NEW PENS FOR ROMANCE presenta...SABRINA PARODI

Torna New Pens for Romance, la nostra rubrica che presenta aspiranti autrici rosa. L'autrice di oggi si chiama Sabrina Parodi e l'estratto che ci presenta è tratto dal suo primo romanzo, ambientato niente meno che nelle Highlands scozzesi..

Abbiamo chiesto a Sabrina di presentarsi e di dirci qualcosa di più sul suo romanzo e di scegliere un estratto per le nostre lettrici. Buona lettura!


Mi chiamo Sabrina Parodi, vivo a Genova dove sono nata il 18 gennaio 1961. Sono una lettrice appassionata da sempre e le mie letture spaziano da classici come Isabel Allende, Anne Tyler, Almudena Grandes, alla fantascienza (Asimov, Bardbury ed altri), al fantasy (Tolkien, Brooks, Troisi), al più recente urban fantasy (Showalter, Ward, Feehan). Ultimamente mi sono appassionata alla saga della Gabaldon ed anche ai romanzi rosa che compro in edicola e che mi piacciono molto.
Da tanto tempo desideravo scrivere qualcosa di mio ma non ne ho mai avuto il coraggio, ed ora, approdata alla veneranda età di 49 anni mi sono cimentata nell'impresa. Il tempo è poco perché lavoro e ho una famiglia da seguire, ma ho deciso di provare... e le idee mi stanno spuntando nella testa come funghi.
Questo mio manoscritto si intitola "ALLA FINE DELL'ORIZZONTE".

E' la storia di due ragazze, Senna e Francesca, appassionate lettrici, che riusciranno a realizzare quello che è il loro sogno nel cassetto: un viaggio in Scozia nelle Highlands. Un'idea nata da una battuta scherzosa, ma che si fa via via sempre più fattibile fino a realizzarsi. Lì si innamoreranno di quei paesaggi e di quella terra fino a rendersi conto che è lì che vogliono ricostruire la loro vita. Incontreranno - non proprio per caso - due ragazzi (Roran ed Ian) che stranamente rispecchiano in modo "inquietante" due personaggi frutto della loro fantasia e protagonisti delle loro battute scherzose. Fra di loro nascerà un amore tenero, dolce e passionale che li porterà ad affrontare i propri limiti, a prendere delle decisioni definitive, il tutto in un'atmosfera a tratti divertente e a tratti irreale. Infine, dovranno scegliere se seguire le proprie passioni ed i propri desideri o lasciarsi intimidire dalla prudenza: anche se Nonna Isobel ha visto il loro destino nei palmi delle loro mani.... ma il destino a volte si può anche cambiare, se si vuole...

Sabrina Parodi

ALLA FINE DELL'ORIZZONTE
di
SABRINA PARODI

Da una pagina del romanzo...

Più avanti Senna e Ian camminavano lentamente tenendosi per mano.

Senna aveva sentito la risata di Roran e commentò “Là dietro si divertono”, ma non si era voltata e aveva continuato a camminare guardandosi la punta delle scarpe.

Ian invece si voltò a guardare, alzò un sopracciglio e fece un mezzo sorriso.

“Sì, puoi scommetterci”.

Arrivarono ad una panchina posta a pochi metri dalla riva del lago, un dolce sciabordio di acque scure nel buio della notte.

Ian si sedette, i capelli resi argentei dalla luce fioca di un lampione. Sembrava un angelo. Si sbottonò il morbido giaccone e semplicemente le disse “Vieni qui al caldo, folletto”. Lei gli si sedette in grembo ed appoggiò la guancia contro il morbido tessuto della sua camicia, avvertiva il calore del suo corpo e il battere ritmico del suo cuore. Si accoccolò senza esitazioni perché quello era il gesto più naturale e liberatorio che avesse mai fatto. Finalmente.

Ora lo sapeva. Lui la ricoprì con i lembi della giacca e poi strinse le braccia intorno a lei. Senna sospirò di soddisfazione: lì sotto lei si sentiva a casa. Lì sotto c’era il profumo di colazioni consumate al tavolo di cucina in una luminosa mattina di primavera. Ian canticchiava a bassa voce una vecchia ballata muovendo le labbra fra il rame dei suoi capelli. Senna sollevò il viso per guardare quegli occhi così azzurri, posò la punta delle dita sull’arco scuro delle sue sopracciglia, poi sulle sue orecchie. Aveva le orecchie fredde e un poco rosse. Le mani di lei erano calde. Sorrisero.

Nei suoi occhi lei vide la fine dell’orizzonte.

“Sen non posso dividerti da quello che mi circonda, le cose che faccio, la mia casa, le albe che amo guardare. Tu ne fai parte come un filo che tiene unite le perle di una collana”.

Ed allora lei tempestò quel viso di piccoli baci, dalle sopracciglia arcuate, giù, giù sino alle morbide labbra. Lui la baciò lentamente e profondamente, appagato. Miele puro. Quando infine si staccò da lui, Ian le prese una mano e depose un lieve bacio sulla punta di ogni dito. Poi la baciò ancora in quel modo lento e sensuale, le mani forti strette attorno al suo viso: lei sprofondò in un oceano caldo e profondo dove solo il battito del suo cuore scandiva il ritmo del loro amore.

