PARADISE VALLEY di Patriza Ines Roggero - Recensione




 Autrice: PATRIZIA INES ROGGERO
Genere: Storico
Ambientazione: Nord America, Territori del Montana, anno 1885
Livello di sensualità:  ALTO
Pubb. Italiana: autopubblicato su Amazon
Parte di una serie: 1° libro serie Paradise Valley
Disponibile in e-book: Sì, solo in e-book

TRAMA: Sullo sfondo delle vaste praterie del Montana di fine '800, al tramontare dell'epoca d'oro dei cowboy, prende vita la storia di Jonathan e Abigail. Un amore segreto, un passato doloroso, un futuro incerto.
Jonathan Shelley è un mezzosangue lakota che, per sfuggire ai ricordi di un passato doloroso, lascia la Grande Riserva Sioux e torna nel Montana, dove lo aspettano le terre che suo padre gli ha lasciato in eredità. Lì ritrova i parenti e gli amici d’infanzia, tra i quali Abigail Foster ed è proprio di lei che s’innamora. Il loro è un amore difficile, il giudizio della gente costringe Abigail a voler mantenere segreta la loro unione, il sangue misto di Jonathan rappresenta per lei una vergogna, pur nutrendo per lui sentimenti sinceri.


Ho letto questo romanzo attirata dall’ambientazione western e dal tema affrontato: l’amore difficile e tormentato fra un mezzosangue e una ragazza americana di buona famiglia. Purtroppo ne sono stata alquanto delusa. Le cose positive di questo romanzo, infatti, si riducono unicamente all’ambientazione, piuttosto originale per essere un romance italiano, e all’ottima ricostruzione storica.
La narrazione è pesante. Ammetto di aver fatto fatica ad arrivare alla fine, nonostante non fosse un romanzo particolarmente lungo. Le vicende narrate, al contrario, si susseguono velocemente. Troppo velocemente. Al punto che le azioni dei personaggi non vengono sviluppate adeguatamente.
Per esempio, l’amore fra Jonathan e Abigail, i protagonisti, sboccia all’improvviso, senza che se ne capisca il motivo. Fino a un attimo prima lui soffriva atrocemente per la morte della moglie, trastullandosi però con la tenutaria del bordello della città, e un attimo dopo, per aver scambiato poche parole con Abby che gli cura una ferita da arma da fuoco, si ritrova perdutamente innamorato di lei. Colpo di fulmine? Non credo, visto che i protagonisti si erano già incontrati più volte e lei era già follemente innamorata di lui, anche in questo caso in maniera inspiegabile, dal momento che i due personaggi appena si rivolgono la parola per pagine e pagine.
Per non parlare di Matt, personaggio secondario ma di rilievo all’interno del romanzo, e di Jane che dovrebbero vivere una storia d’amore che in realtà è inesistente: se ne accenna all’inizio, mettendo in evidenza la difficoltà da parte di lui a dichiararsi e lasciando intendere che la loro storia avrà uno sviluppo, ma poi per il resto del libro di Jane non si parla più finché non si scopre che lei e Matt hanno deciso di sposarsi. Non vi sembra che manchi qualcosa? Ecco, in realtà ciò che più mi ha delusa è proprio la mancanza del sentimento d’amore. Non parlo di scene di sesso, quelle ci sono e anche in abbondanza. No, sto parlando di amore. Si presuppone che un romance ne sia pregno. Be’, non in questo caso.
