EMILY PIGOZZI presenta..."FIGLI DELLE STELLE"


IL 15 GENNAIO ESCE UN NUOVO CONTEMPORANEO  DI EMILY PIGOZZI. TITOLO? "FIGLI DELLE STELLE"...VI RICORDA QUALCOSA? CE NE PARLA L'AUTRICE CHE È VENUTA OGGI A PRESENTARLO ALLE NOSTRE LETTRICI.  E NON PERDETE DOMANI LA NOSTRA RECENSIONE DEL LIBRO.
Autrice:  EMILY PIGOZZI
Genere: Contemporaneo, erotico
Ambientazione: Italia, Francia, Spagna
Pubblicazione: E.Pigozzi, 15 gennaio 2018, pp.260
Parte di una serie: No
Disponibile in ebook a€1,99 

TRAMA:  «Non dirmi che non ti va di giocare.»
«No. Non così. Io…» 
Giò fa per divincolarsi. È spaventata, lo vedo dal tremore leggero delle labbra, dal tono della sua voce. E una parte di me grida, vorrebbe sapere che cosa la spaventa tanto, perché ha così paura. Ma un’altra, l’altra parte, impazzisce dal desiderio nel vederla così vulnerabile. Potrebbe essere chiunque, ma adesso siamo insieme, lontani dal mondo. E lei è in mio potere. Completamente mia.
Rafael Venturi vive per correre. La velocità è nel suo dna, scritta nelle stelle fin dalla sua nascita. Figlio di un campione del mondo di Formula uno prematuramente scomparso, per lui la vita è una gara, una sfida con i suoi demoni e l’impulso continuo a scattare a trecento all’ora senza voltarsi indietro, fino al traguardo. Finché un brutto incidente in pista lo costringe a rallentare e a mettersi in discussione. E una notte, in fuga, salva un ragazzino che fa l’autostop da un’aggressione. Solo che non si tratta di un ragazzino, ma di una misteriosa ragazza dall’aspetto di elfo e dal piccolo corpo nervoso e sensuale.
Gioia, detta Giò perché come gli confessa con ironia la gioia non la riguarda, e Rafael si avventureranno in un esaltante viaggio on the road alla scoperta delle loro paure, senza regole se non quella di un’attrazione impossibile da dominare. 
Ma chi è davvero Giò? Da cosa sta scappando? 
E la passione sarà la chiave giusta per vincere davvero? 
Ogni viaggio nasconde un segreto. Una vittoria. Un amore da conquistare.

 ****
Buon anno, amiche de “La mia biblioteca romantica”!
Sono qui per presentarvi la mia ultima storia, che ha un titolo per me molto speciale: Figli delle stelle. Le stelle evocano per me la magia, la notte, il mistero… qualcosa di fatato destinato a portarci fortuna e a fare parte della nostra vita in modo fondamentale. Ed è una specie di magia quella 
destinata a far incontrare Rafael e Giò. Lui, un giovane pilota di formula uno emergente, segnato dalla scomparsa del padre e dal complicato rapporto di odio amore con una madre bellissima. Dopo un tragico incidente la sua carriera è a un punto di svolta e Rafael non è in grado di affrontarlo, o almeno questo è ciò che crede. Lei… Giò è una creatura misteriosa, e un personaggio che amo moltissimo. Un piccolo elfo dai capelli corti e dagli occhi color ambra che piove nella vita di Raf in maniera del tutto inaspettata, una notte di fine estate. Un’ autostoppista che sembra un ragazzino, e che si infila nella sua vita senza chiedere, come se si trattasse di un incontro ineluttabile. Gioia detesta il suo nome, e si fa chiamare Giò perché la gioia non ha niente a che fare con lei. Eppure è ironica, vivace, piena di vita e di energia. Ma non solo. Per Rafael è subito chiaro che qualcosa la morde dentro. Un dolore inquieto che somiglia al suo ma al contempo è qualcosa di più forte, più misterioso. Giò e Rafael sono destinati a perdersi e a ritrovarsi, fino a una proposta: un viaggio insieme, verso la Spagna, alla ricerca di una persona che potrebbe avere la risposta ad alcuni dubbi sulla tragica fine del padre di Rafael. E poi? Cosa succederà una volta giunti a destinazione? 
Avevo voglia di scrivere un romanzo on the road. Trovo sempre affascinante la componente di due sconosciuti in viaggio, dello scoprirsi parallelamente alla scoperta di luoghi meravigliosi. La difficoltà, nell’ambientazione europea rispetto a quella americana, sono proprio le distanze, molto più brevi e quindi meno galeotte alla conoscenza. Ma Raf e Giò sono giovani, bellissimi, spregiudicati e molto divertenti, quindi troveranno il modo di svelarsi e di toccarsi nel profondo, sempre più vicini, una tappa dopo l’altra. Due protagonisti ai quali spero di aver regalato molte sfaccettature e un piccolo grande mondo. Troverete Figli delle stelle in cartaceo e in ebook dal 15 gennaio, in preorder a prezzo speciale dal 10. Spero tanto che vi piacerà viaggiare con Giò e Rafael, alla scoperta delle loro paure e, ovviamente, di una passione travolgente tutta da vivere.
Emily Pigozzi
****

