LADIES, IN GUARDIA!

Molto prima delle “suffragette” o dei movimenti di emancipazione, le donne si sono arrogate una prerogativa che, all’epoca, era considerata appannaggio maschile: il duello. Nei secoli le donne ne furono sempre escluse ma noi sappiamo bene come creare le eccezioni che confermano la regola.
L’origine del duello è arroccata agli albori della storia. Le prime tracce le troviamo ai tempi dell’antica Roma. Lo storico Tacito, nel I secolo, racconta che in molte delle tribù germaniche in procinto di farsi guerra vi era l’abitudine di catturare uno dei nemici e di sfidarlo in un “singulare certamen”, il cui esito sarebbe servito da presagio per le sorti della battaglia. In seguito, il duello divenne torneo, la tenzone a metà tra gioco, addestramento alle armi e regolamento di conti. Pratica che avveniva per lo più in ambiente militare maschile.

Esso si trasformò, lungo i secoli, nel “duello giudiziario”, portato proprio dall’orda barbarica che avanzava, laddove l’Impero romano cominciava a sfaldarsi. Siamo agli albori del Medioevo, dunque e nasce qui il duello per il "regolamento di conti". A lasciargli il passo era stato il “duello ordalico” (dal tedesco urteil, verdetto) come prova assoluta della verità. In quell’epoca si chiamava direttamente
Dio, a dare il suo giudizio su chi aveva torto o ragione. Il Suo giudizio era prova inconfutabile anche nei tribunali.
In Scandinavia, nel Medioevo, le donne potevano essere sfidate a duello da un uomo. In quel caso la sfidata (ho detto “sfidata”, non sfigata…) era obbligata ad accettare di battersi ma al “sesso debole” veniva accordato un vantaggio: l'uomo, armato di mazza, era calato in un buco scavato nel terreno fino alla cintola. La donna era invece libera di muoversi, dominandolo. Poteva così girargli intorno e colpirlo con una specie di fionda, munita di una pietra ad una estremità. Se l’uomo colpiva per tre volte il suolo con la mazza, senza sfiorarla, perdeva la sfida.


Il famoso "duello d’onore", quello di cui tanto leggiamo nei romanzi, visse la stagione più gloriosa nel Rinascimento ma già intorno al 1300, era diventato lo strumento principe per risolvere le controversie private e ce n’erano tante, credetemi! Ma vediamo come se la sono cavata le femminucce.
Agli inizi del XIX secolo, in Argentina, i quotidiani raccontarono un fatto clamoroso, che destò scalpore nella società bigotta di quel tempo: si trattava di un duello tra donne dell’alta aristocrazia e il “corpo del reato” apparteneva ad un famoso uomo politico. Non solo donne le antagoniste ma donne anche i padrini ed il medico. Cinque complici, scandalosamente femmine.
Il duello era al “primo sangue”, ovvero alla prima comparsa del fluido magico che lava onte e cancella peccati (e sfama una serie di creature affascinanti… come si chiamano, accidenti?!?). Solo allora le due parti si sarebbero ritenute soddisfatte. I cronisti dell’epoca si trovarono in contrasto circa l’esito dello scontro (erano uomini…). Qualcuno sostenne che una delle due avesse subito uno sfregio su una guancia e, per questo motivo, fosse sparita dalla circolazione. Altri erano pronti a giurare che il sangue non fosse sgorgato per nulla e che l’altra avesse abbandonato il campo, per la vergogna di essersi battuta per un uomo.
In Francia, durante il regno di Luigi XIII (1610-1643), i duelli erano divenuti veri e propri spettacoli. A nulla potevano gli editti reali o i terribili castighi per chi fosse sorpreso in flagrante reato. Il cattivo esempio degli uomini non tardò ad influire sulle donne. Si narra che a quel tempo, a Parigi, due dame di corte si batterono in duello a colpi di pistola. Il re ricordò ai suoi cortigiani, che si lamentavano per lo scandalo, che la proibizione riguardava soltanto gli uomini.
Qualche anno dopo, sotto il regno di Luigi XIV (1643-1715), si svolse un duello tra la principessa di Polignac e la marchesa di Nesle. Esse si affrontavano per il bel duca di Richelieu, non il Cardinale ma un suo pronipote, famoso “tombeur de femmes” e, si dice, ispiratore di Choderlos de Laclos per il personaggio di Valmont de “Les Liaisons dangereuses”. Di questo affascinante duca esse si disputavano il cuore, senza poterne ottenere la mano, essendo ambedue maritate ed entrambe sue amanti (Wow!), mortalmente gelose l’una dell’altra. Le cronache del tempo diedero i più minuti particolari del fatto.
Il duello avvenne al Bois de Boulogne. La Marchesa di Nesle propose la pistola e, una di fronte all’altra, si prepararono a far fuoco. Sembra che la Principessa di Polignac, davanti all’avversaria, abbia dichiarato in tono glaciale: “Mia cara, la collera vi fa tremare la mano.”
Tirarono insieme.
La marchesa di Nesle, colpita di striscio al seno, si accasciò a terra. Ai padrini, che tosto la sollevarono, dichiarò di esser felice di aver versato il suo sangue per il duca e sperava, col suo sacrificio, di non essere più costretta a dividere i di lui favori…pia illusione. Alla sera il duca, informato del duello, sembra abbia commentato: “Phuà… io non sacrificherei uno solo dei miei capelli, né all’una né all’altra”. Capito che macho, eh?
All’inizio del XIX secolo, nei pressi di Strasburgo, un altro duello. Coinvolte due dame aristocratiche, una francese e l’altra tedesca (Francia e Germania… ah! L’amore che non ha confini!). L’uomo che si disputano è un affascinante giovane pittore. Arrivate sul luogo della sfida, le due antagoniste si affrontano alla pistola. Fatti i venticinque passi, si mettono di fronte, prendono la mira… fuoco! Ne escono entrambe illese ma la tedesca insiste per continuare. Vuole un duello all’ultimo sangue, ovvero fino alla morte di uno dei due contendenti. A questo punto i padrini, donne anche loro, si oppongono e le disarmano di forza. Ma contrariamente alla solenne tradizione maschile, entrambe rifiutano di riconciliarsi.

