JULIA QUINN ovvero l'irresistibile leggerezza del Regency !

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Julia Quinn è una delle più note autrici di historical romance americane ed è conosciuta soprattutto per la sua saga della famiglia Bridgerton ( 8 romanzi...per ora!) che anche in Italia vanta moltissime fans. Francesca ( di Booknotes...che potete leggere qui ) l'ha conosciuta invece per un'altra mini serie, quella degli Agenti della Corona (Agents for the Crown) della quale ci regala oggi trame e recensioni , giusto per ricordarci che quest'autrice non è solo Bridgertons!


JULIA QUINN vanta costantemente i suoi titoli in testa alle classifiche di vendita statunitensi nel settore historical regency romance ed è stata paragonata dalla stampa americana ad una Jane Austen postmoderna, con reminiscenze dello stile comico di Helen Fielding, autrice de “Il diario di Bridget Jones”. Personalmente, riconosco che la Quinn si distacca dalle sue colleghe romance writers, avendo scelto un approccio molto più leggero ed umoristico, che predilige le situazioni buffe, la commedia ed il susseguirsi di dialoghi scoppiettanti. Non ha la raffinatezza tecnica di Georgette Heyer, poiché utilizza una minore ricerca della terminologia regency e cade spesso nell’uso di vocaboli tipicamente americani, ma la ricorda molto nel ritmo e nella capacità di creare scenette irresistibili. In Julia Quinn i richiami alle usanze ed alle regole sociali dell’Inghilterra di inizio ‘800 fanno da sfondo a storie che potrebbero benissimo fornire la sceneggiatura a moderne commedie rosa. Influenze della nostra epoca, calate in una realtà lontana ed infinitamente affascinante, danno luogo ad un equilibrio perfetto di ingredienti per romanzi da leggere con il sorriso sulle labbra.
**Le due recensioni qui di seguito riguardano la lettura in originale dalle edizioni inglesi dei due romanzi curate dalla Piatkus, che ha creato appositamente per i romanzi di Julia Quinn fantastiche copertine che rendono alla perfezione lo spirito vivace e divertente dei suoi romanzi. ** Attenzione: spoilers!**

TO CATCH AN HEIRESS (1998)
( pubblicato in Italia nel 2003 da I Romanzi Mondadori con il titolo di "La spia della Corona". Primo romanzo della serie 'Agenti della Corona')

