La mia prima volta al WFF di Matera. Cronaca un po' sbilenca, ma sincera
Matera by Night |
Matera mi accoglie già al buio la sera del 26 settembre, con i suoi Sassi bianchi e gli eleganti palazzi della città alta. Una visione da togliere il respiro. Partecipo al welcome cocktail, ospitato dalla libreria dell'Arco in Via Ridola, cuore della città, dove incontro le organizzatrici del festival -Elizabeth Jenkins (presidente), Maria Paola Romeo (direttore editoriale) e Mariateresa Cascino (responsabile organizzativa)- ed alcune "colleghe" iscritte al festival. L'atmosfera è vivace e cordiale. Piacevole. Calda. La mattina successiva (è il 27) i lavori iniziano di buonora nella bella location delle Monacelle, un ex convento che oggi ospita eventi. È Elizabeth Jenkins a dare il saluto ufficiale ai partecipanti e ad introdurre i primi relatori. Si parla di e-publishing, di editoria digitale, insomma. Gli ospiti - scrittrici, agenti, editori ed editor - concordano sul fatto che mai prima d'ora, mai, gli autori hanno goduto di una tale visibilità e avuto l'opportunità di raggiungere un pubblico tanto vasto. L'esempio delle 50 sfumature, uscite prima in digitale e solo in un secondo momento in cartaceo, è un esempio roboante. Sia che gli autori si autopubblichino o che si affidino ad una casa editrice digitale, pubblicare è diventato davvero un click: non solo è un sistema veloce come il vento, ma come il vento gode di una distribuzione worldwide, ovvero globale.
Carla Maria Russo e Rita Charbonnier |
E non taglia fuori nessun formato e genere, dalla novella di cinquanta pagine al polpettone di mille, dal libro per bambini all'erotico senza esclusione di colpi. E quello che con l' editoria tradizionale si fa in un anno, con l'e-publishing si può fare in un mese e a costi molto, ma molto, ma molto più bassi. Tutto vero, tutto bello, ma c'è un ma, non un but. E' un ma tutto italiano. Sappiamo che da questa parte dell'Atlantico le cose non funzionano proprio come al di là dell'oceano. Negli USA il digitale corre (le vendite in digitale della Harlequin hanno superato quelle cartacee, tanto per fare un esempio concreto), mentre in Europa il mercato langue e pena, tranne che in UK e soprattutto in Germania dove è quasi paragonabile a quello USA. Qui da noi, poi, nel senso di Italia, il digitale è quasi immobile, con una fettina pari allo 0,8% del mercato totale. Stefano Izzo, editor di Rizzoli, smorza subito l' entusiasmo delle autrici italiane presenti annunciando che saranno necessari tempi lunghi (4 o 5 anni) per
Mariangela Camocardi tiene un brainstorming di scrittura |
l'affermarsi del formato digitale. Anche perché, come sappiamo benissimo, oltre ad essere indietro dal punto di vista tecnologico (l' e-reader a molti sembra ancora una diavoleria), il nostro è un paese che non legge. Nei paesi anglosassoni la lettura è uno sport molto diffuso e la letteratura di genere (che è quella che vende e tiene su il mercato, soprattutto quella femminile) è spinta dall'industria del libro, non guardata con un misto di orrore e condiscendenza. I lettori sono in maggioranza donne e i generi romance e Women's Fiction sono quelli più letti. In Italia non si fa molto per promuovere la letteratura di genere, e quando lo si fa si punta solo sul nome dell'autore bestseller o sul fenomeno del momento, come quello delle sfumature. Non si crea substrato. Allora mi domando: visto che il mercato è globale, perché le scrittrici italiane non si globalizzano? Perché non tentano di scavalcare le frontiere grazie al digitale? Le scrittrici americane ed inglesi presenti a Matera mi sono parse delle macchine da guerra. Determinate, preparate, capaci di scrivere, of course, ma anche di vendere il loro prodotto, di finalizzare, insomma. L'editore non mi pubblica? L'editore mi dà due lire di royalties? E allora io lo mando al diavolo, mi ha detto una di loro.
Sexy Breakfast con Harlequin Mondadori: Velludo, Bazardi, Liubicich |
Le anglosassoni non rimangono a guardare. Si pubblicano da sole, fanno sistema, fanno gruppo, ma sempre in modo altamente professionale. Si rivolgono a case editrici digitali, ad agenzie che si occupano di cover art, editing e di lancio del prodotto. Sperimentano vie diverse come il crowdsourcing (googlate, non siate pigre), usano la rete con maestria. Morale? Chi scrive ha anche oggi frontiere da superare, ma sono frontiere più vicine ed accessibili che in passato, se ci si muove con intelligenza.
Questo, soprattutto, è quello che ho imparato al mio primo WFF. E non è poco.
