Il
Romance non è altro che l’Amore quello con la A maiuscola, sbriciolato
in storie diverse, intriganti, una manifestazione multipla e
innumerevole trasferita su carta stampata. Ma come nella vita, anche nel
campo del Romance si devono seguire certe “regole”, ovvero uno speciale
“canovaccio”. La trama esige dei clichés che vanno rispettati. Secondo
noi lettrici, ovvio. E in quanto a voi scrittrici e scrittori “scrittore
avvisato, mezzo salvato!”
1) Regola
principe: un romance che si rispetti deve avere sempre
il lieto fine.
L’eroe non deve morire. Magari può finire nella pentola dei cannibali,
perdersi nel Sahara in compagnia di un cammello dalle gobbe rinsecchite,
o essere travolto da un uragano o, ancora, trascinato negli abissi
dalla cugina pestifera di Moby Dick… ma dovrà COMUNQUE uscirne sano e
salvo. E ci sta bene se ne esce sfregiato, zoppo, con un occhio solo o
col corpo martoriato (meglio se muscoloso, eh?). E ricordate, regola
nella regola, c’è una parte delle sua anatomia che è sacra (e so che
avete capito quale…).
|
Mr Darcy, l'eroe romantico per eccellenza |
2) Non
tutte le scrittrici la rispettano ma se la applicassero, ci
risparmie rebbero un sacco di noia: i due protagonisti si devono incontrare entro il primo o il secondo capitolo, sacrosanto. Sembra
logico, vero? Eppure a volte non è così. Ho letto di recente un libro
d’amore contemporaneo dove l’eroina arriva subito (eh, ci mancava!) ma
l’eroe (che evidentemente aveva impegni inderogabili altrove…) si è
presentato a pagina 70 su 200. Il fellone. Navigazioni solitarie,
eremiti, anacoreti quelli ci stanno in altri contesti ma nei romance,
per carità, alle eroine date uno straccio di uomo, bello o brutto o
sciancato che sia, ma dateglielo presto! Le poverette devono pur rodersi
il fegato e soffrire! E visto che noi lettrici ci struggiamo con loro,
lo esigiamo. Ammettiamo una sola eccezione: quando c’è una “schiera” di
eroi potenziali e noi e la nostra eroina dovremo passare il resto del
libro combattute sulla scelta del maschio alfa di turno (che invidia,
eh?)
3) Parliamo dei romance
contemporanei: l’eroina NON deve più essere casta e pura. I tempi sono
cambiati, care le mie scrittrici. Basta con le pulzelle ancora vergini a
ventisei anni o più! Che magari sono pure belle e intelligenti… no
scusate, dov’erano gli altri uomini mentre queste MADONNINE INFILZATE
aspettavano il loro eroe? Tutti allo stadio? Dai, non ci crediamo PIU!
Sia chiaro, adesso non è che vogliamo Ruby Rubacuori, eh? Ma che ne dite
di una via di mezzo? Vero è che una vergine resta sempre un bocconcino
prelibato per il nostro eroe di turno, il premio ambito, la succulenta
ricompensa per tutti i guai che gli piombano sul groppone. Ma anche loro
dovranno adeguarsi.
4)L’eroe
può anche essere povero ma non in una situazione economica molto
peggiore di quella dell’eroina. Dico, fateci sognare in pompa magna! Se
deve essere F.F.F. (Figo, Fisicato Fascinoso) fatecelo pure RICCO, e
perbacco! E il suo stato sociale ci piace elevato, elevatissimo, che
dico… NOBILE ovvero, ecco le accoppiate preferite: conte/cameriera,
duca/sempliciotta, uomo d’affari/vedova spiantata… e via così. Unica
eccezione, il caso di un tizio che ha fatto fortuna in circostanze
fortuite e singolari: si è perso nel Sahara, il cammello è precipitato
in un burrone e lui, per recuperarlo,è incappato in una miniera d’oro.
5) Gli eroi non devono mai essere
pigri, indolenti fino all’ultima riga. O cattivi senza speranza. O
crudeli senza redenzione. Devono possedere uno spiccato senso
dell’onore, anche se agli occhi del mondo sembra che non ne abbiano
affatto. Possono essere assassini, sicari o pessimi soggetti. Spietati
sì ma alla fine, redenti. E le eroine? Mai troppo rancorose, invidiose o
cattive. No alle copie delle sorellastre di Cenerentola e, per l’amor
del Cielo, non chiamatele Genoveffa! Voi direte: e la libertà di
scrivere ciò che ci piace? Eh cari scrittori, la pena è che il vostro
libro, al secondo capitolo, voli dalla finestra.
