Si ritrovò in una stanza piuttosto piccola, ma arredata con gusto. Il fuoco scoppiettava dentro al caminetto, irradiando con la sua luce il modesto appartamento e conferendo all’ambiente un confortante tepore. Timidamente, Eve sollevò lo sguardo e finalmente lo vide. Era un uomo dalla statura imponente e un bel viso dallo sguardo leggermente malinconico. Le sue ricche vesti gli conferivano una certa autorità ed ella si ritrovò a inchinarsi con grazia, mentre si presentava: “Il mio nome è Eve, monsieur.”
Egli sorrise appena. “Un bel nome per un’incantevole fanciulla.”
Era anche un uomo galante, dunque! Eve arrossì per l’imbarazzo. Infine, non poté evitare di chiedere: “Posso sapere il vostro nome, ora? Non mi è stato detto e non so come devo chiamarvi.”
L’uomo misterioso parve soppesare la domanda che gli era stata rivolta, infine rispose: “Chiamatemi Adam. Suona bene, non credete? Adam e Eve, Adamo ed Eva.”
Mentre Eve cominciava a sentirsi sempre più a disagio in sua presenza, egli versò del vino in una coppa e glielo porse. “Suvvia, bevete un goccio. Vi farà bene. Mi sembrate un po’ tesa.”
Eve non aveva mai bevuto del vino e lo trovò assolutamente delizioso. Pertanto, quando Adam le porse un’altra coppa, lo buttò giù avidamente. Pareva che il suo padrone fosse divertito da quel fatto perché per la prima volta lo vide sorridere.
“Mi sembra di intuire che è di vostro gradimento, mademoiselle.”
Ella arrossì per l’imbarazzo e reclinò il capo per permettersi di osservare meglio il suo interlocutore. Era dannatamente attraente, questo non poteva negarlo. Ma del tutto fuori dalla sua portata, si disse per impedirsi di lasciar vagare la mente su territori pericolosi.
“Non avevo mai bevuto nulla di così buono, monsieur”, rispose un po’ titubante.
Lui le riempì di nuovo il bicchiere e la incitò a bere di nuovo.
“Prendetene ancora, se vi piace”, le disse per convincerla, “Ha già dato un po’ di colore al vostro bel viso.”
Eve non era certa che il rossore che le colorava le guance fosse dovuto al vino. Piuttosto, era la presenza di quell’affascinante gentiluomo a turbarla nel profondo e non seppe spiegarsene la ragione. Bevve il vino tutto d’un sorso e ne prese ancora.
Dopo il quarto bicchiere, cominciò ad accusare i segni di una sbornia in corso: la testa le girava vorticosamente e la mente le si fece confusa. Quando lui le tolse la coppa di mano dovette sorreggerla perché stava per inciampare e finire a terra come una pera cotta. “Forse, è il caso che vi sediate un istante”, le disse lui, indicandole il letto, “Temo che il vino vi abbia dato alla testa.”
Non c’erano sedie in quella stanza e, sebbene lo giudicasse sconveniente, fu costretta a sedersi dove le era stato ordinato. A un tratto la situazione le parve grottesca: si trovava sola in una stanza, in compagnia di un uomo e mezza ubriaca per giunta!
Poi Adam le si avvicinò e le sedette accanto, accarezzandole delicatamente una guancia. Ella arrossì nuovamente e non per il vino.
La presenza di quell’uomo le faceva uno strano effetto. Avrebbe voluto allontanarlo, ma si sentiva come soggiogata da lui. Il cuore aveva cominciato a batterle più forte, mentre Adam si chinava sul suo collo di porcellana per deporvi un bacio che la fece rabbrividire. Le labbra di lui si spostarono sulle sue ed ella accolse quel bacio con un abbandono che non si sarebbe mai aspettata.
Le loro lingue si intrecciarono in una danza sensuale che le fece perdere ogni cognizione.
Solo quando si staccarono ella recuperò un barlume di lucidità e si scostò da lui, intimidita.
“Vi prego… noi non dovremmo…”
Era talmente imbarazzata che non riusciva a trovare le parole adatte. Tuttavia, sapeva di non potersi concedere certe libertà col suo padrone. Per quanto affascinante lui fosse, lei non era quel tipo di donna.