Prendiamo Abigail, la protagonista. A voce si dichiara innamoratissima di Jonathan eppure si rifiuta di sposarlo. Ora, vi chiederete quale possa essere il grave ostacolo alla loro unione. Forse Matt, lo zio di Abigail, si oppone? No, affatto. Fin dalle prime pagine lui ha un colloquio con Jonathan in cui gli concede la sua benedizione, nel caso voglia fare sul serio con la nipote. L’unico e solo impedimento alla loro felicità è che lei si vergogna di far sapere a tutti che sta con un mezzosangue. Altruistico da parte sua, vero? In effetti, Abby si presenta lungo tutta la durata del romanzo come una ragazza vuota e superficiale, interessata solo a se stessa. Non c’è una sola scena in cui lei, vedendo le umiliazioni che Jonathan è costretto a sopportare di continuo, prenda le sue difese, anche solo con una parola di conforto.
Si può chiamare amore questo?
La cosa assurda è che Abby dichiara anche di non voler avere figli da lui, per paura che crescano come degli emarginati, e poi intrattiene con il mezzosangue una relazione sessuale che va avanti per un anno intero. In un’epoca in cui i metodi contraccettivi sono piuttosto carenti, come pensava di evitare di restare incinta, come effettivamente accade? Probabilmente pensava che i bambini li portasse la cicogna!
Inoltre, proprio per il fatto che la sua relazione con Jonathan viene tenuta nascosta, la nostra Abby si sente libera di amoreggiare col cugino del suo amante, innamorato perso di lei. Balla insieme a lui alle feste, nonostante a Jonathan venga proibito di partecipare e lei sappia perfettamente quanto la cosa lo faccia soffrire, e si lascia persino baciare da lui per ben due volte, sostenendo di non averlo potuto evitare e che la colpa non fosse affatto sua. Vorrei far notare che il povero Steve non compie nessun atto di violenza, la bacia dopo averle dichiarato il suo amore e lei lo incoraggia, quindi si lascia baciare una seconda volta.
Inutile sottolineare il fatto che il personaggio di Abigail non mi è piaciuto affatto. Come ci si può immedesimare in un personaggio del genere o trovarlo anche solo simpatico? Ho apprezzato di più Dorothea, la tenutaria del bordello, almeno lei è una puttana per mestiere e non si fa problemi a vivere alla luce del sole la sua relazione con Jonathan.
In quanto al nostro eroe, ho provato sentimenti contrastanti per lui. Da una parte una forte pena e dall’altra una rabbia profonda per il fatto che si lasciasse trattare in quel modo da Abby. Un briciolo di orgoglio in un uomo ci deve essere, altrimenti diventa uno zerbino! Solo nel finale si riscatta e ovviamente viene dipinto come un essere malvagio, quando invece aveva tutte le ragioni dalla sua parte.
Peccato perché questo avrebbe potuto essere un bel romanzo, se solo l’autrice avesse costruito un personaggio femminile migliore. Mi auguro che un giorno l'autrice vorrà riscriverlo, dando ad Abby caratteristiche più “umane” e facendo di lei una donna dolce e coraggiosa, al punto da lottare per il suo amore.