Hampshire – Inghilterra
3 luglio 1814
Protagonista della storia è la deliziosa Caroline Trent, cui il padre commerciante ha lasciato una ricca eredità e che, dall’età di dieci anni, è stata affidata ad una serie di tutori avidi e privi di scrupoli, desiderosi soltanto di mettere le mani sul suo denaro. L’attuale tutore di Caroline, Oliver Prewitt, la tiene praticamente segregata in casa ed ha costretto il proprio recalcitrante figlio Percy a tentare di comprometterne la virtù, per indurla ad un matrimonio riparatore ed entrare in possesso della cospicua dote della fanciulla. Il libro comincia con la scena in cui Caroline, sempre piena di spirito e di risorse, ha appena sparato a Percy, che aveva fatto irruzione nella sua stanza per compiere il misfatto ed ora, dopo, avergli medicato la ferita alla spalla, lo convince a prestarle i soldi per fuggire da Prewitt Hall. Mancano, infatti, sei settimane al suo ventunesimo compleanno e la ragazza progetta di nascondersi fino a quando lo scoccare di quella data la libererà dal suo odiato tutore e le darà il pieno controllo della propria eredità.
Così, mentre Caroline sta vagando in direzione della costa con la mente piena di pensieri e di dubbi sul suo futuro, si imbatte in un giovane uomo dai modi misteriosi, che la scambia per una pericolosa spia di origini spagnole chiamata Carlotta de Leon, della quale è all’inseguimento. Nonostante sia sotto il tiro di una pistola puntata, Caroline capisce in fretta che la sua vita potrebbe essere molto più al sicuro nelle mani dell’aitante uomo dai capelli corvini, piuttosto che in quelle del suo tutore e decide di lasciargli credere di avere realmente catturato la pericolosa Carlotta, rea di cospirare con i francesi ai danni dell’Inghilterra.
Blake Ravenscroft, figlio cadetto del Visconte di Darnsby, lavora da anni per il Ministero della Guerra come agente segreto ed è stato protagonista di numerose pericolose missioni, spesso in compagnia del suo amico d’infanzia e compagno di college ad Eton, James Sidwell, Marchese di Riverdale. Durante una di queste avventure, Blake, costretto a letto da un forte mal di gola, era stato sostituito dalla sua collega e fidanzata Marabelle, rimasta uccisa nella circostanza. Distrutto nel cuore e nella mente, Blake si sente ancora in colpa per la morte della sua amata e, svuotato di ogni sentimento, ha giurato di non sposarsi mai, restandole eternamente fedele. Deciso a ritirarsi a vita privata nella sua tenuta, sta lavorando con James a quest’ultima missione e da settimane tiene d’occhio la casa di Oliver Prewitt, sospettato dal Ministero di essere non solo un contrabbandiere, ma anche un intermediario al servizio delle spie napoleoniche, in combutta con la famigerata Carlotta de Leon. Blake si rende conto che Caroline non ha propriamente l’accento spagnolo, ma l’ha vista uscire di soppiatto da Prewitt Hall e questo gli basta per cadere nell’equivoco, per cui trascina la presunta Carlotta fino alla propria dimora e la tiene prigioniera a pane ed acqua, cercando di farle rivelare tutti i segreti che si immagina conosca. Caroline non ha per nulla l’aspetto tipico della spia navigata, ma ha un’intelligenza vivace ed è abilissima nello sviare ogni tentativo di Blake, per cui riesce per un po’ a dissimulare la propria identità, essendosi convinta che la sua nuova sistemazione sia ideale per trascorrere le settimane cruciali che la separano dal suo ventunesimo compleanno. Tra l’altro, la ragazza ha la curiosa abitudine di annotare su un taccuino tutti i termini che attirano la sua attenzione, scrivendone il significato e chiosandolo con osservazioni che costituiscono il suo personalissimo diario quotidiano. Questo libricino attira l’attenzione di Blake, che lo scambia per una sorta di testo in codice e interroga Caroline, ovviamente senza alcun risultato. Gli espedienti da lei escogitati per non parlare mandano in bestia il giovane, che tuttavia non è affatto insensibile all’innocente freschezza di Caroline, alla sua fantasiosa allegria e alla bellezza dei suoi occhi verdeazzurri. Mentre i sensi di Blake si risvegliano, la sua irascibilità aumenta e le scene comiche fra i due abbondano. Il divertimento per il lettore è accresciuto dall’interloquire dell’ineffabile maggiordomo Perriwick, che, come il resto della spartana servitù di Seacrest Manor, pur essendo fedele alla segretezza imposta dalla natura dell’attività del suo datore di lavoro, parteggia smaccatamente per la prigioniera e si prodiga affinché la dolce fanciulla abbia di che mangiare in abbondanza. Del resto, l’iniziale severità di Blake nei confronti di Caroline, si attutisce ben presto in favore di un burbero cipiglio di facciata, che nasconde una crescente attrazione nei suoi confronti. L’arrivo di James Sidwell a Seacrest Manor mette fine all’equivoco, in quanto il Marchese è l’unico a conoscere il reale aspetto di Carlotta de Leon e nega che la prigioniera di Blake abbia la benché minima somiglianza con la donna in questione. A questo punto, Caroline è costretta a raccontare ai due agenti segreti tutta la sua triste storia ed il fatto che la sua conoscenza della casa e delle abitudini di Oliver Prewitt possa aiutarli nella missione di perquisirla in cerca di prove compromettenti, dà a tutti e tre una buona scusa per autorizzarla a restare ospite di Blake, sotto la sua protezione. Caroline si sente felice, perché per la prima volta nella sua vita qualcuno ha bisogno di lei. Senza contare il fatto che James si dimostra un amico cortese e divertente e Blake… beh, Blake le suscita ben altre reazioni.
Prima del sospirato lieto fine, però, i due innamorati continueranno a beccarsi per un bel po’, lei perché cerca di farlo capitolare, lui perché resiste fedele al giuramento, ma, tra un litigio e l’altro, trovano anche il tempo di assaporare qualche momento più piacevole, subito seguito da situazioni imbarazzanti o ridicole, accompagnate dall’ironia beffarda del navigato Marchese, che si rivela una spalla eccezionale.
Da leggere fino alla fine, per assaporare momenti di pura, piacevolissima evasione e per ridere tanto, ma proprio tanto! Giudizio: 5 / 5

