NEL CASTELLO DEL LUPO di Angela White (Mondadori)


E' STATO DA POCO PUBBLICATO NELLA COLLANA STORICA DEI ROMANZI MONDADORI UN NUOVO CAPITOLO DELLA SERIE MEDIEVALE DI ANGELA WHITE. PIERA E IAIA L'HANNO LETTO PER NOI.


Autrice: Angela White
Genere: Storico
Ambientazione:  Inghilterra, 1144-61
Pubblicazione : Mondadori, coll. Classic nr.1170, settembre 2018
Parte di una serie: 6° serie “Le profezie della strega scalza”
Livello sensualità:  MEDIO
Disponibile in ebook a €3,99 

TRAMA: Dopo anni di conquiste nelle terre d'Oriente, Warrick il ribelle torna ad Ashton Castle, regno del gemello Warren. Il suo cuore di lupo è deciso a reclamare per sé la bellissima Aisley dagli occhi di smeraldo, la dolce fanciulla che sola ha saputo donargli la pace durante gli anni irrequieti della sua tempestosa giovinezza. Aisley, però, è diventata donna all'ombra di un segreto che ha cambiato per sempre la sua vita. Il ragazzo da lei tanto amato in passato è oggi un uomo che la spaventa, ma anche la attrae inesorabilmente. Riuscirà a resistergli e proteggersi dalla forza della sua passione? E quale futuro potrà esserci tra una serva e il suo signore?


Warrick è tornato e il gemello Warren finalmente si sente il cuore ritornare intero. Anche Aisley aspettava con ansia il suo ritorno ma ora che lui è lì con lei, ad un tratto, non sa più come comportarsi perchè il suo segreto sta per essere rivelato...finalmente!

