NEW PENS FOR ROMANCE presenta ...Francesca BORRIONE


Dopo la pausa per le feste natalizie , torniamo a proporre New Pens for Romance, la nostra rubrica di estratti di aspiranti autrici rosa o di autrici emergenti che ha riscosso un buon successo fra le nostre lettrici .
Oggi ospitiamo FRANCESCA BORRIONE, di cui abbiamo pubblicato un racconto inedito durante le scorse feste ( qui).

Come il racconto, anche questo estratto dal suo romanzo L'Uomo che attraversò il tempo per me è ambientato nella Grande Mela. Buona lettura!




Alla donna in attesa dell’uomo che attraversi il tempo per lei: probabilmente non avevi bisogno di cercare tanto lontano.

Magari ti bastava aprire gli occhi sul mondo e renderti conto che se tu esisti non dipende soltanto dalla genetica. Se esisti è perché hai una strada da seguire ed un destino da compiere. Se esisti è perché qualcuno possa alzarsi al mattino e avere te come suo primo pensiero. Se esisti è perché sei visibile anche quando ti nascondi in casa e abbassi le tapparelle. Se esisti è perché hai delle emozioni e dei sentimenti da regalare. Se esisti è perché tu possa urlare, sbattere e piangere quanto vuoi, e buttare in aria la casa soltanto per la frase sbagliata di una persona troppo invadente. Se esisti è perché hai il potere di scegliere cosa fare della tua vita. È perché hai un cuore, una mente e un’anima che sono la parte più bella di te, e fanno di tutto per far sì che anche il mondo se ne accorga. Se esisti è per tutte queste ragioni, e molte di più. È per le decisioni che sai di dover prendere ma continui a rimandare. Prima o poi arriverà il momento di compiere la scelta più importante, se esistere o limitarti ad osservare il susseguirsi delle tue giornate.

Quel giorno arriverà presto. La donna che aspetta, spero prenderà la decisione più giusta.

Che sia lei ad attraversare il tempo, spezzando gli equilibri.
Ieri ti ho cercata. Mi è dispiaciuto della litigata che abbiamo avuto. Ti assicuro che non era mia intenzione farti arrabbiare così. Il fatto, però, di aver provocato in te una reazione tanto forte, mi fa riflettere su un paio di punti.

Avevo ragione. Sei ancora troppo orgogliosa per ammetterlo.

Magari anche adesso senti che ti stanno saltando i nervi, e mi stai maledicendo e non vorresti più avere a che fare con me, ma dentro di te sai che non ho tutti i torti. Quando qualcuno ci spiattella in faccia la verità su di noi, quella verità che sappiamo reale ma cerchiamo con ogni mezzo di mascherare di fronte alla gente, cadiamo nella tentazione di negare e alzare la voce, perché in qualche modo vogliamo convincere noi stessi che quello che abbiamo appena sentito non è vero.
E allora ce la prendiamo con chi ci ha detto quello che non avremmo mai voluto ascoltare. Ma la verità non scompare se nascondiamo la testa sotto la sabbia.
Sarà sempre lì ad attenderci non appena avremo sollevato la testa in aria,
quindi forse è meglio affrontarla.
Per questa ragione, non essendo ancora riusciti ad ammettere i nostri più grandi difetti e le nostre paure, ci facciamo piccoli piccoli dentro una corazza impenetrabile che si fa sempre più spessa e più potente.

Ieri ti ho vista uscire con quel tipo. Non eri la Selma cheesce nel mondo. Eri la Selma casalinga e naturale delle giornate nel suo guscio.
Avevi un paio di jeans, una maglia e quel tuo inseparabile cappotto. Eri un amore. Scommetto che anche il tuo accompagnatore ha pensato la stessa cosa,perché non ti toglieva gli occhi di dosso. Ovviamente, tu non te ne sei accorta.
Eri troppo presa ad osservare la tua mise ad ogni vetrina, preoccupata com’eri di non essere all’altezza della star che era al tuo fianco. Ma lui ti guardava, eccome. E se anche qualche ragazza gli avrà rivolto delle attenzioni, lui le sue le concedeva soltanto a te.
Non vorrei mai spingerti tra le braccia di qualcun altro. Soltanto tra quelle della persona che ami.
Ti sei già chiesta se sia amore? Probabilmente sì. Ma questa domanda te la sarai posta al primo sguardo. Avrai sottoposto il malcapitato all’esame più meticoloso e tecnico della sua vita, e lui nemmeno lo sa. Avrai scandagliato l’esaminato ai raggi x, un po’ come Robocop. Altezza, corporatura, capelli, occhi, linea del viso: no a mascelle squadrate, mani rosicchiate, labbra strette, denti radi, riporti da calvizie, capelli arruffati, barbe incolte o pizzi tipo moschettiere, tinture strane, sguardo assente o da furbastro.

