Trascinandosi dietro
il trolley, Francesca entrò in casa e richiuse la porta con un calcio.
Lasciata cadere la giacca a vento sulla poltrona più vicina,
si sfilò le scarpe con un sospiro di sollievo.
Neanche il tempo di
rallegrarsi per aver ritrovato la sua dolce casetta, che un’ombra
scura le si avventò rapida alle spalle. Due braccia forti la strinsero
in una presa ferrea mentre una mano premuta sulla bocca le impediva
di gridare.
Disperata, cercò di
liberarsi con tutte le sue forze.
Scalciò, puntò
i gomiti ma era come tentare di scalfire un muro di granito con uno
spillo. Si sentì mancare e mentre la realtà si spegneva pensò che
era ingiusto, profondamente ingiusto finire così...
Si risvegliò sdraiata
nella vasca del suo bagno.
Confusa, impaurita,
imbavagliata. Mani e piedi legati, il corpo indolenzito. Grazie al cielo
aveva ancora tutti i vestiti addosso, anzi era stata avvolta in una
coperta.
Era vittima di un maniaco?
Udì un ticchettio
nel corridoio, intervallato da pause di silenzio, come se qualcuno inviasse
messaggi con un telefonino, infine un sordo brontolio.
Passi che si avvicinavano.
Trattenne il fiato per la paura mentre il battito accelerato del cuore
le rimbombava nelle orecchie.
Un attimo dopo nella
cornice della porta si stagliò un uomo vestito di nero. Pantaloni da
jogging e maglietta attillata a sottolineare i pettorali scolpiti. Era
alto. Molto alto.
I capelli scuri, cortissimi,
e l’aria da duro facevano pensare a un soldato mentre il corpo agile
e flessuoso aveva l’eleganza di una pantera e doveva essere altrettanto
letale.
La scrutava con gli
occhi socchiusi, le labbra incurvate in un ghigno amaro, scuotendo la
testa come se si stesse chiedendo cosa fare di lei.
Forse era un serial
killer, pensò angosciata.
La fulminò con un’occhiata
torva, prima di avvicinarsi e sbottare : “Se mi promette di non urlare
le toglierò il bavaglio.”
La ragazza annuì vigorosamente
e lui eseguì mentre la informava brusco: ”Mi chiamo Gabriel Giuliano
e sono un agente speciale della sezione antiterrorismo e lei, cara signorina,
ha rischiato di mandare a monte un’operazione di vitale importanza!”
Il sollievo per lo
scampato pericolo durò poco. Sferzata da quel tono pungente, Francesca
ritrovò all’istante la parola: “E come l’avrei fatto? -
obiettò acida - Rientrando in casa mia?”
Lui si chinò
fino a sfiorarle il viso. Il suo fiato era fresco e sapeva di menta.
“Esatto. Non doveva
rientrare prima di una settimana. Perché è tornata in anticipo?”
“Non sono affari
suoi.”
Due incredibili occhi
turchesi lampeggiarono d’ira.
“Risposta sbagliata,
piccola. Il mio capo mi ha dato carta bianca con te. O collabori o ti
sbatto in galera per intralcio alla giustizia” replicò spazientito.
Francesca fremette.
Torreggiava su di lei, cupo e autoritario, e la trattava con una durezza
che non aveva mai conosciuto.
Che ci faceva l’antiterrorismo
in casa sua? Davvero poteva farla imprigionare? Lei non aveva fatto
niente di male. Dov’erano finiti i suoi diritti?
Avrebbe preferito insultarlo,
invece gli chiese con calma:“Perché mi ha messa nella vasca?”
Lui la guardò
sorpreso, si aspettava lamentele a non finire per averla aggredita,
non che lei fosse così ragionevole.
“E’ l’unica stanza
sicura della casa. Ci sono microspie dappertutto e solo qui possiamo
parlare senza essere ascoltati.”
“Da chi?”
“Dai terroristi che
si sono installati qui accanto.”
Francesca trasecolò.
Occupava l’ultima casa di un complesso di villette a schiera. Gli
unici vicini erano una coppia di tedeschi, Paul e Karin, che erano arrivati
sei mesi prima. Lavoravano entrambi come interpreti per una ditta di
import export, o almeno così le avevano fatto credere.
Eppure ... Quell’uomo
era davvero chi diceva di essere? E se invece fosse stato proprio lui
il …
Gabriel sorrise, come
se avesse seguito tranquillamente il corso dei suoi pensieri.
