QUESTO ROMANZO D'AMBIENTAZIONE VITTORIANA FIRMATO DA RITA MARICONDA E PUBBLICATO DA QUEEN EDIZIONI, HA SUSCITATO PIU' DI UNA PERPLESSITA', NONOSTANTE L'AUTRICE DIMOSTRI BUONE CAPACITA' NARRATIVE: FINO A CHE PUNTO UNO STORICO CHE SI DICHIARA TALE PUO' NON CURARSI DELL'ACCURATEZZA STORICA DI QUELLO CHE DESCRIVE?
Autrice: Rita Mariconda
Genere: Romance storico
Ambientazione: Inghilterra vittoriana, 1863
Pubblicazione: Queen edizioni, 23 settembre 2019, pp 309,€ 13,42
Livello sensualità: BASSO
Livello sensualità: BASSO
Parte di una serie: No
Disponibile in ebook a € 3,99
TRAMA: Rebecca, figlia illegittima della duchessa St. John, è l’unica erede dell’antico ducato. Costretta contro la sua volontà ad abbandonare l’amata Scozia, si reca a Londra, dove incontra il suo tutore Alexander, il settimo duca di Lennox, un uomo freddo e oscuro. La fiera e solare insolenza di lei si scontrerà con la rigida autorità del bell’aristocratico. Tra i due si accenderà un fuoco inatteso che gli eventi e le situazioni tenteranno di spegnere in ogni modo. Sullo sfondo della tranquilla Londra vittoriana hanno vita gli intrighi che condurranno la ribelle Rebecca e il rude Alexander verso un inevitabile destino.
Peccato, peccato, peccato!
L'impatto iniziale con il romanzo è stato traumatico. Non mi aspettavo certo gravi sviste, come quella sulla trasmissione dei titoli nobiliari inglesi. Stavo per abbandonare la lettura ma lo stile dell'autrice mi è parso meritevole e ho insistito. E infatti mi ha colpito molto positivamente la trama avvincente e spumeggiante, l'interessantissima e accurata caratterizzazione dei personaggi e anche la meticolosa ricostruzione del resto dell' ambientazione storica.
Partiamo dalle dolenti note.
Già leggendo la trama si intuisce che qualcosa non va.
Una figlia illegittima che eredita un ducato. Siccome viene citata la Scozia, l'eredità femminile non mi è parsa proprio fuori luogo, perché in Scozia i titoli venivano trasmessi sia in linea maschile che femminile. Un figlio illegittimo però non ha alcun diritto all'eredità di un titolo, mai. Semmai gli può essere conferito ex novo per una qualche concessione del regnante. Iniziando il romanzo si scopre, però ahimè, che il titolo nobiliare è inglese, che l'ultimo a detenerlo è stato lo zio della giovane in questione, per cui la svista è ancor più grave perché le donne non possono mai ereditare a meno che non siano le uniche eredi, figlie dirette, senza nessun lontano parente maschio disponibile e comunque la questione è molto complicata. E qui abbiamo un cugino ancora in vita che sarebbe il legittimo erede, spodestato, nel contesto di questo romanzo, dal testamento scritto di una bisnonna che nella realtà dei fatti non avrebbe nessun potere decisionale. Insomma, le premesse non sussistono, tanto meno la pretesa che un matrimonio tra la presunta erede "duchessa", mai duchessina che è un titolo d'accezione esclusivamente italiana, e il cugino, possa restituire il titolo al legittimo erede: il matrimonio non consente la trasmissione orizzontale dei titoli, semmai si riapproprierebbe esclusivamente dei beni.
Sarei infinitamente felice se mi si facesse notare che queste mie considerazioni siano sbagliate, non voglio smontare gratuitamente il lavoro altrui, però ritengo che un libro, anche se un romanzo rosa, abbia una valenza almeno informativa e in questo caso le informazioni che vengono date sono fuorvianti, a mio parere.
Per proseguire la lettura mi sono creata la mia personale premessa, perché quello che ho confutato è solo la premessa del romanzo. La trama portante del libro sussiste anche senza: Rebecca Henrietta Philippa St John, figlia illegittima della sorella dell'ultimo Duca di St. John ma ufficialmente riconosciuta, rimasta l'unica rappresentante in vita del suo ramo familiare ed erede del patrimonio materiale per volere testamentario della bisnonna duchessa vedova, viene affidata alla tutela di Alexander James Volkodin Spencer, settimo Duca di Lennox, per essere introdotta in società. Il malvagio cugino sir Francis Barret, erede del titolo, cerca di sposarla a tutti i costi per riappropriarsi dei beni.