LEGGI UN ESTRATTO ROMANZO...
Inserisco la pistola nel serbatoio, sbadigliando. Ho appena oltrepassato Modena, e mi sforzo di non pensare che Maranello è soltanto a pochi passi da qui.
Il mio viaggio è ancora molto lungo.
«Grazie. Io…volevo ringraziarti per prima.»
La voce mi fa sussultare, perché sembra venire dall’oscurità. E invece eccola, sotto la pensilina illuminata del distributore, lo zaino in spalla e uno sguardo fiero, coraggioso. Puntato dritto dentro di me, senza paura. Come davanti a una corte marziale, senza invocare clemenza. Non sa chi sono, eppure sembra inseguirmi. Come se fosse destino trovarmela davanti, ancora e ancora. Un destino strano, sul quale non mi soffermo mai perché lui si è già preso abbastanza.
«Figurati» mi schermisco. La osservo: i suoi occhi sono scuri, ma nelle luci artificiali
acquisiscono strane sfumature e le sue iridi appaiono screziate d’oro, come quelle di un gatto.
Tormenta le maniche della felpa con le mani macchiate di colore, e si aggrappa allo zaino come se fosse il suo unico sostegno.
«No, davvero. Credimi, non tutti l’avrebbero fatto» aggiunge, schiarendosi la voce.
«Che ci fai qui? Aspetti qualcuno?»
«No, io… diciamo che ho trovato un passaggio fino a qui, ma adesso… non fa nulla. Ne aspetterò un altro.»
Sospiro, guardandola fisso mentre se ne sta lì, dondolando da un piede all’altro facendo
l’indifferente. Lo so già che me ne pentirò, ma in questo momento mi sembra Ineluttabile. Come se non avessi alcuna possibilità di scelta.
«Da che parte vai?»
«Dove capita. No, scherzo. Sicilia. Vado verso la Sicilia» butta fuori tutto d’un fiato, dopo una breve esitazione.
«Io vado a Roma. Se vuoi, almeno per parte della strada, posso…»
«Sei sicuro?»
Non so perché me lo chieda. In realtà si è già avvicinata allo sportello dell’auto, con fare
speranzoso. Carica lo zaino sul sedile posteriore, dopo che le ho fatto un eloquente gesto con la mano, stupendomi di me stesso. Poi si infila in macchina, a sua volta. Stretta nella felpa, ma di colpo più baldanzosa. Come se avesse ritrovato la forza. La strada si snoda davanti a noi, come un percorso carico di possibilità. Imbocco la direzione sentendomi quasi a disagio, stringendo convulso la leva del cambio e scattando deciso sulla corsia semi deserta.
Devi essere impazzito, Rafael.
Raccattare un’autostoppista per strada. Che cazzo ti è saltato in mente?
Pessima, pessima idea.
Mi schiarisco la voce, incerto se parlarle o meno. Ma a quanto pare non ce n’è bisogno, perché la ragazza si è addormentata, di sicuro esausta dagli avvenimenti che devono aver animato le sue ultime ore. Resta ferma sul sedile accanto a me, la testa sorretta dal braccio poggiato sotto il finestrino. Come se si fidasse di me, di uno sconosciuto qualunque. E allora guido, un piccolo sorriso che mio malgrado mi curva le labbra come non succedeva da tempo.E d’un tratto mi sento meno solo, come non mi succedeva da un’eternità.
«Dove siamo?»
La sua voce mi riscuote di colpo. Ho deciso di fermarmi, mio malgrado. Perché sono stanco, mi si chiudono gli occhi e lo stomaco brontola per la fame. Non solo: ha iniziato a piovere molto forte, e la visibilità è notevolmente ridotta. Lei, la mia inaspettata compagna di viaggio, è sprofondata in un sonno profondo non appena siamo partiti, come se avesse esaurito ogni energia residua.
Raggomitolata sul sedile, la testa poggiata sulla mano e il gomito contro il finestrino, ho potuto a malapena percepire il suo respiro leggero, il viso nuovamente nascosta dal cappuccio della felpa.
