VENTO DEI CARAIBI di Tiana Leone (Emma Books)

Vento dei Caraibi
Autrice: Tiana Leone
Genere:  Storico
Ambientazione:  Londra, Giamaica, Charleston 1700
Pubblicazione: Emma Books, 9 Novembre 2016, pp.287  
Livello sensualità:  MEDIO
Disponibile in ebook: solo in ebook, € 4,99

TRAMA: Londra, 1700. A un passo dalle nozze, Jada Bentley scopre una macabra verità sul suo futuro marito, un segreto che può costarle la vita. Determinata a far saltare il matrimonio e con una ricca eredità a disposizione, decide di salpare per il Nuovo Mondo. Ma imbarcarsi con l’inganno si rivela presto una scelta poco saggia, soprattutto quando Jada scopre che il capitano della nave è il freddo e autoritario Devan Ashton, corsaro al servizio di Sua Maestà re Guglielmo. Devan non è abituato a farsi imbrogliare, Jada non è abituata a cedere. Un viaggio mozzafiato che vi porterà dalla Londra degli Stuart alle sontuose ville di Charles Town, fino agli esotici scenari giamaicani nel cuore dei Caraibi, in un crescendo di avventura e passione.


Fin da piccola ho amato i libri di Emilio Salgari: il ciclo dei pirati della Malesia e quello dei Corsari, ma per qualche strano meccanismo mentale non sono mai riuscita ad apprezzare i romance con protagonisti vascelli, arrembaggi e avventure marinare.
Quando la collega blogger Adele mi ha invitato a leggere questo ebook, ho accettato con riserva. L’ho lasciato sul reader per diversi giorni, preferendo altri titoli usciti nello stesso periodo. Infine a Milano durante Bookcity ho conosciuto Tiana Leone, le stelle evidentemente mi stavano gentilmente suggerendo quale sarebbe stato il prossimo titolo da leggere.
Tutta questa introduzione per dire che anche se ho conosciuto l’autrice e il libro mi è stato consigliato da un’altra autrice che ne ha curato l’editing, non era un romanzo storico che mi ispirasse particolarmente.
Mi sono dovuta ricredere la storia è avvincente, ben scritta e i personaggi sono reali, ti ritrovi a immaginarli in carne e ossa vivere, soffrire e combattere mentre il destino tesse le sue trame.
Jada Bentley rimasta orfana si trova costretta da una zia avida e calcolatrice ad accettare la proposta di matrimonio di un nobile ambiguo, che lei sospetta colpevole di uxoricidio, dopo aver letto di nascosto il diario della defunta moglie. L’unica opzione per la nostra protagonista è la fuga verso le colonie, dove il padre le ha lasciato in eredità una piantagione acquistata insieme a un socio e amico. Disperata e senza soldi, si imbarca travestita da mozzo sul vascello di Devan Ashton, un nobile che alle ipocrisie della corte inglese ha preferito il mare, ritrovandosi come il padre prima di lui a servire la corona, diventando un corsaro.
Il travestimento regge fino a un certo punto, Devan si accorge che sotto gli stracci e la sporcizia del mozzo si cela una ragazza coraggiosa e accetta di deviare dalla rotta iniziale per accompagnarla a Charles Town sana e salva.                                                                         
Jada non oppose resistenza. La bocca di Devan Ashton si mosse sulla sua con una passione che le tolse il respiro .La lingua di lui rivelò un’audacia così eccitante, così sconosciuta, che le fece tremare le gambe. Sapeva di buono e anche di liquore. Sapeva di uomo. Le sue braccia, dure come acciaio, la stringevano in una morsa impedendole di liberarsi. Sarebbe svenuta, se lui non l’avesse sorretta. A un certo punto lui la guidò fino alla cuccetta e Jada si ritrovò sdraiata senza che se ne rendesse conto. La testa le vorticava in preda allo stordimento e quando Ashton si puntellò su un palmo, si accorse con orrore di avere la camicia aperta e i seni esposti al suo sguardo bruciante.Fu allora che si rese conto di cosa lui intendesse fare ed ebbe paura: la paura di chi non ha mai conosciuto un atto fisico tra uomo e donna. «No» articolò con voce strozzata, avvicinando con furia i lembi della camicia per coprirsi.Rotolò verso il lato opposto della cuccetta, ma lui non si lasciò cogliere di sorpresa e la afferrò al volo per i polsi, imprigionandola con il suo corpo possente.