto. Ma, giungete…
sola?” Chiese, guardandosi attorno stupito.
“Sì Conrad,
devo vedere il conte. Subito.” I favoriti dell’uomo tremarono,
sconcertato da cotanta richiesta; si fece da parte e con un inchino
la fece accomodare. Ofelia non esitò; il gelo era attanagliante e nella
carrozza zia Margareth, sua complice, attendeva il momento opportuno
per piombare in casa e recitare la sceneggiata. E’
una follia mia cara, le aveva detto. Quando
tuo padre si accorgerà della trama
che stai ordendo, andrà su tutte le furie ma peggio ancora, non voglio
pensare alla reazione di Lord Stafford. Che Dio ci aiuti…
Conrad l’aiutò
a togliersi il mantello foderato in pelliccia e mentre lei si sistemava
le pieghe dell’abito cremisi che ricadevano pesanti sino a terra,
egli s’avvicinò alla porta del salottino privato del suo padrone.
“Vi annuncio
immediatamente, milady.”
“Oh no, per
favore. Farò da sola Conrad, è una cosa piuttosto…riservata.”
L’uomo la fissò con evidente disorientamento; una dama nubile, senza
chaperon a casa di uno scapolo incallito in una notte senza stelle.
Seppur angustiato per la situazione sconveniente, Conrad non osò fermare
la giovane che, il mento sollevato, si diresse alla porta di quercia
a doppio battente. Posò la mano sulla maniglia, riflettendo per un
momento sulla grandezza del gesto che si apprestava a compiere, poi
aprì.
La musica avvolgeva
la stanza in un’atmosfera di incanto natalizio; Ethan era dinanzi
a lei, bello come un dio pagano. Troppo tardi ormai per tirarsi indietro,
quando richiuse la porta alle sue spalle, lui volse lo sguardo ambrato
nella sua direzione, sorpreso da quell’invasione privata e inaspettata.
“Ofelia Lancaster,
che cosa ci fate qui? E’ forse accaduto qualcosa? State bene?” Si
alzò e la raggiunse in un paio di falcate, sovrastandola. Coraggio
Ofelia, si disse mentre le ginocchia le tremavano.
“Io, ecco…Io
vi amo Ethan.” Mormorò in un soffio.
“Che…cosa?”
Rispose lui sollevando un sopracciglio. “E siete venuta qui questa
sera, immagino senza accompagnatrice, per confessarmelo?” Si sporse
verso di lei, gli occhi due pozze dorate; Ofelia istintivamente abbassò
il viso, pudica.
Ethan non aveva
mai guardato a lei come ad una donna; era il migliore amico di suo fratello
Jacob e lei era sempre stata nulla più di una giovinetta con le ginocchia
sbucciate che incontrava d’estate a Westbury, nella tenuta di campagna.
Adesso gli stava di fronte, maledettamente
affascinante, pensò e stava dichiarando…di amarlo! Non
c’è limite alla comicità delle situazioni, pensò sarcastico.
“Ofelia,
Ofelia” Sussurrò a pochi pollici dal suo viso che stava arrossendo
in modo stupendo “Una nobildonna a casa di un impenitente; non vi
pare rischioso, nonché terribilmente sconveniente? Che diranno vostro
padre e vostro fratello?”
“Non m’importa.”
Rispose ostinata scuotendo la testa; la cuffietta si inclinò su un
lato, lasciando scivolare fuori una ciocca di capelli. Ethan la prese
tra due dita e se la rigirò nella mano. Sembravano fili di seta dorata.
“Li portate
sempre così, castigati sotto questi orribili copricapi?”
“Io…beh,
sì.”
“Perché?
Ricordo che da bambina possedevate una cascata d’oro che vi arrivava
sin la vita. Sono ancora così?”
“Sì milord.”
“Toglietevela.