PER LEGGERE PROLOGO E PRIMO CAPITOLO DI QUESTO LIBRO 





Da leggere nella serie Paradise Valley
1. Paradise Valley – Il destino e l’amore
2. Paradise Valley – Gelosia e orgoglio
3. Paradise Valley – La resa dei conti

L'AUTRICE
Patriza Ines Roggero è nata a Genova nel 1979 e vive in una casa molto colorata, dove non manca mai un po' di musica e un buon libro. Divide la vita con il marito,una figlia e una coppia di simpatici bassotti nani. E' una scrittrice sempre occupata a inventare nuove storie che riescano a emozionarla e un'amante del romance storico. Le piace immergersi in tempi lontani e tessere la trama sulla magia che li avvolge.
VISITA IL SUO SITO:
 http://patriziainesroggero.blogspot.it/


TI PIACEREBBE LEGGERE QUESTO LIBRO? TI PIACCIONO LE STORIE AMBIENTATE NEL FAR WEST AMERICANO? L'HAI GIA' LETTO? COSA NE PENSI?

20 commenti:

  1. Mi è dispiaciuto leggere questa recensione perché a me invece questa serie è piaciuta molto! in realtà sono tre libri che facevano parte di un unico libro, quindi la storia prosegue legandosi al libro precedente. Il terzo è il più bello, perché tutti i contrasti si risolvono e il loro amore può finalmente mostrarsi alla luce del sole. Il primo, comunque, l'ho trovato molto interessante, sia perché non sono abituata a queste ambientazioni e il modo in cui l'autrice l'ha presentata e i termini specifichi che ha usato hanno attirato la mia attenzione, sia perché mi è piaciuto proprio il fatto che sia riuscita a rendere bene il loro amore senza parlare troppo del sesso. La passione (secondo me) si vede e si sente molto bene. Era da un po' che un romance non mi piaceva così ;) l'unica cosa su cui concordo è il fatto che Abbie all'inizio si vergogna fin troppo di lui. Ho provato ad immedesimarmi in quella situazione per nulla semplice e, anche se è stato difficile, ho comunque un po' compreso quello che intendeva. Posso dirti di continuare a leggere perché nei prossimi due il tutto si evolverà in meglio e il suo atteggiamento ovviamente non sarà sempre questo ;)

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    1. Grazie per il commento Jess che ci aiuta a capire che i punti di vista e le aspettattive su uno stesso libro possono essere diverse. Sono sicura che chi ci legge terrà presente anche del tuo parere. CIao.
      Fracy

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    2. Questa è una prova del fatto che i gusti possono variare molto da lettrice a lettrice. Ti ringrazio anch'io per aver espresso il tuo parere, Jess, perché le varie opinioni arricchiscono il blog e aiutano meglio le lettrici a farsi un'idea. Vorrei precisare solo una cosa: secondo me non mancava la passione fra i protagonisti, mancava l'amore. Per lo meno da parte di Abby. Mi auguro che nei libri successivi le cose cambino e che il personaggio maturi. Però da quello che ho letto non la posso considerare una donna innamorata. Proprio non ci riesco.

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    3. Sì, forse nei libri successivi ci riuscirai maggiormente, anche se il suo amore è comunque sempre condizionato dalle ostilità della gente verso i mezzosangue (molto meno nell'ultimo). Mi dispiaceva che non avesse ottenuto il punteggio di altri romance americani che io invece ho trovato un po' scialbi perché spesso gli autori italiani vengono messi al di sotto degli autori americani, invece in questo caso mi sembrava che meritasse più di altri :) al contrario di Anonimo, invece a me sembra che gli autori italiani vengano in generale considerati molto inferiori, come se essere americani fosse una spinta in più (a parte alcune eccezioni che su questo blog compaiono spesso)

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    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. L'ambientazione è una delle mie preferite, perché anche fra quelli tradotti dalle CE non ce ne sono molti di questo tipo, ed io sono una divoratrice di storici (ed M/M). Anche il protagonista sangue misto mi fa impazzire, ma è bastata l'ultima riga della trama per capire che la parte romance non è trattata come vorrei, dove specifica che Abigaile si vergogna del suo uomo.
    Mi fa piacere vedere che le vostre recensioni sono imparziali, che non date 5 stelle a tutte le scrittrici italiane, come fanno in parecchi, così so che posso affidarmi al vostro giudizio prima di acquistare un romanzo.
    Silvia71

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    1. hai mai letto la sposa dell'apache?

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    2. Ciao Anonimo,
      una cosa la voglio dire, perché non vorrei passasse un messaggio errato, Abigail è innamorata del suo uomo, ma ha paura delle conseguenze che una simile unione potrebbe portare. Bisogna provare a immaginare quel che poteva significare una relazione mista a quell'epoca, soprattutto nel Montana, soprattutto con un mezzo Sioux. Non sono passati nemmeno 20 anni dalle ultime, sanguinose, guerre con gli indiani di Cavallo Pazzo, questo dovrebbe far capire tante cose.
      Come ha già detto Jessica, questo romanzo non è nato per essere una trilogia, l'ho diviso per motivi di lunghezza e andrebbe forse valutato nel suo insieme. La storia si evolve all'interno della trilogia, come fosse, appunto, un unico romanzo.