“Ti avrei già uccisa,
altrimenti. Non credi?”
Lei arrossì, piccata.
Non soltanto quell’uomo aveva invaso l’intimità della sua casa,
e la teneva prigioniera, le leggeva anche nella mente! Era già abbastanza
umiliante starsene lì, legata come un salame nella vasca da bagno,
mentre lui la scrutava, divertito, dall’alto in basso.
L’uomo tirò fuori
la chiave delle manette e gliela sventolò sotto il naso: ” Allora?
Se hai deciso di collaborare, bene. Altrimenti finisci dentro per la
prossima settimana, il che per me sarebbe anche meglio: sono abituato
a lavorare da solo” concluse.
“Che cosa dovrei
fare?” gli chiese inghiottendo l’orgoglio: non ci teneva affatto
a conoscere le patrie galere.
“Fingere di avere
un ospite.”
In quel momento squillò
il campanello della porta.
Gabriel la tirò
in piedi con un movimento fluido e la liberò.
“Si va in scena prima
del previsto” borbottò trascinandosela dietro lungo il corridoio
e giù per le scale, indifferente alla sua ritrosia.
Nel monitor del videocitofono
apparve una biondina con un bicchiere vuoto stretto nella mano.
“E’ Karin, spiegò
Francesca, viene spesso a chiedermi qualcosa in prestito.”
“Va’ ad aprire
e dalle ciò che vuole, soprattutto cerca di essere naturale per non
metterla in allarme” le bisbigliò all’orecchio dandole una pacca
d’incoraggiamento sulla spalla.
Lei si avviò
verso la porta con la faccia di un condannato a morte.
Aveva già allungato
la mano verso la maniglia, quando Gabriel la raggiunse con un balzo,
l’afferrò alla nuca e attirandola verso di sé, la baciò, forte
e deciso.
Francesca socchiuse
le labbra per la sorpresa e lui ne approfittò per penetrarla con
la lingua in un’intensa, profonda esplorazione che la lasciò stordita
e ansimante. Il suo ragazzo non l’aveva mai baciata così.
“Ora vai” le disse
spingendola avanti.
Un attimo dopo la porta
d’ingresso si spalancava proprio mentre Karin stava per suonare di
nuovo. La bionda colse in un attimo le labbra gonfie, l’aria sbattuta
della ragazza e sorrise con aria saputa.
“Ciao, avevo bisogno
di un po’ di zucchero ma forse ti ho disturbata.”
“No, no” si affrettò
a negare l’altra, “te lo do subito.”
Si diressero verso
la cucina passando dal soggiorno dove il giovane se ne stava stravaccato
sul divano a leggere comodamente il giornale.
“Ciao” disse col
sorriso più affabile del mondo stampato in faccia, “sono Gabriel,
il ragazzo di Francesca.”
L’interessata riuscì
quasi del tutto a nascondere un sussulto.
Il suo fidanzato si
chiamava Roberto e Karin lo conosceva già. Poco male … Avrebbe solo
dovuto spiegarle come mai era partita per le vacanze natalizie con uno
ed era tornata dopo una settimana con un altro.
In cucina le chiese
sottovoce con aria da cospiratrice: “ Dove hai trovato quello schianto?”
“Ecco, lui è così
… così …”
“Travolgente?”
le suggerì la donna puntando l’attenzione sul suo seno generoso.
Francesca seguì
quello sguardo e arrossì violentemente. Aveva la camicetta sbottonata
e le si vedeva chiaramente il reggiseno di pizzo. Accidenti a
Gabriel e a quanto si era dato da fare!
Si affrettò a
coprirsi mentre la donna prendeva lo zucchero ridacchiando: “Oh mein
Gott, sei proprio una bambina!”
In quel momento il
giovane entrò in cucina. Karin gli lanciò un’intensa occhiata di
apprezzamento che lui le restituì sfacciatamente. Rimasero così, a
valutarsi all’infinito, finché la donna non si decise a parlare,
proprio quando Francesca cominciava a pensare di essere di troppo.
“Diamo una festa
per San Silvestro, perché non venite anche voi? Così avremo modo di
approfondire la nostra conoscenza.”
“Con piacere, vero
cara?” disse Gabriel stringendo Francesca alla vita e accarezzandole
un fianco con fare possessivo.
