STEFANIA AUCI intervista...Francy e Vivienne de La mia Biblioteca Romantica !


Dopo tante interviste per il nostro blog, questa volta a essere intervistate siamo state noi (Francy e Vivienne) ed è stato molto divertente!
Ad avere la bella idea è stata l'amica scrittrice STEFANIA AUCI che sul suo blog Moray Place 12 (http://morayplace12.blogspot.com/) ha recentemente ospitato ed intervistato altre blogger di siti dedicati alla lettura per la sua rubrica 'Behind the Scenes'. Andarle a farle visita è stato molto divertente, ma anche un po'...inquietante! Per chi non lo sapesse in Moray Place 12 abitano anche due vampiri, che nonostante il loro  oscuro fascino sono un filino poco arssicuranti! Loro non si fanno tanti problemi, il sangue umano lo succhiano e come!
Belli e dannati insomma,se ancora non li conoscete, andate sul sito di Stefania e incontrate Samuel e Oliver...non li dimenticherete!
Ecco l'intervista...
STEFANIA AUCI: Accomodiamoci nel giardino d'inverno, sul retro, dove ci aspettano un vassoio di cioccolata calda e fette di cheesecake. Allora... raccontatemi di voi: so che Biblioteca Romantica è uno dei più antichi blog romance esistenti in Italia. Come è nato e come vi siete conosciute?
Il piacere è reciproco cara Stefi!
Dunque, l'idea per LA MIA BIBLIOTECA ROMANTICA è nata verso l'estate del 2007 (anche se poi ufficialmente ho iniziato a pubblicarlo il 15 febbraio 2008 ...yes, very romantic, aren't I?). In quel periodo scrivere un blog stava diventando una mania dilagante e mi venne voglia di sperimentare in prima persona questo nuovo modello espressivo.
Il primo banner titolo del blog
Qualche tempo prima avevo scoperto il sito ( quello, sì, vero pioniere del romance in rete!) 'Romanzi Rosa Homage' di Ainos ed entrando nella sua mailing list, ebbi modo di conoscere diverse appassionate del genere, le famose 'Roselle', e di condividere con alcune di loro il progetto di aprire un sito italiano interamente dedicato al genere romance sulla falsa riga di quelli americani già allora numerosissimi in rete.
Quel progetto però non andò mai in porto: troppe personalità e finalità diverse, non riuscivamo a metterci daccordo quasi su nulla.Ma, come spesso accade, da quell'esperienza di condivisione di idee presero vita diversi progetti autonomi, uno dei quali il mio, con una stessa matrice di fondo: sdoganare il 'genere rosa', parlare di romance a tutto tondo come un tipo di fiction allo stesso livello di tutti gli altri generi d'intrattenimento.
Io già conoscevo e consultavo i principali siti romance americani per scegliere le mie letture in inglese e mi sarebbe piaciuto fare qualcosa di simile, ma non un portale (troppo complicato), bensì un blog : piccolo, personale,indipendente, curato anche graficamente, in cui parlare delle mie letture, sperando che la cosa interessasse anche ad altri. Ha funzionato.
Inizialmente, fra le altre cose, parlavo soprattutto dei romanzi che leggevo in inglese, ma poi mi è sembrato giusto trattare anche dei romanzi rosa tradotti in italiano (perchè la maggior parte delle lettrici non leggeva, e non legge, in lingua originale) e, come naturale conseguenza, le porte del blog si sono poi aperte alle autrici romance italiane, soprattutto perchè mi sembravano una 'specie' assolutamente da proteggere! Siete così poche e che fatica fate ogni volta per riuscire a pubblicare! Colpa dell'esterofilia italiana. Le autrici straniere non riescono a capire come mai in Italia si pubblichino prima i romanzi scritti da loro che da quelle di casa nostra. L'incontro con Vivienne, è stato casuale ma molto fortunato, sia per me che per il blog. Ci siamo conosciute via mail, perchè lei aveva scoperto che leggevo i romanzi di Suzanne Brockmann ,che piacevano anche a lei, e da lì ha comiciato a svilupparsi un'amicizia via mail che nel tempo ha dato vita anche a una preziosa collaborazione sul blog. Oltre a me e a Viv dopo alcuni mesi si è poi aggiunta Rachele, anche lei conosciuta in rete, che legge solo in italiano ed è una lettrice molto più veloce di me e riesce,di conseguenza, a regalare al blog molte recensioni di romanzi appena usciti , soprattutto di quei paranormali che nè a me nè a Viv piacciono più di tanto. L'entrata di Rachele nel nostro ristretto team è stato un ulteriore arricchimento per il blog. Fare quello che facciamo continua a divertirci molto (anche se implica molto impegno) e il costante aumento del numero dei lettori , soprattutto delle lettrici fisse ed 'affezionate', ci dice che il divertimento è reciproco. Questa è per me la migliore delle ricompense.
E' vero Stefy, non mi sento affatto a mio agio qui da te. Non vorrei che qualche tuo caro amico dai denti aguzzi mi capitasse tra testa e collo!! Una battuta davvero penosa. Comunque, Francesca ti ha già raccontato più o meno di come è andato il nostro incontro: colpa della Suzanne Brockmann! Ma non ti ha detto che io, prima di incominciare la nostra amicizia epistolare, NON LEGGEVO ROMANCE, a parte qualche Harmony in gioventù. Francy allora mi ha dato qualche dritta, e non solo sono diventata una fanatica lettrice del genere, ma ho anche incominciato a scrivere romance. Tu pensa dove ti possono condurre le amicizie sbagliate...

