IL PALAZZO DEI SOGNI PERDUTI di Charlotte Betts (Newton Compton)


IL ROMANCE STORICO È SEMPRE NEI NOSTRI CUORI, LO SAPETE, ECCO PERCHÈ SIAMO FELICI QUANDO POSSIAMO SEGNALARVI UNA NOVITA' CHE CI HA COLPITE. COME È IL CASO OGGI DI QUESTO LIBRO FIRMATO DALL'AUTRICE BRITANNICA CHARLOTTE BETTS E PUBBLICATO DA NEWTON COMPTON. 

Autrice: Charlotte Betts
Titolo originaleThe Palace of Lost Dreams 
Traduttore: Paolo Ippoliti
Genere: Storico
Ambientazione: India, 1798
Pubbl. originale: Piatkus, 2018, pp. 378
Pubb. Italiana:Newton Compton, 20 febbraio 2019, pp. 378,  €12,90
Parte di una serie: No
Livello di sensualitàALTO
Disponibile in e-book a € 2,99

TRAMA: India, 1798. A un passo dal coronare il sogno di una vita, Beatrice Sinclair, non più nel fiore degli anni, viene colta da un’atroce sventura e perde l’attempato marito e il figlio che le stava crescendo in grembo. Scacciata dalla famiglia acquisita, si ritrova in una situazione disastrosa, ma il destino la mette davanti all’unica scelta possibile: abbandonare lo Hampshire e raggiungere suo fratello nell’India dove ha già trascorso l’infanzia. Quello che scopre al suo arrivo è sorprendente: il fratello ha sposato una splendida fanciulla del posto e vive a ridosso di un harem in un immenso palazzo, il Jahanara Mahal, teatro sfarzoso di un’epoca principesca finita col furto di un leggendario diamante. Confinata nella ¬zenana¬ con le altre abitanti di palazzo, Beatrice si ritrova isolata in un mondo che non le è familiare e deve affrontare la sfida di ricostruire la sua vita, cercando al tempo stesso di ricostruire quel palazzo ormai in rovina che occupa da sempre i suoi sogni. Può riuscirci solo mettendo a frutto uno dei suoi talenti, mentre sullo sfondo francesi e inglesi si contendono le ricchezze della regione e con le armate napoleoniche alle porte, la situazione si fa sempre più tesa. A complicare le cose arriva Harry Wyndham, compagno di giochi d’infanzia ormai diventato uomo. Tra sogni, sospiri, ricami variopinti e intrighi di palazzo, Beatrice dovrà decidere per cosa batte il suo cuore.


Beatrice Sinclair raggiunge suo fratello Ralph in India, dopo essere rimasta vedova e dopo aver perso il bambino che aspettava. La vita è completamente diversa da quella che
conduceva in Inghilterra, ma rivedere i posti dove aveva vissuto da piccola, le fa accettare meglio la nuova vita. Rivede anche un vecchio compagno di giochi, Harry e si accorge che comincia a provare dei sentimenti nei suoi confronti. Epilogo felice.
La trama è un classico. I protagonisti che si amano, il terzo incomodo che cerca di mettere zizzania tra i due e un po' di mistero che non guasta. 
L'autrice si è molto soffermata sulla vita che fanno le donne in India, separate dagli uomini e che devono avere l'autorizzazione dal marito o dalla famiglia per fare qualsiasi cosa. La miseria che impazza, la guerra…. 
La narrazione è un po' lenta e gli approfondimenti su alcune vicende non sono stati esaustivi. Le spiegazioni sono state veloci e superficiali, tutto si è risolto in pochissime pagine che non mi hanno pienamente soddisfatto. 