6) Meglio se le vostre eroine sono donne
normali, non troppo “sui generis”. Non propinateci una protagonista che
sa leggere i caratteri cuneiformi e parla l’antico egizio, che sa
sparare con un MK47 e centra un passero a due chilometri, o conosce la
meccanica quantistica e, udite udite, ha allevato i dieci fratelli e le
tre sorelle sola e senza un soldo. E magari la fate pure maltrattare
dalle cugine invidiose o dal solito zio adottivo (e caprone). Dateci un
taglio. E’ TROPPO. Questa non è un’eroina di un romance, è XENA, la
Principessa Guerriera. Le vogliamo umane per favore, così ci possiamo
immedesimare a nostro agio.
7) Uff,
sicure che le lettrici non siano un po’ stufe di tutti questi conti
inglesi belli, muscolosi, ricchi, dissoluti fino alla noia? Proprio
qualche giorno fa rileggendo un libro di una grande scrittrice che ha
scritto una serie con un sacco di fratelli e sorelle, ho fatto questa
riflessione: ma a Londra, a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo,
c’erano solo libertini depravati e belli da togliere il fiato? Con
capacità amatorie degne di un dio greco, ricchi sfondati e titolati? E
allora perché diamine non sono nata in quel periodo? Questa non la mando
proprio giù. Qualcuna di voi pensa la stessa cosa? Vi prego,
confortatemi…
8) Alla
fine non fateci mancare le nozze e il frutto dei teneri lombi, ovvero
un pargoletto che tramandi l’altolocata stirpe. E che tutte le lettrici
siano invitate al matrimonio fastoso, segreto, anticipato o con licenza
speciale. In ogni caso, insomma, fateci passare davanti all’altare,
anche solo per un saluto!
secondo me sono perfetti così...
RispondiEliminail lieto fine è d'obbligo anche dopo la sofferenza... perché riaccende la speranza che a volte si perde... le storie impossibili che si realizzano sono il massimo del coronamento della felicità... devono essere esattamente così come sono ;-)
Divertente questo articolo! Concordo! ;-)
RispondiEliminaBellissimo articolo!!!! Parole sante! Concordo in pieno con tutte le regole =)....anche se non mi dispiace leggere qualche libro con una protagonista un po' "Xena Principessa Guerriera" ogni tanto.... ;)
RispondiEliminaPersonalmente sono un po' stanca della nobiltà inglese, preferirei trovare più varietà. Mi piacciono ad esempio le storie ambientate in Francia durante la rivoluzione francese. E ben vengano pure i romance svedesi di Simona Ahrnstedt. Non dimentichiamo però che la storia italiana non ha niente da invidiare a nessuno ...
RispondiEliminaMi piacerebbe leggere più romance ambientati nel nostro paese o in un'epoca inconsueta come l'antica Roma.
Complimenti per questo post così ironico. Avevo riconosciuto il tuo stile fin dalle prime righe.
Baci
Liliana
Grande Adele!! Ho riso dall'inizio alla fine! :D
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con te, da lettrice, e da aspirante scrittrice ti rassicuro: io mi comporto proprio così quando scrivo: "Lui" dev'essere quello che nella vita reale si trova raramente, ossia un bel pezzo di carne, intelligente, determinato e che sappia darsi da fare! "Lei" dev'essere speciale... come tutte noi donne romantiche! :) Il mondo è pieno di depravati, fancazzisti, mantenuti... e di scialbe bellocce inacidite! Per non parlare di divorzi, disgrazie, tradimenti e sacrifici. C'è anche questo nella vita, per carità... ma almeno nei romanzi lasciateci sognare!!
Adele, sei divertente e arguta, hai ragione su tutta la linea, il romance deve rispettare regole precise e non deve annoiare, si tratta di un genere difficile da gestire, no? Brava! ANITA GAMBELLI
RispondiEliminaTroppo divertente il tuo post, Adele e concordo in pieno.
RispondiEliminaBellissimo articolo Adele!!! Davvero divertente...concordo su tutte le regole e sul fatto che mi piacerebbe leggere anche di qualcuno che non sia nobile...ma non pensate che i nobili non mi piacciano;) E' solo per amore della varietà...e poi nobili o non che siano le "TRE F" sono essenziali!!!
