POTEVAMO LASCIAR PASSARE HALLOWEEN SENZA REGALARVI UN DOLCETTO (O FARVI UNO SCHERZETTO)? CERTO CHE NO! ECCOVI ALLORA UN RACCONTO DI LAURA INZERILLO GIUSTO GIUSTO PER L'OCCASIONE ( ALLO SCHERZETTO PENSEREMO UN'ALTRA VOLTA!)...DA LEGGERSI RIGOROSAMENTE AL CALAR DELLA SERA...ENJOY!
1
Le foglie secche
scricchiolavano sotto le sneaker di Romina. Sbuffò e infilò le mani nelle
tasche del giubbino. La borsa di tela le colpiva il ginocchio sinistro ad ogni
passo; poi girò l’angolo e vide Chiara seduta ad aspettarla.
«Ciao Chiara»
«Ciao Romi » la salutò
dandole un bacio sulla guancia. «Pronta ad accompagnarmi a fare shopping?!»
«Certo…ma cosa devi
comprarti?!» le chiese camminandole affianco con le mani in tasca.
Chiara sgranò gli occhi
e guardando quelli nocciola con le pagliuzze scure dell’amica esclamò:
«Ma come?! Non ti
ricordi che domani c’è Halloween?!»
«Ah…già è vero…»
«Non metterci troppo
entusiasmo, mi raccomando?!» la prese in giro fermandosi accanto al semaforo.
Romina sbuffò e
guardando il cerchietto rosso dall’altra parte della strada borbottò:
«E’ che…quest’anno non
mi va di festeggiarlo…»
Chiara sospirò e
poggiando una mano sul braccio dell’amica la rassicurò:
«Lo so che stai vivendo
un momento difficile. Tra i tuoi, che si stanno separando, e Luca, che ha
pensato bene di lasciarti, anche se, fattelo dire, non dovresti più pensare a
lui dopo quello che ti ha fatto passare sei mesi fa, quindi…»
Romina la interruppe:
«Lo so che è passato
tanto tempo ma è… – fece una pausa seguendo l’amica sulle strisce pedonali e
concluse quando furono di nuovo appaiate – E’ l’uomo che continuo ad amare,
insomma ero convinta che ci saremmo sposati»
«Ma Romi! – esclamò
guardandola con gli occhi spalancati e la redarguì facendo un smorfia alla fine
del suo discorso – Abbiamo solo ventisei anni! Abbiamo tutto il tempo per
pensare al…matrimonio»
Romina sorrise vedendo
l’espressione dell’amica e scuotendo la testa la rimproverò bonariamente:
«Prima o poi capiterà
anche a te di innamorarti di qualcuno, con cui vorrai passare il resto della
tua vita»
«Poi, poi. Ora sono
libera come quel gabbiano lì – si interruppe per indicare con il braccio
l’animale in volo sulla cresta del mare e concluse con voce maliziosa – Voglio
essere libera di andare da un porto all’altro»
Risero insieme, poi
Chiara si fermò davanti alla vetrina di un negozio di scarpe e Romina spostò lo
sguardo verso il mare. Il gabbiano era ancora lì a volare nel cielo grigio di
ottobre, anche Romina desiderò la stessa libertà di quel gabbiano per poter
fuggire da casa sua, dove tutto era deserto e si sentiva sua madre parlare
appena, perché non voleva ancora accettare che suo marito si fosse innamorato
di un’altra più giovane. Avrebbe anche voluto sbarazzarsi del ricordo di Luca.
Dei suoi magnifici occhi grigi, che con decisione osservavano e commentavano le
cose del mondo. Il gabbiano planò e scomparve alla sua vita costringendola a
tornare alla realtà.
Chiara la stava già
guardando da un po’ in attesa dell’interruzione dei suoi pensieri e, quando
l’amica spostò lo sguardo su di lei, le chiese con un mezzo sorriso:
«Allora, domani mi
accompagneresti alla festa di Halloween che mio zio ha organizzato nel suo
pub?»
«Non mi va, Chiara»
bisbigliò buttando un occhio alle scarpe esposte.
«Uffa!» esclamò
allontanandosi dall’amica con il mento rivolto verso l’alto.
Romina scosse la testa,
accelerò il passo e quando la raggiunse le spiegò:
«Non devi fare così
Chiara…Non me la sento di venire a questa festa»
Romina abbassò lo
sguardo sulle snaker bianche e nere e camminando lentamente le confessò a bassa
voce irrigidendo le spalle:
«Mi manca da morire,
anche se sono passati sei mesi»
Chiara si fermò davanti
all’amica, interrompendo la sua lenta camminata, con una mano le tenne la
spalle e con l’altra le sollevò il mento. Quando i loro occhi si incontrarono,
Chiara la rassicurò:
«Se verrai a questa
festa di Halloween, sarà un modo per distrarti e non pensare a tutti i tuoi
problemi. Poi in mia compagnia non potrai che divertirti»
Romina sorrise con le
lacrime agli occhi e Chiara insistette tenendole le spalle con le mani:
«Dai, accompagnami»
Romina sospirò e studiò
gli occhi blu dell’amica, che trasmettevano la preoccupazione che Chiara
provava per la sua situazione e anche la sua convinzione che la festa l’avrebbe
sicuramente distratta; così a Romina non restò che rispondere:
«Va bene, ti
accompagno»
«Evvai!» esclamò
saltellando per un secondo.