*****

E' il 1774 e a Hyderabad, una cittadina dell'India al di là del fiume Krishna, Beatrice, Ralph e Harry, sgattaiolano mentre tutti dormono e si intrufolano nel Jahanara Mahal per cercare un tesoro: un diamante chiamato la Rosa di Golconda.
I ragazzini non sanno che quella sarà l'ultima marachella che potranno combinare insieme.
Al rientro, la mattina, la casa di Beatrice è in fermento: la madre  ha deciso di portare i figli in Inghilterra lasciando  il marito per non tornare più in un'India che lei non ha mai amato.
Cresciuta nell' Hampshire, Beatrice ha dovuto sobbarcarsi l'onere pesantissimo di curare una madre malata, intrattabile e irriconoscente mentre il fratello Ralph, compiuti sedici anni, torna dal padre per lavorare per La Compagnia delle Indie.
Alla morte della madre, Bee ormai trentunenne, la donna pensa di non poter avere più nulla dalla vita e invece trova marito e rimane incinta.
Purtroppo nel giro di pochi giorni , al settimo mese, perde entrambi e, senza più una casa, decide di seguire la famiglia  Clements e di rispondere positivamente all'invito del fratello che nel frattempo si è sposato.
Il viaggio da Southampton a Hyderabad è lungo e l'India che ora vede, le pare diversa da come la ricordava nei suoi pochi flash di quand'era bambina. Oltre alla polvere, ai disordini, alla fame e alle malattie ci sono militari inglesi e francesi che battono liberamente quella terra che le sembrava fatata.
E' il 1798  e giunta finalmente da Ralph, conosce la cognata Leela e con stupore si accorge che la giovane donna è indiana. Dopo un inizio titubante, si scoprono desiderose di fare amicizia e ancora più sconvolgente è il fatto che la sua residenza sarà proprio il palazzo Jahanara Mahal.
Mentre sta ancora meravigliandosi di ciò, ecco spuntare dal suo passato, un altro ricordo, e questo le fa battere il cuore in modo strano: Harry , il suo compagno di avventure, ora uomo, che la saluta con l'antica confidenza.
Purtroppo la situazione sia del palazzo che del distretto in cui si trova, che di tutto il Paese, non è tranquilla perchè la presenza di Napoleone in Egitto ha portato problemi anche in tutti i possedimenti inglesi e i disordini provocati dai militari francesi impedisce alle donne di uscire dalla residenza se  non sono scortate.
Ho parlato di donne perchè il Jahanara Mahal ne accoglie tantissime insieme a famiglie che da anni non hanno un altro posto in cui stare.
La spiegazione di questo affollamento le viene data dalla proprietaria, un'anziana ex danzatrice che le racconta la sua storia.
…”Il palazzo ha preso il  mio nome. Non devo più indossare campanelli alla caviglia ma tantissimi anni fa ero una danzatrice.Un giorno la mia compagnia ballò davanti al  Nizam, il primo amministratore  regno.Una delle altre ragazze inglesi, vedendo che il Nizam guardava me, mi fece cadere.Tremavo  dalla vergogna e non osavo guardarlo.Mi sono tolta un bocciolo di loto dai capelli e l'ho posato ai suoi piedi.E' sceso dal suo trono d'oro e mi ha risollevata e ha chiesto alle guardie di cacciare via l' altra danzatrice. Dopo quell'episodio ho danzato per il Nizam per molti anni, e proprio prima di morire mi ha donato questo palazzo.Molti servi  e le loro famiglie hanno vissuto per generazioni al Jahanara Mahal”
Ben presto però, Bee si accorge che il palazzo cade a pezzi e Jahanara Begum Ie confessa che non potrà più farsi carico della gente che lo abita perchè i soldi sono finiti da tempo, e ormai ha venduto tutto ciò che aveva, residuo di un passato glorioso. La sparizione del diamante le aveva tolto una sicura fonte di sussistenza ed ora, dato che  nessuno sa dove sia stato nascosto, la rovina è imminente.
Ma uno scialle che Leela le aveva inviato come dono di nozze, dà a Bee lo spunto per organizzare qualcosa a cui nessuno ha pensato e che la mentalità indiana non è in grado di capire se non con una notevole dose di convincimento.
Infatti Beatrice organizza una specie di fabbrica per le donne della residenza dove tutte sono coinvolte nel creare accessori da vendere in Inghilterra o anche in India ai ceti più abbienti.
Non è un'impresa facile superare lo scetticismo degli uomini e l'innata ostilità sul lavoro femminile da parte dei mariti o fratelli.
Lo stesso Ralph vieta alla sposa di lavorare e tratta Bee come una pazza quando lei lo mette al corrente del suo progetto, addirittura minacciandola di rimandarla in Inghilterra.
Chi invece le dà sostegno immediato è Harry e pian pano anche chi era scettico si accorge che, sebbene sia una femmina, ha la testa per gestire un'impresa.
E mentre il lavoro ha successo, anche la vita di Beatrice cambia e ciò che le era sembrato ormai perduto le riempie di nuovo l'esistenza sebbene alcune scoperte spiacevoli rovinino un po' la sua felicità, le spiegano finalmente i perchè delle decisioni materne.
Il palazzo dei sogni perduti è' un romanzo abbastanza complesso, che ha una parte storica importante che l'autrice ha ben inserito nella narrazione senza renderla pesante, e che risulta necessaria per comprendere appieno quanto importante sia stata l'iniziativa della protagonista. Noi diamo per scontata la libertà che abbiamo di muoverci, di lavorare, di farci valere come persone indipendenti e invece qui troviamo la realtà di una vita che vede la donna da una parte e l'uomo da un'altra dove tutto gli è concesso. L'emancipazione femminile per cui Beatrice lotta, serve sì a salvare il palazzo ma anche a dare alle donne un minimo di autonomia e di autostima e fa capire che non è solo il maschio a sopperire ai bisogni familiari.
Le descrizioni della residenza sono talmente ben fatte che, mentre leggevo, vedevo i saloni, la camere, i tendaggi, il cortile, il tetto e i muri che cadevano per  l'incuria, i laboratori di cucito, le stoffe e gli oggetti preziosi che venivano tratti dai bauli conservati da anni, la pioggia monsonica che toccando il terreno causava l'alzarsi della nebbiolina tipica dei paesi molto caldi e umidi.
E poi il mercato con i suoi odori e la calca che rendeva difficile girare con calma tra i banchi, i suoni e il chiacchierio dei venditori e degli acquirenti, i poveri che giravano coperti di stracci e la maleducazione dei soldati da cui occorreva stare lontani: un altro bellissimo quadro di un paese che mostra due anime nettamente distinte tra realtà e mito.
Anche i personaggi sono ben approfonditi e le varie personalità emergono pian piano dalle parole che dedica loro la scrittrice: Beatrice falsamente debole, Harry un uomo interessante, Ralph che comprende alla fine i suoi errori, la dolce Leela che piange ma obbedisce al marito, il piccolo Jai che prende subito in simpatia Bee, insomma un  bell'insieme di varia umanità.
C'è anche un po' di thriller,  con la ricerca del diamante e una bella storia d'amore con sorpresa finale che non fa mai male. Non è un romanzo facile ma se si ha la pazienza di dargli una chance, al termine sarà stata una piacevolissima lettura che rimarrà per molto tempo proprio per la qualità del racconto.






