LE STAGIONI DEL CUORE presenta...INES di Anita Gambelli

E' passato il Ferragosto, ma il caldo africano continua imperturbabile e il nostro nuovo racconto per  LE STAGIONI DEL CUORE è ugualmente caliente. INES, è un piccolo affresco d'estate spagnola, firmato da Anita Gambelli, in cui desideri proibiti nascono all'improvviso come portati da una folata del torrido vento del sud. E hanno il nome di una donna. Buona lettura.
Daniele è in strada e avverte con molestia il caldo impertinente.
Non sopporta più niente e il bello è che Alberto non se n’è accorto. Ma come, non gli si legge in faccia che è geloso e che se non fosse per l’amicizia che li lega lui quella ragazza se la sarebbe fatta? Una volta, una volta e basta. Non poterla avere lo disintegra, lo annienta, lo polverizza, gli scoppiano le tempie e il sole lo pugnala, irrispettoso.
Attraversa i vicoli stretti del barrio, di un bianco abbacinante. I negozi sono ancora chiusi, la vita da queste parti segue traiettorie diverse.
Dunque, dovrà dimenticare Inès con l’amaro in bocca, mentre lei si stringerà ad Alberto e quel cazzone si metterà pure a piangere, deficiente!
Nel quartiere ebraico un arco lo introduce in una piazza orlata di aranci e all’improvviso appare la cattedrale nella sua maestosità, spunta alla vista al battito di ciglia successivo, un attimo non la vedi e un attimo dopo la meraviglia si svela.
Si ferma a fare colazione da Lucio. C’è Lucio al bancone e una giovane apprendista, avrà una quindicina d’anni, Lucio le sta insegnando il mestiere. La ragazza finge attenzione, in realtà gira lo sguardo verso l’ombra che sta entrando nel locale, ci rimane su, affascinata da tanta altezza e prestanza fisica, che Lucio incuriosito si volta, lo riconosce, e gli fa un cenno con la mano. Rimprovera con garbo la giovane perché non si distragga.
“Dove sono i tuoi amici, Daniele?”
“Alberto dorme. Inès, non so dove sia.”
“Allora, partite domani?”
“Domani, sì.”
“La lascerai. - Daniele lo guarda. Perciò qualcuno si è accorto, gli pareva! –
La conosco da quando era alta così. Non è una ragazza facile, caro mio, nel senso che è complicata, ha troppa fantasia, e racconta un sacco di bugie.
“Sei tu che di fantasia ne hai troppa!” lo deride Daniele.
“Tu mi sei sembrato un tantino geloso.”
“Ti sono sembrato geloso, io?” domanda, altero, e non inganna l’altro.
“Eh! - Lucio completa l’esclamazione con un gesto della mano. - E come farà da domani il tuo amico?”
Daniele scrolla le spalle. “Chissà! Internet e gli aerei sono velocissimi.”
Lucio passa lo straccio strizzato sul bancone. “Io devo farti una domanda personale. Non vorrei essere troppo invadente, puoi anche non rispondermi se credi che non debba sapere, in fondo si tratta di cose personali, eeh… - fa un sospiro, una pausa e la smorfia di chi è costretto a fare una cosa e gli costa fatica, mentre Daniele lo fissa e aspetta, tanto sa cosa sta per chiedergli. – Lo avete mai fatto in tre?”
Daniele dopo dieci secondi è davanti alla Giralda, sconvolto.
“No, certo che no.” Bastava dirgli questo e Lucio sarebbe stato soddisfatto. Oppure no, perché ci contava, sperava di sentirsi riferire ogni minimo dettaglio. Oppure poteva mentire, proprio come fa lei, e dirgli di sì, sfoderando un sorriso diabolico. Invece ha preferito la ritirata immediata, è scappato via.
Ha il respiro affannato e gli sale su l’acidità dallo stomaco, e dire che non ha mangiato nulla. Dio! Alza gli occhi verso la Giralda, gloriosa immagine che tiene ferma la bandiera del Signore, se la sarebbe fatta Inès ma mai con Alberto, mai. Cammina spedito intorno alla mole di pietra, le campane suonano, la fine del mondo è prossima. Per spargere al vento i pensieri turbinosi che gli affollano la scatola cranica circumnaviga la chiesa e si ritrova al punto di partenza con l’orologio che gli ricorda che è ancora presto per presentarsi in agenzia.
Si sente vacillare, è intorpidito dal sonno. Conquista una panchina in ombra, ci si sdraia per il lungo, solleva i piedi e si addormenta. E non prova fastidio alla schiena, la testa riposa sullo zaino che ha portato con sé.
Il risveglio è lento, sente le palpebre pesanti e ha la sensazione di avere un peso sul corpo che lo tiene incollato alla panchina. La schiena non desiderava altro, ora grida di dolore. Non ce la farà mai ad alzarsi. Ed ecco spuntare la mano inattesa.
“Dai.”
“Inès!”
I lunghi capelli rossi sono lingue di fuoco che danzano sul suo bel viso, il vento la sorprende alle spalle e si diverte a scompigliarglieli. Daniele detesta l’insolenza del vento, perché a lei piace e non oppone resistenza. La veste si gonfia e lei gli sorride, una luce l’accende di beatitudine.
“Sei bellissima, Inès.”