Adam parve colpito dalla sua reazione. Era talmente abituato ad avere tutte le donne che desiderava che quel rifiuto lo colse di sorpresa. Dame di corte, cortigiane, fanciulle illibate e ricche vedove facevano a gara per essere ammesse nel suo letto.
Persino le ragazze che gli procurava la Pompadour, pur non conoscendo la sua vera identità, rimanevano affascinate dalla sua ricchezza e dall’aura di potere che emanava. Non aveva mai faticato molto a convincerle a concedergli i loro favori. Tuttavia, Eve pareva diversa.
“Come avete detto?” esclamò turbato, mentre lei si rannicchiava sull’altra sponda del letto, quasi temesse che lui intendesse costringerla con la forza. Diamine, non era mai stato costretto ad arrivare a tanto! Pensò, trattenendo una risata.
Gli occhi di Eve parvero terribilmente confusi, quando incontrarono i suoi.
“Monsieur, so di essere solo una serva e di non valere nulla in confronto a voi, ma vi supplico, non costringetemi a…” non terminò neppure la frase, in preda all’imbarazzo.
Adam la osservò meglio. La sua elaborata acconciatura si era rovinata ed ora ciocche di capelli scuri le scendevano disordinatamente sul viso e sul collo. Era terribilmente eccitante così.
“In tutta la mia vita non ho mai dovuto costringere una donna”, disse, chiedendosi se dovesse mostrarsi spazientito o divertito dalle sue parole.
“Non ne dubito, monsieur”, rispose lei, nel timore di averlo offeso. Da quel lavoro dipendeva tutta la sua vita, non poteva permettersi di perderlo. Sapeva anche che molte ragazze, nella sua situazione, si sarebbero concesse al padrone per ottenere dei vantaggi a livello
economico. Ma lei aveva sempre sognato di donarsi solo alla persona che avrebbe sposato e non se la sentiva di gettare al vento tutti i suoi sogni per una manciata di monete o un posto di lavoro.
“Non capisco perché vi siate preso delle libertà proprio con me che sono solo un’umile serva”, continuò, facendosi coraggio, “Potreste avere le più belle dame di Versailles al mio posto!”
Le sue parole gli suscitarono un’improvvisa quanto sorprendente ilarità. Adam si lasciò sfuggire una sonora risata e i suoi occhi parvero illuminarsi di una luce nuova.
Erano in pochi a divertirlo in quel modo. Persino madame de Pompadour ultimamente aveva faticato parecchio a strappargli un sorriso e stentava a credere che quella ragazza ingenua e sprovveduta fosse riuscita laddove nobili e cicisbei avevano fallito.
“Forse è perché trovo le dame di corte estremamente noiose, mia cara Eve”, disse in tono divertito. Poi il suo sguardo si fece più malinconico. Eve lo udì sospirare e si ritrovò a chiedersi cosa lo avesse rattristato così all’improvviso.
Non ebbe bisogno di chiederlo perché fu lui stesso ad esprimerle i propri pensieri.
“Mi sono sempre sentito dannatamente solo”, confessò mentre lei lo ascoltava attenta, “Ho perso i miei genitori in tenera età e da allora sono alla ricerca di qualcuno che mi ami per quello che sono e non per ciò che rappresento. Ma finora non ho mai trovato quel qualcuno.”
Eve si rattristò a sua volta. Lei non aveva mai vissuto nel lusso. Non possedeva bei vestiti, né gioielli, né nulla di quello che potevano avere le aristocratiche. Tuttavia, non le era mai mancato l’affetto dei suoi cari. Aveva perso il padre, ma la madre l’aveva sempre colmata d’amore ed aveva sempre avuto un ottimo rapporto anche con i fratelli e le sorelle. Essendo la sua una famiglia numerosa, non aveva mai sofferto di solitudine.
Per la prima volta nella vita, si sentì fortunata ad essere nata in una famiglia povera ma unita.
“Mi dispiace”, sussurrò con dolcezza.
Adam si avvide che aveva gli occhi lucidi, come se fosse sul punto di piangere, e ne rimase colpito. Nessuno si era mai curato della sua solitudine. Tutti desideravano compiacerlo per ottenere favori, ma nessuno avrebbe pianto per lui. Probabilmente, anche nel momento della sua morte non ci sarebbero state lacrime, bensì urla gioiose in onore del suo successore.