HOW TO MARRY A MARQUIS (1999) ( pubblicato in Italia nel 2002 da I Romanzi Mondadori con il titolo di “Io ti avrò”. Secondo,e ultimo, romanzo serie 'Agenti della Corona' - Agents for the Crown).
Surrey – Inghilterra
agosto 1815
E’ virtualmente il seguito di TO CATCH AN HEIRESS e questa volta il protagonista è proprio James Sidwell, Marchese di Riverdale. Un anno dopo la conclusione della missione che lo ha visto protagonista insieme all’amico Blake Ravenscroft, James si trova ad occuparsi di faccende di minore importanza e ad annoiarsi a Londra, cercando di sfuggire alle mire delle varie madri bramose di accalappiare un marito ricco e titolato per le loro insipide figlie. In suo soccorso arriva la richiesta di aiuto dell’amata zia, Lady Agatha Danbury, che lo ha praticamente allevato dopo la tragica morte della madre. L’anziana signora, nota per il proprio carattere autoritario e per i piglio schietto con cui apostrofa i suoi interlocutori, gli rivela di essere ricattata tramite misteriose lettere e lo prega di recarsi da lei sotto le mentite spoglie del suo nuovo amministratore, James Siddons, per indagare in incognito sulla vicenda.
A Danbury Hall lavora come dama di compagnia della contessa la ventitreenne Elizabeth Hotchkiss, una bionda e delicata bellezza, dal carattere forte e generoso, che da cinque anni si guadagna da vivere per potere mantenere se stessa ed i suoi tre fratelli. Figli di un baronetto decaduto, i quattro sono orfani ed Elizabeth è la maggiore: dopo di lei vengono Susan, di quattordici anni, Jane, di nove e Lucas, di otto anni, che è l’erede del titolo e, per tradizione, dovrebbe andare a studiare ad Eton, ma la famigliola non ha i mezzi per sostenere una simile spesa. La soluzione, secondo Elizabeth, è quella di trovarsi un marito ricco, anche se non necessariamente nobile, magari solo un gentiluomo di campagna, ma in grado di fornire loro la tranquillità economica che lei con le sue sole forze non riesce a procurare.
Il rapporto fra Elizabeth e la sua datrice di lavoro è molto stretto: fra le due c’è grande affetto, anche se non viene mai dichiarato e soltanto Elizabeth può permettersi di tenere impunemente testa alle tirate della contessa e a risponderle con il suo stesso tono sarcastico, senza suscitarne l’ira. Una mattina Lady Danbury, stanca della lettura della Bibbia, manda Elizabeth a prendere un libro più divertente nella stanza che funge da biblioteca e la ragazza, frugando fra gli scaffali, si imbatte nella copertina rossa di un piccolo volume, intitolato “Come sposare un marchese”, di una certa Mrs. Seeton. Elizabeth si sente sciocca, ma non resiste alla tentazione di sfogliare qualche pagina e scopre che il libro contiene una serie di “regole”. Combattuta fra il desiderio di riporlo e l’istinto di portarlo a casa per sbirciare in cerca di suggerimenti utili, Elizabeth decide di farlo sparire nella borsetta. Ma, mentre scende precipitosamente le scale di Danbury Hall, inciampa nel nuovo amministratore della tenuta, un bel giovane alto, dai capelli castani, che si presenta come James Siddons. La deformazione professionale di James gli fa guardare con curiosità il comportamento strano di Elizabeth, che tenta di nascondergli il libro che le è caduto dalla borsetta. Chiamato per indagare su un ricatto, ogni gesto sospetto attira la sua attenzione ed il fatto che l’impacciato sotterfugio della ragazza sia soltanto causato dalla sua vergogna a mostrare il titolo del volume non sfiora ovviamente la sua mente. Tornata a casa, Elizabeth vorrebbe accantonare il libro, ma Susan, affascinata