IL ROMANZO MISTERIOSO... PRIMA PARTE


HO LETTO IN INGLESE  QUESTO ROMANZO PIU' O MENO UN ANNO FA: E' STATO UN VERO COLPO DI FULMINE.  MI HA COLPITO TALMENTE CHE L'HO RILETTO PIU' VOLTE DA ALLORA. MI AVEVA ATTIRATO PER LA TRAMA ORIGINALE E LA SCRITTURA DELL'AUTRICE, SCORREVOLE, MATURA, SENSUALE, SFACCETTATA, NONOSTANTE IL PUNTO DI VISTA SINGOLO, SI E' RIVELATA UNA PIACEVOLE SCOPERTA. NON E' ESATTAMENTE UN N/A, ANCHE SE LA PROTAGONISTA HA 27 ANNI E SI AFFACCIA AL MONDO DEL LAVORO DOPO GLI ANNI DI UNIVERSITA', NE' E' UN EROTICO, NONOSTANTE CI SIANO SCENE PIUTTOSTO HOT CON UN PROTAGONISTA CHE....UHMMMMM..... 

INSOMMA, SI TRATTA DI UN BEL ROMANCE CONTEMPORANEO, DALLA TRAMA PARTICOLARE, PROBABILMENTE SENZA GRANDI CHANCES DI VENIRE TRADOTTO IN ITALIANO. ALLORA HO PENSATO: PROVO A TRADURLO IO. SOLO ALCUNI CAPITOLI, QUEL TANTO CHE BASTA PER SEGNALARLO...ECCOLO QUI, OGGI LO SOTTOPONGO AL VOSTRO GIUDIZIO.

MA NON VOGLIO ANTICIPARVI NULLA SUL SUO TITOLO O SUL NOME DELL'AUTRICE. VE LI DIRO' PROSSIMAMENTE.

SEGUITEMI, SE VI VA, IN QUESTA SCOPERTA, CHE SPERO SARA' PIACEVOLE PER VOI QUANTO LO E' STATA PER ME. BUONA LETTURA! ASPETTO I VOSTRI COMMENTI.