La ragazza avrebbe
dato qualunque cosa per poterli mandare entrambi al diavolo, invece
si costrinse a sorridere.
“Vi lascio soli”
disse la donna seguendo maliziosa i maneggi di Gabriel.
Appena se ne fu andata,
Francesca prese fiato preparandosi a esplodere ma lui le pose due dita
carezzevoli sulle labbra, intimandole di tacere con lo sguardo.
“Tesoro, andiamo
di sopra a fare una doccia… Ti va?”
In bagno aprì
l’acqua e si girò verso di lei, freddo e impassibile.
Francesca sbottò inviperita:
”Dovevi essere solo un ospite, non il mio fidanzato. Karin lo conosce
già.”
“Non era stupita
di vederti con un altro… Il tuo ragazzo non dev’essere un granché.
E comunque se non ti avessi baciata non saresti mai riuscita a ingannarla
perché ti avrebbe letto in faccia la verità. Ho semplicemente
dirottato la sua attenzione su di me.”
La ragazza non sapeva
se essere più furiosa per i suoi commenti sarcastici o per quel bacio
che l’aveva turbata più di quanto volesse ammettere.
Improvvisamente lui
aveva l’aria stanca. Parlò dopo un breve sospiro: “Puoi stare tranquilla.
Proteggerò la tua vita a costo della mia e non approfitterò della
situazione. Va bene così? La tua virtù è perfettamente al sicuro
con me.”
Chissà perché
quell’ultima rassicurazione invece di tranquillizzarla la indispettì.
Certo, pensò, probabilmente
gli piacevano le bionde alte e longilinee. Karin aveva una silhouette
che lei non avrebbe conquistato mai, neanche se avesse imparato a vivere
soltanto d’insalata.
Le occhiate di reciproco
apprezzamento che si erano scambiati erano inequivocabili e adesso capiva
perché preferisse lavorare da solo. La sua presenza rendeva tutto più
complicato. Bastardo arrogante,
promise, ti farò vedere io.
Gabriel la osservava
pensieroso.
In quella situazione
molte donne sarebbero già crollate. Lei no. Lo fissava, impavida,
con quei suoi occhi scuri in cui brillavano pagliuzze d’oro verde.
Fin dal primo istante,
era rimasto affascinato dal calore della sua casa. In cucina aleggiava
ancora l’aroma dei biscotti appena sfornati, in bagno permaneva la
fragranza di uno shampoo alla mela e aveva dormito fra lenzuola odorose
di spigo, immaginando di averla al suo fianco.
Avrebbe voluto accarezzarle
i riccioli bruni come aveva fatto la notte prima, quando se l’era
ritrovata fra le braccia, esanime. Era stato duro, violento, perché
non poteva rischiare di farsi scoprire. Lei non gli aveva rimproverato
nulla.
Aveva gustato la morbidezza
delle sue labbra, il sapore speziato della sua bocca arrendevole e non
era rimasto deluso, anzi.
La desiderava.
Il suo volto fu attraversato
da un fremito di tenerezza e fu tutto. Niente cedimenti.
“Vieni qui ora. Dobbiamo
esercitarci.”
“Eh!?”
“Karin non crederà
mai che siamo amanti se ti ritrai ogni volta che ti tocco” disse prendendola
fra le braccia. Francesca s’irrigidì.
“Vedi … Che ti
dicevo? Rilassati. Pensa di essere un’attrice che gira un film. E’
tutto finto!”
Cominciò ad accarezzarle
la schiena. Dolcemente sensuale. Intanto la fissava, assorto.
Ammaliata dal suo sguardo
limpido, lei pensò che poteva perdersi senza rimpianti in quelle due
pozze d’acqua turchese.
Quando lui si chinò,
non si ribellò, anzi accettò di buon grado il tenero tocco delle labbra
sulle sue. Erano morbide, incredibilmente delicate. Suggevano, stuzzicavano
e le ricordavano il sapore della menta dolce appena raccolta,
sottile e inebriante.
Poi il bacio cambiò,
divenne esigente, quasi famelico. Francesca lo ricambiò con trasporto
assecondando i mulinelli della sua lingua finché non restarono entrambi
senza fiato. Tutto finto, eh?
Era turbato quanto
e più di lei. Gli mordicchiò il labbro inferiore, fino a farlo mugolare.
