La massa castano-rossiccia venne rimossa e lasciata scivolare sul letto della cabina con un fruscio, rivelando il suo caschetto scuro come una notte senza stelle in cui spiccava, unico vezzo che si concedeva come donna che voleva affermare, tra missioni e travestimenti, qualcosa di sé, il leggendario ciuffo blu, che scendeva dalla tempia sinistra.
La reazione di Nick la sorprese. No, le svuotò i polmoni di quel poco d’aria che le era rimasta, mandandola in apnea totale. Un sorriso gli increspò appena le labbra ben modellate, e le dita si chiusero attorno alla ciocca, accarezzandola piano.
“Ora ti riconosco”.
Claire cercò di scuotersi. Il suo amor proprio stava cercando di comunicare con lei: non poteva cadere ai piedi di quell’uomo ogni volta che la sfiorava.
“E’ possibile che tu ci provi sempre con me? Anche quando passiamo insieme meno di un’ora?” La voce non le era uscita decisa e indifferente come avrebbe voluto, ma non era andata troppo male – non era sembrata il gattino in vena di fare le fusa quale si sentiva.
“Cronometri il tempo che passiamo insieme?” Con un movimento della mano, si arrotolò il ciuffo intorno a un dito, portando i loro due visi ancora più vicini. “La verità è che saresti delusa, se non ci provassi”.
Stavano sussurrando, e i loro respiri si mescolavano.
“Ho sempre detestato gli uomini troppo sicuri di sé. Li trovo... dei cavernicoli”. Ecco, gliel’aveva detto. “E comunque, ti sbagli”.
“Davvero?”
“Solo perché ci siamo baciati una volta non significa che...”
La tirò a sé, facendo aderire le labbra alle sue.
Due volte. Claire resistette una manciata di secondi... okay, forse mezza manciata, prima di allacciargli le braccia intorno alla nuca e cominciare a rispondere al bacio. Non lo faceva perché soggiogata dal suo fascino, si disse con la minima porzione di cervello ancora funzionante. Lo stava facendo perché era una donna libera, moderna, ed era perfettamente lecito prendersi un po’ di sano piacere in mezzo a giornate e nottate di lavoro pesante e pericoloso. James Bond era un concetto bisex, nel nuovo millennio.
Pacificata la coscienza, fu libera di godersi quel bacio, che era esattamente come lo ricordava. Qualcosa che ti faceva sentire come su un ottovolante ad occhi chiusi, che assomigliava alla migliore torta di mele che sua nonna avesse mai preparato in anni di stupefacenti torte di mele. Qualcosa di familiare e proibito al tempo stesso, di rassicurante e pericoloso.
Nick si era spostato nello spazio ristretto della cabina e ora era appoggiato alla parete accanto alla porta. La strinse di più a sé facendo aderire i loro bacini e Claire cercò inutilmente di tacitare il mugolio di piacere che le era salito dritto dritto dal punto di contatto, come lava incandescente lungo il camino di un vulcano.
Quelle labbra morbide presero a spostarsi lungo la mascella, mentre la lingua tracciava uno scottante percorso verso una meta solo a lei nota. Una mano le scostò i capelli in modo da dare ai denti libero accesso all’orecchio e alla sensibile zona circostante.
“Com’è che capita così spesso che lavoriamo insieme, ultimamente?”
Era stata davvero lei a parlare? Il generatore di riserva doveva essere entrato in funzione per sostenere i neuroni più vigorosi, perché quello principale aveva fatto registrare un blackout nel momento stesso in cui aveva percepito la sua erezione.
“Il vostro Capitano deve aver capito che ho un debole per te, e lo sfrutta com’è abituato a sfruttare ogni cosa che gli possa risultare utile”.
Il suo bacino continuava una lenta, impercettibile danza peccaminosa, e la mano che non le stava sfiorando il collo si abbassò lungo la schiena, fino a stringerle un punto più morbido che tecnicamente schiena non era più.
“Non capisco come possa essere un vantaggio il fatto che tu mi trovi...”
