Traduttrice: Silvia Arienti
Genere: Contemporaneo
Ambientazione: Non specficato...USA? Australia?
Pubblic. originale: William Morrow , agosto 2016, pp.384.
Genere: Contemporaneo
Ambientazione: Non specficato...USA? Australia?
Pubblic. originale: William Morrow , agosto 2016, pp.384.
Pubblic. italiana: Harper Collins Italia, coll. HC, 13 ottobre 2016, pp.381 , €14,90
Parte di una serie: No
Livello sensualità: Alta
Disponibile in Ebook? Sì €5,99
Parte di una serie: No
Livello sensualità: Alta
Disponibile in Ebook? Sì €5,99
TRAMA: Lucy Hutton è convinta che l'impiegata modello si becchi, prima o poi, l'ufficio migliore (e relativa promozione). Per questo è servizievole e accomodante, lavoratrice indefessa ma carina e gentile con chiunque. Per questo tutti la amano alla Bexley & Gamin. Tutti tranne il freddo, efficiente, impeccabile e fastidiosamente attraente Joshua Templeman. E il sentimento è reciproco. Costretti a condividere lo stesso cubicolo per 40 ore la settimana, più svariati straordinari che è meglio non quantificare, hanno iniziato a lanciarsi continue e ridicole sfide, in un gioco al rialzo che sembra impossibile da fermare. C'è il Gioco degli Sguardi, il Gioco dello Specchio e nessuno dei due sopporta di perdere. Fino a quando in ufficio si comincia a parlare del Gioco della Grande Promozione. Se Lucy vince, diventerà il capo di Joshua. Se perde... meglio non pensarci. Ma allora, con la sua carriera in ballo, per non parlare dell'orgoglio, perché Lucy comincia a fare sogni sempre più torridi sull'odiato collega? E perché si veste per andare al lavoro come se invece dovesse recarsi a un appuntamento sexy? Dopo che un'innocente corsa in ascensore diventa il teatro di un bacio indimenticabile tra i due, Lucy ha finalmente la sua risposta: forse lei non odia Joshua. E forse nemmeno lui odia lei. Forse è tutto il contrario. Oppure è solo un altro gioco?
Ho commesso un errore la prima volta che ho incontrato Joshua: gli ho sorriso. In modo radioso, a trentadue denti, stupidamente convinta che la fusione delle due case editrici non fosse la cosa peggiore che mi potesse capitare. Mi ha scrutato dalla testa ai piedi. Sono alta poco più di un metro e cinquanta, quindi non ci ha messo molto. Poi si è voltato e si è messo a guardare fuori dalla finestra. Non ha ricambiato il mio sorriso ed è come se da allora se lo portasse in giro nel taschino della camicia, come un trofeo. Uno a zero per lui. Dopo questo inizio poco promettente, ci sono volute solo alcune settimane per soccombere alla nostra reciproca ostilità. Come acqua che continua a gocciolare in una vasca da bagno, a un certo punto ha iniziato a traboccare.
Se seguite le mie recensioni vi sarete forse accorte che è da un po' che non assegno i cinque cuori a un contemporaneo. Vi dirò che stavo un po' disperando, negli ultimi tempi ho faticato a trovare storie che mi appassionassero e ho lasciato diversi romanzi a metà, perchè semplicemente mi annoiavano. Poi arriva questo libro dal titolo un po' sciocco (in italiano), la cover così così e l'autrice sconosciuta e... è amore a prima vista/lettura. L'ho adorato!
Grazie a Harper Collins per averci portato questo gioiellino soddisfacente sotto molti punti di vista (per i miei gusti, tutti): stile scorrevole e personale, ironico e romantico al tempo stesso, dialoghi divertenti, interessante caratterizzazione dei personaggi, protagonisti credibili e intelligenti e una trama perfettamente orchestrata fino al più piccolo particolare, come in un giallo. Vista questa caratteristica, mi capirete se ho deciso di non addentrarmi nella trama più di quello che fa la sinossi qui sopra, vi rovinerei il piacere di gustarvi questa storia fino all'ultima pagina.
Ecco un altro un punto a favore di questo libro, l'interesse non scema mai, una volta che hai capito più o meno come andranno a finire le cose, c'è sempre un pezzo in più del puzzle da ricomporre, qualcosa di nuovo da scoprire, prima di arrivare alla parola fine. Confesso che dopo aver letto fino all'80% del libro, l'ultima parte me la sono centellinata, perchè non avevo ancora voglia di lasciare Josh e Lucy. Mi piacevano troppo!