«Tu mi vuoi, Jada. E io voglio te.»La sua voce era un roco mormorio contro la bocca, la sua barba ispida le pizzicava il mento. Le carezzò i capelli con dolcezza e si chinò per baciarla di nuovo, ancora più a fondo, ancora più intensamente.Passione e paura si mescolarono nel petto di Jada.Un piacere sconosciuto risvegliò parti del suo corpo che lui non aveva ancora sfiorato. Anelava quel tocco un po’ rude e mascolino, ma al contempo voleva, doveva negarsi.Lui si chinò per prendere un capezzolo tra le labbra: lo succhiò, ne titillò la punta con la lingua fino a farla gemere. Dopo, con la stessa sensuale dedizione, si dedicò anche all’altro seno, saggiandolo a coppa con la mano aperta. Quelle dita forti, lunghe e ruvide sembravano roventi sulla sua pelle.Poi le sfiorò il ventre, la sua mano esperta scivolò sotto l’ombelico.Jada si irrigidì e sbarrò gli occhi per la paura, ma lui non vi fece caso. Le posò un bacio fugace sulle labbra e si sollevò per togliersi la camicia e slacciarsi i calzoni.Fu in quel momento che lei rinsavì e scattò indietro prima che lui potesse frenarla. Balzò giù dalla cuccetta e raggiunse la scrivania.
«Statemi lontano o chiamo aiuto» disse con voce tremante, brandendo il cannocchiale che aveva afferrato dal ripiano. Le sembrò che il rumore del suo cuore fosse più forte delle sue parole. Le gambe rischiavano di cedere. Ashton si rimise in piedi, il petto nudo e i calzoni aperti sul bassoventre cosparso di peluria bruna. La fissava esterrefatto. Poi rise roco, passandosi una mano tra i capelli corvini, con l’aria rassegnata e incredula di chi ha perso una battaglia contro un avversario irrilevante. Si riabbottonò le braghe e lo sguardo che le lanciò subito dopo fu ambiguo ma profondo. Jada vi lesse qualcosa di simile alla tenerezza, alla comprensione, e provò un doloroso languore al centro del petto. Trattenne l’impulso di tornare tra le sue braccia. Poco prima di abbordarla, teneva avvinghiata contro il petto Lionela. Calò un silenzio pesante, che fu interrotto dai rintocchi della campana di bordo.  Ashton afferrò la camicia e la indossò, quindi uscì svelto dalla cabina.           
Quello che potrebbe sembrare l’epilogo del romance e il momento del giusto happy end, è invece l’inizio di una travagliata storia di amore, gelosia e abbandono dei nostri due protagonisti, un 
percorso impervio e denso di avvenimenti giocato tra la costa della Carolina e la Giamaica, tra i tradimenti dei compagni di avventura e la guerra contro gli Spagnoli per i domini d’oltreoceano.
Le pagine scorrono rapide, la scrittura dell’autrice è sciolta, disinvolta e fluida ma ricca nelle descrizioni dei paesaggi e accurata nel tratteggio psicologico dei vari personaggi. Jada, la protagonista, è una giovane donna coraggiosa e idealista, alla ricerca di un luogo da considerare casa, un posto dove ricominciare a vivere la propria vita. Il libro ci porta a condividere le sue scelte, a tifare perché arrivi anche per lei il momento di amare ed essere amata. Devan è tutto ciò che un eroe romantico dovrebbe essere: nobile, affascinante, avventuroso ma con anche quel pizzico di canaglieria alla Rhett Butler, che me lo ha reso irresistibile.
Il Vento dei Caraibi a mio parere è un’ottima opera prima, un buon inizio per una giovane scrittrice che spero di poter leggere al più presto con una nuova storia romantica, movimentata e ricca di avventura e sentimento.