“Dannatamente sexy?” completò Nick per lei. Il suo respiro sul collo le mandava brividi di piacere che rivaleggiavano con quelli che le trasmetteva con la parte inferiore del corpo. “Diciamo che mi sento... particolarmente protettivo nei tuoi confronti, e questo per i tuoi è una sorta di bonus in termini di motivazione. Come se mi pagassero un piccolo extra”.
Claire si irrigidì. Quel paragone con il denaro aveva improvvisamente trasformato un momento eccitante in qualcosa che la faceva sentire usata, quasi sporca. Carne offerta come premio.
Fece per ritrarsi ma Nick si girò rapido e la schiacciò contro la parete, alzando la posta. La baciò con una nuova intensità, dando sfogo a una passione che fino a quel momento sembrava aver tenuto imbrigliata. Non la stava più stuzzicando, la stava accendendo, bruciando. Se era un tentativo di farle capire che non era un gioco, ci stava riuscendo. Le settimane trascorse da quel primo bacio, al termine di una missione in cui l’aveva davvero protetta come un’ombra che non l’aveva abbandonata un solo istante, evaporarono in quell’ondata di calore e Claire si lasciò riscaldare dal pensiero che forse davvero a lui importava. Tra poco la ragione si sarebbe rimessa in moto e le avrebbe insegnato il buon senso e la prudenza, ma per qualche minuto, solo per qualche minuto, era bello crederci. Era bello lasciarsi toccare dalle sue labbra e dalle sue mani sentendosi qualcosa di unico e prezioso.
Indossava ancora il top color lavanda, e quando Nick separò le loro bocche il tempo necessario a farglielo scivolare sopra alla testa non poté che assecondarlo e fare altrettanto con la sua T-shirt scura. Pelle contro pelle, le sembrò il paradiso. Forse era troppo tempo che non si avvicinava così a un uomo, o più probabilmente Nick Manion aveva qualche stregone irlandese tra i suoi antenati e sapeva incantare le ragazze. Non le importava. L’incanto aveva davvero qualcosa di magico, ed era intenzionata a goderselo fino in fondo.
Solo quando lui si irrigidì e si staccò di qualche centimetro da lei, rimanendo di colpo immobile e in silenzio, percepì anche lei che l’imbarcazione stava rallentando.
Qualcosa non andava.
In pochi secondi furono entrambi nella zona giorno del cabinato, da dove potevano sbirciare fuori. Dagli oblò velati di salsedine a babordo scorsero una barca a motore appena più lunga della loro che si stava avvicinando.
“Perché ha rallentato invece di seminarli? Ti fidi di lui?” chiese Claire, infilandosi rapidamente la maglietta che aveva afferrato dalla cuccetta. Nick invece era ancora a torso nudo.
“Non possiamo vedere a prua, potrebbe esserci una seconda barca che gli sbarra la strada”.
“Tutto pur di non ammettere di avere sbagliato?”
Lui le lanciò uno sguardo tagliente. L’uomo appassionato di poco prima era scomparso per lasciare il posto al professionista che conosceva.
Si chinò e aprì uno sportello sotto alla cucina.
“Uno spuntino?” chiese, estraendone una borsa di tela impermeabile nera.
Prima di avere il tempo di replicare Claire si vide passare una semi-automatica di medio calibro, mentre Nick ne impugnava una più grossa e agganciava l’imbracatura di quello che sembrava un piccolo lanciamissili sul torace.
“Hai il libretto?”
Non l’aveva sentito, nella tasca posteriore dei suoi pantaloni, quando le aveva massaggiato le chiappe poco prima? Ma non le sembrò il momento di fare del sarcasmo e si limitò ad annuire. Lo vide sfilarsi le scarpe. Entrambi a piedi nudi, aprirono il più silenziosamente possibile le ante scorrevoli e scivolarono all’esterno, dirigendosi ai due lati opposti del pozzetto. I motori erano ormai in folle e la barca era quasi ferma.