Voglio vederli.” La giovane ubbidì e sciolse, le mani tremanti, i
nastri da sotto il mento, lasciando ricadere un turbine di ricci color
oro che le avvolsero il viso facendo risaltare ancor di più il blu
dei suoi occhi. Ethan rimase senza fiato; come aveva fatto a non accorgersi
mai di Ofelia? Era una bellezza fuori dall’ordinario, pensò osservando
il seno pieno che faceva capolino dalla scollatura e quella bocca tumida,
fatta per essere baciata. Femmina pericolosa…
“E ditemi,”
le sussurrò, infilando entrambe le mani in quella soffice massa aurea
“che cosa avreste intenzione di fare ora? Forse…Sedurmi?”
Mio Dio,
devo essere completamente impazzita, pensò ma il magnetismo di
Ethan era qualcosa di sorprendentemente afrodisiaco. Ofelia socchiuse
gli occhi, in attesa di un qualcosa che non accadde affatto. Quando
risollevò le palpebre, lo scorse che l’osservava divertito; avvampò
per la vergogna. Si stava prendendo gioco di lei!
“Perdonatemi.”
Gli rispose sdegnata “Avevo dimenticato che lord Stafford è abituato
a ben altro tipo di signore, correggetemi se sbaglio.”
La ricordava
timida e chiusa come un riccio; per contro, era diventata una splendida
donna ma con fiato in gola da sfinire un morto e la lingua tagliente
come una lama. Per un attimo fatale, Ethan sprofondò in quegli occhi
che parevano laghi in cui perdersi…Cristo, pensò mentre l’eccitazione
gli tirava la patta delle brache; immobilizzandola contro la parete
le catturò la bocca con un bacio impudico che a Ofelia fece girare
la testa. Era già stata baciata in precedenza ma questo andava al di
sopra di ogni sua immaginazione. Socchiuse le labbra sotto le sue e
la lingua di Ethan affondò nella sua bocca, famelica, mentre le mani
iniziavano a sfiorarla, regalandole solo un assaggio di ciò che sarebbe
potuto accadere in seguito. I seni divennero improvvisamente sensibili
sotto il velluto dell’abito, il ventre dolente. Perché zia Margareth
non arrivava? Il tempo trascorso con lui era già sufficiente a scatenare
uno scandalo anche se in cuor suo Ofelia non aveva alcun desiderio che
quel dolce tormento terminasse. Gli allacciò le braccia al collo, aderendo
al suo corpo e perdendo la cognizione del tempo; Ethan la sfiorava come
aveva fatto poc’anzi con i tasti del pianoforte, ogni nota una nuova
magia che si riversava nell’aria, carica di passione.
La porta si
spalancò all’improvviso con un tonfo secco.
Ofelia si staccò
bruscamente, portandosi le mani alla bocca, gli occhi sgranati per il
turbamento. Lord Gerard Lancaster occupava l’intero vano con la sua
mole possente, gli occhi iniettati di sangue. Dietro di lui, la zia
in lacrime ed un esterrefatto Elliott Rothford, il viso porcino sudato
e l’aria indignata.
“Scellerata!
Se pensavi di imbrogliarmi per non sposare Lord Rothford e farti compromettere
da questo libertino, ti sbagliavi di grosso! Grazie al cielo sono stato
avvisato in tempo da mia sorella del tuo colpo di testa!”
“Traditrice!”
Le urlò Ofelia mentre la donna abbassava mesta il capo. “Non sposerò
mai quel maiale, piuttosto entrerò in convento!”
“Vedremo,
figlia scriteriata! E voi, lord Stafford, ringraziate ch’io sia giunto
in tempo e che siete un ottimo amico di famiglia. Spero che questa sordida
storia non esca mai da queste mura o ve la vedrete con me in persona!”
ringhiò al conte.
“Milord,
non sono io ad aver sedotto la vostra affascinante figliola, in verità
è accaduto il contrario e lungi da me ficcare il naso in faccende che
non mi riguardano.” Rispose quasi annoiato. “Milady Ofelia, è stata
una piacevole liason ma adesso dovrei dedicare la mia attenzione
alla corrispondenza di lavoro. Vogliate scusarmi.” Terminò, liquidandoli
tutti con un gesto noncurante della mano.
