ROSE,ROSONI E ROSETTE OVVERO L'AMORE, IL BELLO E IL BUONO DELLA VITA

Non vogliamo etichettarci col rosa, ma indubbiamente esso ci appartiene. E’, sia che piaccia oppure no, il nostro colore, l’emblema per eccellenza di noi lettrici romantiche, che non disdegniamo il rosso e il blu, ma che vogliamo farci se il rosa resta rosa?
Alla nascita viene esposto con orgoglio un fiocco rosa per annunciare al mondo che si è appena affacciata sulla scena una bambina, che diventerà una donna e presumibilmente diventerà una lettrice. Glielo auguriamo.
A scuola chi studia latino inizia a declinare con rosa/rosae. E non se lo scorda più.
Poiché è meglio essere ottimiste, ne va della nostra salute fisica e mentale, vediamo rosa, anche se non c’è rosa senza spine, ce lo rammenta un famoso proverbio; vale a dire che per quanto bella ci possa apparire la strada, non dobbiamo trascurare il fatto che potremmo incontrare difficoltà d’ogni sorta. Intanto vedere rosa ha già i suoi vantaggi.
Anche gli uomini amano il rosa, perché sono appassionati di sport e leggono la Gazzetta, rigorosamente rosa, che rappresenta, secondo un recente slogan: tutto il rosa della vita. Senza dimenticare che le vere rose degli uomini sono le donne.
Se vogliono fare la cosa giusta ci regalano rose, fiori profumati e invitanti che talvolta possono ferire. Nel suo colore più acceso significa amore, passione. In giallo ci dichiara gelosia, infedeltà, la fine di un amore. Se ce le regalano bianche, al di là che possono sembrarci divine, vuol dire che l’amore che provano per noi è puramente spirituale e non va bene.  
L’anima inquieta si associa al vento, a una giornata carica di tempesta che forse arriverà. E per sapere da dove soffia e cosa reca, occorre avere dimestichezza con la rosa dei venti.
E la rosa è sinonimo di mistero. Voilà, la rosa del deserto!, un minerale che si trova appunto nel deserto capace di evocare notti magiche sotto la tenda o in un palazzo affacciato su un fiume silente mentre in cielo una mezza luna si dondola sull’amaca.
Al cinema la pantera rosa è un simpatico felino dal manto atipico e anche un preziosissimo diamante che l’ispettore Clouseau deve difendere a tutti gli esilaranti costi.
E petali, tanti petali di rose rosse fanno da sfondo, da letto, a una giovanissima e conturbante Mena Suvari nei sogni proibiti di Kevin Spacey in American Beauty.
Spostandoci alla letteratura, William Shakespeare si chiedeva in un famoso aforisma: Cosa c'è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo. E su questo gioca un po’ il significato di una frase chiave del celebre romanzo di Umberto Eco Il nome della rosa, titolo che sembrerebbe aver a che fare con questa spiegazione.
E visto che siamo finite nel medioevo, chi ricorda Le roman de la rose? Scritta in Francia nel XIII secolo da due autori diversi nell’arco di 40 anni, la storia comincia al risveglio da un sogno. Il protagonista si inoltra in un meraviglioso giardino in primavera. Attraverso uno specchio vede riflessa una rosa di cui si innamora. L’intero poema verte sulla conquista della donna amata, rappresentata dalla rosa. Vi avverto, il poema è lungo, il poveraccio faticherà non poco, ma alla fine riuscirà a entrare nel castello e nell’alcova della sua bella.
Partono dal medioevo anche le vicende della famiglia fiorentina dei Monfalco ne Il falco e la rosa, romance scritto a più mani da nostre amatissime autrici con trasporto e maestria. Rosa è il nome della capostipite, colei che inaugura le storie; è lei è la rosa ghermita al volo da un falco su quello che diventa lo stemma di famiglia.