RispondiEliminaJuliet
Adele complimenti per l'articolo! Mi hai fatto sorridere ma la penso esattamente come te! Lasciateci sognare per l'amor del cielo :)
RispondiEliminaUn articolo davvero divertente...per dire peraltro cose vere. Altrimenti...che romance è? Personalmente, trovo anche necessari ( o quasi) piccoli gesti più o meno fortuiti che rivelino che l'eroe, magari all'apparenza odioso e scostante, cela un animo speciale...e una tensione erotica graduale, carica di attesa...e poi amo le ambientazioni storiche, in particolare ottocentesche, ma non solo Regency inglese...si può spaziare dagli italici scenari a quelli austroungarici o zaristi, o coloniali...o no? Patrizia
RispondiEliminaBrava Adele, quanto mi hai fatto ridere! Ma anche annuire.
RispondiEliminaSono d'acordo un po' su tutto, mi piace anche l'eroina forte, ricca e decisa, ma raramente deve essere lei a salvare lui... a meno che non sia un salvataggio "femminile".
A parte i paranormali (fantasy, urban-fantasy, ma anche suspence e simili) ovviamente, dove la protagonista è anche giusto che sia un'eroina e non la solita damigella che aspetta di essere salvata.
Libera
condivido le regole!!!!!!!!!!!!!scrittrici leggete!!!
RispondiEliminauna cosa su cui non transigo (per dirla così) è l'happy ending: lo voglio, cappero!
la vita già è quella ke è, ma almeno quando leggo rassicuratemi che le cose possono sistemarsi...!!! :)
per il resto, non nascondo che a me i personaggi maschili conti o altro mi piacciono (diciamo che non mi piace molto che lui sia un poveraccio...) però son d'accordo sulla tipologia che in genere è presentata: dissoluto, bas***o fino all'inverosimile.. ecc
per me, più i personaggi hanno tratti caratteriali forti sì ma non portati all'estremo o dell'innocenza (lei) o della crudeltà (lui)...
Miss Adele, bellissimo articolo!
RispondiEliminaIo aggiungerei solo la regola dell'amore" nonostante", ovvero il bellissimo protagonista non deve innamorarsi facilmente della sua eroina, anzi in principio deve essere riluttante e alla fine cedere nonostante lei non sia bellissima ricchissima, purissima, etc...
Post divertentissimo.
RispondiEliminaMi trovi d'accordo con tutto e soprattuto con il LIETO FINE D'OBBLIGO, altrimenti per me, il romanzo non vale la pena nemmeno leggerlo. Credo che tutte noi leggiamo per 'SOGNARE' e almeno nei sogni, nonostante tutte le complicanze e difficoltà che anche nei romanzi si incontrano, le storie d'amore (non importa di quale genere) devono finire inevitabilmente con: '... e vissero felici e contenti'.
Rachele.
Complimenti per l'articolo e grazie per queste regole d'oro!
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo, in una storia d'Amore il lieto fine è essenziale.
E non importa se in questo caso il finale è scontato, l'importante è poter sognare.
Ciao Adele. Mi aggiungo alla schiera e ti dico che il post è spassoso, ironico, intelligente.
RispondiEliminaMI piace che ci sia un "Protocollo" una serie di regole perchè si chiami così.
A parte i gusti,soggettivi ovviamente, ci sono comunque dei pilastri che mi fanno amare il romance e che penso siano accettati da tutte le lettrici: la storia, anche se magari non originalissima ed il carattere dei personaggi, il loro spessore.
I nostri eroi ed eroine devono essere provvisti , oltre che di bellezza, anche di personalità. E la forza, nel bene e nel male, dei sentimenti. Che non sono mai banali o precari, bensì forti e totali. Che siano degli scavezzacollo, dei libertini, delle giovani intellettuali o semplicemente delle belle giovinette, i nostri eroi ed eroine "sentono" e "vivono" l'amore. Ci credono e puntano su quello.
Nella nostra modernità cinica, esasperata, edonista, e sopratutto "precaria" in più di un senso, i sentimenti fermi, solidi e profondi, sono per me come un'ancora di salvezza....
MariaT.
Adele mi hai fatto troppo ridere! Condivido da lettrice (e da una che prova anche a scrivere) le tue osservazioni e aggiungo che le regole vanno conosciute ma anche sapute rompere con intelligenza per rinfrescare un genere che rischia altrimenti di diventare una continua fotocopia di se stesso.
RispondiEliminavi prego lieto fine per forza, dopo aver letto con piacere il libro le parole che non ti ho detto, ho pianto perchè non c'er il òlieto fine e diamine nella vita reale si può avere una seconda chance... suvvia nei libri sicuramente, ma il signor Nicolas sembra averlo dimenticato, forse è un uomo e non sa che le donne amano il lieto fine, sicuramente non vedrò il tanto blasonato film, vedere morire KEvin .. non non potrei sopportarlo.. per gli altri punti perfettamente concorde...mi segno ogni punto per non deludervi! fabiola d'amico
RispondiEliminaQuesto articolo è troppo divertente!!! Concordo in pieno sia sul lieto fine, sia sulla super- eroina poco credibile!