COME INIZIA IL ROMANZO...
1774
Hyderabad, India


Il coro dell’alba, un inarrestabile crescendo di cinguettii, di starnazzi e fischi, risvegliò Bee proprio mentre uno spiraglio di luce si insinuava tra le pieghe della zanzariera. Con i pugni chiusi, ascoltò con attenzione per qualche istante, ma i rumori di urla e singhiozzi dalla porta della stanza dei suoi genitori si erano interrotti.
Durante tutta la settimana appena trascorsa, avevano litigato ogni giorno e i servi, ormai, si aggiravano per la casa silenziosi come fantasmi, con gli occhi a terra, togliendo di mezzo i piatti rotti e cercando di non sobbalzare al rumore delle porte sbattute. Anche Bee aveva provato a passare inosservata, mettendosi al sicuro nel suo nascondiglio preferito, all’ombra del gigantesco albero di fico in fondo al giardino. Era nascosta tra le sue foglie enormi e sibilanti, con un libro tra le mani, la prima volta che incontrò Harry. L’occhio le era caduto su una luce lampeggiante che proveniva dal giardino incolto dei vicini. Sbirciando tra le foglie, vide un ragazzo dai capelli scuri, seduto a terra a gambe incrociate. Stava intagliando un pezzo di legno sotto lo sguardo attento di un cane fulvo. Mentre il ragazzo lavorava, la lama scintillante del coltello si volgeva in continuazione, catturando la luce del sole e riflettendola nella sua direzione. Al suono della sua risata, il ragazzo guardò verso di lei. Qualche istante dopo, passando attraverso i fitti rami, la raggiunse.