****

PRIMA PARTE
CAP. 1
Mi inviarono il regolamento per email. Niente trucco. Niente profumo. Niente gioielli.
La cosa mi fece storcere il naso. A una ragazza del sud come me quella richiesta sembrava civile quanto chiedermi se per favore potevo raparmi i capelli a zero. Da dove vengo io, una donna non scapperebbe nemmeno da un edificio in fiamme nel cuore della notte senza essersi messa prima almeno un po’ di mascara e un paio di orecchini di perle.Inoltre, diceva l’email, evitare gli abiti stretti o che mettano in evidenza le forme.Imbrogliai sulla regola numero uno, applicando un po’ di correttore su un brufolo e sotto gli occhi. Dovevo solo sembrare di non essere truccata.
Devo aver  eluso anche la regola numero due:  il mio deodorante era profumato al trifoglio, ma non ci pensavo proprio ad andare senza, non con il tipo di sudorazione ansiosa che ero certa avrei avuto.La terza e quarta regola le osservai a puntino: un semplice top a girocollo in un color verde foresta non particolarmente femminile. Pantaloni neri a gamba dritta, scarpe basse argentate e poco scollate. Le mie orecchie sembrano nude, pensai, guardandole con attenzione nello specchio del bagno. Oscene, con quei buchi in evidenza. Vulnerabili come quegli sfortunati e tremanti gatti senza pelo.A proposito di pelo, l’email non parlava di regole specifiche riguardo ai capelli, ma raccolsi i miei e li fermai con un lungo fermaglio.Aspetta un attimo. Posso indossare il fermacapelli? Un  detenuto con spirito d’iniziativa potrebbe trasformarlo in un’arma?
Non essendo interessata a scoprirlo, lasciai perdere il fermacapelli e optai per la coda di cavallo. Fino a quando non la immaginai arrotolata attorno una grossa mano piena di cicatrici mentre venivo presa in ostaggio durante  una rivolta di detenuti e trascinata a forza lungo un pavimento di linoleum verso  un sicuro trauma. No grazie. Optai per uno chignon e studiai il risultato finale nello specchio a figura intera appeso sul retro della porta.
Può andare. Ero carina, ma non pericolosamente carina. Presentabile. Professionale. Immaginavo cosa avrebbe potuto dire mia nonna: sembri una concorrente al concorso di Miss Sciattona. Per amor di Dio, mettiti un po’ di rossetto, almeno! Potresti incontrare il ragazzo giusto.
No, oggi non sarebbe successo. Sciattona andava benissimo, visto che l’attenzione maschile che avrei avuto a disposizione era quella di diverse centinaia di criminali in carcere.A casa, l’ultimo uomo che mi aveva toccato mi aveva dato un ceffone così forte sull’orecchio destro da perforarmi il timpano. Con quello sinistro lo avrei sentito, nemmeno un’ora dopo, dirmi che mi amava. Mi spiace. Non ti picchierò mai più. Lo aveva ripetuto diverse volte durante i due mesi che convinsi me stessa a crederci.A ventidue anni ero stupida, ma da allora mi ero sfurbita. E probabilmente avevo battuto qualche record per aver raggiunto lo zitellaggio a soli ventisette anni, ma meglio quella medaglia che un’altra ferita. Mai più.Era idealismo romantico il mio? No, per niente. Morto e sepolto. Piuttosto idealismo di tipo professionale …Era agosto e mi ero laureata a maggio. Avevo iniziato il mio primo lavoro a tempo pieno da cinque settimane ed ero  ancora determinata a ‘fare la differenza’ nella vita delle persone che incontravo nel mio lavoro di bibliotecaria. Sede della biblioteca e mia era Darren, in Michigan, perfetto esempio di città in declino postindustriale e tutt’altra cosa  rispetto a dove ero cresciuta io,  un migliaio di miglia  più a sud, nella periferia di Charleston. Darren non mi piaceva, ma un lavoro era un lavoro e il mio appartamento, due piani sopra a un bar deprimente affacciato sulla strada principale,  costava una miseria.
Per la biblioteca facevo molto lavoro esterno, viaggiando la maggior parte della settimana nelle città limitrofe, nessuna delle quali era economicamente fiorente. Il lavoro da fare era molto vario.Al lunedì rimanevo nella biblioteca vera e propria. Al martedì e mercoledì ero a Larkhaven, un ospedale psichiatrico a quindici  miglia dalla città, un bel posto nascosto tra boschi e un gradito cambiamento rispetto agli edifici abbandonati e alle aree industriali dismesse di Darren. Il martedì lavoravo nel reparto pediatrico, leggevo ai più piccoli e aiutavo con i compiti gli adolescenti . Il mercoledì lavoravo mezza giornata, passavo la mattina con gli anziani del reparto demenza senile e Alzheimer. Leggevo, consegnavo libri, scrivevo lettere a mano o email al computer per i pazienti con l’artrite o con problemi di vista. La settimana prima avevo aiutato un uomo a scrivere una lettera alla sua innamorata, una rossa tutto pepe di diciannove anni, mi aveva