Consentitemi qui una breve digressione. Durante il Rinascimento, la scuola di scherma italiana era conosciuta in tutta Europa. Il maestro più famoso era Guido Antonio di Luca, esponente della cosiddetta "Scuola Bolognese", maestro di Achille Marozzo e del Capitano Giovanni de' Medici, il famoso ed eroico Giovanni delle Bande Nere. La Scherma è considerata un'Arte (la A è maiuscola) e gli stessi trattati in cui è descritta sono opere sublimi, con incisioni di gran qualità e un uso elegante ed erudito della lingua italiana. Trattati come quello del bolognese Achille Marozzo (1517-1536-1568) o di Antonio Manciolino (1531) e Camillo Agrippa (1553), definiscono il metodo, che sarà alla base di tutta la ricerca dei maestri successivi, italiani ed europei.
Veniamo a un duello di casa nostra. La protagonista è Lina Cavalieri (1875-1944), vedette e cantante della belle epoque, definita la “donna più bella del mondo”, tanto da rivaleggiare con la Belle Otero. Sembra che abbia sfidato, in quel di Roma, una nota attrice di teatro. La Cavalieri, a braccia nude e stivaletti, combatté con onore dimostrando di saper usare la spada tanto da ferire, in modo non grave, l’avversaria. Forse la bella Cavalieri approfittò del duello per far parlare di sé ma dimostrò senza dubbio una buona dose di coraggio…
L’articolo è solo un assaggio, per ovvi motivi di spazio ma se volete approfondire l’argomento, vi consiglio di approcciare l’argomento con questo sito della scherma storica, F.I.S.A.S.: http://www.scherma-antica.org/ oppure il sito della F.I.S.: http://www.federscherma.it/index.asp
Altrettanto affascinante la figura di Lina Cavalieri, che magari approfondiremo in un prossimo articolo e quella della marchesa di Nesle, davvero due vite da vere eroine di romance!
Conclusioni? I signori maschi inorridiscono solo a sentir parlare di armi d’offesa in mano alle signore ma non si rendono conto che la scherma, arte marziale di antichissima origine, è una “gentil signora”? E se chiedessimo a Valentina Vezzali?
Lasciatemi concludere con una battuta del Voltaire (1694-1778) che, con ironia, stempera donne e spade. Il maresciallo Generale di Francia, Maurice de Saxe (1696-1750) è a spasso, a braccetto per i giardini di Versailles con la favorita del momento. Un cortigiano e Voltaire li vedono passare. Il cortigiano sussurra:
“Ecco la spada del re!”
“Ed il suo fodero…”, aggiunge lo scrittore.





VI PIACEREBBE LEGGERE IN UN ROMANZO DI QUALCHE EROINA PROVETTA SPADACCINA? VI PIACE QUANDO E' LA PROTAGONISTA A PRENDERE IN MANO LA SITUAZIONE E A DARSI DA FARE PER SALVARE ( E CONQUISTARE) L'EROE ?

4 commenti:

  1. Come mi siete mancate ragazze!
    Sono stata senza computer per 15 giorni, adesso leggerò tutti i post che mi sono persa.

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  2. Ciao Adele, bellisssimo post, molto interessante ed originale.
    È sempre una gradita variazione sul tema, quando nei romance è l'eroina ad agire per salvare e poi conquistare l'eroe; secondo me, sono situazioni molto intriganti, sexy direi.
    Mi piacerebbe leggere un romance in cui la protagonista tenesse testa in duello al protagonista, sarei curiosa di vedere la reazione maschile. Cmq, esiste un altro genere di duello in cui già teniamo testa a tutti i maschi di 'sta terra (mariti, padri, figli, amici, amanti e qualsiasi altro ruolo maschile vi venga in mente), nn immaginate quale possa essere? Ma signore mie, è lampante, quello verbale! Lì, da che mondo è mondo, nn ci batte nessuno. E "loro" lo sanno! Nn è mica colpa nostra se dialetticamente siamo nettamente superiori. ;-)

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  3. per me ci sono sempre troppi abbracci super hot e appassionati però c'è da dire che qualche copertina è di classe e buon gusto. Si spera si continui in questa direzione

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  4. Adele V. Castellano14/09/11, 18:00

    Ciao Lady,
    grazie e ti do' ragione: in quanto a chiacchera e a sfide verbali le donne hanno il primato.
    Un campo che la Storia (scritta dai "maschietti") non ci vuole ancora riconoscere ma io so di certe nobildonne che, grazie alla loro dialettica, hanno salvato nazioni!

    Un abbraccio

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