Quando si riprese da quella marea di dolcezza, Senna gli disse con un lieve sorriso: “Vieni, Ian, andiamo a casa”.

Percorsero la strada stretti l’uno all’altra, lui le indicava le stelle chiamandole per nome.

La casa li avvolse con il suo tepore. Lui la prese per mano e la condusse su per la scala e poi nella sua stanza.

“La tua stanza. Non l’ho mai vista prima” disse Senna fermandosi al centro della camera da letto.

“Volevo riservarla per un momento speciale come questo”.

Si guardò attorno: era come Ian. Semplice, chiara, un po’ rustica, azzurra, odorosa di cioccolato come lui.

Sui muri erano appesi disegni di Roran incorniciati, paesaggi delle Orcadi, foto in bianco e nero, foto di due bimbi su una spiaggia tipicamente nordica: lui e Roran da piccoli, sorridenti. Un’altra foto lo ritraeva bambino davanti ad una torta di compleanno, il viso sorridente e paffuto sporco di panna, i capelli tanto biondi che sembravano bianchi. Fece scorrere le dita sulla sua superficie, emozionata. Un paio di pantaloni ed una maglietta erano gettati su di una poltrona bianca, rotonda e morbida.

Ian la lasciò guardare, toccare, prendere conoscenza di se stesso attraverso i suoi oggetti ed i suoi ricordi.

Poi Senna si fermò davanti al cassettone, sopra vi era una grande fotografia incorniciata che ritraeva una donna anziana, ma bella: lunghi capelli bianchi raccolti in una treccia che le scendeva di lato sul petto, due occhi chiarissimi, le spalle avvolte in uno scialle multicolore, sulle labbra un sorriso dolcissimo.

“Nonna Isobel” disse Senna sottovoce.

“Sì” le rispose Ian. Si voltò e lui era lì in piedi in mezzo alla stanza, solido come una fortezza.

“Assomigli così tanto a lei!”.

Si guardarono: niente più li separava ormai.

“Ti amo” gli disse, mentre un’emozione profonda le inondava l’anima.

Lui le prese il viso fra le mani forti e calde e con le labbra che sfioravano le sue sussurrò “Ti amo anch’io, Sen” quindi la strinse così forte da farle mancare il respiro “Ti desidero così tanto: i tuoi pensieri, il tuo cuore, il tuo corpo”.

Anche lei lo voleva, adesso, nella sua stanza circondata dai pezzetti della sua vita, forse lui aspettava un suo segnale. Si fece più ardita, gli sbottonò lentamente la camicia quindi gli accarezzò il dorso, l’addome, fece scivolare le mani sulla schiena. Gli occhi chiusi per perdersi nella sensazione di quell’ampia solidità.

Udì il rumore attutito di stivali scalciati via, poi Ian la sollevò delicatamente: un attimo ed erano sdraiati. Lui aveva il respiro affrettato, pose le labbra morbide sulle sue piccole orecchie, sul collo, sulle spalle, sull’attaccatura dei seni sussurrando parole che lei non si curò più di capire.

Sentì le sue mani sui polpacci, sulle cosce, sul ventre prima attraverso la stoffa, poi quella barriera sparì. La percorse lentamente con mani forti che le tracciarono sul corpo percorsi di dolci carezze. La racchiuse in abbracci avvolgenti. La baciò con passione a lungo ed infinite volte. La condusse infine oltre i confini dell’orizzonte.

Lei ricambiò le sue carezze con la stessa tenerezza ed intensità; fece scorrere le piccole mani sulla solidità dei suoi muscoli, lo tenne stretto al suo seno, le dita affondate nell’oro dei suoi capelli. Gli sussurrò tutto il suo amore nell’incavo del collo mentre lui la avvolgeva con il suo corpo saldo e forte.

Il loro primo incontro fu lento, dolce , caldo come cioccolata sciolta.

Più tardi, in un momento imprecisato della notte, quando le loro mani furono stanche, nell’immobilità di un abbraccio, Ian, con il viso appoggiato al suo seno, la voce impastata di desiderio soddisfatto la pregò “Rimani, folletto, non andartene” le sue labbra muovendosi le solleticarono la pelle.

Lei gli baciò i capelli “Sì, sto qui, con te”. ...



Vi è piaciuto questo estratto? Questo spazio è dedicato sia alle scrittrici che alle lettrici, perciò i vostri commenti sono più che benvenuti!


2 commenti:

  1. TRovo piacevole lo stile e accattivante l'estratto...mi sarebbe piaciuto leggere di più! Ma l'autrice ha intenzione di pubblicarlo questo romanzo?

    Marina

    RispondiElimina
  2. ladymacbeth13/07/10, 00:03

    Carino, molto carino. Mi ricorda un po' Katie Fforde. Complimenti e in bocca al lupo.

    RispondiElimina

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