Grazie a Harper Collins per averci portato questo gioiellino soddisfacente sotto molti punti di vista (per i miei gusti, tutti): stile scorrevole e personale, ironico e romantico al tempo stesso, dialoghi divertenti, interessante caratterizzazione dei personaggi, protagonisti credibili e intelligenti e una trama perfettamente orchestrata fino al più piccolo particolare, come in un giallo. Vista questa caratteristica, mi capirete se ho deciso di non addentrarmi nella trama più di quello che fa la sinossi qui sopra, vi rovinerei il piacere di gustarvi questa storia fino all'ultima pagina.
Ecco un altro un punto a favore di questo libro, l'interesse non scema mai, una volta che hai capito più o meno come andranno a finire le cose, c'è sempre un pezzo in più del puzzle da ricomporre, qualcosa di nuovo da scoprire, prima di arrivare alla parola fine. Confesso che dopo aver letto fino all'80% del libro, l'ultima parte me la sono centellinata, perchè non avevo ancora voglia di lasciare Josh e Lucy. Mi piacevano troppo!
LUCY HUTTON |
JOSH TEMPLETON |
TI ODIO, ANZI TI AMO! è un romanzo scritto con uno stile sicuro (ben tradotto nonostante alcuni refusi), che scorre, coinvolge e diverte mantenendo il livello d'attenzione vivo fino all'ultima, romanticissima pagina, bellissimo esempio di come per scrivere una storia coinvolgente non ci sia bisogno di un grande cast - qui i personaggi sono pochi e la funzione dei comprimari è solo di sostegno al plot principale - o di una location particolare - l'autrice non fa specifici riferimenti geografici su dove si svolga l'azione. Inoltre, pur non abbondando nelle scene erotiche, la tensione sessuale fra i due protagonisti è talmente costante e potente da soddisfare anche le amanti dei romanzi più hot. E a differenza del libro della James (che pure adoro) quando Josh e Lucy arrivano al dunque, passione e sentimento sono perfettamente fusi in una scena erotica che si fa ricordare e che valeva la pena di aspettare.
Mi capita raramente di entusiasmarmi come per questo libro, vorrei ce ne fossero molte di più di storie così: semplici ma ben costruite, ben raccontate, che arrivano diritte al cuore. Non perdetelo!
Mi capita raramente di entusiasmarmi come per questo libro, vorrei ce ne fossero molte di più di storie così: semplici ma ben costruite, ben raccontate, che arrivano diritte al cuore. Non perdetelo!
COME INIZIA IL ROMANZO...
1Ho una teoria personale. L'odio e l'amore si assomigliano in modo inquietante. Ci ho ragionato a lungo e queste sono le mie conclusioni.
Sono entrambi sentimenti viscerali. Lo stomaco ti si attorciglia al solo pensiero di quella persona. Il cuore sembra volerti uscire dal petto tanto batte forte. Dormi male e ti manca l'appetito. Durante ogni interazione con l'individuo in questione il
tuo sangue subisce una pericolosa impennata di adrenalina e non sai se attaccare o fuggire. Non possiedi più il controllo del tuo corpo. Ne sei logorato e questo ti spaventa.
L'odio e l'amore sono due facce della stessa medaglia. È una gara e devi vincerla. Per quale motivo? Il tuo cuore e il tuo ego. Fidatevi, so di cosa parlo.
Il pomeriggio di venerdì è appena iniziato. Devo rimanere incatenata alla mia scrivania ancora per qualche ora. Vorrei essere in una cella d'isolamento, ma sfortunatamente ho un compagno di prigionia. Ogni ticchettio del suo orologio da polso è una tacca incisa sulla parete della nostra cella.
Siamo alle prese con uno dei nostri passatempi infantili, che non necessita di parole. È terribilmente immaturo, come ogni cosa che facciamo insieme.
Mi presento: il mio nome è Lucy Hutton. Sono l'assistente esecutiva di Helene Pascal, la co-amministratrice delegata della Bexley & Gamin.
Tanto tempo fa, la nostra piccola casa editrice, la Gamin Publishing, era sull'orlo del fallimento. A causa della crisi economica, la gente non aveva soldi per pagare le rate del mutuo e la letteratura era un lusso. Le librerie della città si spegnevano una dopo l'altra, come candeline a una festa di compleanno. Anche noi ci aspettavamo di dover chiudere a breve.