Claire fu la prima a individuare la seconda imbarcazione, e alzò due dita a segnalarglielo. Nick annuì proprio nel momento in cui un tonfo a prua indicava che avevano compagnia. Il rumore inconfondibile di uno sparo con silenziatore e il tonfo del loro capitano che si accasciava sul flying bridge li spinse ad agire. Muovendosi ognuno su un fianco diverso della nave, si gettarono sui due uomini vestiti di nero che li avevano abbordati. Claire era abituata a lottare con persone di forza superiore, e sapeva di dover compensare con l’agilità e la velocità. Usò l’alzata di prua come appoggio per un volteggio che le permise di scalciare con entrambi i piedi contro la testa dell’uomo, che perse l’equilibrio e finì in mare. Quasi troppo facile.
Alzò lo sguardo e vide la seconda imbarcazione che puntava dritta su di loro, avvicinandosi rapidamente. Non così facile.
Guardò la barca più vicina e vide che l’uomo al timone aveva impugnato un’arma la puntava verso il groviglio di gambe e braccia che erano Nick e l’altro uomo.
Senza esitare, Claire alzò il braccio e fece fuoco, e il colpo non silenziato risuonò sopra lo sciabordio delle onde.
“Nick!”
“Lo so!” le rispose, allungando un gancio al mento del suo oppositore e tramortendolo quanto bastava a liberarsi di lui.
Senza più nessuno al timone, le due imbarcazioni rollavano una contro l’altra in una danza macabra di urti e cigolii sinistri.
In silenzioso accordo, corsero entrambi verso poppa e si lanciarono in mare nel momento in cui i primi spari arrivavano dal motoscafo in avvicinamento.
Nuotarono quanto più a lungo riuscirono sott’acqua, fianco a fianco. Emersero solo il tempo necessario per respirare e tornarono ad immergersi. La costa non era lontana, ma prima dovevano riuscire a liberarsi di quel motoscafo. Claire benedisse il lancia missili, evidentemente subacqueo, che Nick le stava passando, e non ebbe problemi a interpretare le breve istruzioni che le diede a segni.
Nick scese leggermente sotto di lei, incrociando entrambe le mani sotto ai suoi piedi uniti. Attese di vederle mettere la destra sul grosso grilletto prima di darle una forte spinta verso l’alto che la fece emergere per tutto il busto.
Fortuna. Nel loro mestiere ci voleva spesso anche un po’ di fortuna. Il motoscafo avrebbe potuto essere nascosto dalle altre due imbarcazioni abbandonate, invece era lì, dritto davanti a lei, a non più di quaranta metri di distanza. Premette il grilletto e, nonostante il rinculo che la spinse all’indietro, prima di crollare in acqua fece in tempo a scorgere tre figure scure rivolte nella loro direzione.
Sott’acqua, sentì la mano di Nick tirarla verso di sé. L’esplosione arrivò loro come una vampata di luce oltre la superficie e un’ondata che lì sospinse indietro di alcuni metri. Sentì due mani forti stringerle i fianchi e accompagnarla fino in superficie. Affannati, cercarono di riprendere fiato allontanandosi piano dal relitto in fiamme. Delle tre figure nessuna traccia, ma nel loro mestiere era vietato fare supposizioni. Per quel che ne sapevano, un mezzo superuomo che si rifiutava di andare al Creatore poteva stare nuotando sott’acqua verso di loro con un coltello tra i denti a imitazione del poster di Lo Squalo.
“Dobbiamo andarcene” borbottò Nick, sputacchiando un po’ d’acqua.
Claire annuì.
“Quanto sarà fino alla costa? Più o meno di un chilometro?”
“Non pensarci”.
Si misero a nuotare fianco a fianco, con bracciate regolari. Quando raggiunsero la riva, Claire avrebbe pianto per il sollievo. I muscoli le bruciavano e ogni respiro le costava fatica. Si lasciarono cadere sulla sabbia fine di una caletta stretta tra le rocce. Dalla strada costiera sopra di loro arrivavano i rumori delle auto attutiti dal ritmico infrangersi delle onde sugli scogli. Nelle narici l’odore acre della salsedine, sotto di lei il calore benefico della sabbia, Claire chiuse gli occhi e si lasciò accogliere dall’abbraccio ristoratore di un momento di oblio.
Quando riprese contatto con la realtà, Nick era seduto accanto a lei e parlava piano al telefono.