“Bene, ansimò lui
scostandola bruscamente da sé, penso che per il momento, ci siamo esercitati
abbastanza.”
La risatina compiaciuta
della ragazza lo irrise mentre si allontanava.
Gabriel si fermò per
riprendere fiato, oltre la porta socchiusa.
È
appena cominciata fra noi, pensò sogghignando, e dovresti
sapere, amore, che ride bene chi ride ultimo.
Liliana che piacevole intermezzo post-natalizio! Bello questo racconto: coinvolgente con un pizzico di romantic-suspence, un protagonista che mi ha affascinato dal primo istante e un ritmo che non ti molla, fino all'ultima, intrigante riga. Come al solito hai saputo tenermi incollata alla pagina... elettronica. Brava!
RispondiEliminaAdesso aspetto il resto, non vorrai mica lasciarmi con la bocca asciutta, eh? Voglio il seguito!
Ma è l'inizio di un romanzo vero? VERO? Perchè voglio leggere il resto, prestissimo.
RispondiEliminaBravissima!
Libera
MI accodo a Libera, davvero molto intrigante! Spero di leggere il seguito prima o poi! Adoro i suspense! ^^
RispondiEliminaCara Liliana, adesso che hai combinato il guaio devi provvedere!!! Non puoi lasciare noi lettrici così....devi per forza darci il seguito...perciò niente vacanze natalizie! :)....a proposito...quasi dimenticavo...complimenti!!!
RispondiEliminaAdesso vogliamo tutte sapere come continua perchè non puoi lasciarci così! Questi due promettono scintille!!!
RispondiEliminaNon amo molto il genere suspense ma mi sono dovuta ricredere!!! Bellissimo questo racconto, complimenti!!!
Che bello!!!sono rimasta con il fiato sospeso fino alla fine.Mi piacerebbe molto se venisse scritto un libro.L'autrice è veramente molto brava,e spero che in futuro la si possa leggere in libreria.Ancora complimenti!
RispondiEliminaStupendoooooo...mi accodo a tutte le altre...devi assolutamente dirci come continua...perché continua vero???? non puoi lasciarci così..
RispondiEliminaJuliet
Curioso non finale per questo racconto trepidante di passionalità che travolge leggendo un solo sguardo dei protagonisti...brava!
RispondiEliminaGrazie di cuore a tutte voi per i complimenti. Mi sono davvero divertita a scrivere di Gabriel e Francesca e sono felice di aver comunicato anche a voi il mio entusiasmo. Nei romance mi piacciono soprattutto le schermaglie fra i protagonisti, perchè in fondo il finale è scontato, tuttavia, quando avrò finito i racconti che sto preparando ora ... Chissà che non mi torni voglia di rituffarmi in questa storia!
RispondiEliminaUn bacione e tanti auguri a tutte
Pasqua Liliana Fiume
Gabriel il tornado, l'irruenza fatta persona. E Francesca ne resta piacevolmente coinvolta. Come sistemerà la faccenda col fidanzato? ANITA GAMBELLI
RispondiEliminaBello! anche se c'è poco di natalizio.
RispondiEliminaPassionale e intrigante...certo viene da chiedersi cosa accadrà.
RispondiEliminaPatrizia
Molto carino e davvero ben scritto! Vorrei però leggere il seguito ...
RispondiEliminaTina
Che bellissimo racconto, mi piaciuto tantissimo adoro i suspance!!!!
RispondiEliminaI personaggi erano davvero ben caratterizzati, complimenti!!!!!
Mi piaceee!!! Voglio anch'io il seguito, corredato da altri alementi suspence e da nuove irresistibili schermaglie d'amore.
RispondiEliminaPensavo...non si può fare uno speciale anche per Pasqua? "I Racconti di Easter in Love" non suona male (della serie ogni scusa è buona pur di continuare a leggere tanti bei racconti) ^__^
Emy
EH,EH...AMY L'IDEA DI 'EASTER IN LOVE' SAREBBE DAVVERO CARINA...PERO' FORSE UN PO'TROPPO VICINA A QUESTA.
RispondiEliminaMENTRE MI PIACEREBBE PENSARE A UNA RASSEGNA GEMELLA PER L'ESTATE, RACCONTI DA PUBBLICARE TRA MAGGIO E GIUGNO...che ne dite? LE VACANZE SI SPOSANO SEMPRE BENE CON L'AMORE! CI PENSEREMO...MA QUESTO NON TOGLIE CHE CERCHEREMO DI PUBBLICARE PIU' RACCONTI ROMANTICI SUL BLOG IN FUTURO PERCHE' SAPPIAMO CHE VI PIACCIONO!