In extremis, abbiamo stretto un accordo con un altro editore in difficoltà. La Gamin Publishing fu obbligata ad accettare un matrimonio combinato con il fatiscente impero del male chiamato Bexley Books, governato dall'insopportabile Mr Bexley in persona.
Convinte l'una di stare salvando l'altra, entrambe le società fecero i bagagli e si trasferirono nella loro nuova casa coniugale. Nessuna delle due era neanche lontanamente contenta di questo cambiamento. I Bexley rimpiangevano il vecchio calcetto della sala mensa, che ricordavano avvolto dalle tinte seppia della nostalgia. Non capivano come i Gamin fossero sopravvissuti così a lungo, con la loro scarsa fiducia negli indicatori chiave di prestazione e con la loro sognante visione della letteratura come arte. I Bexley credevano che i numeri fossero più importanti delle parole. Per loro i libri non erano nient'altro che prodotti. Vendi il prodotto. Fai i complimenti alla squadra. Ripeti l'operazione.
Quelli della Gamin rabbrividivano per l'orrore nel vedere i fratellastri buttare nel tritacarte i grandi classici. Si chiedevano come Mr Bexley fosse riuscito a mettere insieme così tanti palloni gonfiati tutti uguali, più adatti al mestiere di contabile o di avvocato. I Gamin non sopportavano che il libro fosse trattato come un prodotto. I libri erano, e sempre sarebbero stati, oggetti magici degni del massimo rispetto.
Oggi, a distanza di un anno, con una sola occhiata è possibile capire dall'aspetto fisico a quale delle due società un dipendente apparteneva. I Bexley assomigliano a delle figure geometriche, mentre i Gamin a dei morbidi ghirigori. I Bexley si muovono in branchi, minacciosi come squali. Parlano in continuazione di cifre e monopolizzano la sala riunioni per le loro sinistre sessioni di pianificazione. O, meglio, di cospirazione. I Gamin si affollano nelle loro postazioni, come candide colombe su un campanile. Chini sui manoscritti, sono perennemente alla ricerca del nuovo talento letterario. L'aria intorno a loro profuma di tè al gelsomino e di carta. Shakespeare è il loro idolo.
Lo spostamento è stato piuttosto traumatico, specialmente per i Gamin. Prendete una mappa della città. Tracciate una linea retta tra le vecchie sedi delle due società e segnate con un punto rosso l'esatta metà. Noi siamo qui. Il nuovo palazzo della Bexley & Gamin assomiglia a un rospo di cemento accovacciato su una delle strade più trafficate della zona, impossibile da attraversare nelle ore di punta. Gli uffici sono gelidi al mattino e afosi il pomeriggio. L'edificio ha però un aspetto positivo: possiede alcuni parcheggi sotterranei, generalmente occupati dai più mattinieri o, per meglio dire, dai Bexley.
Prima del trasloco, Helene Pascal e Mr Bexley hanno ispezionato il palazzo ed è accaduto un fatto più unico che raro: si sono trovati d'accordo su qualcosa. L'ultimo piano era un insulto. Soltanto un ufficio esecutivo? Era necessario un ripensamento totale.
Dopo un'ora di brainstorming, così piena di ostilità che all'interior designer veniva da piangere, l'unica parola su cui Helene e Mr Bexley concordavano era scintillante. Da allora, non hanno mai più avuto punti d'intesa. La ristrutturazione ha soddisfatto appieno le linee guida del progetto. Il decimo piano è ora un cubo di vetro, acciaio cromato e piastrelle nere. È possibile depilarsi le sopracciglia specchiandosi su qualsiasi superficie – muri, pavimenti, soffitti. Perfino le nostre scrivanie sono delle grandi lastre di vetro.
Mi concentro sull'enorme parete di fronte a me. Sollevo una mano per osservarmi le unghie. La mia immagine riflessa fa lo stesso. Mi liscio i capelli e mi sistemo il colletto della camicia. Mi rendo conto di essere sovrappensiero. Avevo quasi scordato che sto ancora giocando con Joshua.
Sono seduta qui con il mio compagno di cella, perché ogni generale di guerra assetato di potere affida al suo secondo il lavoro sporco. Avere un solo assistente è sempre stato fuori discussione, perché uno dei due amministratori delegati avrebbe dovuto cedere. Ci hanno sistemati entrambi fuori dalla porta dei due nuovi uffici, lasciandoci in balia di noi stessi.