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    3. Silvia, io la Sposa dell'Apache l'ho letto, mentre questo recensito no. Ma dalla recensione e dai commenti credo ci sia una differenza abissale. Ora non voglio fare spoiler, ma qui nella recensione si dice che Abigail si vergogna del suo amore mezzosangue, nella Sposa invece Allison si dichiara innamorata di Ramon, quello che non gli perdona è il non aver potuto scegliere lei. E' stata rapita. Il fatto che si sia innamorata non passa sopra al gesto che l'uomo ha fatto privandola della libertà. E sebbene solo alla fine Allison ha la possibilità di scegliere se stare con lui o meno, durante tutto il libro, non si vergogna mai del suo uomo, anzi, è consapevole dell'importanza che ha Ramon all'interno della tribù e ne è orgogliosa. Direi che non si possono assolutamente mettere a confronto se non per il fatto che hanno all'incirca la stessa ambientazione. Però hai ragione, è un libro che assolutamente va letto.

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    4. Alexandra, sono due storie che non hanno nulla a che vedere l'una con l'altra. Uno l'ho letto almeno 5 volte, l'altro l'ho scritto, non si possono mettere a confronto perché le trame sono totalmente diverse e anche l'ambientazione se proprio vogliamo essere pignoli.

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    5. Mi pare che è quello che ho detto. Anzi, per l'esattezza, ho usato il termine "differenza abissale".

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    6. Infatti, non potevi trovare termine più adatto! :-)

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    7. La Sposa dell'Apache di Joanne Redd, come no!! Proprio a quel romanzo pensavo quando ho letto la trama di questo, è un romanzo bellissimo, come anche "Balla col fuoco" della stessa autrice. Romanzi come quelli, però, attualmente se ne vedono pochi, siamo troppo concentrati su catene e bondage.
      Silvia71

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  3. @Silvia71: no, purtroppo non l'ho letto. Però ne ho sentito parlare molto bene e mi incuriosisce. Se un giorno dovesse uscire in seconda edizione non me lo lascerò scappare! In compenso, parecchi anni fa, ho letto "Paradiso selvaggio" di Jennifer Blake, il cui argomento era proprio l'amore sbocciato fra un mezzosangue e una donna americana. Lo consiglio a chi ama il genere.

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  4. Nn ho letto né il libro recensito, né quello nominato, però vorrei solo fare una considerazione di carattere generale sulla questione di Abigail che si vergogna dell'origine mezzosangue del proprio uomo. Secondo me, bisogna cercare di considerare qs aspetto immedesimandosi nella mentalità di allora e nn basandosi sulla ns mentalità moderna. Noi siamo avvantaggiati, abbiamo alle spalle un percorso culturale di oltre 130 rispetto ai protagonisti del libro, quello che allora era considerato scandaloso, adesso ci fa ridere o quasi. Vado un po' fuori tema, ma nn troppo, proprio stasera hanno parlato dei 40 della legge sul divorzio, divorziare 40 anni fa o anche 30 era considerato quasi un'onta, una cosa da far passare sotto silenzio, oggi, in pratica, ogni famiglia allargata conta almeno una coppia divorziata (chi nn ha un cugino, una sorella, un cognato divorziati?) e nessuno ci fa più nemmeno caso. Tornando al libro, probabilmente la protagonista teme la ritorsione classica in qs casi, cioè l'ostracismo sociale, che è temibile, ora come allora e difficile da sopportare, solo i caratteri fortissimi ci riescono e nn tutti siamo nati per essere degli eroi.

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    1. è esattamente così ;) purtroppo, perché comunque una situazione simile non era per niente bella... ma se Abbie non avesse considerato le opinioni della gente sarebbe stato poco credibile!