Ora, alzando un lembo della zanzariera, Bee sbirciò nella stanza da letto in penombra e vide che Madhu, la sua ayah, la bambinaia, era ancora raggomitolata sul materasso e tirava su col naso mentre dormiva. Bee prese gli abiti che la sera prima aveva nascosto sotto al cuscino, assieme a una manciata di jaggery trafugato dalla cucina. Era impossibile resistere. Se ne mise un pezzettino in bocca, chiudendo gli occhi, appagata dalla dolcezza che le andava esplodendo sulla lingua.
Una volta vestita, scivolò fuori dal letto a piedi nudi, e senza fare rumore sul pavimento raggiunse il letto di suo fratello. Quando gli toccò i capelli chiarì, Ralph si risvegliò e senza perdere tempo, lei gli mise in bocca un pezzo di jaggery per farlo stare zitto. Era la parte più difficile. Ralph aveva solo cinque anni, tre meno di lei, e non si poteva pretendere che si ricordasse che avevano in programma una gita segreta e che, per questo motivo, non dovevano svegliare i servi. Fermandogli le labbra con un dito, lo aiutò a uscire dal letto.
Pochi minuti dopo, sgattaiolarono fuori dal bungalow nella luce grigia dell’alba. Ridacchiarono passando in punta di piedi accanto al cuoco che russava sdraiato sul suo charpai in veranda, e poi, mano nella mano, attraversarono di corsa il giardino. Bee infilò di traverso una tavola tra le maglie della recinzione, facendo forza finché non si creò uno spazio sufficiente a farli passare.
Ralph si graffiò la spalla con una scheggia di legno e iniziò a strillare, ma Bee reagì velocemente tappandogli la bocca col palmo della mano e tirandolo via dalla recinzione.
«Non sanguina», bisbigliò, esaminando il graffio, «se continui a fare tutto questo chiasso, ci scopriranno. Tieni, prendi un altro dolcetto».
Ralph annuì, e le lacrime gli scomparvero come per magia dal volto.
Bee lo riprese per mano e lo condusse attraverso il terreno della Residenza, per poi uscire dal cancello laterale. «Harry ha detto che ci avrebbe aspettato vicino al fiume», disse. «Doveva fare una cosa, prima». Sperò che non avesse avuto ripensamenti all’idea di portare una ragazza e il suo fratellino con sé, in missione.
Quando raggiunsero il fiume, all’orizzonte il cielo stava schiarendo.«Dov’è?» chiese Ralph.
Bee scrutò la riva del fiume, aguzzando gli occhi per vedere in lontananza. Un airone stava ritto nel fango, avvolto dalla nebbia biancastra che sembrava poggiata sulle acque, ma non si vedeva nient’altro. Scrollò le spalle delusa.
Il lamento malinconico della chiamata alla preghiera aleggiò tra le mura della città dall’altro lato del fiume, attirando l’attenzione di Bee sulle sommità dei monumenti, sui tetti delle moschee e dei palazzi che i primi raggi del sole tingevano d’oro. Le scimmie saltellavano strillando, rincorrendosi lungo i muri di cinta tra le torri di guardia.
Ralph, annoiato, stuzzicò con un bastone una forma scura intrappolata tra le canne.
Bee barcollò all’indietro per la puzza improvvisa e tolse il bastone dalle mani del bimbo. «Lascialo!», urlò, tremando per il voltastomaco. «È un cane morto».
Più avanti, lungo la riva, la sagoma della Residenza britannica si stagliava contro il cielo che si andava colorando di un rosa vibrante, come quello del sari di Madhu. Poi l’airone allungò il collo, spiegò le ali e si alzò in aria, spaventato dalla figura che si avvicinava.
Bee sorrise. Alla fine, Harry era arrivato. Bandit, il suo cane, gli trotterellava alle calcagna. ...