 
Que dices! Scuote la testa in segno di diniego, lei non crede alla sua bellezza. Sono favole, dice, sì, come quelle che racconta lei.
“Sei già stato in agenzia?”
Non ancora. Era presto, avevo sonno e mi sono addormentato.”
Si struscia la nuca. Sorridono e si guardano attorno a cercare un appiglio, uno spunto qualsiasi per iniziare una conversazione e porre fine a un dolce tormento che li agita piano e che penetra in profondità.
“Alberto?” domanda, vago, l’amicizia infangata dalla gelosia proposta con il sorriso del traditore.
“E’ rimasto in camera, credo.”
“Mi stavi cercando?”
Qualcosa deve essere andato storto, è da stamattina che la farfalla gli ronza intorno, forse ha bisogno di una lezione di volo.
“Non mi andava di lasciarti così.”
Daniele ha un tuffo al cuore. Reazione imprevista, si sorprende della risposta che tuona nel suo intimo.
Domani gli amici saranno su un aereo che glieli porterà lontano e lei sarà di nuovo libera di scegliersi un nuovo capriccio. Alberto non lo saprà e idealizzerà il suo ricordo, Daniele manterrà il segreto e sognerà di lei in silenzio, Inès si dimenticherà di Alberto e di Daniele.
Dopo queste ardenti deduzioni, Daniele decide che non gliene importa un fico secco e muove la sua pedina. Sa giocare a scacchi, presto la regina sarà sua e il resto si vedrà. Il risultato della partita è già scritto, andrà come deve andare.
“Ti va un tè freddo?” le propone indicandole la direzione.
“Perché no?”
Il locale dista metà piazza in direzione del castello, un vicolo stretto, un arco e un altro vicolo ancora più chiuso e in ombra. Stretta fra le case si apre una sala da tè alla quale si accede tramite un ingresso profondo e cupo non illuminato di giorno. Ci sono venuti di notte ed era stato suggestivo introdursi nel patio frondoso accompagnati dal tremolio di numerose fiammelle profumate.
La luce del giorno si fa strada con discrezione tra il verde del cortile interno. Vapori d’oli essenziali vagheggiano nell’ambiente. E’ deserto. Una nenia indiana di sottofondo giunge ai sensi dopo un’attenta preparazione al silenzio.
Si accomodano su un divano in rattan. Dal rigoglio della foresta sorge una bionda dallo spiccato accento nordico che si esprime poco e preferisce cenni del capo e segni con le dita.
“Si può andare di sopra?” chiede Inès alla ragazza.
Dal cortile in cui siedono ha individuato una terrazza celata da legno scuro intrecciato e traforato.
“Affittiamo stanze. Quella è libera”, rivela ai due in uno spagnolo duro ma preciso. I due si guardano.
Allora si scatena la tempesta, altro che timida brezza! Quella soffia altrove, dove altri cuori palpitano e pavidi evitano di saltare alle conclusioni, qua invece si salta, eccome! Direttamente nell’occhio del ciclone e volano di sopra, le scale scompaiono mentre si tengono per mano.
La stanza giace nella parziale oscurità ed è pervasa dal calore di una giornata che vedrà salire il mercurio nella colonnina.
Il letto troneggia contro la finestra. Inès lo spinge contro il bordo e lo costringe a sedersi senza separarsi da lui. Ha le gambe fuori del letto, i piedi che toccano il pavimento, con un lieve tocco della mano lo respinge all’indietro e Daniele si ritrova supino. Con un colpo di reni scorre lungo il letto e si immola al suo volere. Inès sale a cavalcioni sopra il ragazzo e lo aiuta a sfilarsi la maglietta.
“Ehi, Daniele, sai che mi piacciono i tuoi tatuaggi.”
I lunghi capelli di Inès ondeggiano e Daniele è stordito da tanto inimmaginabile ardore, le mani gli accarezzano il torace abbronzato, glabro, segnato da frasi, simboli, affollato.
Inès si sofferma con le dita attorno ai disegni più intriganti, gli ci sono volute ore, sedute, soldi per ricoprirsi il busto. Sulla schiena ha un drago e il refrain di una canzone.
Inès si sbottona lentamente la camicetta e lo fa come se stesse attorno a un palo di lap dance. Svergognata, ladra di sentimenti, una puttana di prim’ordine. Questo pensa di lei e un istante dopo non ha che un solo desiderio, un desiderio pericoloso, lo sente, lo sa.
Inès mantiene il reggiseno ed inizia a stuzzicare la chiusura lampo dei pantaloni dopo aver tolto il bottone dall’occhiello. Sfila la cintura e lascia il lavoro a metà. Fa lo stesso con i jeans di Daniele, che se la gusta con infinito piacere. Con i pantaloni ancora addosso si china su di lui per baciarlo. Gli lecca le labbra e i lobi delle orecchie, la punta del naso, con la lingua indugia, cerca, gliela ficca in gola. Daniele è sul punto di svenire.
E invece sul più bello si sveglia.
E’ già passata una settimana dal rientro a casa. Sembrano essere passati secoli. E Siviglia è lontana, porca la miseria! Inès è lontana, ma è successo veramente, Daniele sorride, e non la dimenticherà.
Scende dal letto, sbuffa, e accende il computer, il cellulare.
Aspetta sue notizie e un giorno o l’altro, lui lo sente, lo sa, uno dei due scriverà e comprerà un biglietto aereo prima che finisca l’estate.
Alberto non lo saprà mai.