STEFANIA AUCI: Siete note nel popolo del web come lettrici accanite di romanzi in lingua straniera. Quale pensate sia la differenza saliente tra le autrici italiane e le anglosassoni e perché preferite la lettura in lingua originale?
Chi legge LMBR sa che io ho iniziato molti anni fa a leggere in inglese per ragioni di studio, di passione e e perchè preferisco leggere un libro com'è stato scritto dall'autore non dal traduttore ( per quanto bravo possa essere). Inoltre, il genere romance mi è sempre piaciuto ma l'offerta in Italia è davvero ridicola in confronto a quello che esce negli Stati Uniti e una volta scoperto che nelle librerie online potevo acquistare tutti i libri che volevo( sequels, prequels, un sacco di sottogeneri diversi,autrici mai lette prima) mi è sembrato davvero di essere nel paese di Bengodi! In più insegno inglese e la lettura in lingua è, lo sottolineo (da brava prof!), indispensabile a chi voglia arricchire il proprio bagaglio di vocaboli ed espressioni in inglese.
Come ho detto, prediligo lo stile anglosassone, che è più asciutto, meno involuto di quello italiano, ma non per questo povero.Anzi, a dire il vero la lingua inglese è molto più ricca di vocaboli di quella italiana e quindi ha meno bisognoso di perifrasi per esprimere un concetto.Di conseguenza lo stile è più snello dal punto di vista della costruzione della frase. Soprattutto non mi piace il tipo di italiano usato nei romanzi storici , perchè per rendere 'lo spirito e l'atmosfera d'epoca' si utilizza spesso una prosa a tratti ampollosa, ricca di espressioni desuete che trovo personalmente insopportabili. Ma è un problema personale, che non ho invece con i romanzi storici in inglese, lingua che per quanto io comprenda bene, non è comunque la mia lingua madre. Anche se devo dire che ho letto spesso in passato (prima dell'avvento di internet) romance storici tradotti in italiano e l'ho sempre fatto senza problemi, anzi il più delle volte amando appassionatamente quei libri . Perciò sospetto si tratti proprio di una questione di stile.
Leggo in inglese perchè è la lingua di Dickens e della Austen (e di molti altri), cioè la lingua del Romanzo. La prosa inglese è stilisticamente più asciutta di quella italiana e onestamente, quando scrivo le mie piccole cose, tendo ad inglesizzare la struttura del mio italiano. Se dovessi leggere solo i romance italiani, avrei ben poco da leggere, no? Quanti romanzi escono in un anno con firme italiane? Si contano su una mano, forse su due con le riedizioni. In quanto alle traduzioni delle autrici anglosassoni, le accetto a volte, ma siccome sono una snob e so leggere bene in inglese, dico di no, come l'uomo Del Monte (anche perchè spesso leggo autrici o romanzi che non vengono distribuiti in Italia). Spesso i romanzi tradotti sono o sembrano tagliuzzati, e poi ho sempre da ridire sulle scelte del traduttore, tanto da rovinarmi la lettura. Sono petulante abbastanza da andare a confrontare la traduzione con l'originale e trovarci un sacco di difetti (non errori). Ma so benissimo che se dovessi tradurre io un romanzo farei molto peggio dei traduttori professionisti. O no?