RispondiEliminaComplimenti!!
Grazie ragazze, i vostri commenti mi danno la carica per continuare a scrivere e trovarvi tutte d'accordo è davvero una soddisfazione! Speriamo che le scrittrici ascoltino le nostre voci (e io che mi diletto con la letteratura, tengo presente i miei stessi consigli, rassicuratevi!)
RispondiElimina@Liliana carissima mi sa che "lassù qualcuno ti ama" perché il tuo desiderio sull'antica Roma sarà presto esaudito... eh eh eh!!!
Baci a tutte!
Bravissima Adele! Post divertentissimo e assolutamente veritiero.
RispondiEliminaIl lieto fine dev'essere assicurato o voglio indietro i soldi e concordo che i protagonisti debbano conoscersi presto, non solo per una questione di noia, ma anche per evitare la storia d'amore flash dovuta al poco spazio restante.
Mi piace l'eroina capace e intelligente, purchè a livelli umani.
Tra un libertino depravato e un altro, mi piacerebbe leggere un romance con un eroe medico o commerciante. Mi sta bene anche un bracciante, che poi si arricchisce...naturalmente. ^_^
Lol, Adele carissima, bel post, mi son proprio divertita a leggerlo. L'unica regola x me irrinunciabile è il lieto fine, su qs punto nn transigo, altrimenti mi tengo i soldi. La seconda regola, anche secondo me importantissima, è che i due protagonisti si conoscano e si frequentino fin dall'inizio, magari anche nn proprio in pace, anzi, in presenza di qualche bel contrasto (vanno bene anche una o due litigate impiccate), meglio se acceso, mi diverto molto di più. Tutti gli altri punti supposti fermi, x me possono essere anche un po' più mobili: ad es, in "Intime promesse" di Sherry Thomas, lui, al momento del matrimonio, è molto meno ricco di lei (poi rimedia, però!), eppure si tratta di un romance bellissimo. Insomma, nn è detto, dipende anche dalla bravura dell'autore saper reinventare in una certa misura le regole.
RispondiEliminaSono d'accordo...in linea di massima! Sono romance, ricordiamo che devono far sognare le lettrici e non rispecchiare la realtà che è già abbastanza cruda (anche se ci sono contemporanei bellissimi). Quindi vada pure per il libertino dell'800, bello come Satana, arrogante, nobile e ricco, a me piace così e lei fiera, combattiva e sì, vergine o perlomeno sinchè arriva lui!!! :-)
RispondiEliminaSimona
Sono d'accordo quasi su tutti i punti. Al 100% sulla questione del lieto fine: personalmente mi rifiuto in modo categorico di leggere una storia (o anche di guardare un film) in cui uno dei due protagonisti muore o in cui la coppia non si "consolida" in qualche modo. Non mi trovo pienamente d'accordo con i punti 3, 7 e 8. Nella realtà dei fatti può accedere anche oggi che una ragazza (e non necessariamente inguardabile) a 26 anni sia ancora illibata; sarà puerile, ma adoro i personaggi di cui si parla al punto 7; personalmente, non ho "bisogno" dei fiori d'arancio in una storia a lieto fine e - ancora meno! - di pargoli. Ovviamente sono gusti personali ;-)
RispondiEliminaAdele... Fantastico... il numero di commenti e i complimenti che ti facciamo, già dicono da soli quanto tu sia stata brava e come tu abbia azzeccato l'argomento.
RispondiEliminaIo voglio solo romanzi e film che finiscono bene... per sofferenze irreparabili e situazioni tristi basta accendere la tv e guardarsi in giro. Le mie attuali eroine del romantic suspance direi che non sono illibate, anzi qualche d'una e' anche very hot anche se non cadono mai nella volgarità. Lui sicuramente, anche se non bello nel piu' classico dei modi, devi essere sexy e deve trasmettere, con lo sguardo e con i modi, quel certo nn so che' di irresistibile....
Concordo pienamente!!!
RispondiEliminaCarissima Adede concordo su tutto ciò che hai scritto.
RispondiEliminaNoi lettrici romantiche quando leggiamo un libro, cerchiamo, con il fiato sospeso, il lieto fine...Altrimenti a cosa servirebbe avere romanzi dappertutto?
