La Stagioni del Cuore presenta...TORNERO' di Emiliana De Vico


PER QUESTI GIORNI DI FESTA ABBIAMO PENSATO DI FARVI UN REGALO... ECCO UN BEL RACCONTO HOT DI EMILIANA DE VICO CHE SICURAMENTE NON VI LASCERA' INDIFFERENTI... BUONA LETTURA!

Attenzione! Per gli argomenti trattati questo racconto è riservato ad un pubblico adulto.



Tornerò, te lo prometto. Dammi solo un po’ di tempo per sistemare le cose. Mi bastano pochi mesi. Niente più litigi, promesso. Ti amo, mio drago.

Con quel messaggio nella mente, e nella memoria del telefonino, Missy era andato avanti giorno per giorno. Un po’ strisciando, molto rassicurandosi. Tutto si sarebbe risolto, si diceva con la razionalità degli uomini innamorati mentre i giorni si allungavano in settimane.
Si preparava ogni sera per incontrarlo. Solo che lui non arrivava mai. Gli aveva mandato dei messaggi a cui lui aveva solo risposto con degli emoticon. Aveva smesso non sopportando l’indifferenza. Meglio l’assenza che la finta presenza.
Iniziò le solite manovre di rito.
Siero opacizzante. Ok
Colla per le sopracciglia. Fatto.
Strato di fondotinta. Più che abbondante.
Sfumature. Perfette.
Cipria. Come se non ci fosse un domani.
Barba. Non ce n’è neanche un filo.
Missy spuntò mentalmente tutte le fasi del trucco. «Stasera sembro una gatta» si complimentò. «Il verde mi dona più del blu, non trovi?» chiese alla collega.
«Fammi controllare. Dovresti fare un tratto di matita verso l’alto. Ecco, così. Vedi? Alza la palpebra e allunga l’occhio, micia» le disse Flavia guardandolo con attenzione.
«Allora lascio perdere l’ombretto blu?» Missy avrebbe voluto tornare a specchiarsi, invece Flavia lo teneva fermo, così poté studiare l’amica. Lei aveva utilizzato l’oro, il nero e il rosso. L’iride scura resa opaca dalla polvere di kajal. Non avrebbe mai imparato a truccarsi così bene.
«Come mai tutta questa attenzione? È un’esibizione come tante. Sai, scemona, ti trovo un bel po’ cambiata.»
Si negò alla sua presa tornando a cotonarsi la parrucca. «Sono solo stanco.»
Flavia si volse verso lo specchio che condividevano, così come i trucchi e i pennelli. Aveva indossato una tuta di pelle nera. Una striscia sul seno e una sul sedere tenute insieme da catenelle dorate. «Ad agosto si lavora sempre tanto. Abbiamo fatto gli straordinari in questo ultimo periodo ma passate le ferie estive potrai riposare di più ma se ne senti davvero il bisogno chiedi dei giorni di riposo.»
Missy le aveva invidiato il corpo snello, molto meno muscoloso del suo. E la barba rada e chiara che aveva bisogno di pochi ritocchi. Lui invece era costretto a cerette dolorose o a sedute di trucco lunghissime per coprire l’alone della ricrescita, e non sempre ci riusciva. «Non posso semplicemente starmene a casa. Ho bisogno di soldi.»
«Ancora la tua ex moglie tra le palle?»
«No, lei sembra essersi messa l’anima in pace.» Aggiunse un altro po’ di fard sulle guance, tanto per fare qualcosa e poter parlare con l’amica.
«Dimmi la verità. Stasera ci sarà lui tra gli spettatori? Francesco viene da te? Da un po’ di tempo non ne parli più. Pensavo che l’ultima lite fosse stata quella decisiva.»
Missy abbandonò il pennello. Stare spalla a spalla con Flavia era la normalità. Lo specchio gli diceva che era pronto per la serata. Gli occhi invece erano persi tra i colori del trucco. «Mi ha assicurato che farà di tutto per tornare da me. Mi ha promesso che avrebbe risolto al meglio con la sua donna. L’università è chiusa in estate e quindi non deve essere impegnato con le lezioni. Eppure non si fa sentire.»
