CHRISTMAS IN LOVE 2011 : NUOVI RACCONTI !


Adesso che abbiamo iniziato chi ci ferma più? Grazie a tutte quelle che stanno leggendo e commentando i nostri racconti!

LA FAVOLA DI AURORE di Cristina Contilli ci riporta ad atmosfere d'inizio secolo (scorso)...anche se i nonni non vedono di buon occhio il modo di vivere della madre, riuscirà la piccola Aurore ad avere il suo Natale?
 
E’ da quando è iniziato il mese di dicembre e la città ha cominciato a vestirsi dei colori e dell’atmosfera del Natale che ci penso, ma soltanto ieri sera ho finalmente deciso di preparare la valigia per me e per Aurore.
E così, stamattina mi sono svegliata presto, sono andata in stazione e ho chiesto con aria decisa: “Due biglietti per Tours.”
“La bambina, madame, quanti anni ha?” Mi ha domandato l’impiegato, sorridendo a mia figlia.
“Due e mezzo, quasi tre.” Gli ho risposto, pensando che col suo cappottino e il suo cappellino Aurore somiglia davvero a quelle bambine che si vedono sulle pubblicità natalizie.
“Allora non deve pagare.”
“Meglio così.”
“Raggiungete vostro marito per le vacanze di Natale?”
“No, vado a prendere mio figlio in collegio e, poi, vado a passare il Natale dai miei genitori.”
Quando mi sono tolta i guanti, per cercare i soldi spicci nel borsellino, il bigliettaio deve essersi accorto che non porto la fede e deve aver pensato che sono una donna vedova oppure divorziata, più una divorziata che una vedova perché di solito le vedove continuano a portare la fede in ricordo del marito defunto.
Quando sono arrivata a Tour, però, purtroppo mio figlio non si è dimostrato felice all’idea di passare il Natale dai nonni. ...
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LA VISITA  di Anita Gambelli, è uno storico ambientato nella provincia italiana...alla cena formale in un'elegante dimora signorile un invitato nobile e affascinante attira l'attenzione i tutte le convitate , fra queste, la volitiva giovane Teresa, che di quell'attrazione vorrebbe non sentire l'irresistibile impulso...
  

La cena fu servita nel salone dei ricevimenti e in presenza di ospiti la marchesa esigeva che a tavola non mancassero le porcellane di pregio.
Lui fu particolarmente galante con mia madre, la fece ridere, le raccontò storie relative ai suoi viaggi e questo mi convinse ad abbandonare il mio angolo dell’apatia e del risentimento per unirmi a quei due che si divertivano con un bicchiere di vino rosso dei colli in mano. Lei lo esortava a raccontare dei suoi viaggi, dei suoi incontri.
“Avete conosciuto tante donne, immagino, conte.” Mia madre, di nuovo lei, la nobildonna che aveva scandalizzato le parigrado pesaresi con la sua indole scostumata. Mi sedetti e restai in ascolto. Quei due avevano bevuto, ma entrambi sembravano reggere bene il carico alcolico.
“Le più belle sono qua davanti a me, poi c’è Lorenza, e le altre sono le donne del sud. C’è chi tra esse ha l’oro tra i capelli, il mare sulla pelle, gli occhi neri come le notti senza luna. Sono le eredi di coloro che invasero il Mediterraneo spargendo sangue e vita.” L’immagine che si creò nella mia mente fu di violenza, di morte e di lussuria. Percepii un fremito. Mia madre gli sorrise, ma notai che l’aveva turbata. Ne dedussi in fretta che doveva aver moglie da quelle parti e che ero stata una stupida a farmi delle illusioni. In ogni modo avrei fatto meglio a ritirarmi per la notte.
“Siete un ammiratore entusiasta.”
“I paesaggi mi affascinano.”
“Non solo quelli.”
Stavano, come dire, amoreggiando? No, ma sembrava che fossero impegnati in un gioco di seduzione. Il conte pareva che inventasse ogni singola parola e lei si dilettava come mai da un po’ di tempo a quella parte. Come darle torto? Anche sulla marchesa chiacchieravano le nobili signore e non perché fosse una poco di buono. La figlia del gonfaloniere aveva sposato il marchese Gentilini per amore ed era sempre stata una moglie devota, tuttavia era intelligente e curiosa e nulla la frenava dall’intrattenere conversazioni ‘proibite’. Non era di quelle dame che a fine pasto si ritiravano a ricamare. Se non aveva la possibilità di discutere, persino di politica, la si poteva incontrare al tavolo da gioco.
“Avete visitato l’intera penisola?”
“Sì.”
Eravamo esterrefatte. ...
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