FRANCY
Prima considerazione: com'è che a me una roba del genere nn è mai capitata, né mai capiterà, vivessi fino al 3000? Io, se torno prima del tempo, massimo come sorpresa trovo la caldaia in blocco. Vabbe', stendiamo un velo pietoso...
RispondiEliminaGiusto l'altro giorno stavo pensando che la produzione romance italiana mancasse del genere romantic suspence (che a me piace tantissimo xché mi dà la possibilità di riunire i miei generi letterari preferiti: il romance con passionali storie d'amore e il thriller con l'esercizio mentale della ricerca dell'assassino/cattivo/serial killer squilibrato) ed eccomi accontentata. Qs racconto nn penso abbia nulla da invidiare ai suoi consimili di scrittrici anglofone; l'atmosfera è adrenalinica, si intravede già l'intrigo e i due protagonisti sono coinvolgenti, ben caratterizzati, sexy e simpatici.
Dimenticavo, posso aggiungere una piccola critica? Il titolo nn mi entusiasma, forse un po' banale, dato l'argomento. A volte, anche la scelta di qs aspetto del racconto o romanzo che sia, può fare la differenza. Secondo me, come si presta attenzione alla prosa e alla psicologia dei personaggi, bisognerebbe fare un piccolo sforzo anche x emergere trovando un titolo azzeccato e originale. Naturalmente, mi rendo perfettamente conto che nn è facile.
RispondiEliminaFantastico! Mi sarebbe piaciuto continuare ancora nella lettura!!!!
RispondiEliminaComplimenti!
che bel personaggio Gabriel Giuliano!!!
RispondiEliminal'atmosfera che crea è dinamica, ma perfettamente in simbiosi con il genere romance ;-)
@Francy: sono assolutamente a favore della rassegna gemella per l'estate :-)
RispondiElimina+ racconti = lettrici felici ^___^
@ lady Macbeth
RispondiEliminaHai ragione lady, avrei voluto trovare un titolo più originale ma mentre non ho difficoltà a costruire trame, i nomi e i titoli mi mettono in crisi. Mi sa che dovrò impegnarmi di più in futuro ...
@ Francy
Che bella l'idea di una rassegna di racconti per l'estate. Non vedo l'ora!
Ciao
Liliana
Complimenti !!!
RispondiEliminaMi piaceee!!! Molto bello e avrei voluto che fosse più lungo!!
Adoro i Romantic Suspence, non per niente stiamo facendo la campagna Pro Romantic Suspence per la latitanza del genere in Italia!! Sicuramente i tratti del personaggio maschile sono determinanti perché uomini cosi’, machi alpha al 100% Riescono a ipnotizzarci e da lì parte il click per incollarci al racconto…e leggerlo tutto d’un fiato…!!!
Certo tornare a casa e trovarsi uno così….LOL…ma poi Roberto che fine fa? …
Anch'io voglio leggere il seguito!!! Mi è piaciuto davvero tanto. Complimenti all'autrice!
RispondiEliminaMi accodo a tutti i complimenti,bel racconto, stile accattivante e storia coinvolgente che promette altro, ma... il Natale io non ce l'ho visto...
RispondiEliminaE' solo un appunto, visto il carattere del concorso, ma il racconto mi è piaciuto molto, sarà per il nome del protagonista ...
Seppure non natalizio, promette molto ma per quello che ho potuto leggere ora, mi manca il seguito.
RispondiEliminaComplimenti per questa lettura ma non è un racconto breve... Speravo in una storia con una conclusione.
@ Micaela e Lullibi
RispondiEliminaAddobbi e luminarie ce ne sono a bizzeffe nel mio racconto dell'anno scorso, di stampo più tradizionale. Stavolta ho voluto sperimentare qualcosa di diverso scegliendo di ridurre a qualche accenno l'atmosfera natalizia. Il ritmo del racconto è così serrato che i protagonisti in contemplazione davanti al presepe non ce li vedevo proprio ...
Mi è piaciuto immaginare la reazione di una donna normale in una situazione eccezionale e mi sembra di aver reso l'idea, pur nei limiti di battute imposti.
Un caro saluto
Liliana