Abbigliamento: niente pantaloni con cavallo lungo fino alle ginocchia, scarpe rotte, completi yuppie, cravatte oscene, collane d’oro su camicie dai becchi lunghi sbottonate, croste o macchie indelebili sui vestiti, colori sgargianti quando piove, gemelli sul polsino, bretelle e cinta assieme (per la teoria di Billy Wilder che chi se le mette entrambe è un tipo esageratamente prudente).

Comportamento: bandire chi parla al telefono in libreria, ma in ogni caso ovunque in pubblico, come se si trovasse alla stazione, e chi va al cinema senza cognizione di causa e poi passa il tempo della proiezione a fare battute idiote e disturbare gli spettatori per sentenziare, alla fine, che il film era uno schifo; evitare chi cammina da lumacone, attacca bottone con frasi imbarazzanti rimediate da un amico che dice di saperla lunga sulle donne, chi si caccia le dita nel naso, nonché tutti coloro che hanno tic e nevrosi mai curate o mal curate; alla larga dai presuntuosi, gli scettici, i materialisti, i nostalgici di quando non c’era la tecnologia e quelli che cambiano computer una volta a settimana (perché potrebbero usare lo stesso metro anche per le donne), cafoni maneschi, uomini affetti da sindrome di Peter Pan, studentelli imberbi, professionisti della mano morta.

Cultura: fondamentale la conoscenza a menadito di storia, letteratura mondiale di ogni tempo e ogni paese, arte (si richiede in aggiunta di sapere la distinzione tra Monet e Manet), astronomia, musica (non limitata ai rocchettari dell’ultima generazione), cinema (al largo chi non ha mai sentito nominare Milius, Siegel, Murnau, Wise e Kazan, e chiunque non abbia mai visto almeno un film di Woody Allen). Preferibile un artista che voglia fare dell’arte il suo mestiere. Si gradisce conoscenza base di matematica, chimica e fisica.

Niente ignoranti fieri di esserlo, né saccenti professoroni fieri della propria
ignoranza umana ed emotiva.

Lingua: astenersi dialetti marcati, parlate rozze e volgari, bagaglio linguistico volutamente raffinato e ricercato con il solo intento di mettere in mostra l’erudizione, gergo alla moda che si sente soltanto nei filmetti per adolescenti in cui il solito bulletto della scuola fa la corte per scommessa alla solita quattrocchi un po’ imbranata ma bella dentro e poi se ne innamora.
Politica: richiedesi semplicemente apertura mentale.

Cuore: purché batta, di cuore.

Dopo aver letto tutto questo, non vorrai ammettere che stai cercando qualcuno così. Credimi, però, se affermo che uno così non esiste. Non lo troverai mai, Selma. Non riuscirai mai ad incontrare qualcuno che sia la somma di tutte quelle qualità e che, per giunta, non abbia nemmeno uno di quei difetti.
Così torniamo alla superfilosofia, ma questa storia già la conosci. Volevo soltanto dirti che, se per caso senti di provare qualcosa per qualcuno che ti fa avere voglia di uscire e con cui riesci a parlare senza guardare mai l’ora, qualcuno che ti attrae e che ricambia i tuoi sentimenti, qualcuno che, parafrasando Qualcosa è cambiato, riesce a farti venire voglia di essere una donna migliore. Puoi parlarne quanto vuoi, ma sarebbe un peccato imperdonabile che te lo lasciassi sfuggire per inseguire un ideale che non potrai mai avere. So che per ora non hai avuto questo dubbio, ma quando sarà tempo di fare sul serio, e dovrai decidere, se non compi lo sforzo di lasciare il tuo cuore nella piena libertà ed autonomia, rimpiangerai quel momento per sempre."