****
ALTRE USCITE IN ITALIANO 
DI CHARLOTTE BETTS

L'ALLIEVA SEGRETA DEL PITTORE (Newton Compton Editori)
Londra, 1688. Beth Ambrose ha sempre condotto una vita tranquilla e protetta a Merryfields, la casa di famiglia alla periferia della capitale inglese. Un luogo dove i suoi genitori offrono rifugio alle anime malinconiche. Tra queste, vi è Johannes, pittore inquieto dal passato difficile, che si accorge del talento di Beth e fa di lei la sua apprendista. Quando in città le tensioni politiche iniziano a farsi sentire, nel cuore della notte bussa alla porta di casa Ambrose Noah Leyton, con una proposta che sconvolgerà l’intero mondo di Beth. Nel frattempo a Merryfields trova rifugio un nuovo ospite misterioso, che dà a Beth l’opportunità di realizzare le proprie ambizioni artistiche. Ma ben presto la ragazza si renderà conto che c’è un prezzo molto alto da pagare per realizzare i propri sogni… Mentre la Gloriosa Rivoluzione getta il Paese nel caos, riuscirà Beth a trovare il coraggio di seguire il proprio cuore e difendere tutto quello che ha di più caro? Ti interessa questo libro? Lo puoi trovare QUI.

IL GIARDINO DELLE SPEZIE SEGRETE ( (Newton Compton Editori))
È il 1665 e nonostante Londra sia sconvolta dall’epidemia di peste, Susannah cresce serena dietro il bancone della farmacia del padre. Circondata da erbe e spezie, la ragazza si dedica all’antica arte di curare con le piante, cercando di inventare sempre nuove pozioni e misture. Cornelius, suo padre, oltre ad averle insegnato tutti i segreti delle piante medicinali, le ha trasmesso il piacere per le buone letture e la passione per la conoscenza.
Il rapporto tra padre e figlia, per anni armonioso e intenso nonostante l’assenza della madre, morta dando alla luce il fratellino di Susannah, finisce il giorno in cui Cornelius decide di risposarsi con la giovane e capricciosa Arabella. Susannah è disperata perché d’un tratto deve dividere le attenzioni e l’affetto del padre con la matrigna che per di più è prepotente e presuntuosa, come i suoi tre figli.
L’arrivo in città dell’affascinante Henry Savage, un ricco mercante, sembra essere l’occasione per Susannah di emanciparsi da questa situazione e, dopo alcune titubanze, accetta la sua proposta di matrimonio. Ma Henry si rivela un uomo complesso e sfuggente, tormentato da un oscuro passato, i cui segreti a poco a poco iniziano ad affiorare. In una Londra in cui la peste continua a mietere vittime, riuscirà Susannah a curare il proprio cuore e mettere in pratica la conoscenza delle erbe per salvare la sua gente da una terribile calamità? Ti interessa questo libro? Lo puoi trovare QUI.


CHI È L'AUTRICE
Charlotte Betts si è occupata di moda, arredamento e gestione immobiliare. Ha scoperto la passione per la scrittura dopo che i suoi cinque figli sono cresciuti. Prima di questo nuovo romanzo, la Newton Compton ha pubblicato Il giardino delle spezie segrete, suo romanzo d’esordio, che ha vinto diversi premi ed è stato finalista al Choc Lit’s Best Historical Read, e L'allieva segreta del pittore
VISITA IL SUO SITO:
http://www.charlottebetts.com/



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