Quando smise di gioire,
Chiara la prese per mano e la trascinò in giro per negozi alla ricerca
dell’abito giusto per Halloween.
2
La freccetta creò un
riquadro azzurro evidenziando diversi file; poi Giorgio schiacciò il tasto
destro del mouse e spostò i documenti da
un’altra parte del computer. La porta alle sue spalle si aprì e subito dopo
Giorgio sentì una presenza alle sue spalle, così affermò:
«Il tempo che il
computer si spenga e ho finito»
«Bene, bene – commentò
Franco, poi lo avvisò – Cristina è di là impaziente di cominciare la sua opera»
Giorgio girò la testa e
vide il suo capo vestito con un frak scuro, i capelli lucidi e tirati indietro
e il trucco intorno agli occhi, che faceva risaltare il rivoletto di sangue
nell’angolo della bocca.
«Mamma mia! La nostra
segretaria è proprio una brava truccatrice» ammise alzandosi dalla sedia
imbottita.
«Pensa che non vede
l’ora di truccare te, ma sei proprio sicuro di volerti travestire da zombie?!»
gli urlò dietro, dato che era già uscito dalla stanza.
Giorgio tornò sui suoi
passi e poggiandosi allo stipite della porta gli rispose:
«Con questa carnagione
cadaverica farò lavorare poco Cristina. E poi se non si scherza sui propri
punti di forza ad Halloween»
Franco rise, mentre
Giorgio si diresse verso la reception, che si era trasformato in un salone di
bellezza. La segretaria era china sulla collega intenta a truccarla con un
pennellino, mostrando il suo fisico atletico stretto in un abitino rosso scuro.
«Uaoh! Sei stupenda!»
esordì Giorgio ammirando la bellezza della segretaria.
Cristina con il
pennello a mezz’aria sul viso della collega gli chiese muovendo la sua chioma
fluente, da cui fuoriuscivano due corna rosse:
«Ti piaccio?»
«Molto!» ammise osservando
la donna, che era tornata al trucco.
«Il diavolo è il
personaggio che si addice di più alla nostra Cristina» constatò Franco
poggiando una mano sulla scrivania della reception.
Cristina interruppe il suo lavoro, si voltò
verso i due uomini facendo loro la linguaccia. Giorgio e Franco risero, mentre
Cristina tornò a concentrarsi sul viso della collega e ordinò ad uno di loro:
«Giorgio! Vatti a
cambiare perché se non vedo l’abito non riesco a immaginarmi il trucco.»
«Subito, capo» rispose
con tono ironico.
Tornò in ufficio, afferrò
il borsone abbandonato sotto l’appendiabiti, aprì la cerniera e tirò fuori i
vestiti che aveva scelto per interpretare il personaggio.
Guardandoli Giorgio
ridacchiò all’idea di partecipare ad una festa di Halloween. Erano anni che non
ci andava; per l’esattezza l’ultima volta era stato il suo primo anno di
università. Poi per una cosa e per un’altra non lo aveva più festeggiato. Si spogliò dei suoi vestiti, mentre rifletteva sull’imminente
serata. Se non fosse stato per Franco, che voleva sfruttare Halloween per
festeggiare il suo agognato divorzio, anche quell’anno non l’avrebbe
festeggiato. Era sempre troppo preso a far carriera. Finalmente a ventinove
anni era riuscito a strappare un contratto di tre anni, il più lungo di tutti
quegli anni di lavoro. Ora poteva finalmente pensare a divertirsi.
Giorgio indossò un paio
di jeans stracciati sulle ginocchia e una vecchia felpa, che aveva utilizzato
per tinteggiare il suo nuovo appartamento. Infilò gli altri vestiti nel
borsone, che si issò sulla spalla, strappò dal piolo dell’appendiabiti il suo
giubbotto dirigendosi verso la reception. Dopo aver mollato quello che aveva in
mano sul pavimento, esordì:
«Sono pronto a
diventare uno zombie.»
Cristina ridacchiò e
distolse lo sguardo dai suoi trucchi per posarlo sull’uomo. Studiato
attentamente gli ordinò chinando la testa verso gli ombretti:
Giorgio prese posto
sulla sedia davanti a lei, mentre Franco e l’altra segretaria stavano
chiacchierando gioiosamente. Cristina si girò verso di lui con una matita in
mano e gli disse:
«Guarda su.»
Giorgio eseguì ogni
ordine della donna, che con sapienza usò ombretti e pennelli con maestria.
Allontanando il pennellino per le labbra dal suo viso, Cristina prese uno
specchietto e tendendoglielo affermò:
«Spero di essere
riuscita a trasformarti in uno zombie.»
Giorgio si specchiò
sorprendendosi del suo cambiamento. Il suo consueto pallore era accentuato
dalle sfumature scure, che allo stesso tempo risaltavano i suoi occhi verde
scuro; le labbra sembravano blu e sotto i capelli biondo cenere, sparati di qua
e di là, aveva due buchi al posto delle tempie.
«Questa sera
terrorizzerò proprio tutti!» esclamò ridendo insieme agli altri.
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