STEFANIA AUCI:
Quale genere letterario al femminile pensate debba essere "importato" in Italia e perché? Cosa ne pensate della svolta fatta da Leggereeditore e della sua scelta di puntare sul suspense?
Penso che in Italia venga importato un po' troppo romance storico, mentre ci sono libri deliziosi di genere contemporaneo che mi piacerebbe moltissimo che le nostre lettrici potessero leggere, ma ai piani alti c'è chi pensa che alle italiane piacciano solo gli storici e i contemporanei che si pubblicano sono più che altro storie di vampiri! Certo se per decenni dai in pasto alle lettrici solo romance storico è chiaro che loro tenderanno a voler mangiare sempre la stessa minestra. Bisogna avere il coraggio di cambiare genere e far cambiare un po' i gusti alle lettrici, ma come scelta autonoma , non sulla scia di un successo già acquisito in altri campi come è successo per il paranormale/vampiresco . E poi, si sa, io amo il romantic suspense e anche quello mi piacerebbe vederlo pubblicato di più. Quello che prediligo però non è esattamente come quello dei romanzi attualmente pubblicati da Leggereditore, dove suspense e mystery sono spesso soverchianti rispetto al romance. La scelta, si capisce, è probabilmente dettata dall'esigenza di attirare un pubblico più vasto ( e anche maschile) rispetto a quello delle sole lettrici romance. Ecco perchè spesso sollecito le lettrici che hanno studiato l'inglese a buttarsi e a leggere in lingua originale...se fai tanto di iniziare poi, davanti a tanta varietà, non smetti più!
Sono perfettamente d'accordo con Francy, su tutto. Quindi potrei anche non rispondere, ma:
se parliamo di romance, o di women's fiction, credo che qualche romanzo brillante -anche italiano- non guasterebbe. Non per forza chick lit, genere che ha rotto un po' gli zebedei (tranne il chick lit di Nora Mantelli, che è bravissima perchè sono io, scherzo, of course), ma un genere brillante, spiritoso, che non sia per forza un elenco di abiti griffati o una serie di scazzi pseudo-psico-drammatici. Il giallo rosa, poi, sarebbe il benvenuto. Credo che Leggereditore stia facendo un buon lavoro e mi auguro che, come aveva annunciato agli inizi, apra presto anche alle scrittrici italiane. Che, di sbocchi, ne hanno davvero pochi. Io credo che con la diffusione degli e-reader, fondamentale perché NON si può leggere un romanzo sul computer, le possibilità di farsi conoscere per le autrici italiane aumenteranno in modo esponenziale.

STEFANIA AUCI: Una domanda piccante... mentre versiamo dell'altra cioccolata. O preferite del whiskey, visto che fuori ci sono zero gradi... Pensate che in Italia il pubblico sia pronto a romance a tema omosex?
Decisamente cioccolata,my dear! Versa pure che sprigioniamo un bel po' di endorfine...si dice che sia per quello che la cioccolata ci piace così tanto, ci fa produrre endorfine, gli ormoni del benessere e del buonumore!Anche leggere romance mi fa spesso quest'effetto.
Vivienne: Interrompo Francy per dire che anche a me i romance fanno l'effetto della cioccolata! Sono meglio degli antidepressivi, addirittura, fanno sorridere e stare bene. Leggete romance, quando vi sentite giù|!Restituisco la parola a Francy che è moooolto più brava ed esperta di me.

Francy: I romanzi omosex potrebbero avere una loro nicchia di lettori/lettrici ma dubito che avrebbero un gran seguito qui da noi e quindi sospetto che ci sia da aspettare ancora molto perchè il romance M/M (ma anchre F/F),come lo chiamano, possa sperare di sbarcare ufficialmente sui nostri scaffali. Non tanto per problemi di pregiudizio quanto di interesse. A me,ad esempio, il genere non attira per niente . Mi è capitato di leggere questo tipo di libri e sono arrivata alla conclusione che le storie gay non mi interessano perchè non riuscendo ad immedesimarmi in uno dei protagonisti non riesco, di conseguenza, ad appassionarmi alla storia al 100%. Ma non per tutte le lettrici è così, alcune non trovano per nulla difficile immedesimarsi e si appassionano a questo tipo di storie dov'è la psicologia e la sessualità maschile ad essere protagonista assoluta.Interessante notare come questi romanzi siano scritti prevalentemente da autrici donne ed etero per lettrici donne ( ed etero) e quindi non siano in generale concepiti per lettori gay, anche se le storie trattate lo sono. Ci sono anche romance scritti da omosessuali per omosessuali ma sono un altro genere ancora.