“Bon, on est d’accord”.
Il suo francese non era male, per essere un irlandese purosangue. Riagganciò e le fece scorrere una mano sulla spalla.
“Bentornata tra noi”.
“Per quanto tempo sono...” Cos’era stato, un colpo di sonno o era svenuta?
“Due ore”.
“Bugiardo!”
Sorrise. “Una decina di minuti”.
“Tu?”
“Io ho fatto cinquanta flessioni, nel frattempo”.
Suo malgrado, scoppiò a ridere. Una risata che le fece dolere gli addominali e le fece respirare un po’ di sabbia. Si mise seduta e sputacchiò, aiutandosi con una mano e finendo con il peggiorare le cose.
“Abbiamo bisogno di un posto dove cambiarci e di un trasporto” le disse Nick, alzandosi. “Ho già messo in moto un contatto” aggiunse, allungando una mano per aiutarla a fare altrettanto.
A petto nudo, sporco di sabbia, sotto il sole ancora alto e con il blu del mare a fargli da sfondo, era una visione. Una di quelle visioni che ti fanno desiderare di trascorrervi insieme un mese su un’isola deserta. A Claire niente sarebbe piaciuto di più che afferrare quella mano e lasciare che lui si occupasse di tutto.
Perché in fondo una parte di noi è ancora e sempre una principessa nella torre che ama essere salvata dal principe sul cavallo bianco.
Ma la parte di lei che viveva nel 2012 e sapeva prendere a calci, letteralmente, anche uomini grandi e grossi si alzò senza il suo aiuto - in modo meno ginnico di quel che avrebbe desiderato, questo è vero - e gli lanciò uno sguardo di sfida.
“Credo di avere smesso di fidarmi dei tuoi contatti, grazie molte”.
Detto questo, gli voltò le spalle e, con un impeto di orgoglio e solo un pizzico di rammarico, si allontanò da lui a passi... un po’ malfermi ma che riuscivano comunque a essere dignitosi.
Stava già arrampicandosi sugli scogli verso il guard rail della strada, una ventina di metri più in alto, quando le venne in mente di controllare la tasca posteriore dei pantaloni. Inizialmente, pensò che i polpastrelli sfatti dall’acqua di mare avessero perso sensibilità, perché non percepì nulla. Aprì a fatica la cerniera e vi infilò le dita. Niente.
Quel bastardo! Doveva averle sfilato la busta con il libretto mentre era svenuta sulla sabbia! La sua rabbia produsse un verso che ricordava il ruggito minaccioso di una tigre in procinto di attaccare. Si voltò verso la caletta, che ovviamente era deserta. Superato l’istinto di rifare a ritroso il percorso che aveva appena compiuto, riprese ad arrampicarsi verso la strada con movimenti più agili, come se la stanchezza fosse scomparsa all’improvviso. Nick Manion l’aveva giocata per l’ultima volta. L’avrebbe ritrovato, raggiunto, preso a cazzotti, coperto d’insulti, torturato, e si sarebbe riappropriata del benedetto libretto, che avrebbe sbattuto sulla scrivania del Capitano intimandogli di non farla mai più lavorare nello stesso continente in cui si trovava Nick so-baciare-meglio-del-dio-dell’amore Manion.
Raggiunta la strada, si incamminò lungo il ciglio a passo spedito, oltrepassando la caletta sulla quale erano approdati. Lo trovò a dieci minuti da lì, in uno slargo della strada, seduto su una pietra miliare intento a fumarsi tranquillamente una sigaretta mentre conversava con un tipo appoggiato al cofano di una Renault blu ferma lì accanto.
Quando la vide, si alzò e le venne incontro, lo sguardo divertito di chi sa che cosa sta per arrivare, tanto che la filippica che Claire aveva provato e riprovato tra sé e che aveva dato ritmo ai suoi passi perse improvvisamente consistenza, mentre i fumi della rabbia le annebbiavano lo sguardo.
“Il libretto!”
“L’ho tolto dalla tua fradicia chiappa per preservarlo, cherie. Ti stavamo aspettando. Dov’eri? Sei andata a cercare la toilette delle signore?”
