Il video di questa settimana parla di donne.
Di donne abusate. Di donne brutalmente picchiate, come la protagonista di questo video. Ma anche di donne semplicemente molestate, maltrattate o insultate dai loro - e non solo - uomini.
Di donne che non hanno il coraggio di ribellarsi. Che subiscono.
E che hanno deciso di dire basta.
E' un video che Women's aid (aiuto per le donne), un' organizzazione inglese che aiuta le donne vittime di violenza domestica, ha prodotto perchè fosse trasmesso in televisione e proiettato nei cinema.
Questo video non ha ottenuto il visto di censura. Troppo forte, forse, per chi non ha la coscienza a posto. O per gli inserzionisti pubblicitari. O per i benpensanti che preferiscono non sapere cosa succede nella casa del vicino.
Come gli struzzi.
Il video è interpretato da Keira Knightley e diretto da Joe Wright, con cui la Knightley aveva già lavorato in Orgoglio e Pregiudizio e in Espiazione.
Per fortuna c'è la rete.
E così questo video dopotutto ha avuto una sua distribuzione, anche se ovviamente parziale e probabilmente elitaria.
Ci sono però due punti che dobbiamo tradurre per chi non comprende la lingua:
- Il primo. Quando lei tende al marito geloso (del suo lavoro e dei suoi partner) lo strofinaccio per tamponare il sangue che gli esce dalla mano, lui comincia a picchiarla. Lei guarda la telecamera e dice: "Sorry we didn't agree to that, that wasn't in the script." - " Scusate, non eravamo d'accordo su questo, non era nel copione"- Ma lui continua a tempestarla di pugni e di calci.
- Il secondo punto. La scritta finale, "Isn't it time someone called cut?", cioè "non è ora che qualcuno dica basta?" Doppio senso su cut ( taglia ), che è anche la parola comunemente usata nel cinema per per dare lo stop al termine delle riprese di una scena che si sta girando.
Cut come il taglio che si provoca da solo quella bestia di marito.
Cut come BASTA! Interrompete quelle riprese troppo spesso e troppo a lungo girate.
Non sarebbe davvero ora che qualcuno urlasse: "CUT!" ?
Questo video ci dà lo spunto per ricordare che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato nel 1999 il 25 novembre “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”, per ricordare tutte le donne vittime di violenza. In particolare, è stato scelto il 25 novembre poiché è la data in cui vennero uccise le tre sorelle Mirabal, assassinate nel 1960 nella Repubblica Dominicana per il loro impegno politico contro l’allora dittatore Trujillo.Tale data è diventata così il simbolo dell’atto d’accusa della società civile nei confronti del fenomeno, purtroppo ancora in crescita, della violenza sulle donne.
Iniziative in tutto il mondo celebrano la Giornata internazionale perché ovunque sono milioni le vittime di aggressioni e soprusi.Tante anche in Italia dove, secondo i dati dell'Ista,t sono quasi 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita.
- Per chi cerca aiuto, o vuole semplicemente informarsi, esiste un sito del Dipartimento della Pari Opportunità interamente dedicato al problema : http://www.antiviolenzadonna.it/
e un numero verde : 1522 .
"CUT!"
RispondiEliminaToccante. Emozionante. Drammatico. Per non dimenticare.
Complimenti a Vivienne per l’articolo e il video.
Grazie Rachele.
RispondiEliminaSebbene l'abbia proposto io a Francy, il post è stato realizzato da Francy e da me insieme. Di certo Francy, che ringrazio come sempre per la sua generosità, avrebbe dovuto mettere anche la sua firma, di fianco alla mia.
O non metterne nessuna.
Perchè per una volta parliamo di un argomento che unisce tutte le donne sotto un'unica firma.
Vivienne
Carissime, Viv ha proposto il video e ne ha scritto la presentazione, così mi è sembrato giusto sottolineare che l'idea è partita da lei, ma è chiaro che poi l'articolo è stato concertato da entrambe. A fianco della sua firma sono sicura che ognuna di noi metterebbe la propria...l'argomento ci tocca infatti così da vicino!
RispondiEliminaLa solidarietà femminile spesso è un'utopia e dovremmo darci da fare perchè così non fosse, soprattutto quando c'è da lottare contro qualcosa di drammatico, viscido, spesso troppo nascosto come la violenza familiare ( e non solo) alle donne. Chi la vive sulla sua pelle lo sa e spesso non riesce a parlare. Chi non la vive, troppo spesso gira occhi e orecchie dall'altra parte. E invece campagne come questa, per quanto dure, servono a darci una scrollata a tutte. Se non ci aiutiamo noi, chi dovrebbe aiutarci ?
Francy
Toccante davvero. Complimenti a chi lo ha reso possibile.
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