UN MITO E' PER SEMPRE

È strano, a volte, come venga in mente un'idea e, nei giorni successivi, ci si ritrovi a confrontarsi, soprattutto grazie a ciò che si legge qua e là, con vari aspetti e declinazioni del nucleo originale di quella stessa idea. Vi è mai capitato? Si ha l'impressione di essere protagoniste di una specie di fenomeno di telepatia di massa, se mi passate la locuzione, che, forse, non esiste nemmeno. Comunque, locuzioni ed elucubrazioni a parte, ho appena vissuto un'esperienza simile in questi ultimi giorni; da un po' pensavo che sarebbe stato interessante indagare sui miti, le leggende e le fiabe che costituiscono una delle fonti primarie d'ispirazione per le autrici del nostro genere letterario preferito e, neanche a farlo apposta, mi saltano fuori, quasi contemporaneamente, il recente ed esaustivo post di Rachele sulla scrittrice Eve Silver e il bell'articolo di Mariachiara Cabrini (Romance Magazine, Numero 2, Luglio 2011 - pag. 55) sulla fiaba della Bella e la Bestia nella letteratura romance.

Iside e Osiride
Il post di Rachele, illustrando le trame dei romanzi della serie "Mietitori d'Anime" della già citata Eve Silver (vedi qui) , riporta che tre fratelli sono alla disperata ricerca del corpo fatto a pezzi di un quarto fratello morto. Un fratello morto e fatto a pezzi? Ma io questa storia l'ho già sentita e di sicuro anche voi! Se state pensando che vi ricorda qualcosa, siete perfettamente nel giusto, lo spunto risale nientemeno che alla religione ed alla mitologia dell'antico Egitto, nella fattispecie al mito forse più noto ed antico, quello di Osiride. Quest'ultimo, dio della morte e dell'oltretomba e destinatario di uno dei culti più importanti e sentiti della magnifica e millenaria civiltà nata sulle rive del Nilo, venne ucciso dal fratello Seth, invidioso del suo carisma (dalle miei parti si dice: "Amur de fredei, amur de curtei", penso che la traduzione sia superflua), il quale, in seguito, ne sezionò il cadavere in molte parti che sparse per tutto l'Egitto, costringendo così Iside, sorella-moglie di Osiride, a cercarle per ricomporne il corpo e riportarlo in vita grazie alle proprie arti magiche.

Proseguendo nel solco dei miti e delle leggende, è impossibile non nominare gli adorati protagonisti dei paranormal romance e urban fantasy di questi ultimi anni, i vampiri, già protagonisti della mitologia dell'Europa dell'est, assurti a fama mondiale (ed imperitura, ritengo) nel corso del XVIII° secolo, ma, con ogni probabilità, presenti nelle credenze popolari fin dalla notte dei tempi. Così come anche tutte le altre creature soprannaturali, come licantropi e mutaforma, che prima di entrare a far parte del panorama del romance paranormale attuale, con una fortuna che, almeno per ora, non accenna a diminuire, hanno attraversato secoli e forse millenni di mitologia europea. 

Anche angeli, il cui nome significa messaggero degli dei, ed arcangeli, affondano le proprie radici nell'Antico Testamento e nell'antichità classica e dell'area mesopotamica.
 
Un altro mito, anzi il Mito dei Miti, che ha ispirato la scrittrice Gena Showalter nella creazione di una delle sue saghe, è quello di Atlantide, il mio preferito in assoluto, uno di quelli che farebbe sognare ad occhi aperti anche un commercialista. Com'è noto, il mitico continente perduto è nominato per la prima volta da Platone nei suoi dialoghi Timeo e Crizia. L'isola si sarebbe trovata al largo delle Colonne d'Ercole, in mezzo all'Oceano Atlantico tra Europa e America, e sarebbe scomparsa nelle acque dell'oceano nel giro di un giorno e una notte. Visto dalla maggior parte degli studiosi come un mito unicamente funzionale ad esporre le idee del grande filosofo greco, nel corso dell'epoca moderna e, soprattutto, negli ultimi cento anni circa, qualche outsider e seguace della cosiddetta archeologia di frontiera o eretica ha cominciato a studiare la materia in un'ottica più realistica, cercando eventuali appigli con eventi reali e civiltà risalenti ad epoche storiche. C'è anche chi, ancor più temerario, cerca riscontri all'esistenza ed alla rovina di Atlantide nel periodo indicato da Platone, circa il 9600 a.C., in epoca ampiamente preistorica quindi, di conseguenza, a tutt'oggi, impossibile da documentare, a meno di clamorose e rivoluzionarie scoperte archeologiche future.