...”Aisley sentiva che quello sarebbe stato un giorno speciale. Mentre attingeva l'acqua, attorno a lei risuonava la vita del borgo racchiuso tra le mura di Ashton Castle.
Per  lei tuttavia nessuna aurora sarebbe mai stata più splendente del   momento in cui aveva tenuto tra le braccia suo figlio.
Erano trascorsi cinque anni da allora.
Ed erano trascorsi cinque anni e nove mesi dall'ultima volta che aveva visto Warrick.
Sì, Warrick, il fantasma di Ashton Castle, perchè nessuno al maniero aveva più pronunciato il suo nome, e la sua assenza era diventata impossibile da ignorare come un 
tempo lo era stata la sua presenza..
La riscosse la voce squillante e amatissima di Gabriel.
-Mamma, mamma, guardami mamma
Aisley si voltò con il sorriso che sempre riservava a suo figlio, ma fu come se il cuore le si fermasse nel petto.
Gabriel stava attraversando la grande piazza in sella  a uno stallone nero che lei non aveva mai dimenticato, con Lady Mary che camminava tranquilla al suo fianco.
A scortarla c'era un biondo guerriero alla cui vista Aisley si sentì venir meno.
E' tornato...lui è tornato
-Mamma- , la chiamò nuovamente Gabriel, gettandosi tra le sue braccia
Ma quando Warrick posò un ginocchi a terra, il bambino si sciolse dalla sua stretta per avvicinarsi al guerriero, che esercitava su di lui un fascino irresistibile
-Quanti anni hai- , gli domandò Warrick
-Cinue anni-  rispose Gabriel. -E questo autunno ne compirò sei-
Warrick strinse  nel proprio pugno le manine del bambino e comprese. E sorrise.
-Il bambino è mio figlio-disse Warrick suscitandole un brivido
- E 'mio figlio- chiarì lei.
-E' nostro figlio- la corresse”
E non occorrono altre parole perchè Rick non ha dimenticato nulla del suo passato soprattutto la giovane che, sola, riusciva a dare un po' di serenità alla sua anima irrequieta e insofferente, e questa sorpresa  lo rende immensamente felice.
Poiché, come avevamo già scoperto nel precedente capitolo dedicato a Warren, uno solo dei gemelli può essere lord del maniero di Ashton, Warrick  viene nominato Sceriffo di Rothford  e incaricato di riconquistare la rocca  che era la proprietà di Lady Mary , moglie di Warren, e riportare là un po' di ordine, e ricostruire ciò che prima  il Lord, e poi i banditi che si erano impossessati del castello, avevano distrutto.
Rick, con la sua solita irruenza ma anche con la conoscenza ancora perfetta, malgrado i sei anni di assenza, del terreno pieno di insidie, riesce in breve ad ottemperare al suo compito.
...”-Warrick Ashton è completamente pazzo...ma, dannazione, se conosce il fatto suo- sentenziò Richard di Torquil
Istinto... Era solo quello  a guidare Warrick, ma assecondando una strategia attentamente pianificata.
Tutto gli appariva chiaro e si sentiva calmo, quasi in pace nell'ineluttabilità dell'emozione che lo muoveva. .Un'unica volta aveva provato qualcosa  di altrettanto potente: quando aveva stretto tra le braccia una ragazza dagli occhi verdi, perdendosi e ritrovandosi in lei, e aveva aspettato l'alba guardandola dormire. Lei era...Aisley”
 E chiamata  a sé Aisley e il piccolo Daniel  completa la felicità della giovane donna riportandole chi lei pensava non avrebbe più rivisto.
Occorrerebbe dividere il romanzo in due parti: la prima metà è una rivisitazione di ciò che era stato già raccontato in “Cuore di ghiaccio”, la seconda è la degna conclusione di ciò che era rimasto in sospeso tra i due gemelli Ashton e la giovane Aisley.
Ho trovato un po' strano occupare così tanti capitoli per rinarrare una vicenda già ampiamente raccontata. Avrei preferito sapere un po' di più sui  sei anni che Rick ha passato lontano tra Oriente e Terrasanta, dove ha fatto esperienze varie e da cui ha riportato guerrieri fedelissimi che formano “La Compagnia dell'Arco”.
Anche la principessa Samar ha poco spazio per cui presumo sarà protagonista, o comunque ne troverà di più, nel prossimo romanzo.
Bellissimo il personaggio di Aisley che si trova a crescere completamente sola dopo che il padre l'ha lasciata ad Ashton Castle per proteggerla dalla malvagità del Signore di Rothford.
Una ragazza che non si risparmia nel lavoro ed è sempre dolce, serena anche quando il suo cuore è disperato. Non ha mai un gesto di ribellione ma offre a tutti amore e devozione.
...”Aisley non indossava abiti eleganti, teneva i capelli legati con un semplice nastro di stoffa, eppure  era così che la chiamavano tutti al castello, “dama Aisley”
Era a lei che le donne guardavano in cerca di una guida. Era al suo passaggio che gli uomini chinavano il capo in segno di rispetto.
 Dal canto suo lei sapeva di essere quella di sempre. Lei aveva già trovato la sua certezza: amava Warrick, e sarebbe rimasta sempre al suo fianco, nel modo in cui lui avesse deciso”
E' lei la vera protagonista del romanzo anche se Warrick sembra dominare la scena con la sua irruenza e il suo coraggio anche un po' folle, ma questo suo continuo essere insoddisfatto e subito pronto a reazioni estreme, a volte non sono riuscita a comprenderlo. Qual è la spinta interiore che lo muove, perchè ha un comportamento tanto differente da quello di Warren...ecco quello che avrei voluto capire.
Molti i personaggi che riappaiono e che pur avendoli già conosciuti, è stato bello rivedere tutti al fianco di Warrick per  poi essere partecipi della sua felicità.
Come sempre la prosa della White è piacevole da leggersi, perfetta la descrizione dell'ambientazione e approfonditi i vari caratteri sia dei protagonisti che dei vari “attori” della storia.
Insomma, un altro intrigante romanzo in attesa del prossimo...Sì perchè i suoi romanzi sono come le ciliegie: uno tira l'altro!