informato. Aveva intenzione di sposarla quando sarebbe uscito da quel campo di lavoro coreano dimenticato da Dio.Sua moglie, dai candidi capelli bianchi, sedeva di fronte a noi, con le mani serrate, il sorriso tirato mentre le lacrime le scorrevano lungo il viso. Mi domandai se piangesse per la perdita della passata storia d’amore … o per il fatto di non essere mai stata rossa, né di aver saputo che il marito nutrisse affetto per una che lo era.I giovedì li passavo sulla biblioteca mobile, guidata dalla mia collega Karen. Madre divorziata con due figli  adolescenti, era irritabile e poco loquace, nonostante le vivaci camicie a fiori che dominavano  il suo guardaroba, però mi faceva ridere. I giovedì passati fuori, sulla strada, con un sacco di pause caffè, mi piacevano molto. Mi facevano venire in mente le estati di un tempo, con mio padre. Era un agente della polizia stradale e io ero la sua cocca, mi faceva andare in macchina con lui qualche volta, durante quella che lui chiamava La Caccia. A volte mi faceva tenere la pistola radar. Ho visto molti  poliziotti bere un sacco di caffè quando avevo undici, tredici anni. E anche molta gente venire arrestata. Li sentivo dare calci al pannello dietro il mio sedile. Ero  terrorizzata ed eccitata al tempo stesso, come se mi trovassi in una gabbia anti squalo.Però nel carcere di Cousins non ci sarebbe stata nessuna paratia  infrangibile  fra me e i criminali. Un tavolo, forse. Nemmeno quello, se dovevo sedermi di fianco a loro per mostrare come compilare dei moduli di domanda online o come usare un word processor o un catalogo digitale.  Niente fra me e loro se non la guardia poco distante. E quello avrebbe potuto tenere a bada le loro mani, ma i loro sguardi? I loro bisbigli?Rabbrividii, chiedendomi che razza di suonata autolesionista  avrebbe avuto  bisogno che le dicessero  di non vestire sexy durante una visita  a un carcere di media sicurezza.Chi gioca col fuoco…, pensai, si becca ustioni di terzo grado. I malintenzionati non avevano bisogno di molta esca per abboccare.
Per sottolineare  l’avvertimento, feci girare la mandibola finché non udii quello schiocco. Una volta non lo facevo. Non prima di quella sera in cui mi presentai a casa del mio ex ragazzo con la marca sbagliata di rum. L’avevo pagato in contanti al negozio dei liquori e pagai di nuovo con quello schiaffo, così forte che la stanza per mezzo minuto diventò tutta bianca e il timpano mi scoppiò come un colpo di pistola, emettendo di riflesso un suono metallico.Non ti picchierò mai più.Quante volte me l’aveva promesso prima che lo lasciassi? Una dozzina, forse. Ma quel colpo alla testa, mi risvegliò per sempre.Non ti picchierò mai più. E io avevo pensato: No, col cazzo che lo farai ancora. Dopo i soliti lamenti da ubriaco aveva perso conoscenza, io gli presi un biglietto da venti dollari dal portafoglio per il rum e gli scrissi una succinta lettera d’addio con il pennarello indelebile sul retro della mano con cui mi aveva colpita.
FOTTITI.All’epoca del mio trasloco a Ann Arbor quell’autunno, l’udito mi era ritornato. Avevo avuto bisogno di un cambio di scena. Di un luogo con gli inverni nevosi, dove gli uomini parlavano con il duro e onesto accento del nord, incapaci di addolcire le loro vuote promesse con lo smielato accento del sud.Non dissi mai a mio padre le ragioni del mio trasferimento, perché a volte i genitori hanno bisogno di essere protetti. Non lo dissi nemmeno a mia madre, non a chiare lettere almeno. Quando lei mi abbracciò per salutarmi vicino alla macchina di mio padre, carica di tutta la mia roba, mi sussurrò:  « Quel ragazzo non mi è mai piaciuto. La prossima volta scegli con la testa.»
A me stava bene, a patto che ‘la prossima volta’ fosse molto in là da venire.

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4 commenti:

  1. E' bellissima l'idea del libro misterioso! Io posso già dire di non averlo letto ma mi sembra carino, bella traduzione, brava! stasera con calma leggo tutto, grazie, Clelia

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    Risposte
    1. Grazie dell'apprrezzamento, Vocetta, tradurre questi capitoli mi ha molto coinvolta perchè amo questo libro .

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    2. mmmhhh... curiositàààààà!!! diteci presto cos'è :D
      tu insegni Inglese? traduci così giusto per diletto?

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    3. Hehe terrò' ancora per un po' il segreto..intanto vi faccio un Po appassionare...
      Si io traduco per diletto e se ho amato il romanzo...lo faccio i o ancora più' volentieri!
      Non perdere domani la seconda parte! :-)

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