IL VERO GENTILUOMO di Grace Burrowes (Leggereditore)


Autore: Grace Burrowes
Titolo originale: Tremaine's True Love
Traduttrice: Giada Fattoretto
Genere: Romance storico
Ambientazione:  Inghilterra
Pubblicazione: Leggereditore, pp. 592, 24 gennaio 2018, €12,90
Livello sensualità: MEDIO
Parte di una serie: 1° libro serie True Gentlemen
Disponibile in ebook a € 4,99

TRAMA: Tremaine St Michael è un facoltoso commerciante di lana, completamente dedito al lavoro. Sempre in giro per il mondo alla ricerca dei migliori affari, raramente soggiorna a lungo nello stesso posto, finché nel Kent, ospite nella tenuta di un caro amico, il conte di Bellefonte, le cose sembrano prendere una piega inaspettata... L'incontro con l'affascinante e riservata lady Nita Haddonfield non lo lascia indifferente, e per una volta Tremaine spera di poter finalmente conciliare gli affari con il piacere. Le cose, tuttavia, non vanno secondo i suoi piani: anche se in età da marito, infatti, la giovane donna non vuole sentir parlare di matrimonio, preferendo di gran lunga dedicare le proprie energie ad aiutare le persone bisognose della contea. Ma, si sa, al cuore non si comanda, e suo malgrado Nita inizia a provare interesse nei confronti del sensuale commerciante, un sentimento destinato a crescere e che, a lungo andare, le sarà impossibile nascondere. Anche perché Tremaine non è certo un uomo che si arrenda facilmente, e farà di tutto pur di scalfire le ritrosie della dolce Nita...


Siamo ad Haddondele, nel Kent, nella tenuta Belle Maison di proprietà della famiglia Haddonfield, quando l’arrivo anticipato di un ospite, priva il conte di Bellefonte, Nicholas, dal proseguire l’invettiva contro le sorelle o almeno contro una in particolare.
L’ospite è Tremaine St Michel, allevatore di pecore e non solo, che saputo della presenza di un grosso gregge ha deciso di fare un’offerta al suo proprietario.
Ma Nicholas è ancora in apprensione per la sorella e chiede all’ospite di pazientare.
“Voi avete sorelle? Gli chiese Bellefonte con un sorriso mesto. Io ne ho quattro, mia nonna le definisce “vivaci”.
-La vivacità è una bella qualità in una ragazza, disse Tremaine,  perché  era un ospite un quella casa e socialmente era lui la persona preposta ad alleggerire  Bellefonte di buona parte del suo patrimonio
Sua signoria poteva benissimo tenersi tutte quattro le sorelle, grazie molto.
-Affatto ! Ribattè     Bellefonte,  rivolgendo le spalle al fuoco. Se ogni rappresentante alla camera dei  Lord avesse radunato le proprie “vivaci” sorelle e le  avesse inviate in Francia, i Corsi adesso sarebbero in ginocchio a chiedere asilo al vecchio George.
La sorella motivo di tanti problemi è Lady  Nita che Tremaine  conosce mentre nella stalla sta sistemando il suo cavallo.
“Una donna alta e bionda, con le guance arrossate dal freddo, condusse un cavallo da tiro sellato lungo il corridoio del fienile
-Tremaine  St Michel per servirvi mia signora. Sono venuto a trovare vostro fratello per discutere di certi affari.
-Posso accompagnarvi in casa?
-Vi ringrazio, siete molto gentile.
Quel ringraziamento aveva un tono stanco ma sincero. Perchè non era uscito nessuno dalla casa per assicurarsi che stesse bene?”
Lady Nita è considerata una persona strana perché cura gli ammalati, non sempre compare a tavola con i parenti, si veste in modo antiquato e scandalizza i benpensanti del villaggio: il medico, ottuso, incompetente e presuntuoso, il pastore che tuona dal pulpito e considera le malattie , soprattutto femminili , come un castigo  dovuto ai peccati, e le beghine e i moralisti che la trattano con derisione.