****

Siamo nel XII secolo, in Inghilterra, terra dove fervono anche guerre intestine che portano i vari Lord a preservare i loro feudi da attacchi nemici. Si legge la storia di due gemelli, Warren e Warrick. Solo uno di loro potrà diventare Lord, alla morte di quello attualmente in vita, ma potrà ricevere questa carica dopo aver combattuto in duello, come da usi e tradizioni. Warrick non combatterà mai contro suo fratello, piuttosto rinuncerà al feudo. E infatti un giorno se ne va, senza dir niente a nessuno, lasciando tutti in ansia, ma sapendo che Warren capirà quando e se capiterà qualcosa al suo gemello. Passano gli anni e quando ritorna ritroverà Aisley, l'unica donna che ha amato e che vuole riconquistare.
Un bel libro scritto molto bene, bei dialoghi, ben descritti i luoghi e i vari personaggi che intrecciano la trama. Chi legge può trovarsi all'interno del castello, dei boschi o durante le battaglie vivendo il pericolo e i momenti di grande romanticismo. Lo consiglio, specialmente a chi ama questo periodo storico, nonostante manchino alcuni approfondimenti.











COME INIZIA IL ROMANZO...
Anno Domini 1144
— Sarai obbediente, vero, Aisley?
La bambina assentì, nascondendo il visino contro il torace del padre. La avvolse un profumo rassicurante di fieno appena tagliato, pane caldo e lana pulita.
Il carretto procedeva lungo il sentiero, portando Aisley lontano dalla casa in cui aveva sempre vissuto. Non sapeva dove stessero andando né il perché, però non aveva paura. Lally, invece, era spaventata, e Aisley strinse forte a sé la bambola che suo padre le aveva regalato pochi giorni prima. L’aveva costruita con le sue mani, e lei era orgogliosa che il suo papà fosse in grado di fare così tante cose. Sapeva guidare un intero gregge e vegliarlo, far nascere gli agnellini e intagliare il legno. Tra tutte le sue abilità, la preferita di Aisley era quando cantava per farla addormentare. Con la sua voce profonda e roca, intonava nenie dolcissime solo per lei.
Le sue grandi mani callose le accarezzarono i capelli con una delicatezza infinita. Aisley era sicura di avere il papà più buono del mondo, e questo la consolava di aver perso sua madre, e di non avere fratelli o sorelle con cui giocare.
Adesso, però, c’era Lally, e Lally era diventata la sua compagna prediletta. Anche perché suo padre, dopo avergliela regalata, non era partito subito per il pascolo. Questa volta l’aveva portata con sé, e la bambina era emozionatissima per quel viaggio inaspettato.
— Dove stiamo andando, papà? Manca ancora tanto? Dove vivremo? Pensi che Lally riuscirà a farsi nuovi amici? Saranno gentili con lei? — volle sapere, strattonando la giubba del padre mentre dondolava i piedini con impazienza: una pioggia di domande che aveva rotto il silenzio del loro lento, inesorabile avanzare.
— Guarda, Aisley. Siamo arrivati — rispose l’uomo.
La bambina sgranò gli occhi alla vista del maniero che si ergeva in fondo alla strada. Rimase immobile, impressionata dalle mura altissime, dalle torri merlate e dagli imponenti portali spalancati, come un invito a entrare a proprio rischio e pericolo. In cima al bastione più elevato garriva al vento uno stendardo azzurro, ornato nel centro da un bellissimo arco d’oro. L’arrivo della primavera aveva scacciato il ghiaccio e la neve, e l’edera spiccava sulla pietra grigia del maniero, qua e là ingentilita da macchie bianche e viola. Fiori, riconobbe Aisley piena di gioia. Quel castello era ricoperto di fiori, circondato da profumati boschi verdissimi e con sentieri che conducevano al suo ingresso come nastri d’oro.
— In quel castello deve vivere una principessa, vero, papà? — chiese Aisley con voce sottile, gli occhi che brillavano di sentita ammirazione.