Che dire? Non mi interessano particolarmente i romance che raccontano un amore gay perché, come diceva Francy, mi immedesimo poco con i protagonisti. Il motivo per cui non vengono pubblicati è solo legato al mercato, non alla nostra pruderie: siamo molto meno mammolette noi italiani che quei puritani degli anglosassoni. Si potrebbe fare lo stesso discorso per il genere erotika. Dove le porcellate vengono molto prima dei sentimenti. Personalmente credo che gli erotika, da quel che ho letto qua e là, siano molto ripetitivi. E non sto a spiegarti quale sia la parte che ripetono. Ma sono certa che potrebbero trovarsi una importante nicchia di mercato tra il pubblico femminile, più dei romance gay.
STEFANIA AUCI: Domanda di rito: Editoria italiana. Cosa ne pensate e a chi fareste una tirata d'orecchie.
L'editoria italiana langue purtroppo. E sente la crisi come tutti i comparti dell'economia. In più in Italia si legge pochissimo. I libri pubblicati perchè hanno un valore letterario si scontano sulla punta delle dita.Tutto il resto si pubblica con uno sguardo ben fermo al marketing, ecco perchè gli scaffali delle nsotre librerie più o meno virtuali sono invasi da libri 'usa e getta'.Perciò mi chiedo, perchè relegare il romance solo alle edicole? E' fiction d'intrattenimento come tutto il resto. Moccia o la Casati Modignani , sostanzialmente scrivono romance, women's fiction o young adult ( nel caso di Moccia), eppure sono riusciti ad entrare in libreria a rimanerci e a sfornare best sellers. Perchè il genere fa vendere, è inutile.Allora è solo una questione di politiche editoriali e di snobismo. eccoperchè quello che sta facendo la Fanucci con la nuova Leggereditore mi sembra un'operazione interessante perchè hanno deciso di prendere in considerazione anche il genere romance per le loro prossime pubblicazioni e di proporsia un target di lettrici donne. E' una scelta che secondo me verrà premiata!E per questo sul blog dò volentieri spazio alle uscite di questa casa editrice, ne apprezzo il 'concept'.
La Mondadori ha recentemente fatto 'l'immane sforzo' di aprire un blog per la sua collana 'I Romanzi' , su cui eventualmente colloquiare con le ettrici. Non è molto ma è se non altro un segno di volontà di avvicinamento alle lettrici e disponibilità ad ascoltare le loro richieste. Di più ha fatto Harlequin/Mondadori che sul sito 'eHarmony' non solo presenta i libri in uscita ma dà anche la possibilità alle lettrici di acquistarli online con giorni d'anticipo rispetto alle edicole.
Secondo me il genere Romance ha ancora ampio spazio di manovra in Italia, proprio perchè è stato per tanto tempo relegato nell'angolino, e credo che la rete , a questo proposito, potrà avere un ruolo sostanziale nel promuoverlo efficacemente . Noi della MIA BIBLIOTECA ROMANTICA, nel nostro piccolo stiamo cercando di farlo, sia sul blog che sulla nostra pagina di Facebook. Insomma, alla faccia dei pessimisti, per me il futuro è rosa...basta crederci!
Il problema n.1 dell'editoria italiana sono i lettori che sono troppo pochi, perchè si legge poco e perchè nella nostra lingua si legge solo in Italia. Pensate all'enorme mercato cui si rivolge l'editoria anglosassone: non solo Regno Unito, non solo America del Nord, ma anche Australia, New Zealand e tutto il mondo, visto che l'inglese si parla ovunque. Anche la Spagna e la Francia possono contare su un mercato molto più vasto del nostro, in termini numerici, almeno.
Da una parte, dunque, pochi lettori non fanno fiorire l'industria del libro, dall'altra l'industria del libro che, con le sue scelte spesso spocchiose o di basso livello -pensate a tutti gli instant book su questo o quel personaggio dei reality -, non fa fiorire i lettori. Io credo che in Italia non si favorisca la letteratura popolare, quella buona, quella di genere che ha fatto la fortuna dell'editoria anglosassone. Ci si attacca al successo internazionale e si succhia finché c'è sangue da succhiare, come i tuoi vampiri, Stefy, senza preparare il terreno ad autori italiani di genere che producano opere di buon livello che facciano vendere. E' il prodotto nazionale che deve creare il substrato dell'editoria, non quello internazionale. Gli editori devono guardare al domani, non solo al prossimo Natale. E a questo proposito, invece di comprare tanti libri dall'estero, perchè non cercano di piazzarne qualcuno all'estero? E qui ci si potrebbe scatenare sul perché non ci riescano.