*****

New York di notte è molto di più di una fotografia aerea. È più di un qualsiasi ritratto d’artista. New York di notte è la Manhattan in bianco e nero di Woody Allen, è un ‘Tonight’ cantato da ogni Romeo ad ogni rispettiva Giulietta e un ‘America’ strillato sui tetti di qualche palazzo decadente del West Side, è una galoppata sotto la pioggia e l’ultima corsa della metro agganciata al volo, una panoramica caleidoscopica di colori diretta dall’occhio di Martin Scorsese, è un intreccio di luci anche dove luce non c’è, una fuga sull’Empire State Building per raggiungere un incantevole sconosciuto, una chiacchierata all’aperto con “Quell’unica persona al mondo che ti riempie il cuore di gioia” (C’è posta per te, 1998). È un’emozione che provo soltanto io. È la New York del mio cuore.

Ci sediamo su una panchina, a contemplare la vista e cercare di mangiare il gelato prima che si sciolga e ci coli sui vestiti.
«Hai mai fatto una cosa simile? – chiedo – Sinceramente».
«Sinceramente – risponde Jason – no. L’ultima volta che ho portato una
ragazza in una gelateria, lei si è fatta servire uno di quei coni minuscoli da
assaggio».
«Non deve essere stato soddisfacente».
«Direi proprio di no.
Non mi piace chi bada troppo alla forma. Sarà solo una mia impressione, ma mi da l’idea che non curi molto la sostanza».
«È per questo che io vado bene?Perché è evidente che io non tengo affatto alla forma?».
Come mi riscaldo quando si parla di grassezza e magrezza. Divento un po’ la paladina delle cicciottelle, e difendo la mia causa con fervore da tribunale.
«Non fraintendermi – si scusa Jason, come intimorito dal mio atteggiamento – io ho visto subito in te qualcosa di speciale che mi ha colpito. Soltanto dopo, mi sono reso conto che eri anche incredibilmente bella, e allora ho capito di
quanto ero stato fortunato a incontrarti e che, per conquistarti, dovevo
dimostrarti il meglio di me».
In una sola frase, Jason è riuscito a inserire una serie di complimenti che non credo avrei mai accettato, se pronunciati da altri. Che sono speciale me lo sono sentito dire spesso, come contentino rispetto al fatto che, in qualsiasi situazione, non venivo mai scelta. Allora,cosa rende speciale il suo dirmi che sono speciale? Forse è quello che provo io.
Ci voglio credere. Ma da dove è uscito questo ragazzo meraviglioso? Ho forse
sfregato la lampada di Aladino senza accorgermene?

«Ma non devi darmi soltanto il meglio. Sii te stesso. E dimmi che non sei veramente così perfetto come sembri. Voglio dire: tu mi hai vista anche in condizioni pessime. Mi hai visto sciatta, e struccata, e triste, e malinconica, e arrabbiata, e questi sono solo alcuni dei miei difetti, che tu non hai idea di quanti siano».
«Smetti di farti questa pubblicità» mormora. Si avvicina. Mi bacia. Stavolta riesco a catturare il momento in cui accade. Ne sono parte, è ciò che desidero, e anche se ne sono spaventata, Jason non lo è. Intreccia le dita tra i miei capelli, è dolce, e non sembra chiedere altro se non che io ricambi questo bacio. Mi lascio completamente andare. Mi lascio prendere.
Apriamo gli occhi nello stesso momento, per me è come un risveglio, da un sogno all’altro senza passare mai più per la realtà. Quale totalizzante meraviglia è l’amore. Mi commuove, non so nemmeno se sia gioia, paura o dolore per l’aver lasciato cadere l’armatura che credevo invincibile.

«Perché stai piangendo?» mi chiede Jason.
Che ingenuo, penso. Non mi può capire. Tiro su col naso, cerco di spiegare.
«È più forte di me. Io non so gestire questa cosa. Noi due. Non so controllarla».
Mi accarezza il viso. Vorrei piangere ancora, ogni parte di me sembra arrendevole, così sorprendentemente vulnerabile.
«E tu non farlo. Non devi per forza controllare tutto. Lasciamo che almeno questo vada da sé, senza pensare a quello che sarebbe giusto o sbagliato fare. Ragionare troppo è il metodo ideale per rovinare tutto. Non voglio che questa relazione finisca col somigliare alla cartella delle tasse. Mi capisci?».