Da questo punto parte una storia avvincente, frizzante, spumeggiante, divertente e romantica. Rebecca è una ribelle, con una profonda passione e competenza medica, intollerante a tutte le regole della buona società, che farà impazzire, sotto molti punti vista, il Duca di Lennox suo tutore.
Alexander, il Duca, è un personaggio interessantissimo di cui mi sono immediatamente innamorata: cinico, sprezzante, arrogante, prepotente, nasconde un'anima profondamente ferita che ha snaturato un carattere solare e amabile. Sono rimasta colpita anche dai personaggi secondari: gli affascinanti e simpaticissimi Julian, fratello di Alexander, e Daniel, marchese e carissimo amico del Duca; la dolce e premurosa Mary, che ha amorevolmente cresciuto Rebecca in Scozia; l'odioso e malvagio cugino Barret; le discole amiche americane di Rebecca, Camille e Bethany. Ci sono qua e là altre piccole licenze su cui si può sorvolare visto che si tratta di un romance e non di un saggio.
Con grande dispiacere considero questo romanzo un'occasione persa.
(...) La nobilità inglese si basa essenzialmente sulla primogenitura, cioè il primo figlio maschio eredita tutto. Se un nobile non ha figli maschi, il titolo e i beni che appartegono al titolo stesso vanno al parente maschio più prossimo, probabilmente un fratello o un nipote.
Un numero molto ristretto di titoli possono essere trasmessi per linea femminile, se non c'è un erede diretto, ma essi passano subito all'erede maschio se la donna ha un figlio ( per esempio nella monarchia). Alcuni titoli possono essere trasmessi automaticamente a un'erede femmina ( se non c'è erede maschio) e la maggior parte possono essere restaurati dalle future generazioni attraverso una petizione alla Corona.
Il figlio maggiore è chiamato heir apparent ( erede evidente), poichè lui è chiaramente l'erede. Se non c'è l'erede maschio, l'erede è presunto ( presumptive) poichè, non importa quanto possa essere improbabile ( se anche il duca fosse un vecchio monaco benedettino in punto di morte) la possibilità di concepimento di un erede più prossimo è sempre presente. Perciò un erede presunto non ha il titolo dell'erede legittimo ( Vedi sotto i titoli degli eredi legittimi) .
Se un nobile muore lasciando una moglie ma non un figlio maschio, deve passare del tempo per assicurarsi che la moglie non sia incinta prima che l'erede evidente possa ereditare il titolo.Un erede deve essere legittimo per nascita. Un nobile può legittimare figli non legittimi e/o sposare successivamente la loro madre, ma questi figli non potranno essere suoi eredi legali.(...)
Un numero molto ristretto di titoli possono essere trasmessi per linea femminile, se non c'è un erede diretto, ma essi passano subito all'erede maschio se la donna ha un figlio ( per esempio nella monarchia). Alcuni titoli possono essere trasmessi automaticamente a un'erede femmina ( se non c'è erede maschio) e la maggior parte possono essere restaurati dalle future generazioni attraverso una petizione alla Corona.
Il figlio maggiore è chiamato heir apparent ( erede evidente), poichè lui è chiaramente l'erede. Se non c'è l'erede maschio, l'erede è presunto ( presumptive) poichè, non importa quanto possa essere improbabile ( se anche il duca fosse un vecchio monaco benedettino in punto di morte) la possibilità di concepimento di un erede più prossimo è sempre presente. Perciò un erede presunto non ha il titolo dell'erede legittimo ( Vedi sotto i titoli degli eredi legittimi) .
Se un nobile muore lasciando una moglie ma non un figlio maschio, deve passare del tempo per assicurarsi che la moglie non sia incinta prima che l'erede evidente possa ereditare il titolo.Un erede deve essere legittimo per nascita. Un nobile può legittimare figli non legittimi e/o sposare successivamente la loro madre, ma questi figli non potranno essere suoi eredi legali.(...)
Comunque è la nipote illegittima non in linea diretta dell'ultimo Duca, perché figlia della sorella, per cui anche fosse scozzese non pare possibile avrebbe potuto ereditare, soprattutto perchè c'è un erede maschio in vita.
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L'AUTRICE
Rita Mariconda, torinese di nascita, vive in provincia di Avellino, dove si è sposata e ha avuto due figlie. La scrittura è arrivata per caso, un metodo antistress e antinoia nei lunghi pomeriggi invernali. Amante della vita in tutte le sue sfumature e degli animali, ha una personalità eclettica che insieme a gusti letterari che spaziano dal thriller al regency passando per il fantasy, riesce a infondere nei suoi personaggi creando un genere unico.
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