Eppure quella fanciulla era commossa fino alle lacrime. Fu colto dall’improvvisa voglia di stringerla a sé. Desiderava fare l’amore con lei e non per ricavarne piacere ma per donarglielo. Ed era la prima volta che un simile pensiero gli balenava per la mente.
Ho acquistato questo romanzo su ibs: conosco Laura gay e so che è in grado di scrivere storie coinvolgenti e curate dal punto d vista storico.Molto attraente è anche l'idea di base, del "serraglio" in cui il re di Francia custodiva le sue "protette".
RispondiEliminaE' una bella storia, insolita e piacevole da leggere.
Un caro abbraccio a Laura!
Grazie Stefy! :-*
RispondiEliminaIo sono da tempo una lettrice ed un'estimatrice di Laura che sa calibrare bene tutto nei suoi romanzi: dialoghi e descrizioni, fantasia e realtà storica, personagi inventati da lei e personaggi reali, costruendo trame solide ed originale...
RispondiEliminaL'ho voluto in Rosso Cuore per questo, chiedendo all'editrice di alzare il limite massimo delle battute da 400.000 a 430.000 per non comprimere troppo il suo testo...
Da lettrice, però, avrei due richieste: il seguito del travel time per vedere come se la cavaCristiano nell'epoca contemporanea, dopo che Elisa ha dimostrato di cavarsela alla grande nella Roma del '500 e la pubblicazione integrale della trilogia di romanzi di cui La rosa di Parigi è il primo volume...
E poi magari mi piacerebbe scrivere anche un altro romanzo epistolare con lei, sempre ambientato nell'800...
Insomma, la voglio far lavorare parecchio nei prossimi mesi!!!
Cristina
Scusate un paio di errori di battitura...
RispondiEliminae ancora complimenti a Laura per i suoi romanzi...
Cristina
Cri, mi toccherà lasciare il mio lavoro e dedicarmi completamente alla scrittura per poter fare tutte queste cose!!! :-P
RispondiEliminaComunque il seguito del time travel arriverò presto!
Il libro prigioniera del tempo l'ho avuto direttamente dalla splendida Laura... che devo dire mi non mi ha sorpreso, ma ha ulteriormente confermato le doti di scrittrice.
RispondiEliminaL'ho intervistata anch'io e devo dire che la prima cosa che si nota è la sua smisurata voglia di scrivere e la sua voglia di emergere e di fare, senza peraltro fare follie...
Michele Ciardelli
Cara Laura
RispondiEliminail titolo prigioniera del tempo è stupefacente e il contenuto altrettanto.
Sei stata molto umile quando hai detto che non ti aspettavi tutto questo successo.
La scelta della copertina è stata fatta unicamente da un artista e questo sarà il tuo futuro.
Bravissima e complimenti.
Un saluto affettuoso.
Laura ha il pregio di attirare a se i lettori, brava e professionale, la sua riservatezza mette ancora più in risalto le sue qualità di scrittrice e poi non dico altro..sia perchè la adoro come persona, sia perchè scrive storie che adoro in quanto ambientate nella Francia del '700...
RispondiEliminaSamanta
Sempre vivissimi complimenti a Laura: il suo stile è sempre intrigante, quando parla della storia di Francia ancora di più.
RispondiEliminaL'estratto è davvero piacevole alla lettura ed incuriosisce molto per il proseguimento della storia. Soprattutto per scoprire se "Adam" si rivelerà buono o cattivo...
Libera
Laura oltre ad essere brava é anche una persona molto gentile. ^_^
RispondiEliminaIo ho letto "La Figlia del Re di Francia"
E' il primo libro che leggo di quest'autrice e il mio giudizio globale sul romanzo é più che positivo.
Molto diverso rispetto ai romanzi che di solito leggo ma sono rimasta conquistata dalla sua storia.
Laura ha saputo ben amalgamare eventi storici, usi e costumi dell'epoca e il frutto della sua immaginazione.
Un romanzo scorrevole e coinvolgente.
Complimenti per l'intervista. ^_^ In bocca al lupo!
una piacevolissima scoperta...
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