Passando invece all'ambito delle fiabe, torniamo all'articolo di Mariachiara Cabrini pubblicato sulla RM, in cui si legge che l'impianto originale della fiaba de "La Bella e la Bestia", declinata in tutte le varianti possibili ed immaginabili, si trova alla base di innumerevoli trame romance. La vicenda è ben nota: una giovane donna si trova costretta a vivere in un misterioso e solitario castello, il cui proprietario è un'orribile bestia, che s'innamora di lei e la chiede in sposa; nonostante le premesse non esattamente favorevoli, la ragazza ricambia il suo amore perché ha imparato a vedere oltre l'aspetto terrificante del mostro e ne scorge l'animo gentile. Questa sua particolare sensibilità sarà ripagata, la Bestia si trasformerà in un magnifico Principe ed insieme vivranno una romantica e lunga storia d'amore.
Le origini di questa fiaba potrebbero risalire ad una favola di Apuleio, contenuta nell'opera Le Metamofosi (o L'Asino d'oro), intitolata Amore e Psiche. Il dio Amore-Cupido (o Eros, per i Greci), s'innamora perdutamente della mortale Psiche, dalla bellezza sublime che rivaleggia con quella di Venere, madre del dio. Amore porta Psiche nel proprio castello e qui i due amanti vivono la loro travolgenete passione; l'unica limitazione imposta da Amore è che i loro incontri debbano avvenire sempre al buio in modo che Psiche non ne conosca l'identità per evitare l'ira della dea Venere (come sicuramente noterete facilmente, anche questo aspetto degli incontri con un amante sensuale ed appassionato, ma che per svariate ragioni pretende di rimanere ignoto, è un classico di molte trame romance). Il desiderio di Psiche, istigata dalle sorelle invidiose, di conoscere l'identità del suo amante, la porterà a dover affrontare numerose difficili prove per riconquistarne la fiducia. 
Amore e  Psiche (A.Kaufmann)
Entrambi questi racconti hanno una forte simbologia, soprattutto a livello di sessualità femminile. Amore, che rappresenta l'amore fisico e il desiderio, unendosi a Psiche, l'anima, le dona l'immortalità. Questo traguardo sarà però raggiunto da Psiche solo dopo aver superato quelle prove che simboleggiano i riti iniziatici al culto di Iside (sempre lì si torna).
Per quanto riguarda i significati della fiaba de La Bella e la Bestia, quello più lampante riguarda l'evidenza della componente animale propria della condizione umana, inoltre contiene anche l'allegoria della conquista di una sessualità adulta da parte di Bella (e delle donne in genere) quando passa dall'amore esclusivo per il padre all'amore per la Bestia, che, grazie a quell'amore, si trasforma in essere umano nel momento in cui Bella capisce che il desiderio carnale non è né degradante né bestiale, bensì parte integrante della nostra umanità.

Volendo ampliare il discorso, si potrebbe dire che l'archetipo più ricorrente nelle trame romance sia quello di Cenerentola e, in seconda battuta, quello di Biancaneve. Dando per scontato che sia inutile esporne la trama, dirò solo che si tratta di due popolarissime fiabe europee.
In particolare, le versioni più note della fiaba di Cenerentola sono quelle di Charles Perrault e dei fratelli Grimm, ma l'origine è da ricercarsi, probabilmente, in Cina o nell'antico Egitto ed è conosciuta in centinaia di versioni diverse da parecchi popoli dei quali costituisce un retaggio tradizionale. Attualmente, il nome di Cenerentola è per noi un potente richiamo culturale e porta con sé forti riferimenti metaforici.
Anche per quanto riguarda la fiaba di Biancaneve, la versione più nota è quella dei fratelli Grimm. Non possono sfuggire i richiami a molte trame romance, soprattutto considerando le figure dell'antagonista (la matrigna/strega cattiva; per inciso, io, da piccola, ero convinta che tutte le matrigne fossero comunque cattive, per me il termine era sinonimo di personaggio negativo) e del principe che, con il proprio provvidenziale intervento, salva la principessa in pericolo e la conquista. Più archetipo di così...