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  5. Ragazze, c'è un po' di confusione nei post :)
    Io sono Silvia71, quella che legge storici ed M/M, e firmo sempre alla fine dei post. Qualcuno, anonimo senza firma, ha chiesto a me se avessi letto "La sposa dell'Apache", non sono io che l'ho chiesto a voi.
    Ora, visto che è intervenuta l'autrice del romanzo recensito, vorrei dirle che comprendo la sua scelta di rendere gli atteggiamenti dei protagonisti più consoni all'epoca in cui si svolge la storia, più realistici rispetto ad altre opere, però per me un romance deve essere pregno di sentimento e passione, non di realismo. Il mercato ci offre svariate scelte, ed i soldini non sono tanti, perciò cerco di acquistare i romanzi che mi conquistano già dalla sola trama.
    Non voglio assolutamente denigrare il lavoro di nessuno, la scelta del romanzo da acquistare è solo una questione di gusti, di preferenze, a volte, stupidamente, si sceglie anche solo per la copertina.
    Comunque, a prescindere dalla trama, il fatto che non sia autoconclusivo è stato ancora più rilevante nella decisione di non prenderlo; sono stanca di leggere libri che non si sa se e quando avranno una fine. Quando vedrò la trilogia completa già pubblicata allora ci farò un pensierino.
    Silvia71

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    1. Ciao Silvia 71, sì in effetti anche io avevo fatto un po’ confusione con i due Anonimi! Tu hai assolutamente ragione, se di un libro la trama non convince, difficilmente lo si acquista, almeno questo vale per me. Quel che posso dire del mio lavoro è che non è nato per essere una trilogia ma un romanzo autoconclusivo, l’ho dovuto dividere per motivi di lunghezza, come mi è stato consigliato da un’esperta del settore. Difficilmente viene preso in considerazione un romanzo di oltre 600 pagine, se scritto da un’emergente, così ho provato a dividerlo e infatti andrebbe giudicato nel suo insieme, perché la storia tra Jonathan e Abigail evolve all’interno della trilogia come lo farebbe in un romanzo autoconclusivo.
      Non credo si possa dire che la storia tra i protagonisti sia priva di sentimento e passione, anche se il primo libro ha sicuramente una componente sensuale più alta rispetto ai due titoli successivi, dove c’è più spazio per i sentimenti, spesso contrastanti tra loro.
      Se un giorno lo leggerai, mi farebbe piacere sapere il tuo parere. La trilogia è già interamente disponibile, nemmeno a me piace troppo aspettare mesi e mesi per sapere come andrà a finire una storia ;-)

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    2. @ Patrizia Ines Roggero, sei molto simpatica, malgrado lo strapazzamento della tua opera da parte nostra :)
      Mi chiedevo giusto ieri come mai avessero separato il tuo lavoro in tre libri, io leggo romance da qualche anno, ne ho letti veramente tanti, e sono arrivata alla conclusione che più sono lunghi e più sono interessanti, perché chiaramente l'autrice ha più pagine a disposizione per far evolvere la trama. Prendo come esempio la saga "Outlander", i romanzi sono molto lunghi, ma per me che li amo è un fatto positivo, li acquisterei comunque, anche se li pubblicassero integrali come all'estero.

      Non mi sarei spaventata per un romanzo di 600 pagine, anche perché con il formato elettronico i prezzi sono più accessibili, e visto che sono già pubblicati prenderò il primo della tua trilogia.
      Lo leggerò più avanti perché ne ho tre o quattro in coda e ti farò sapere cosa ne penso, però devi promettere di non offenderti in caso di critica negativa ;)
      Silvia71

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    3. Grazie Silvia :-), figurati non mi arrabbierò se il tuo giudizio non sarà positivo! Non si può certo piacere a tutti e poi le critiche aiutano sempre a crescere, infatti non ho nulla contro la recensione di Laura, a parte le anticipazioni sulla trama che io avrei evitato, perché personalmente mi piace scoprire quel che accade in un romanzo leggendolo.
      Io sono un’amante dei romanzi lunghissimi, più c’è da leggere più sono felice, però pare che non sia pane per gli esordiente ai quali viene consigliato di rimanere entro un numero di pagine più contento, dato che così è più facile che un editore decida di investire su di lui. Credo sia proprio per una questione relativa alle spese, la stampa ha i suoi costi e non sono tempi per rischiare di fare un buco nell'acqua con un autore che magari non avrà il successo sperato... e come dargli torto?

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