Nel poco tempo che Tremaine passa nel villaggio ha modo di osservare come invece il cuore della giovane sia pieno di amore verso i poveri, i bimbi, i bisognosi e le povere donne che spesso sopravvivono a malapena.
Anche Nita comincia ad apprezzare quest’uomo tranquillo, servizievole, comprensivo e che non la giudica ma la aiuta senza mai tirarsi indietro.
Ma non dobbiamo dimenticarci delle pecore che sembrano diventare una merce di scambio per indurre due pretendenti a sposare Nita e una  delle sorelle.
“Il vostro Nicholas è tentato di dare le pecore a Nash. Ho la sensazione che se dovessi chiedere la vostra mano potrei ottenere il gregge più facilmente.”
Con la neve che continua a cadere e che non permette a St Michel di ripartire per Londra, con altre visite a pazienti che necessitano di cure, con scappatelle  notturne da una camera all’altra, con confronti fraterni e coniugali,  Nita e Tremaine si avvicinano sempre più fino a pensare che un ‘unione  tra di loro non sia poi così impensabile.
Ma un ballo campestre e un successivo incontro/scontro con Nash complicano le cose e in un certo senso le risolvono .
-“Non posso lasciare che la gente soffra quando posso aiutarla, ma io non voglio perderti Tremaine. Non posso.-
Rimase in silenzio quando avrebbe potuto inveire . Avrebbe potuto perderlo per l’orgoglio, la cocciutaggine e la miopia di Edward Nash.  Non  poteva sopportare di perderlo per colpa sua.”
Non posso dire che questo romanzo mi sia piaciuto subito…l’inizio è lento e i due uomini , Nicholas e Tremaine mi sono sembrati un po’ sciocchi e inconcludenti.
Mentre il conte dominava la scena con la sua dialettica, St Michel era in ombra e più trattenuto salvo poi mostrare  il suo gran cuore.
Mi è piaciuta invece Nita e anche l’atmosfera casalinga della famiglia Bellefonte. Ci sono tanti personaggi e soprattutto i più piccoli sono tanto teneri.
Proseguendo la lettura ho capito che l’autrice aveva volutamente iniziato in sordina per poi accelerare e portare avanti più situazioni . C’è  la relazione tra Nita e St Michel, quella ipotetica ma già pericolosa tra Nash e Susannah,  quella ancora in “nuce” tra George ed Elsie e poi i vari cambiamenti nella vita di alcune persone.
Ci sono segreti incontri tra le sorelle e pensieri ambigui nel fratello ancora scapolo. C’è la cattiveria di Nash e l’amore materno di Elsie. C’è la presenza di un uomo forte ma non dominante che preferisce convincere con la dolcezza piuttosto che con l’imposizione. C’è l’attesa per capire dove finiranno le pecore che sono un po’ il filo che unisce alcuni personaggi del romanzo.
Senza mai esasperare il tono della narrazione, l’autrice tocca parecchi temi importanti: il desiderio di autonomia femminile, le conoscenze mediche che le donne non dovevano avere, la libertà sessuale  e promiscua, la prostituzione e l’abbandono minorile, la voglia  per un nobile di sporcarsi  con lavori manuali, insomma non scrive un romanzo solo d’amore ma lo fa diventare un grido rivolto alla società maschilista e patriarcale del tempo.
Chi vorrà leggere questa bella storia, dovrà avere pazienza sia per lo stile narrativo che per situazioni e modi di esprimersi non consoni a questi tipi di romanzi. Io lo consiglio comunque a tutti.