“Vile arrogante,
io… Vi detesto! ” Gridò Ofelia mentre il padre la trascinava di
forza fuori casa e la porta si richiudeva con un colpo…
Ofelia si alzò
a sedere sul letto, portandosi una mano al petto, madida di sudore.
Cielo, che incubo, pensò.
Il sole filtrava
mite attraverso le cortine; era la mattina di Natale e lei si voltò
verso il corpo nudo sdraiato al suo fianco, chinandosi a baciarlo dolcemente.
“Mmmm, che
ore sono?”
“Credo che
abbiamo ancora un poco di tempo per noi prima di scendere dabbasso per
il pranzo. Buon Natale Ethan.” Gli mormorò a fior di labbra. L’uomo
si sollevò su un gomito, guardandola con quegli occhi gialli da predatore.
“Lady Stafford,
siete un’impudente!”
“E voi un
diavolo tentatore, marito mio.” Mentre si abbandonava tra le sue braccia,
Ofelia sorrise al ricordo di quella visione onirica; quella sera di
un anno prima le cose erano andate esattamente come lei le aveva programmate.
All’inizio non era stato semplice affrontare la furia cieca di un
libertino che non aveva alcuna voglia di accasarsi e che era stato subdolamente
“incastrato”, ma la passione tra i due era divampata sino a trasformarsi
in amore, un amore profondo che li avrebbe accompagnati per tutta la
vita…
Che bel racconto!L'idea di base forse non è tra le più originali ma per me il matrimonio riparatore è sempre un ottimo motivo per leggere un libro....complimenti per la scioltezza della scrittura a
RispondiEliminaSimona
Daisy
Bellissimo! Fra quelli letti finora è quello che mi è piaciuto di più. Brava, Simona!
RispondiEliminaBel racconto!! mi sono piaciute la trama e l'atmosfera...sarebbe bello vedere l'idea completamente sviluppata in un romanzo:D
RispondiEliminaComplimenti!!
Juliet
Leggero, nonostante contenga in poco spazio tutta una serie di elementi tradizionali del regency, e molto grazioso! Brava Simona...
RispondiEliminaPatrizia
complimenti Simona, bel racconto, anche se concordo con Daisy sull'idea di fondo, ma io so quanto sia difficile essere originali, davvero curiosa di conoscere gli antefatti di questa storia.
RispondiEliminafabiola
Bel regency, coraggiosa e fortunata la protagonista che rischia davvero tutto nell'esporsi in quella maniera. ANITA GAMBELLI
RispondiEliminaUno dei racconti più belli fino ad ora,un classico con un finale che ti "salta addosso" un po' troppo all'improvviso ma è ben scritto, quindi si può perdonare. Non dimentichiamo i vincoli della lunghezza massima consentita! I personaggi sono ben caratterizzati e ci starebbe davvero bene qualche riga in più, per sapere l'antefatto e come la nostra Ofelia riesce a convincere l'affascinante conte... brava Simona, in bocca al lupo per tutto!
RispondiEliminaUno dei più belli letti fino ad ora! Credo che il vincolo dei caratteri abbia affrettato la conclusione, peccato. Comunque davvero molto bello!
RispondiEliminaLunaspi
Davvero carino e ben scritto! Impossibile non finire di leggerlo una volta cominciato... complimenti all'autrice!
RispondiEliminaCiao Simona, il tuo racconto è uno di quelli che mi è piaciuto di piu. Molto bella l'idea del sogno con quel piacevole risveglio. Complimenti!
RispondiEliminaMonica
Oh che bello Simona! Certo qualche battuta in più avrebbe reso più fluido il racconto, ma tutto sommanto sei stata davvero brava!