Ho guidato sentendomi nervoso in modo strano, mentre l’alba tarda ad arrivare e le nubi si rincorrono pesanti nel cielo blu viola. In una notte così la mia vita, le piste, sembrano lontane anni luce, ho pensato. O forse no.«Quasi in Toscana, credo.»
«Come mai ci siamo fermati?»
«Ho bisogno di una pausa. Tu hai dormito, ma io… e poi con questa pioggia non si vede più nulla.»
Sta infuriando un temporale molto violento. Sembra che qualcuno si diverta a gettare secchiate d’acqua sul lunotto dell’auto.
«Ah» sbotta, secca. Ma si ritrae, come se l’avessi colpita. E d’un tratto nei suoi occhi, illuminati dai lampi, balenano l’incertezza e la paura.
«Non ti farò nulla, se è questo che temi. È una piazzola di sosta, e solo perché il prossimo Autogrill è ancora troppo lontano» cerco di rassicurarla.
«Scusa. Io… non volevo dire questo.»
«Ma no. Avresti ragione, invece. Tranne che per una questione: non sono io a chiedere passaggi da solo, in piena notte» la rimprovero. «Suppongo che adesso dovrei dirti di farti gli affari tuoi» borbotta.
«Dipende. Intanto, concedimi di chiedertelo: sei maggiorenne, almeno?»
«Certo. Cosa credi?» si inalbera. E io tiro un sospiro di sollievo. Le conseguenze di questo passaggio avrebbero anche potuto essere molto pesanti, ma nel trambusto me ne ero quasi scordato.
«Ah, ottimo, sono sollevato. E perché domandi passaggi agli sconosciuti, si può sapere?»
«Oh Gesù, il prezzo da pagare per il passaggio è una predica? Quasi era meglio se mi saltavi addosso.»
Sta ridendo. Già, sta ridendo, e il cappuccio le scivola dalla testa, liberando i capelli corti che le incorniciano il volto così particolare. È affascinante, a dir poco. Nella luce del temporale ha qualcosa di speciale, di soprannaturale quasi. Mi ritrovo a fissarla, e un brivido mi percorre la schiena mentre lei mi osserva con intensità.«Come ti chiami?»
«Rafael. Sono… Rafael» mugugno con una piccola esitazione, timoroso che possa riconoscermi.
Annuisce.
«Rafael. Mi piace» sorride, e fissa la pioggia che infuria fuori dal finestrino, assorta, offrendomi la visione della sua nuca delicata. Per fortuna non sembra avere la più pallida idea di chi io sia.
«A questo punto ci sta che me lo dica anche tu, il tuo nome. No?»
«Giò. Io mi chiamo Giò.»
«Giorgia? Giovanna?» Tiro a indovinare.
«Gioia. Il nome completo è Gioia» fa lei, quasi in un soffio.
«Caspita. Molto carino, complimenti.»
«Sì, ma non per me. Io e la gioia abitiamo su due pianeti diversi, proprio.»
**** 
LA CANZONE CHE HA ISPIRATO IL LIBRO 

**** 
L'AUTRICE
Emily Pigozzi scrive da sempre. Parla troppo e legge altrettanto, adora i dolci e la quiete della notte. Per diversi anni ha lavorato come attrice, prendendo parte a cortometraggi e film e partecipando a tournée che hanno toccato i maggiori teatri d’Italia. 
Vive a Mantova con il marito e due figli piccoli, un maschio e una femmina. 
Ha esordito nel rosa con “L’angelo del risveglio” (Delos digital) a cui è seguito “Il posto del mio cuore”, un rosa di formazione, uscito a fine 2015 per la 0111 edizioni. 
Nel 2016 ha invece pubblicato “Aspettami davanti al mare” e “Danza per me”, entrambi per la collana Youfeel di Rizzoli. Nel 2017 escono “Un piccolo infinito addio” e “Il mio vento di primavera”, quest’ultimo edito da Emma Books. Nel 2018 il suo romantic suspense “Magnifico assedio” è stato per diverse settimane ai primi posti della classifica bestseller di Amazon. Nel 2018 è uscito “Una canzone per te”, per Harper Collins Elit.
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1 commento:

  1. Grazie mille dell'ospitalità, ragazze!
    Spero tanto che il mio nuovo romanzo vi piaccia.

    RispondiElimina

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