L'EROINA PERFETTA? UN'IMPRESA INVENTARLA! PAROLA DI MARY BALOGH

Nella mia recente recensione di MIO DUCA di Julie Anne Long (qui), mettevo in luce il fatto che qualche lettrice avrebbe potuto trovare poco in linea con l'epoca Regency certi comportamenti dell'eroina. Sostenevo che, di fatto, se le autrici dovessero davvero essere fedeli al 100% con i costumi dei secoli passati, probabilmente ci dovremmo scordare scene d'amore tanto appassionate. I romanzi Regency a bassissimo livello di sensualità ( leggi: solo casti baci) sono quasi scomparsi dal mercato perchè decisamente soppiantati nei gusti delle lettrici (almeno negli Stati Uniti) da quelli dove la componente erotica è prevalente o che hanno un livello di sensualità piuttosto alto. Riuscire a coniugare comportamenti fedeli all'epoca descritta e gusti delle lettrici contemporanee sembra essere un'impresa tutt'altro che facile. A questo proposito, leggete cosa ha scritto qualche settimana fa sul suo sito MARY BALOGH parlando della creazione delle eroine nei suoi romanzi.
(*Nota: La traduzione del testo in italiano è mia. Se volete leggerlo in originale andate qui. )
Creare le eroine dei romanzi storici non è una cosa facile. Lo paragono spesso al camminare su un filo sospeso . Da una parte le lettrici vogliono delle eroine da ammirare e con cui potersi identificare. Vogliono una donna forte, sicura di sè, indipendente, che sappia stare in piedi da sola e non abbia bisogno di appoggiarsi al suo uomo per trovare sostegno o protezione. D'altra, però, vogliono eroine che siano storicamente credibili. Le donne nell'Inghilterra della Reggenza era diverse praticamente in tutto rispetto a quelle del XXI° secolo. Legalmente non erano nemmeno persone. Quasi sempre appartenevano a un uomo, erano sue proprietà. Come possono mai donne del genere essere viste come eroine da ammirare dalle lettrici di oggi?
Fortunatamente Jane Austen ( periodo Regency) e Charlotte Bronte ( epoca Vittoriana) ci hanno mostrato un modo. La Austen e la Bronte scrivevano contemporanei non storici, eppure ci hanno regalato  Elizabeth Bennet e Jane Eyre che sono entrambe eroine che hanno acquistato forza grazie al fatto che hanno osato camminare con le loro gambe quando avrebbero potuto scegliere di essere al sicuro  e dipendenti da qualcuno. Elizabeth rifiuta le proposte di matrimonio di Mr Collins e di Mr Darcy, che lei considera inaccettabili, anche se l' alternativa è  probabilmente una vita di triste zittellaggio e semi povertà. Jane rifiuta di diventare l'amante di Mr. Rochester e preferisce andarsene e rischiare la povertà quando  scopre che lui ha già una moglie e non puo' sposarla, anche se sa che lui la ama profondamente.
Penso che un errore che spesso fanno molte autrici di romance storici è cercare di evidenziare la forza nelle loro eroine facedole apparire 'volitive'(odio questa parola!) nel senso contemporaneo del termine. Così ci ritroviamo con ogni genere di fanciulle Regency, spesso dotate di un linguaggio volgare, che sfidano tutte le regole della società per bene e se ne vanno  a grandi passi,da sole, alla conquista del mondo . L'impressione che se ne ricava è come minimo anacronistica, per non dire che dà i brividi. Fare la spaccona e  parlare come uno
scaricatore di porto non sono sinonimo di carattere, specialmente nell'Inghilterra della Reggenza. Quando leggo un Regency voglio essere trasportata in quel mondo, non ritrovarmi nel mio. Voglio un eroe che sia un credibile gentiluomo della Reggenza e un' eroina che sia una credibile lady della Reggenza.
La gamma delle miei eroine comprende un po' tutte le tipologie umane. Possono essere tranquille e dignitose (come Lauren Edgeworth in A Summer To Remeber /Un'estate da ricordare), loquaci e impacciate (come Cora Downes in The Famous Heroine/Un amore inaspettato) , focose e coraggiose ( come Freyja Bedwyn in Slightly Scandalous/ Una lady scandalosa), puritane e topi di biblioteca ( come Mary Gregg in The Notorious Rake/ Il celebre libertino). vedove decise a trovare l'amore come dicono loro ( come Hannah Reid in A Secret Affair/ D'Amore come d'accordo), prostitute che cercano di tornare rispettabili ( More  Than A Mistress/ Un vero dandy), donne profondamente ferite dopo una violenza carnale
che le ha rese madri single ( come Anne Jewell in Simply Love/Semplicemente amore), e così via. Con tutte loro però cerco di fare le stesse due cose. Per prima cosa, cerco di trasformarle nel corso del libro in donne forti che possano prendere in mano la propria vita e che , se necessario, siano in grado a fine libro di sostenersi da sole anche se non saranno chiamate  a farlo, naturalmente, visto che si tratta di storie d'amore. Però l'amore che si trovano a condividere alla fine non è mai un tipo d'amore dipendente. E' un amore alla pari, a cui i due partners arrivano da un medesimo livello di forza. Per seconda cosa cerco in tutti i modi di rendere la  mie eroine tipi  Regency credibili. Mi piace credere che potrebbero ritrovarsi nelle pagine di un romanzo di Jane Austen senza starci come un pugno nell'occhio. Che io ci riesca a o meno spetta a voi dirlo. Fare i funamboli non è facilissmo, ogni tanto una caduta è sempre in agguato.
comeViola Thornhill in
Mary Balogh
REGENCY GIRLS