CHI ERANO I CORSARI?
La pirateria è la forma marittima del brigantaggio e al pari del brigantaggio fu avvertita nei secoli come un fenomeno molto grave, da combattere anche utilizzando forze straordinarie. I Romani organizzarono a più riprese flotte incaricate di debellare la pirateria nel Mediterraneo e leggi speciali aggravarono le punizioni per i pirati che fossero stati catturati. Gli Arabi e i Normanni, per esempio, furono visti in un primo tempo più come pirati che come popoli che cercavano di espandere la propria area di influenza.
 Cavendish, Drake e Hawkins
 I pirati nel corso della storia si trovarono occasionalmente al servizio di stati impegnati in conflitti. La guerra per mare non era infatti condotta solo per mezzo di flotte ufficiali, con navi sui cui pennoni sventolavano regolari bandiere. Già dal 12°-13° secolo si trova traccia di navigli privati autorizzati formalmente con lettere di corsa o di marca da Stati belligeranti a partecipare ad azioni di guerra contro navi nemiche che potevano così essere depredate e distrutte. Nel tardo Medioevo compaiono tracce di attività corsare anche al di fuori del Mediterraneo e, per fare un esempio, nell’età moderna i corsari diventarono protagonisti del secolare conflitto tra Francia e Inghilterra.
Il culmine dell’attività oceanica dei corsari fu proprio raggiunto durante il regno della regina inglese Elisabetta I, nella seconda metà del Cinquecento. Francis Drake, Walter Raleigh, John Hawkins condussero con grande efficacia la guerra corsara contro gli Spagnoli per conto della sovrana, che aveva parte nella divisione del bottino. Le flotte corsare furono attive per tutto l’Oceano Atlantico e specialmente nel Mar delle Antille, da cui controllavano le rotte dei convogli nemici. I corsari erano dunque una particolarissima specie di soldati, non solo semplici ladri. 
Nelle isole caraibiche i corsari vennero definiti in più modi. I bucanieri erano così detti dal boucan, nome indigeno di uno strumento utilizzato per affumicare la carne. In origine essi erano europei dediti all’agricoltura e alla caccia di buoi selvatici, che intorno al 1630 vennero in urto con gli Spagnoli. Presero allora l’iniziativa di allestire una flotta con cui combatterono la Spagna spesso in alleanza con l’Inghilterra. In un primo periodo li capeggiò il leggendario Henry Morgan, e alla fine del Seicento erano attivi anche nel Pacifico. L’attività dei bucanieri fu strumento importante per l’instaurazione delle colonie inglesi, francesi e olandesi nelle Indie Occidentali. Essi furono anche definiti filibustieri, da un termine spagnolo, filibustero (che derivava da un’espressione olandese), che significa «avventuriero», «predone».
La guerra di corsa scomparve di fatto già nel Settecento. Non invece la pirateria che venne combattuta nel corso del 19° secolo dagli Inglesi in Estremo Oriente, Malesia, Cina, Borneo, e che ancora oggi in quelle stesse aree provoca pericoli e danni. (Fonte: Treccani)
*****
L'AUTRICE
Tiana Leone, 27 anni, vive a due passi dal mare in una casa piena di libri, e adora fare passeggiate sulla spiaggia quando è in cerca di ispirazione. Ha scoperto l’amore per la scrittura alla tenera età di otto anni, quando le regalarono la prima macchina da scrivere. Scrive perché non può farne a meno e perché ogni storia, ogni personaggio, la implora di venire alla luce. Con Vento dei Caraibi esordisce con Emma Books.

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3 commenti:

  1. Grazie di cuore per aver letto e commentato Vento dei Caraibi. Dietro questo romanzo c'è un accurato lavoro durato mesi, sono felice che abbiate apprezzato.

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  2. Complimenti a Tiziana. La presentazione è veramente bella e mi invoglia a leggere questo romance, tanto più che amo il genere storico. Non ho molto tempo in questi giorni ma lo farò presto! Ciao da Micaela

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  3. Una nuova penna storica e anche valida? Le darò una chance

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