STEFANIA AUCI: Ragazze, è stato un autentico piacere. Adesso rivestiamoci e andiamo a fare un bel giro su Princes street, dove si respira già l'aria di Natale.... magari facciamo una puntatina da Jenners. E tu Vivi, molla tutti 'sti ammennicoli che non ti morde nessuno.... A presto!
Grazie Stefi di averci ospitato sul tuo blog e complimenti per aver pensato a questo tipo di interviste.Noi blogger siamo abituate ad intervistare gli altri, una volta tanto ci fa piacere parlare di noi!
Come sempre, quoto Francy. E vada per lo shopping. Ma Stefy, è vero che gli scozzesi sotto il kilt...



ANCORA GRAZIE A STEFI PER AVERCI OSPITATO E AVERCI DATO L'OPPORTUNITA' DI PARLARE UN PO' DEL NOSTRO BLOG! VI E' PIACIUTA L'INTERVISTA? CHE ALTRO AVRESTE VOLUTO CI CHIEDESSE?

6 commenti:

  1. Il piacere è stato tutto mio!!! <3

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  2. Bellissima intervista e brillanti risposte.
    Complimenti a tutte e tre.
    Un abbraccio. Rachele.

    @ Viv? Per curiosità, ma Stefania ti ha poi spiegato cosa portano gli scozzesi sotto il kilt? ....
    Donne fortunate!

    RispondiElimina
  3. Che bella intervista, ragazze! E che simpatica la storia del vostro sodalizio: amiche per un libro.
    Devo dire che mi trovate d'accordo su tutto, in particolare sul fatto che i romance italiani non vengono proposti all'estero. E' qualcosa che mi sono chiesta mille volte.
    Aggiungo che il vostro sito è bellissimo e di facile consultazione.
    Complimenti per tutto, quindi, anche a Rachele e a Stefania, la brava intervistatrice amante dei vampiri.
    Miriam Formenti

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  4. ladymacbeth20/11/10, 23:56

    Intervista molto interessante, piacevole e divertente. Mi trovo completamente d'accordo con Vivienne e Francy x ciò che riguarda la letteratura M/M e F/F: nel primo caso non saprei con quale protagonista identificarmi, nel secondo non vorrei proprio identificarmi con nessuna delle due (della serie: "Vive la différence!"). Anche io sogno di poter trovare finalmente in libreria una vasta scelta di genere(i) romance: magari un giorno o l'altro qs sogno si avvererà, forse l'encomiabile iniziativa di Leggereditore farà scuola presso altre case editrici. Per ciò che riguarda la scarsità di lettori in Italia, mi piacerebbe molto avere un vs parere professionale, visto che siete una giornalista e una prof. Secondo voi qual'è il problema di fondo? Ultimamente ho sentito varie opinioni al riguardo: si investe troppo poco (ma che tipo di investimenti sarebbero necessari in questo caso? più biblioteche, magari presso ogni scuola, a partire dalle elementari?), da noi si legge meno perchè c'è il sole, mentre nei paesi nordici, notoriamente popolati da forti lettori, è quasi sempre brutto tempo (chi l'ha detto che non si possa leggere seduti in giardino al sole? allora, a qs stregua, anche da noi si dovrebbe leggere di più durante la brutta stagione). Eppure, ai vari festival della letteratura e filosofia e alle fiere del libro c'è sempre una grossa affluenza; personalmente ho un account su aNobii e pare che il gruppo dei lettori italiani sia uno dei più vivaci e numerosi; non riesco proprio a capire dove stia la verità.
    Cari saluti e grazie.

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  5. Interessante intervista. Mi piace molto il vostro blog, lo sapete? ^_^ Complimenti. E' un modo per conoscervi meglio.

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  6. Carissime bibliotecarie romantiche, ero convinta di aver lasciato già un commento a questa bella intervista. Comunque mi fa piacere che per una volta tanto ci siete voi sotto i riflettori, e mi sembra giusto con tutto lo spazio che voi date a noi scrittrici in questa spazio letterario. Un abbraccio e cento di questi post.
    Mariangela Camocardi

    RispondiElimina

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