Certo. Capisco. Ma voglio anche che lui capisca me. Gli racconterò tutto. Sarò distaccata e imparziale.
«Ho avuto una storia. Una sola storia, anni fa. Diversi, molti
anni fa. È stato un po’ complicato».
«Lui ti tradiva?» domanda a bruciapelo.
Evidentemente, non sono stata brava nel recitare la parte di quella che ormai è tutto passato. Evidentemente, ciò che io ritenevo appartenere soltanto a me, il tradimento più doloroso della storia dell’uomo, non è poi situazione tanto originale, tanto speciale, che gli altri non la possano capire. Che agli altri non sia potuta capitare.
Sento che Jason mi è particolarmente vicino,mentre recupero la mia storia con John dal cassetto dei ricordi che non avrei mai voluto aprire. Dell’amore non conosco che le caverne più buie, fredde e sotterranee, vorrei aggiungere se non avessi il cuore in gola. Sul primo amore ci facciamo tutti, credo, una serie di aspettative. Le mie sono rimaste tutte disilluse. Ecco cosa dico. Imploro Jason di non fare lo stesso. Di deludermi, se mi aspetto troppo da lui, ma di non ferirmi.
Jason mi ascolta in silenzio.
Dalla sua espressione leggo una sorta di muto disprezzo per il viscido mascalzone che tanto mi ha fatto soffrire.
Mi chiede cosa mi spaventa, di noi.
Tutto, vorrei rispondere.
«I momenti come questo – affermo invece – la perfezione. È sempre andato tutto così storto nella mia vita, che se penso a questa bellissima cosa che mi è praticamente piovuta addosso, io non posso fare a meno di chiedermi dove sia il difetto. Perché ce n’è sicuramente uno».
«La ciliegia col verme, insomma» ribatte lui.
«Lo so, ma mi sento anch’io un po’ come Marylin, alle volte – sospiro – anche se non le somiglio».
«E io non sono un sassofonista» dice cercando di farmi sorridere.
«Niente dentifricio tutto strizzato sul lavandino?» chiedo.
Jason scuote la testa, serio più che mai. Non è uno che scappa, ma uno che vuole restare.
Gli occhi verso il mare di New York, Jason allunga una mano sulla mia spalla. Lascio cadere la testa,poggiandola su quella di Jason. Mentre mi abbraccia, ancora prima di riportarmi a casa, sento la notte farsi più chiara.

CHI E' L'AUTRICE

FRANCESCA BORRIONE, classe 1978, è autrice di alcuni saggi, fra cui Il maccartismo e gli anni inquietanti del cinema americano(2007). E' stata tra i finalisti del premio letterario 'Parole note'. Nel 2008 ha pubblicato il suo primo romanzo, L'uomo che attraversò il tempo per me (2008), nella collana Domna-Nuove Voci della casa editrice Il Filo.( http://www.ilfiloonline.it/)

“Molte volte mi capita di pensare a lui e avvertire un forte senso di malinconia, perché John mi ha fatto sicuramente del male, ma è in fondo stato il primo e ultimo battito del mio cuore”. Selma è una giovane donna che vive a New York: il suo lavoro consiste nell’esaminare soggetti autoriali per una produzione televisiva. Fin qui si potrebbe pensare a una storia tutta vip e lounge bar, eppure le apparenze ingannano. Infatti la protagonista, affi ancata dall’amica-grillo parlante Laura, non sa buttarsi nella mischia e anzi vive un po’ al margine di ogni mondanità. Una sera, però, uno strano evento romperà la timida monotonia di Selma: un plico abbandonato davanti alla porta di casa, come un segno del destino, la farà imbattere in un misterioso autore e nella storia di una vita che mai avrebbe immaginato di leggere. Francesca Borrione è autrice di un libro romantico e delicato, che affabulando intorno alla fi gura di un misterioso cavaliere – un viaggiatore del tempo? – mostra come la realtà possa essere attraente, anche lontana dagli stereotipi cinematografici. Quel che occorre è un po’ di fiducia. ( Se ti interessa acquistare questo romanzo vai qui)





Vi è piaciuto questo estratto di FRANCESCA BORRIONE? I vostri commenti ed eventuali domande all'autrice sono più che benvenuti!

2 commenti:

  1. Io il libro di Francesca l'ho letto e posso dire che mi è piaciuto tantissimo. Lo consiglio vivamente a tutte, se volete leggere una bellissima storia d'amore di quelle che ti rimangono dentro al cuore per sempre.

    RispondiElimina
  2. Anche io ho letto il libro di Francesca e posso affermare che è stupendo. E' un romanzo che mi sento di consigliare a tutti perchè è una storia reale che potrebbe accadere a chiunque.

    RispondiElimina

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