Rose sulle maioliche pesaresi


Arriviamo al secolo dei lumi e… dei fiori. Il 1700 è il secolo in cui il decoro floreale è di gran moda in tutta Europa. I fiori fanno bella mostra di sé su tessuti, mobili, cornici, pareti, soffitti e ceramiche. La rosa è la protagonista del nuovo indirizzo artistico e i maiolicari di Pesaro legano il loro nome a questo fiore, da allora simbolo della produzione cittadina.
Proseguendo nel tempo eccoci nel 1847, anno in cui il futuro primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II, incontra la quattordicenne Rosa Vercellana e ne diventa suo amante. Il principe era già sposato, padre di quattro figli, nonché infaticabile seduttore, tuttavia la relazione con Rosa sarà la più importante. Rosa gli darà due figli e lui la sposerà senza poterla incoronare regina, pure se la titolare era morta prima ancora di diventarlo.
Rose, rosoni e rosette. Sono fiori, donne, sfumature. O quei meravigliosi rosoni di certe cattedrali gotiche da cui filtra la luce che incendia i colori del vetro che li compone. O fragranti rosette, magari ripiene di mortadella!, che ci solleticano lo stomaco che già inizia a borbottare…





A VOI PIACE  CHE AL  SESSO FEMMINILE SIA COSTANTEMENTE ACCOSTATO IL COLORE ROSA E CHE CON QUEL COLORE SI IDENTIFICHI TUTTO QUELLO CHE SI PENSA APPARTENGA AL NOSTRO AMBITO, LETTURE COMPRESE. VI PIACE CHE I ROMANZI ROMANTICI VENGANO DEFINITI 'ROMANZI ROSA'?

4 commenti:

  1. Bell'articolo, Anita!
    Per rispondere alla domanda di Francy, alla dicitura "romanzi rosa" preferisco "romance" - adoro la lingua inglese, quindi forse non faccio testo. Qualcuno tempo fa a proposito del fatidico articolaccio sul romance scriveva che "romanzi rosa" fa molto "Liala", altri tempi altre lettrici insomma. Noi lettrici non solo post-sessantottine ma anche "multi-tasking" del nuovo millennio e del mondo globalizzato siamo decisamente più tipe da "romance", di tante e varie sfumature.

    Non ho mai comprato abiti rosa a mia figlia, stufa delle mille tutine rosa ricevute nel primo mese, e lei lo snobba come colore. Per quanto riguarda noi adulte, nel nostro guardaroba può esserci un po' di rosa antico e di rosa shocking, più tutte le sfumature del viola, non sicuramente il rosa confetto.
    Ma la rosa "fiore" è tutta un'altra storia. Parla di bellezza e di delicatezza, di petali morbidi e carnosi e di spine, di aspetto fiero, gagliardo ma anche triste e abbattuto. Quello sì che è un bel simbolo per noi donne - che siamo diverse, delicate, sensibili, anche ottimiste e capaci di credere nel e di lottare per il lieto fine perché abbiamo dalla nostra la forza e il mistero della vita - siamo noi le creatrici, e questo è un "segreto" e un legame che gli uomini faticano a comprendere, vorrebbero tanto comprendere e ... ci invidiano.
    Ah, nel tuo excursus storico avremmo potuto aggiungere la "guerra delle Rose"... ma in fondo hai fatto bene a lasciarlo fuori: stemma o non stemma, ce le vedete due rose a fare la guerra?

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  2. Post piacevole come sempre, Anita...concordo con Monica nel preferire il termine romance per ciò che riguarda i libri, ma adoro le rose cosiddette antiche,dette anche inglesi, dalle forme romantiche e traboccanti di profumo... e quelle, sempre molto british, stampate sul cinz o i tessuti d'arredamento, ricamate a piccolo punto o dipinte sulle teiere, anche se ovviamente vanno usate a piccole dosi...e anche le rose francesi dei tappeti Aubusson! E aggiungerei un oggetto rosa super romantico che ha anche un particolare punto di colore: le scarpette da ballo...

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  3. A esser sincera, nn mi disturba affatto che i romanzi d'amore vengano definiti anche "rosa", nn ne vedo la ragione, sarebbe come se uno si risentisse xché i thriller sono anche definiti "gialli", al massimo si potrebbe parlare di eccessiva semplificazione, ma si sa, andiamo sempre di fretta e le definizioni devono essere brevi e incisive.
    Poi il rosa mi è sempre piaciuto come colore, in tutte le sue sfumature, e il profumo di rosa è l'unico di quelli floreali che mi piaccia (adoro bagnoschiuma e crema).
    Ah, a proposito, anche Il Sole 24 Ore è rosa, e sfido chiunque a trovarci una seppur infinitesimale traccia di romanticismo. ;-)

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  4. Ciao Anita,
    complimenti per il bellissimo post!
    Liliana

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