RispondiEliminaLibera
Bel racconto, Simona! Crei sempre delle piacevoli atmosfere! Mi piacerebbe poter leggere uno sviluppo di questo racconto ;-)
RispondiEliminaVorrei ringraziare tutte le lettrici per i graditissimi complimenti ricevuti. Volevo un racconto natalizio, regency, la mia passione e perchè no, un poco piccante senza sfociare nell'esagerazione. Una parentesi romantica da condividere con tutte voi, scritta di getto in un pomeriggio di pioggia, sognando un grande amore ambientato nell'800. Buon Natale a tutte voi
RispondiEliminaSimona
Simona! Ma che bello! Mi è piaciuto un sacco! Soprattutto il carattere e le descrizioni dei due protagonisti!
RispondiEliminaUn racconto piacevole e ben scritto, l'unica nota stonata è il finale un po' affrettato. :-)
RispondiEliminaSituazione e personaggi sono un classico del genere; le descrizioni sono giocoforza brevi, ma precise ed evocative. Il finale un filino affrettato, ma, probabilmente, nn si poteva fare altrimenti. L'escamotage del sogno è carino, anche se, forse, volendo proprio cercare il pelo nell'uovo, sintomatico del fatto che Ofelia non ha la coscienza perfettamente candida; sotto, sotto, sa di aver giocato sporco, ma tant'è, la posta in palio era alta e lei nn è certo tipo da farsi sottomettere senza reagire. Mi permetto di proporre un sottotitolo a Simona: Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. :-)
RispondiEliminaDavvero bello!! Credo che fino ad ora sia quello che mi è piaciuto di più!!
RispondiEliminaHo quasi sperato che continuasse più a lungo, mi sarebbe piaciuto leggere di come l'eroina riesce alla fine a conquistare l'uomo che ama dopo il matrimonio.
Complimenti!!
Complimenti Simona...molto carino e ben scritto. Mi unisco al coro di quante vorrebbero vedere il racconto trasformarsi in un romanzo, sviluppando magari meglio la parte che lo precede...buone feste, Monica
RispondiEliminaRacconto che avvince dall'inizio, quindi valido per il lettore che vuole sapere come la protagonista uscirà da un 'guaio' da lei stessa cercato. Aleggia bene il pentimento contrapposto al desiderio, buona la figura maschile, a me particolarmente cara se si tratta di un tenebroso contorto. Ottimo, e forse di più, il colpo di scena finale che taccio perchè è da leggere e apprezzare. Brava Simo!
RispondiEliminaComplimenti Simona! questo è il racconto in stile regency che al momento ho apprezzato di più.
RispondiEliminadavveno ben scritto e spero che nel futuro tu possa regalarci qualche altra "chicca" come questa.
Katia
Per il momento è il racconto che mi è piaciuto di più, ci sono tutti i miei elementi preferiti: la giovane sfacciata che deve salvarsi dal matrimonio con un uomo che odia, il libertino e il matrimonio riparatore.
RispondiEliminaBrava.
bello bello!!
RispondiEliminaBRAVA SIMONA
Devo dire davvero originale, molto bella l'idea dell'incubo trasformatosi in sogno...molto coinvolgente il flashback che sorprende e attira ancora più nella narrazione passionale e romantica, come il genere rosa predilige!
RispondiEliminaOrmai ti leggo "quasi ovunque", Simona, ma è questa la strada per arrivare lontano. Un affettuoso in bocca al lupo per i tuoi sogni.
RispondiEliminaMariangela Camocardi
sensuale, intrigante, romantico, spensierato e perfettamente in sintonia con il periodo natalizio!!!
RispondiEliminaBello Simona, mi piace molto! E poi mi hai completamente spiazzata con il colpo di scena finale!
RispondiEliminaBellissimo racconto!!!complimenti all'autrice che è davvero bravissima.
RispondiEliminaPiacevolissima lettura. Racconto non solo accattivante ma anche ben scritto. Complimenti davvero!
RispondiElimina