La sua mano si levò decisa a colpirlo in piena faccia, quella faccia che sapeva incantarla e farla andare in bestia, a volte in perfetta sincronia, ma venne intercettata e bloccata da una mano più grande e più forte.
“Abbiamo pubblico, mia ragazza blu. Un pubblico che non è abituato alle nostre schermaglie”.
“Grrrrr...” Era un suono onomatopeico, lo sapeva bene, ma livida com’era non riuscì a dire altro.
Nick le fece scivolare il polso che ancora stringeva dietro alla vita, gettando la sigaretta e avvicinandola a sé.
“Abbiamo un discorso in sospeso, io e te, Claire” le ricordò, fissandola con occhi per una volta assolutamente seri. “E una missione da portare a termine. Se pensi che ti lasci appiedata nel sud della Francia con una dozzina di formazioni estremiste arabe incazzate per quel che hai sottratto, non mi conosci. Non mi conosci proprio”.
Non fu il tono della voce, dal quale per la prima volta era scomparsa ogni traccia di leggerezza e ironia. Non fu neanche il calore del suo corpo, e l’odore della sua pelle ancora ricoperta di sabbia e sale. Furono gli occhi, limpidi e trasparenti come due zaffiri, a fare evaporare la sua rabbia come acqua di mare al sole.
Non era questione di principi e principesse. Nick aveva ragione. Separarsi non aveva senso, in quel momento. Quanto al resto...
“Non avevi detto che non lavori in squadra?”
Avrebbe dovuto saperlo che quella serietà non sarebbe durata a lungo. Le sue labbra si aprirono in un sorriso e la guardò con un’espressione che era sicura di non avergli mai visto.
“In squadra no. Ma in coppia... in coppia è tutta un’altra storia”.
Bellissimo,appassionante e divertente.Sarebbe splendido leggere un intero libro su questi due personaggi favolosi.
RispondiEliminaComplimenti ancora una volta a Monica.
Monica complimenti !!
RispondiEliminaE' un bellissimo racconto con due personaggi che fanno scintille!! Peccato che sia solo un racconto: un tuo libro con questi due fantastici personaggi , sarebbe sicuramente una garanzia di successo!! Brava come sempre : suspence ed passione sempre bel bilanciate anche in questo breve racconto!!
Spettacolo! Mi è piaciuto un sacco! Ma del resto me lo aspettavo (il racconto di Natale è stato il mio preferito); Monica scrive benissimo, quindi sapevo che avrei letto qualcosa di altrettanto bello! I personaggi sono intriganti, lui è un "gran figo", e le loro schermaglie sono sexy e divertenti!
RispondiEliminaBRAVA! :)
Cassie
sì, mi è piaciuto molto
RispondiEliminaBrava Monica, buon ritmo, bei personaggi, bel racconto. Vogliamo scoprire questi talenti italiani del Romantic Suspense che non hanno nulla da invidiare a quelli di oltreoceano? Cari editori, lord e vampiri non ci bastano più, vogliamo novità, cosa aspettate? Che ci buttiamo sui libri in lingua originale, ora con gli e-book reperibili in un secondo e a ottimi prezzi??? Sveglia!
RispondiEliminaInizio con il quotare Adele: la suspense ci piace, e può felicemente affiancarsi a balli del ton e morsi sul collo...ed essere scritta, e bene, da autrici italiane. Poi faccio i complimenti a Monica per il racconto davvero bello, con ritmo serrato, personaggi intriganti ma credibili, un notevole e ben equilibrato grado di tensione ( e di tensioni). Mi piace anche l'ambientazione.
RispondiEliminaComplimenti Monica!!!davvero bello!!!!!
RispondiEliminaOhhh... bello, molto bello. Due personaggi molto emozionanti e interessanti.... Ci verrebbe proprio un bel libro eh?
RispondiEliminaMi unisco al grido d'appello di Adele. Ok conti, libertini, vampiri, licantropi e folletti mutaforma (ho dimenticato qualcuno?) ma variamo un pò!!! Proponete qualcosa di diverso... Non possiamo continuare a stagnare!!!