È stato come ritrovarsi nel bel mezzo dell'arena del Colosseo, per poi accorgersi di non essere soli.
Alzo di nuovo una mano. Il mio riflesso mi segue fluido. Appoggio il mento sul palmo e mi lascio sfuggire un profondo sospiro, che riecheggia nella stanza. Sollevo il sopracciglio sinistro perché so che lui non riesce a farlo. Come previsto, contrae invano la fronte. Ho vinto io. Il mio volto non lascia trasparire alcuna emozione. Rimango tranquilla e inespressiva come una bambola. Ce ne stiamo con il mento sulle mani e ci fissiamo dritto negli occhi.
Non sono mai sola in questo ufficio. Seduto di fronte a me c'è l'assistente esecutivo di Mr Bexley. Il suo braccio destro e fedele servitore. La seconda cosa da sapere su di me, la più importante, è questa: odio Joshua Templeman.
Al momento sta copiando ogni mio gesto. È il gioco dello specchio. Sa essere discreto come un'ombra. Un osservatore esterno non se ne renderebbe nemmeno conto. Ma io sì. Nella sua porzione di ufficio, imita i miei movimenti con un leggero sfasamento temporale. Alzo il mento dal palmo e ruoto la sedia verso la scrivania. Lui fa lo stesso, in assoluta scioltezza. Ho ventotto anni e mi sembra di essere precipitata giù dal paradiso fino al purgatorio. Sono finita in un asilo nido. O in un manicomio.
Digito la mia password: ODIOJOSHUAXSEMPRE@. Quelle precedenti ribadiscono il concetto in maniera leggermente diversa. La sua è quasi sicuramente odiolucindaxsempre. ...
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...e io che lo avevo scartato perché convinta fosse 'la solita minestra '!! Grazie Francy
RispondiEliminaPiacere di esserti stata utile Alessandra, non perderlo assolutamente, è davvero molto carino!
EliminaPiaciuto molto anche alla sottoscritta battibecchi sullo stile Julie James, considerando che è un'opera prima, l'autrice può solo migliorare (speriamo).
RispondiEliminaAvevo già letto una recensione molto positiva su un altro blog, questa mi conferma che devo assolutamente leggerlo. Messo in wishlist.
RispondiEliminaio l'ho in lista praticamente da subito. primo mi aveva attirato la copertina e poi la trama è una di quelle che preferisco. il mio genere insomma, commedia romantica.
RispondiEliminal'unico problema è ovviamente il tempo, ho in lista 150 romanzi e 20 pronti sul kindle, mi serve un'altra vita....
Grazie per il consiglio! Mi avete fatto cambiare idea: il titolo non mi ispirava troppo.
RispondiEliminaCondivido il commento sul titolo Micaela, è un po' sciocco, mentre quello originale The Hating Game è azzeccato sotto molti punti di vista, perché i due protagonisti fanno dei 'giochetti' in ufficio e perché alla fine l'odio reciproco è un gioco...
EliminaNon l'avevo neanche preso in considerazione perchè pensavo fosse una storia simile a molte altre (troppe!) che ultimamente vengono pubblicate....ma ora la curiosità si è destata, lettura che farò sicuramente.Grazie per la segnalazione.
RispondiEliminaGrazie per la recensione, avevo comunque intenzione di acquistarlo perchè il genere amore-odio mi piace; il fatto che me lo paragoni ad uno dei miei romanzi preferiti (Questione di pratica) mi fa urlare di.. gioia??? letttura da fare prestissimo!
RispondiEliminaMaristella
Letto, un buon romanzo ma sinceramente mi aspettavo di più. Non ci avviciniamo ai livelli di quello della James. Qualche sorriso qua e là, ma per me è una mezza delusione viste le alte aspettative
RispondiEliminaMaristella
Beh, Maristella,quello della James è il top nn si discute, ma questo mi è piaciuto molto. Sarà che l'andazzo attuale in fatto di contemporanei non mi fa impazzire quando trovo autrici che scrivono bene e con storie che mi colpiscono ( e questa è al suo primo romanzo) mi esalto. Forse a te invece la prosa della Thorne nn ha colpito più di tanto. Mi spiace ti abbia deluso. Io lo ritengo invece uno dei più carini che ho letto ultimamente. Buone prossime letture.
RispondiEliminaBellissimo!!! l'ho letto due volte tanto che mi è piaciuto! sapete se usciranno altri suoi romanzi in italia? grtazie cr
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