IL FATTO CHE IN CERTI ROMANZI LE EROINE ABBIANO UN COMPORTAMENTO POCO 'IN LINEA CON I TEMPI' VI INFASTIDISCE? CHE TIPO DI EROINA PREFERITE QUANDO LEGGETE UN ROMANCE STORICO?  QUAL E' LA VOSTRA PREFERITA TRA LE VARIE TIPOLOGIE FEMMINILI INVENTATE DALL'ABILE PENNA DI MARY BALOGH?

4 commenti:

  1. ..e chi meglio della Balogh può dire la sua in una questione che da sempre tiene tutte le scrittrici di storici sui carboni ardenti?...Lei con la sua lieve e serena narrazione ha sempre delineato figure femminili di carattere ma molto composte mai sbilanciate, mai sopra le righe, figure appassionate ma controllate, donne che lottano, combattono contro le convenzioni dell'epoca ma sempre con dignità e orgoglio, mai sottomesse, mai domate. Non c'è mai nulla di volgare nelle sue eroine sempre perfettamente delineate e in armonia con il periodo storico nel quale agiscono; malgrado tratti caratteriali diversi nn risultano mai inadeguate o poco credibili. La Balogh è una maestra in questo e le sue considerazioni sull'argomento mi sono piaciute tantissimo. Testimoniano, semmai ce ne fosse ancora bisogno,la sua saggezza, la sua preparazione, la sua sensibilità e buon senso.
    Una tra le più grandi scrittrici di HR

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  2. L'anacronismo delle eroine è forse l'aspetto che m più mi infastidisce nella lettura dei romance; sarà perché mi sono nutrita di Jane Austen, ma detesto leggere di donne dell'ottocento, o ancor peggio del medioevo, che si comportano come femministe del nostro tempo. Perdo proprio il piacere della lettura, quindi preferisco trovare meno sesso ma più verosimiglianza.
    Le eroine di MB che conosco sono sicuramente ben calate nel loro periodo (anche se ho delle perplessità sulle sorelle Bedwyn) e quella che più mi ha convinto è Eve di Sposa a metà.
    Gio

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  3. Condivido il pensiero di Mary Balogh, forse è per questo che è una delle mie autrici preferite! ;-)

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  4. Io non sono drastica sull'argomento. Se un libro è piacevole da leggere non bado a qualche sbavatura sul comportamento fuori "tempo" delle eroine. Tuttavia qualche volta si passa il segno anche per me e allora parte della godibilità del libro se ne và. Mi viene da pensare a Magia di un amore della kleypas (che pure adoro) dove l'eroina adolescente già allarga le gambe al suo bel stalliere, la storia per carità è bella ma in quanto a credibilità.............
    La Balogh invece è bravissima nel riuscire a non forzare gli aspetti storici ma non mi potrei limitare a leggere solo lei o, sono sicura, mi perderei qualcosa
    Samantha

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