L'articolo è simpatico e molto divertente ma non mi trova perfettamente d'accordo. Scrivo (a livello amatoriale) e molte delle mie storie hanno un finale per così dire "aperto". Del resto, il "romance" per eccellenza, che peraltro non amo molto, "Via col vento", non si può dire che abbia un finale consolatorio. Riguardo ai personaggi, non mi piacciono le protagoniste femminili troppo svenevoli. Forse Xena è fancamente troppo, ma tra la principessa guerriera e certe esasperanti pupattole tutte vezzi e lacrime ci sarebbero diverse e onestissime vie di mezzo. Mi piacciono i racconti, quale che sia il genere (quindi non solo romance ma anche avventurosi, gialli, fantasy) ambientati in epoche storiche, pertanto a chi scrive chiedo ricerca, rigore e immedesimazione nella mentalità dell'epoca, che è, quale che sia, diversa dalla nostra. Ricordo con orrore un ponderoso romanzo, "L'orto del Paradiso" scritto dalla sociologa Rosa Giannetta e ambientato tra l'Italia e la Francia alla fine del XVIII secolo. La protagonista chiamava "papi" il padre, eppure noi tutti sappiamo che, fino all'epoca dei nostri nonni, ai genitori ci si rivolgeva con il voi! Altro orrore, stavolta televisivo. In una fiction ambientata nell'antica Roma, una casta fanciulla cristiana va, come s'usa adesso, a convivere con l'innamorato pagano e un altro cristiano accoppa i suoi simili nell'arena. Regista e sceneggiatore si sono dimostrati più sprovveduti dalla maggior parte di chi conoscicchia un po' di storia e sa che fanciulla e gladiatore controvoglia, piuttosto che commeter peccato avrebbero preferito farsi ammazzare, e che diamine!
RispondiEliminaPassiamo adesso al protagonista maschile. Trovo che spesso sia un po' trascurato, invece vorrei che ricevesse le stesse attenzioni della sua partner, venisse descritto sia nell'aspetto che nel carattere, con cura e finezza e non si riducesse al solito stereotipo del brutale ma ricco,fascinoso e, sotto sotto, romantico libertino. Eppoi, giustamente, basta con questi lords inglesi della Reggenza o dell'epoca vittoriana. Un bel popolano ambizioso il tanto che basta, no? Giusto per autocelebrarmi, il protagonista maschile di una delle mie storie è uno schiavo nero.
Uff, ho scritto commetter con una sola t...Vogliate scusarmi, ma una scrittrice, seppur dilettante che fa errori d'ortografia mi sembra inammissibile. Comunque è un refuso, ho sollevato troppo in fretta il ditino dal tasto!
RispondiEliminaSono contenta che in tante abbiate trovate spunto per commentare questo spassoso post di Adele!
RispondiEliminaPersonalmente trovo i romanzi alla Nicholas Sparks che solitamente sembra si senta in dovere di far morire qualcuno dei protagonisti alla fine dei suoi romanzi perchè le storie non siano troppo...melense decisamente demoralizzanti. Forse così lui crede che i suoi romanzi non vengano bollati come 'romance' mentre fondamentalmente è proprio quello che lui scrive,ma si salva in corner, piazzandoci quei finali spesso tragici che evitano ai suoi libri l'etichetta 'tanto vituperata'!
Personalmente non sono d'accordo su molti punti del post.
RispondiEliminaSono d'accordo che nel romance puro il lieto fine sia auspicabile, anche se i romanzi di Sparks e della Mitchell non credo che siano considerati veri e propri romance. E nei romanzi cosiddetti "femminili" il finale aperto non mi infastidisce (per es quello di Se solo fosse vero secondo me è molto azzeccato).
Il protagonista cattivo/bastardo che non fa intravedere la sua bontà è tipicamente quello della Stuart, e io adoro i suoi uomini. E alcuni non sono redenti, per fortuna!
Posso essere d'accordo che l'eroina vergine nei contemporanei sia piuttosto improbabile, ma non ho preconcetti (a parte nel leggere i romanzi anni '80 con queste tipologie - quelle possono scatenare attacchi di riso).
Non mi interessa che si incontrino al primo capitolo nè che appartengano a classi sociali opposte (anzi, credo forse di preferire il contrario e di trovare assurdo certe volte come le autrici ci facciano credere che i duchi possano sposare la sguattera di turno). Poi duca + sempliciotta: no!!! vi prego. Non ho mai capito perchè la Balogh abbia accoppiato Wulfric con quella specie di svampitella di Christine (si chiamava così?)
E preferisco i romanzi senza pargoli nel lieto fine! Ciao Maristella
Molto simpatico questo articolo, Adele, e assolutamente d'accordo per il lieto fino. Però, se non ho contato male almeno un paio di regole io nei miei romanzi le ho trasgredite...
RispondiEliminaRoberta Ciuffi