Suo padre le rivolse un sorriso che a lei spesso ricordava una ferita nel cuoio fresco. Quando lui sorrideva in quel modo, alla bambina veniva sempre voglia di abbracciarlo forte forte.
— Sì, Aisley. Una principessa molto buona e generosa che avrà grande cura di te. Dovrai servire con devozione lady Madeline ed essere sempre fedele al lord suo padre, il Lupo Sassone.
La piccola sussultò. — La principessa è figlia di un lupo?
Suo padre le scompigliò affettuosamente i capelli. — Lord Wolfer Ashton è il padre di lady Madeline. È il signore del castello che vedi e protegge tutti coloro che vivono nelle sue terre e gli hanno giurato fedeltà. Tu giurerai fedeltà agli Ashton e lui ti proteggerà. Sarai al sicuro, e questa è la sola cosa importante.
La bambina rifletté attentamente, e una sottile linea di concentrazione le incise la piccola fronte. — Ma noi non siamo di queste terre. Noi non siamo di Ashton Castle. Il nostro signore è lord Rothford e io so che il suo maniero si chiama Rothford Hall. Il gregge che tu porti al pascolo è di lord Rothford, come la casa dove abitiamo, giusto, papà?
— È così, Aisley — annuì suo padre, mentre attraversavano la grande arcata nella cinta muraria.
Una piazza gremita di gente, tutta raccolta intorno ai banchi del prospero mercato, si offrì agli occhi della bambina come l’ennesima meraviglia.
— Ma tu d’ora in avanti vivrai qui. La tua casa sarà questa — aggiunse l’uomo, in un tono serio e definitivo che afflisse il cuoricino di Aisley.
— Anche tu vivrai qui con me, vero, papà? — gli domandò ansiosamente, stringendo la sua casacca tra le piccole mani.
— Io devo portare al pascolo gli armenti di lord Rothford — rispose lui. — Devo tornare a Rothford Hall e onorare il patto di obbedienza con il mio signore.
Aisley scosse il capo con veemenza, atterrita al pensiero di quella separazione. Suo padre partiva sempre con l’arrivo della bella stagione, per questo le lasciava una bambola, perché le tenesse compagnia e non si sentisse mai sola. Aisley, però, sapeva che quando le foglie si coloravano di ruggine e oro faceva ritorno per trascorrere insieme a lei tutto l’inverno. Allora preparavano il formaggio, filavano la lana e guardavano la neve cadere dal cielo, inventando fiabe. Come poteva sopportare il pensiero di non fare mai più nulla di tutto ciò e di non rivederlo mai più?
— Io e Lally ci comporteremo bene: saremo buone, buonissime, ma ti prego, non abbandonarci! Per favore! Lally… Lally ha tanta paura di questo posto. Non vuole restarci senza di te!
Aisley piangeva disperata, quando accadde l’unica cosa che aveva il potere di fermare le sue lacrime: vederle scorrere anche sul volto dell’amato genitore. Sembravano gocce di pioggia sulla dura corteccia del suo viso, segnato dalle faticose intemperie della vita di pastore.
E la bambina, all’improvviso e per qualche attimo, divenne molto più adulta dei suoi sei anni. Gli gettò le braccine intorno al collo per consolarlo, promettendogli tutto ciò che, senza sapere come, aveva compreso gli avrebbe donato conforto.
Sì, sarebbe stata buona. Sì, sarebbe stata obbediente e per sempre devota a lady Madeline e a tutti gli Ashton.
— Ti terrei con me, piccola, se soltanto master Hedrick assomigliasse almeno un po’ a suo nonno. Ma è diverso… è pericoloso e crudele, ed è già il giovane signore di Rothford Hall. Un giorno sarà anche lord, e allora… Ma tu sarai al sicuro qui. Non posso fare altro.
Aisley rimase abbracciata a suo padre, cullandolo e lasciandosi cullare. Non era sicura di capire proprio tutto, ma una cosa l’aveva sempre saputa: c’erano i lord e i cavalieri, le damigelle e le principesse, e poi c’erano i pastori, gli arti giani, i braccianti e tutti gli altri. La brava gente. La povera gente. Lei sapeva a chi apparteneva. Sapeva che se il lord e la lady erano buoni, allora la gente viveva in pace. Altrimenti, il popolo era destinato a un inferno peggiore di quello di cui parlava la messa domenicale.