Per concludere, mi sembra di poter dire che uno degli ulteriori e molteplici motivi per cui i romance ci piacciono così tanto è che, in fondo, non fanno altro che raccontarci per l'ennesima volta una storia che sappiamo già a memoria e proprio questo aspetto è per noi fonte di consolazione e appagamento.   

Ovviamente, questo modesto articolo vuole solo stimolare la vostra curiosità. Chi volesse saperne di più sugli argomenti trattati ed i loro vari aspetti, può consultare le fonti che riporto in calce e, in particolare sulle fiabe ed il loro significato per la psiche femminile, la splendida opera di Clarissa Pinkola Estés "Donne che corrono coi lupi", editore Frassinelli.

C'è qualche mito, leggenda o fiaba che qui non è stato ricordato e di cui vi piacerebbe parlare? Oppure qualcuno non ancora sfruttato e che vorreste vedere ripreso dalla letteratura romance? Qual è il vostro mito preferito?




DONNE CHE CORRONO CON I LUPI (Women Who Run With the Wolves: Myths and Stories of the Wild Woman Archetype,1992) dell'americana Clarissa Pinkola Estès, edito in Italia da Frassinelli, è un libro che ha cambiato il modo di concepire il femminile nel nuovo secolo.La Donna Selvaggia, intesa come forza psichica potente, istintuale e creatrice, lupa ferina e al contempo materna, ma soffocata da paure, insicurezze e stereotipi è la straordinaria intuizione che ha fondato una psicanalisi del femminile.E ha cambiato la vita di moltissime persone. Non

meno originale è il metodo utilizzato dalla studiosa che, attraverso un lavoro di ricerca ventennale, ha attinto alle fiabe e ai miti presenti nelle più diverse tradizioni culturali, per aiutare il lettore a scoprire chi è veramente, a liberarsi dalle catene di un'esistenza non conforme ai bisogni più autentici e a «correre» con il proprio Sé. Barbablù, La Piccola Fiammiferaia, Vassilissa, Il Brutto Anatroccolo... Fiabe udite durante l'infanzia e trasformate, in questo testo unico , in magiche suggestioni per crescere interiormente.

6 commenti:

  1. Adele V. Castellano21/09/11, 10:09

    Bell'articolo, Lady Macbeth!
    Meravigliose queste leggende. Io che sono un'appassionata "egittologa", non posso fare a meno di aggiungere come andò a finire questo "spargimento di arti".

    Il mito prosegue con Horo, il dio-falcone, che si dice fosse figlio di Osiride ed Iside concepito al solo scopo della vendetta. I suoi occhi simboleggiano sole e luna. Durante lo scontro il cattivo Seth gli tolse un occhio e con questo si spiegherebbe la tenue luminosità dell'astro notturno. L'occhio, perduto durante il combattimento, fu rimesso a posto da Toth, dio della sapienza e della magia. Ovviamente Horo uscì vincitore, dopo aver crudelmente evirato il cattivo...

    Questo è niente, credetemi! Tutti gli dèi egizi sono frutto di miti affascinanti, come anche quelli greci o mesopotamici. Ogni storia ha un fascino segreto e riscoprendo quei miti, ci accorgiamo che oggi non c'è "nulla di nuovo sotto il sole".

    Io sono sempre stata affascinata soprattutto dal mito greco di Prometeo, legato su una roccia ad attendere un'aquila che gli sbrani il fegato, punito da Giove per aver riportato il fuoco ai mortali. Qualcuna delle scrittrici di paranormal, che voi sappiate, lo ha citato? Una figura davvero "romantica", la sua non credete? Magari mi cimento con raccontino... questo Prometeo, nudo e incatenato sul Caucaso, suggerisce qualcosa nella mia testolina... eh eh eh!