E' successo molto altro al WFF, naturalmente. Si sono tenuti brainstorming di scrittura, in inglese, con Jane Corry, e in italiano, con Mariangela Camocardi (sull'uso del lei e del voi nel romanzo storico); si è parlato di armi - dal regency ai nostri giorni - con l'esperto Adam Firestone -, di cibo, con la food writer Stefania Barzini, e di passion, durante il Sexy Breakfast di Harlequin Mondadori con il direttore editoriale Alessandra Bazardi, con la senior editor dei Passion Emanuela Velludo e con l'amica Simona Liubicich, autrice di Seduzione e Vendetta. Ma il vero punto di forza di questa manifestazione è stato anche quest'anno la borsa internazionale del libro, occasione più unica che rara per uno scrittore di sedere a tu per tu con editor di varie case editrici e di proporre loro il proprio manoscritto. I casi di autrici pubblicate in passato non sono mancati.
Le Emme, da sinistra: Giacometti, Flumeri, Giorgi Randazzo, Violi. In piedi, se la ride Maria Paola Romeo |
Il festival è stato anche l'occasione per assaggiare alcuni deliziosi cibi locali (come la cialedda, o il tirami sud) e per presentare alla città alcuni titoli usciti di recente. Fra le autrici intervenute, Carla Maria Russo (La Regina Irriverente), Partizia Violi (Affari d'Amore), Paola Calvetti (Olivia), Rita Charbonnier (Le due vite di Elsa), Giuseppina Terragrossa (Panza e prisenza), Stefania Barzini (La scrittrice cucinava qui).
June Ross: stacanovista |
E le Emme? Così mi piace chiamare le autrici di Emma Books, la prima casa editrice ad essere non solo digitale, ma anche tutta femminile, nata proprio qui a Matera l'anno scorso. La direttrice editoriale Maria Paola Romeo ha raccontato al pubblico di questa nuova realtà (con già una trentina di pubblicazioni alle spalle) e ha presentato le autrici presenti al WFF: Gabriella Giacometti e Elisabetta Flumeri (Un amore da Soap), Patrizia Violi (Love.com), Laura Randazzo (L'Ombra della Luna), Mariangela Camocardi (Insegnami a sognare) e Viviana Giorgi - oui, c'est moi! - (Bang Bang Tutta colpa di un gatto rosso.)
Sulversante più mondano, c'è da segnalare la presentazione del romanzo edito da Leggereditore Ladra di Cioccolato - l'autrice Laura Florand era presente- e il gala di chiusura, preceduto dall'assegnazione del Premio Baccante andato quest'anno ad Amy Bratley, autrice (assente per lutto familiare) di Amore, Zucchero e Cannella (Newton Compton). A consegnare il premio alla Newton Compton è stata Alessandra Bazardi, direttrice editoriale di Harlequin Mondadori, da sempre tra i principali sponsor della manifestazione.
A Matera si legge e si mangia di gusto |
Dimentico qualcosa? June Ross, che è indimenticabile, presente in veste di blogger ufficiale del festival (ma noi bibliotecarie romantiche non siamo invidiose perché la Ross la adoriamo). Dimentico anche altre cose molto importanti, come un sacco di risate, chiacchere, camminate con tacchi alti su strade impossibili, qualche birra e qualche pizza, qualche pettegolezzo, molti sorrisi e incoraggiamenti: momenti bellissimi passati fra amiche.
In altre parole, roba da Women.
P.S.: al WFF ho conosciuto anche Shannon McKenna, autrice di RS americana che vive in Italia e che mi piace molto. Quando ho saputo che era lei, l'ho quasi abbracciata! Intervista prossimamente su questi schermi!
Cronaca esauriente, interessante e molto piacevole, grazie Vivi. Io a Matera non sono andata, e lo rimpiango, leggendo questo post. A quel che sembra, i temi dibattuti erano molti e ben sviscerati. Mi incuriosiscono molto i brainstorming. Un caro saluto alle bibliotecarie romantiche. Theresa
RispondiEliminaCronaca impeccabile e coinvolgente di giorni che lo sono stati altrettanto. Grazie, Vivi, leggerti è sempre un piacere perchè sei proprio brava.
RispondiEliminaMariangela Camocardi
Splendida cronaca Viviana, interessante, esauriente e divertente. Ma, in fondo, è il tuo stile, e mi piace moltissimo.
RispondiEliminaTi ringrazio per aver riportato la tua esperienza, con la Ross non sono riuscita a capirci nulla! Parlava solo di scarpe e brioches...
Complimenti Viviana, per tutto.
Lucia
Grazie, una delle sfortunate assenti ha così giovato della cronaca :)
RispondiEliminaChe bel reportage: interessante, esauriebte e divertente!
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