«Credi ancora alle solite promesse? Tu, per primo hai mentito ad altri. Ragiona, Missy, Le parole che ci dicono mentre ci fottono sono micidiali. Non ascoltare mai la voce dell’uomo che ti scopa. Abbiamo un filo conduttore che dal culo ci arriva dritto al cervello.»
«Perché non dovrei? Lui è diverso.»
«La vostra è stata solo una storia di sesso durata troppo a lungo. Se ne è andato offendendoti. Le esperienze passate ti hanno dimostrato che non tornerà. Se ne starà a casa con la sua famiglia. Quante volte hai desiderato una relazione vera e quante sei stato deluso?»
«Stai zitta!» Con un bastoncino si tamponò l’angolo di un occhio. Il verde dell’iride era immenso. Le ciglia finte, lunghissime e nere, si aprivano a ventaglio. Anche la parrucca che aveva scelto quella sera gli stava da Dio: un caschetto nero con frangia sugli occhi. Una catenella di strass gli scendeva sulla tempia e un gloss rosso scuro rendeva sanguigne le labbra che aveva disegnato e ingrandito con una matita.
«Sai che è vietato innamorarsi dei clienti. Puoi scopartene quanti ne vuoi, anche più di uno e insieme, ma mai amarne uno.»
«Non lo amo, Flavia. Lo desidero. Lui… mi fa vedere il mondo da un’altra prospettiva.»
«Sì, certo. Quando ti scopa a pecorina, vero? In quel momento il pavimento ti sembra tutta un’altra cosa.»
No, sono le sue mani che mi toccano, i suoi dolci occhi castani che mi amano, la sua voce profonda che mi scioglie. Non è un sesso duro ciò che desidero ma un cuore tenero che mi accetti. «Senti come puzzano le scarpe dei Martina. Se non si decide a cambiarle o lavarle gliele butto via» disse per cambiare discorso.
«Oh, ma dai. Con tutti gli ormoni femminili che assume è il minimo che possa succedergli. Sai che è convinto di avere anche il ciclo mestruale?»
Missy si guardò attorno. Più che un camerino era una stanza pre bagno. Gli appendiabiti erano pieni di vestiti colorati per gli spettacoli; i boa pendevano alla fine, alcuni spelacchiati dall’uso, altri ancora gonfi e pieni; i trucchi sparsi sul tavolino sotto lo specchio. Una luce diretta illuminava le facce dei performer che si avvicendavano durante le serate.
«Siamo in ritardo, Missy. In pratica siamo le ultime, questa sera. Sbrigati o ci scipperanno i clienti migliori.»
«Sono pronta, andiamo. Però devo parlare con il capo, prima di darmi da fare.»
«Sai dove trovarlo» gli disse Flavia tenendogli aperta la porta.
Respirò l’aria festosa del grande salone e socchiuse gli occhi alle luci colorate sparate ad altezza d’uomo. Sapeva muoversi con sensualità, cantare con emozione, ballare su zeppe dal tacco quindici. Si aggiustò il seno di silicone che indossava sempre durante gli spettacoli. La colla gli pizzicava un capezzolo e gli slip contenitivi schiacciavano le parti del corpo che una donna non avrebbe dovuto avere.
«Ci sono passata anch’io, stellona. Gli uomini sono tutti uguali» gli sussurrò all’orecchio Flavia.
«Non credo. È uno stereotipo pensare che…»
«Non capisci che ti sta usando? Quando vuole una santa scopata la pretende da te. Quando vuole qualcuno accanto, va dalla moglie.»
«Come fa il tuo pappone?... Oddio, Flavia, scusami.»
«Senti, Missy. Balla e divertiti. Portati a letto il più bell’uomo della serata e scordalo» gli disse prima di allontanarsi. ...

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BUONA FESTA A TUTTE!


1 commento:

  1. Avevi ragione, bellissimo. Faccio un giro nel suo profilo fb. Grazie.

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