Sopra i lord e le lady c’erano il re e la regina, ma Aisley aveva sentito dire che su re Stephen e sulla regina Maud non si poteva fare affidamento, perché si combattevano tra loro. Avere un re e una regina in lotta era come non averne nessuno.
— Ti penserò sempre, Aisley, sempre! — giurò l’uomo.
Lei gli sfiorò con un bacio la guancia ispida di barba e salata per le lacrime. — Anch’io, papà, sempre.
Lui la strinse ancora una volta, prima di allontanarla da sé. Si asciugò gli occhi e indicò la piazza del mercato. C’era una dama vestita d’azzurro, con il capo velato delle spose e il viso più gentile che Aisley avesse mai visto. Si voltò verso di loro, incantando la bambina con i suoi occhi celesti e il suo sorriso.
— Lei è Madeline la dolce, lady di Ashton Castle e figlia di lord Wolfer. La forza del suo carattere e la sua bontà sono cantate dai poeti. Ha accolto la mia supplica, e sotto la sua protezione vivrai tranquilla — disse suo padre, scendendo dal carretto e deponendo Aisley a terra.
Si inginocchiò ai piedi della castellana per baciare l’orlo della sua veste. — Grazie, signora — disse, tenendo il capo rispettosamente abbassato. Lady Madeline gli fece cenno di alzarsi e poi sbalordì Aisley, accucciandosi per guardarla negli occhi. La bambina fissò affascinata quella pelle chiara come latte. Dalla restrizione del velo scappavano alcune ciocche biondissime.
— Bene arrivata, piccola. Sono certa che ti troverai bene con noi. Mia figlia Arabelle è poco più grande di te. Vorresti farmi il favore di andare a chiamarla?
Aisley annuì prontamente, e dopo aver rivolto uno sguardo solenne a suo padre si incamminò dove la dama le aveva suggerito di cercare la lady bambina.
— Coraggio, Lally, non avere paura! — disse alla sua bambola, stringendola a sé. Mentre si guardava intorno, la sua giovane mente assorbiva ogni dettaglio di quel luogo nuovo, che d’ora in avanti sarebbe stato la sua casa.
— Devi essere coraggiosa, Lally — raccomandò alla pupattola, sentendo battere fortissimo il proprio cuore.
Oltrepassò un arco, superò una curva e si lasciò alle spalle la confusione della piazza principale. Raggiunto un piccolo spiazzo del cortile interno, si fermò alla vista di due 
fanciulli impegnati a duellare con spade di legno. Erano biondi come lady Madeline, bellissimi e tra loro perfettamente identici. La bimba rimase a fissarli stregata, con gli occhi sgranati e la boccuccia spalancata. Pensò che fossero angeli.
Improvvisamente i due si accorsero di lei e cessarono di allenarsi. Aisley si scoprì a trattenere il fiato. Immobile, con Lally tra le braccia, non sapeva cosa fare. Non riusciva a smettere di guardarli. Erano talmente belli… e sempre più vicini a lei. 
 ****
LA SERIE LE PROFEZIE DELLA STREGA SCALZA

1. Il castello dei sogni - Mondadori, 2011 - Lianne e Hyden
2. Di ghiaccio e d’oro - Mondadori 2012 / revisionato e ripubblicato dall'autrice, 2017 - Megan e Bryan
3. La rosa del drago - Mondadori, 2012/ revisionato e ripubblicato dall'autrice, 2017 - Shayla e Benjamin
4. La luna dei desideri - Mondadori, 2013 - Lady Sarah Ravency e Christian
5. Cuore di ghiaccio - Mondadori, 2017 - Lady Mary e Warren Ashton
6. Nel castello del lupo - Mondadori, 2018 - Aisley e Warrick Ashton

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L'AUTRICE  
Angela White ( nom de plume di Lorena Bianchi)  è nata e vive in una città che si affaccia sul mare. Dopo gli studi liceali, si è laureata in Economia Bancaria. E’ appassionata di arte, storia e teatro. Ama leggere e ha cominciato a scrivere per gioco, come momento di evasione dalla quotidianità. Per lei la scrittura è un viaggio emozionante in epoche passate, dove rivivere le atmosfere e le passioni di altri luoghi e tempi. 

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