CHI E' L'AUTRICE 
ANITA GAMBELLI vive a Pesaro con un marito, un figlio, un cane, una gatta e due tartarughe d’acqua.  Scrittura e  lettura sono due sue grandi passioni. Da qualche mese collabora attivamente con articoli e recensioni al nostro blog.Ha pubblicato due romanzi,  ARRIVA IL TEMPORALE e LE INCANTATRICI, acquistabili sul sito ilmiolibro.it e ha appena terminato il terzo.

VI E' PIACIUTO QUESTO RACCONTO AMBIENTATO NELLA ESOTICA E SENSUALE SIVIGLIA? STORIA A LIETO FINE O NO? ASPETTIAMO I VOSTRI COMMENTI.

4 commenti:

  1. Un racconto particolare, con una strana atmosfera sospesa, la storia d'amore è solo accennata, tutto deve ancora accadere.
    Ad esser sincera, a me spiace tanto x Alberto, l'amico che nn sa e nn immagina; mi resta sempre una sensazione sgradevole quando qualcuno viene escluso dalla felicità dell'amore, piuttosto avrei preferito che finisse in un ménage a trois, perché no? Nn siamo tutti uguali, x fortuna, magari x loro tre sarebbe andata bene così. Insomma, mi stressa pensare che, in un romance, qualcuno resti inappagato.

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  2. Grazie Francy per la presentazione e la copertina! Sei straordinaria e la tua Ines è bellissima. Smack! ANITA

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  3. bella storia, molto breve nel finire prima che la curiosità venga appagata! avrebbe un bel seguito....brava l'autrice e a francy per le meravigliose copertine che crea!

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  4. Grazie Fraghi, a dir la verità creare le copertine per questi racconti mi diverte moltissimo!;o)

    RispondiElimina

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