dalle mirabolanti regole di Mrs. Seeton, la convince ad assimilarne qualcuna e a testarla sull’ignaro nuovo amministratore di Lady Danbury. Dopo alcuni giorni James, che fin dal loro primo incontro tiene d’occhio Elizabeth anche per motivi più squisitamente piacevoli e personali, la sorprende mentre la fanciulla sta cercando di riporre il volume nel suo posto originario in biblioteca e la costringe a mostrarglielo, causandone il totale imbarazzo. La situazione diverte moltissimo James, che è pur sempre un marchese, anche se non può rivelarlo ad Elizabeth, così si offre di darle consigli e lezioni per i suoi esperimenti di seduzione a scopo matrimoniale. Il fatto che fra i due si sia subito creata un’intesa e stia nascendo qualcosa di pericolosamente vicino ad un sentimento renderà le cose sempre più complicate e tortuose. Ovviamente tutti i partiti ricchi che Elizabeth individua fra i conoscenti di Lady Danbury non sono, a parere di James, degni di essere presi in considerazione: uno beve, l’altro gioca, l’altro è un libertino… Nel frattempo, le circostanze congiurano per fare aumentare il coinvolgimento reciproco dei due, che si trovano sempre più spesso da soli, complici strani ed inusuali cambiamenti di abitudini da parte di Lady Danbury, che comincia ad appartarsi per pisolini che non aveva mai desiderato fare in precedenza. Dopo alcuni eventi, James si rende conto di essersi perdutamente innamorato e parte per Londra per risolvere le sue indagini sul ricatto, determinato a tornare a Danbury Hall per rivelare ad Elizabeth la propria identità e chiederle di sposarlo. Inizialmente le cose sembrano mettersi bene, ma poi la situazione subisce un brusco capovolgimento e l’equivoco si trasforma in un caos, nel mezzo di una festa in maschera in cui la contessa ha invitato anche gli amici di James. Fra mille battute e dialoghi serrati, ritroviamo Caroline e Blake Ravenscroft, ora sposi felici ed in attesa del loro primo pargolo, divertiti e divertenti testimoni della resa dei conti fra il marchese e Miss Hotchkiss. Una delle scene clou si svolge a casa di Elizabeth, dove, ad uno ad uno, arrivano i vari personaggi coinvolti, compresa Lady Danbury ed il suo dispettoso gatto Malcolm, in un crescendo comico degno della migliore Georgette Heyer.
Quando Elizabeth, pur ferita nell’orgoglio, capirà che James l’ama davvero ed accetterà finalmente di sposarlo, avrà anche la luminosa idea di riscrivere una versione, da lei riveduta e corretta, delle “regole” per sposare un marchese. Pubblicata in un’unica copia nel 1818, la preziosa edizione dei precetti della Marchesa di Riverdale reca anche i commenti divertiti di suo marito.
Effervescente e brillante dalla prima all’ultima pagina.Giudizio: 5 / 5



FRANCESCA

Se avete letto questa serie di Julia Quinn e volete lasciare le vostre osservazioni o parlarare di questa autrice più in generale, i vostri commenti sono benvenuti.


3 commenti:

  1. Grazie, Francy!! Come sempre mi piace l'impaginazione con tutte le foto al posto giusto :-) Vedo che alla fine hai lasciato il malloppone. ;-)

    RispondiElimina
  2. Ma sì, Francesca,dopo tutto mi spiaceva tagliuzzare il lavoro altrui! ;-)
    ...io questi di Julia Quinn non li ho mai letti,ma mi sembrano interessanti...latri titoli da metter nella mia Wish List che è ormai chilometrica!

    Francy

    RispondiElimina
  3. Interessantissimo questo post su Julia Quinn! Io ho da leggere "La spia della Corona", ora affronterò la lettura con più entusiasmo.

    RispondiElimina

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