Che corsa! La Costa Azzurra al profumo di lavanda e sapone di Marsiglia ricorda vecchi film d'azione deliziosamente adrenalici. Divertente, travolgente, graziosa lei col caschetto nero e il leggendario ciuffo blu; e lui? Con gli occhi tanto blu da apparire illegali? ANITA
RispondiEliminaRingrazio tutte voi che avete letto e lasciato questi bei commenti! E a Francy, per la bellissima copertina - wow, sexy!
RispondiEliminaMi sono divertita a scrivere di Nick e Claire, e sono felice di sentire che voi vi divertite a leggere :)
Monica cara, complimenti. E' sempre un piacere leggere i tuoi scritti, lunghi o corti che siano. Questo, in particolare, è decisamente adrenalico e coinvolgente, ti ritrovi a leggere le ultime parole con il fiatone... ma anche con il languore che segue un incontro "interessante". A quando il seguito?
RispondiEliminaBello! Mi ha tenuta col fiato sospeso dall'inizio alla fine, sia per l'interessante parte suspense che per la sensuale relazione tra i protagonisti. Le schermaglie d'amore poi sono proprio divertenti e intriganti. Quì urge un seguito. ^_^
RispondiEliminaComplimenti Monica, un racconto delizioso e coinvolgente. Personaggi affascinanti e simpatici. La descrizione del mercato di Saint Tropez me ne ha ricordato uno simile ad Arles, qualche anno fa: chilometri di bancarelle che traboccavano letteralmente di saponette profumate, marito disperato!
RispondiEliminaUffah! Monica lo sai che ti odio...ho detto tutto! :oPPPPP
RispondiEliminaGrazie mille dei complimenti, fanciulle! Li bevo avidamente, come un bicchiere di bibita ghiacciata in una calda giornata d'estate :)
RispondiEliminaQuanto alla mia amica Giusy, il duello l'abbiamo avuto in altra sede, due colpi andati a vuoto (nessuna delle due è esperta di historical romance, quindi manco di duelli) quindi siamo punto e a capo :P
Mony i tuoi racconti mi fanno sempre attorcigliare le budella e questo non è stato da meno, i tuoi personaggi sono grandiosi, ed il tuo modo di scrivere mi piace moltissimo, continua così............e magari un giorno potresti anche scrivere un bel libro su questi due no?
RispondiEliminabaci
Silvia
PS: Francy la copertina è strepitosa :)
Beata te, Monica, che c'hai il fisico! Se bevo una bibita ghiacciata, in piena estate e non, mi vien la colite! È la giovinezza che avanza, diceva la mia nonna. ;-)
RispondiEliminaEvvai la nostra Lombardi! Adrenalina, humor, sex appeal. Non manva niente ai suoi personaggi.
RispondiEliminaBel lavoro.
Monica P.
Grazie fanciulle!
RispondiEliminaE Lady... la giovinezza avanza anche qui ma, se bevuta a piccoli sorsi... ;)
Non che tu abbia bisogno di altri complimenti da questa tipa qui, tu sai che stimo il tuo lavoro... Però, quando si sentono così intensamente i personaggi è semplice farli rivivere negli occhi e nella mente di chi legge... Questo racconto riesce a tirarti per i capelli e ti trascina, così leggero, leggerissimo... brava Monica!
RispondiEliminaNon è il genere che prediligo, però complimenti all'autrice, perchè ha saputo mischiare vari generi all'interno di un unico racconto, e questo non è certamente facile!!!
RispondiEliminaCiao, sono nuova e volevo capire.. ma finisce così: “In squadra no. Ma in coppia... in coppia è tutta un’altra storia”. sono curiosissima.. mi sta piacendo molto e... spero ci sia un continuo. Sara
RispondiEliminaciao Sara, grazie del tuo messaggio e benvenuta sul blog :)
EliminaIl racconto finiva così, in effetti, finché non ne ho fatto una novella che ha inglobato questa parte proprio nel mezzo, il che vuol dire che scopriamo anche come si sono incontrati. La novella si intitola "Bluegirl" e la trovi nell'ebook "Bluegirl e altre storie", su amazon e kobo.
Buona lettura e a presto!
Monica