COME INIZIA IL ROMANZO...
1
«Una sorella è la piaga più devastante che possa capitare a un uomo, il più grande ostacolo alla sua pace, la più diabolica fonte di immeritata umiliazione, e le zitelle sono le sorelle della peggior sorte.» Nel corridoio all’esterno del salotto, Nicholas, conte di Bellefonte, sembrava convinto.
«Certo, mio signore,» rispose piano qualcuno «ma, signore...»
«Sai, Hanford,» continuò il conte «se non mettesse a repentaglio certi attributi maschili ai quali la mia contessa tiene parecchio mi met­terei lady Nita sulle ginocchia e...»
«Signore, avete visite.»
L’annuncio di Hanford risultò leggermente disperato, ma riuscì a zittire le lamentele di Sua signoria. Dalla porta giunse uno scambio di battute appena percepibile, che diede modo a Tremaine St Michael di allontanarsi dal tepore del caminetto del salotto, dove se n’era stato a riscaldarsi senza pudore una parte del corpo congelata per la lunga cavalcata. Il saluto di Bellefonte quando avanzò nella stanza un attimo dopo fu entusiasta quanto la sua invettiva.
«Ecco il nostro St Michael! Siete in anticipo. Non è elegante. In effetti, se non fossi il re della cordialità lo definirei oltremodo maleducato.»
«Bellefonte.» Tremaine St Michael si profuse in un inchino, perché Bellefonte apparteneva a un rango socialmente superiore, oltre a essere uno dei pochi uomini più alti e forti di lui.
«Voi avete sorelle?» gli chiese Bellefonte con un sorriso mesto. «Io ne ho quattro. Mia nonna le definisce ‘vivaci’.»
Talmente vivaci che a quanto pareva Bellefonte aveva urlato a una di loro per i dieci minuti interi in cui Tremaine era stato lasciato ad ammirare gli impeccabili tappeti persiani nel salotto della Belle Maison. Le risposte della sorella non erano state udibili, finché qualcuno non aveva chiuso con forza una delle porte al piano di sopra.
«La vivacità è una bella qualità in una ragazza» disse Tremaine, perché era un ospite in quella casa, e socialmente era lui la persona preposta ad alleggerire Bellefonte di buona parte del suo patrimonio.
Sua signoria poteva benissimo tenersi tutte e quattro le sorelle, grazie molte.
«Affatto» ribatté Bellefonte, rivolgendo le spalle al fuoco. «Se ogni rappresentante alla Camera dei lord avesse radunato le proprie vivaci sorelle e le avesse inviate in Francia, i corsi adesso sarebbero in ginocchio, a chiedere asilo al vecchio George. Com’è andato il viaggio?»
Bellefonte aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri propri di ogni aristocratico inglese. Aveva delle piacevoli grinze agli angoli degli occhi, e aveva ricambiato l’inchino di Tremaine con una calorosa stretta di mano.
Non sarebbe mai stato un amico, ma era cordiale.
«Tutto bene, anche se faceva freddo» rispose. «Mi scuso per essere arrivato in anticipo da Londra.»
«E io mi scuso per essermene lamentato. Ho davvero una bella famiglia, ma lady Nita, mia sorella, ha un carattere particolarmente forte.»
L’espressione bonaria di Bellefonte si smorzò in un delicato sorriso quando si udì una risata femminile giungere dal corridoio.
«Cosa stavate dicendo?» lo incalzò Tremaine. Quand’è che Sua signoria si sarebbe degnato di offrire da bere a un ospite?
«Nulla di importante, St Michael. Le mie sorelle Kirsten e Della hanno appreso del vostro arrivo. Andiamo in biblioteca, dove ci attendono un pasto delizioso e un ambiente accogliente? Beckman mi ha fatto capire che non siete tipo da tè e biscotti.»
Quando e perché il fratello di Sua signoria aveva riferito tale opinione? All’irritazione di Tremaine contribuì anche un altro pensiero: Bellefonte riconosceva le donne di casa dalla risata. Che stranezza era mai quella?
«Sono più un tipo da whisky» disse Tremaine. «D’inverno un po’ di liquore non dovrebbe mancare mai.» E nemmeno il brandy. Se fosse stato per lui.
Sua signoria era troppo fine per accigliarsi di fronte a gusti affinati in rozze taverne sparse per tutto il regno.
«E whisky sia, allora. Hanford!»
Un anziano signore in livrea entrò in salotto. «Signore?»
Bellefonte diede istruzioni al maggiordomo di far portare qualco­sa di buono da mangiare in biblioteca, di riportare la contessa al fianco del marito una volta che avesse finito con il bambino, e di in­formare la governante che il signor St Michael era arrivato prima del previsto.
Sua signoria si avviò a passo veloce lungo corridoi tappezzati, superando mazzi di bianche rose coltivate in serra e lucidi pavimenti in legno, fino ad arrivare a un tesoro di libri alto fino al soffitto, in legno di quercia. Belle Maison rappresentava un ottimo esempio dell’entusiasmo del secolo precedente per le enormi residenze di campagna, e chiunque l’avesse progettata aveva un certo gusto per la luce.
La biblioteca era dotata di alte finestre poste a intervalli regolari, e i tendaggi in velluto rosso erano scostati, nonostante il freddo. Il sole invernale riverberava frizzante dagli specchi e dall’argenteria, e anche qui un fuoco scoppiettava vivace.