    Grazie, Lady, un grosso bacio e a presto!

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  2. Buongiorno Lady, interessantissimo il tuo post, sempre preciso e che invoglia alla riflessione ed alla curiosità.
    Uno dei miti ed archetipi che mi sono sempre risultati interessanti è quello di Persefone e Ade o Proserpina e Plutone, nella mitologia romana.
    Plutone la vuole, la rapisce, la ama e la trattiene nelle profondità dell'"inferno"greco poi impietosito, la lascia uscire.... la luce e l'oscurità dell'anima, il ciclo immutabile delle stagioni o la vita e la morte?????
    Finale aperto, non sono mai riuscita a decidere.
    Un'altro mito che mi affascina è quello del"viaggio" come scoperta, come cammino di crescita interiore attraverso dolori, patimenti, ecc, il mito di Ulisse, che dopo 20 anni, per aver offeso Poseidone ed attraverso mille avventure, peripezie, tra sirene, maghe, e ciclopi alla fine approda a Itaca...
    La faticaccia di crescere e poi non si finisce mai di imparare.La nostra vita come un viaggio alla scoperta di noi stessi e degli altri...
    Ti abbraccio.
    MariaT.

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  3. Interessantissima analisi!!!!complimenti!!!

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  4. Che post interessante!
    In molti dei Paranormal che sto leggendo mi accorgo sempre più che alla base di vampiri, mutaforma, draghi e lupi (ecc. ecc), c'è sempre uno 'studio classico' rivisto e corretto, che passa dagli dei alle favole.
    E sempre più mi fa riflettere sul fatto che, e hai ragione tu cara Lady Macbeth, in fondo a noi donne le solite 'favole' familiari e dall'immnancabile lieto fine (almeno in questo caso) non stancano mai. E' come tornare bambine, quando ci facevamo leggere sempre la stessa fiaba perchè ci piaceva e perchè ci confortava il sapere già cosa sarebbe successo.
    Non so voi, ma io continuo a sognare.
    Rachele.

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  5. Io adoro le fiabe, i miti e le leggende e mi piace tutto ciò che ne trae ispirazione, che si tratti di film o di romanzi.
    Mi piacerebbe leggere più storie tratte dalla mitologia greca e romana, come il mito di Ade e Persefone, già citato da MariaT, o quello di Apollo e Dafne (il dio del sole colpito dalla freccia di Cupido s'innamora della ninfa, a sua volta colpita dalla freccia dell'odio. Dafne per sfuggire alla corte di Apollo invoca l'aiuto di Giove che la trasforma in un albero di lauro).
    Le storie più belle non mi annoiano mai, quindi che vengano pure proposte in tutte le solfe possibili ^_^

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  6. Ciao ragazze, scusate se mi faccio viva solo ora, ma ho un alibi inattacabile: ero in vacanza! :-)
    Grazie a tutte x i vs commenti positivi; sono molto interessanti, integrano il discorso e poi mi diverto da matti a conoscere gli "altarini" di ognuna! Insomma, nn è proprio come conoscersi personalmente con tutte, ma quasi.

    Magari lo conoscete già, c'è un libro bellissimo che s'intitola "Il mulino di Amleto. Saggio sul Mito e la struttura del Tempo" che riprende proprio il concetto, già espresso da Adele, che dietro tutti i miti, anche di popoli distanti nel tempo e nello spazio, vi sia un'origine comune. Benché si tratti di un'opera divulgativa, ammetto che, almeno x me, nn si è trattato di una lettura semplicissima. Cmq, bastano un minimo di costanza e di pazienza e si viene ripagate da una lettura illuminante, ogni tanto bisogna anche volare alto! Superconsigliato.
    http://www.ibs.it/code/9788845917882/santillana-giorgio-de/mulino-amleto-saggio.html
    A presto, un abbraccio affettuoso.

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