L’impressione generale fece sentire Tremaine un pesce fuor d’acqua. Lord Bellefonte era un uomo geniale: le sue care, fastidiose sorelle; i fuochi accesi anche nelle stanze vuote; l’infinita libreria esposta al sole ricolma di libri.
Tremaine era stato in numerose residenze aristocratiche, oltre che in qualche castello e palazzo. La sensazione di straniamento che percepì a Belle Maison era causata dalle sorelle, che Bellefonte chiaramente amava e accudiva.
Tremaine se ne intendeva d’affari, e ne faceva un vanto.
Le sorelle non rientravano negli affari, ma la loro variegata vivaci­tà apparentemente riusciva a trasformare un’imponente dimora in una casa. Le sorelle di Bellefonte ispiravano porte chiuse a gran forza, lamentele fraterne, e addirittura risate; in questo il clima a Belle Maison si distingueva da quello delle altre famiglie nobili inglesi che Tremaine conosceva.
«So che avevate intenzione di rimanere qualche giorno,» disse Bellefonte, indicando un paio di sedie sotto a un’alta finestra «ma la mia contessa dice che non va bene. Dovete rimanere almeno due settimane, così i vicini potranno farci visita per osservarvi. Non vi preoccupate. Vi dirò chi ha figlie in età da marito – ossia la maggior parte – e mio fratello George distrarrà le fanciulle.»
Dopo il gelido viaggio dalla città, l’accogliente libreria e le morbide sedute erano squisitamente confortevoli. Per Tremaine, che possedeva vividi ricordi degli inverni dell’Highland, il comfort era sempre gradito.
«Posso concedermi solo qualche giorno, mio signore» rispose, acco­modandosi. «Gli affari non possono aspettare, e tempo perso spesso si­gnifica mancato guadagno.»
«Ogni protesta è inutile, al di là della sensatezza dei vostri ragionamenti» ribatté l’altro, sedendosi a sua volta. «La mia contessa si è espressa, e le mie sorelle le daranno man forte. Siete uno scapolo appetibile e, di conseguenza, siete rovinato.»
Il conte incrociò le caviglie, e aveva tutta l’aria di uno per cui la sventura fosse un concetto allegro.
«Sua signoria vi rimpinzerà di prelibatezze a ogni pasto» continuò. «Kirsten vi interrogherà circa i vostri affari, Susannah parlerà con voi di quel poeta scozzese e Della vi aggiornerà sui pettegolezzi londinesi. George sarà contento che siate a portata di mano per distrarre le nostre sorelle. Le donne di Haddonfield sono come delle fate. Gli uomini cadono nelle loro grinfie e non capiscono più nulla.»
‘Evita le fate, come se ne andasse della tua stessa vita.’ Il nonno scozzese di Tremaine gli aveva impresso quella lezione nella dura testolina prima ancora che imparasse a camminare.
«Che mi dite di vostra sorella lady Bernita?» chiese Tremaine. La so­rella che faceva diventare preoccupato ed esasperato lo sguardo del fratello e portava il conte ad alzare la voce.
Tremaine non avrebbe mai approcciato uno scopo senza prima informarsi. Sapere chi se la intendeva con qualcuno spesso faceva la differenza tra il chiudere un affare o vedere i profitti finire nelle tasche di qualcun altro.
«Oh, lei.» Bellefonte puntò lo sguardo verso la finestra che dava sui giardini terrazzati in tutta la loro solennità invernale. I roseti erano potati ad altezza ginocchia, di modo che rimanessero solo spinosi cespugli di felce. Ai margini, in lontananza, c’era della neve sporca, e non un solo volatile ravvivava la scena.
Una donna alta e bionda si incamminò verso le stalle lungo un viottolo di bianche conchiglie sgretolate. Indossava un completo da cavallerizza blu scuro – niente cappello con piuma di fagiano – e il frusciante orlo dell’abito era infangato.
Bellefonte la seguì con lo sguardo, l’espressione triste. «Tengo molto a lady Nita. Sarà la nostra rovina.»
***** 
LA SERIE TRUE GENTLEMEN
0.5 The Duke's Disaster (2015) - Noah Winters, duca di Anselm e Lady Thea Collins
1. Tremaine's True Love (2015) - ed. italiana: IL VERO GENTILUOMO, Leggereditore, gennaio 2018 - Tremaine St. Michael e Lady Nita Haddonfield
2. Daniel's True Desire (2015)ed. italiana: IL VERO DESIDERIO, Leggereditore, luglio 2018 - Daniel BanksLady Kirsten Haddonfield
3. Will's True Wish (2016)- Willl DorningLady Susannah Haddonfield
4. His Lordship True Lady (2017) - Hessian Kettering, conte di Grampion e Lady Lily Ferguson
5. My Own True Duchess (2018) - Jonathan Tresham e  Lady Theodosia Haviland

***** 
L'AUTRICE
Grace Burrowes è il nom de plume di un'accanita lettrice di romance storico che è poi diventata a sua volta una prolifica autrice di romanzi, vincendo diversi riconoscimenti, fra cui una menzione d'onore dai Romance Writers of America. La Burrowes è inoltre una madre single e un avvocato specializzato in diritto di famiglia e vive in Maryland.
VISITA IL SUO SITO: 

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1 commento:

  1. Ho adorato questo libro e spero di leggere anche gli altri della serie ! Grazie per la bella recensione !
    Samantha

    RispondiElimina

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