QUANTO CONTA IL TITOLO DI UN ROMANZO?

Quando scegliamo un romanzo ci sono un certo numero di fattori che ci spingono a farlo, a scegliere proprio quel libro rispetto ad un altro. Quali sono questi fattori?

Gli uffici marketing dei vari editori hanno il compito proprio di esaminare i gusti, le spinte istintive di noi lettori prima di decidere 'come confezionare' a dovere il libro che metteranno in vendita e quella 'confezione' dovrà essere tanto allettante da spingerci ad acquistarlo. Oltre alle copertine, che sappiamo essere il primo elemento di 'stimolo sensoriale' per l'acquirente, anche la scelta del titolo del romanzo ha, a quanto pare, la sua importanza.

Spesso, una volta venduti i diritti, le autrici non hanno più voce in capitolo sulle loro produzioni e titoli e copertine sono scelte esclusive degli editori e dei loro uffici competenti.
Mi sembra che ultimamente la fantasia degli addetti ai lavori lasci un po' a desiderare e che si tenda un po' all'omologazione, cioè che si somiglino un po' tutti, soprattutto quando sono dello stesso genere. E questo a volte può creare confusione: spesso ci troviamo a chiederci se un libro l'abbiamo già letto o no...perchè il titolo non ce lo ricordiamo proprio! (Certo...di 'Via col Vento' ce ne sono pochi in giro!)

Pensare che questa omologazione non sia un fatto casuale, ma una precisa scelta di marketing, mi fa venir voglia di scoprirne le ragioni. Ma come, a volte si fa fatica a distinguere un libro dall'altro e loro lo fanno di proposito? Incredibile! Credo non sia sfuggito a molte, ad esempio, come negli ultimi anni la parola 'Duke' sia un elemento quasi indispensabile nei titoli dei regency in uscita in USA. Possibile che non si possa avere un po' più fantasia? No, perchè a quanto pare la parola 'Duca' all'interno di un titolo fa aumentare notevolmente le vendite del libro che ne è provvisto.

Dal punto di vista del marketing, insomma, i romanzi , sono considerati alla stessa stregua di mele, pere e biscotti. E se sono sono prodotti da grandi vendite, come spesso sono i romanzi in paperback, capita spesso che le acquirenti li scelgano al supermercato e li mettano nel carrello con la stessa velocità con cui scelgono alimentari e prodotti per la casa. La gente è sempre più di corsa e il tempo a disposizione è sempre più limitato. suppongo che un romanzo che fa riconoscere il proprio genere immediatamente, dalla copertina e dal titolo, è più facile che venga immediatamente preso in mano rispetto a uno dal genere incerto. Questa è probabilmente una ragione che spinge a proporre titoli e copertine molto simili fra loro.

Un'altra ragione per l'omologazione dei titoli, spesso non solo simili ma anche poco incisivi, soprattutto per cosiddetti category romances, cioè i romanzi rosa brevi delle collane di larghissima diffusione (vedi i nostri Harmony), sembra sia da attribuirsi sia alla necessità di doverne trovare tanti (visto il grande numero di uscite di questo numero di romanzi ogni anno) che alla possibilità di poterli riciclare in un secondo tempo. (Vedi a questo proposito questo articolo del NewYork Times/2006). Se pensiamo che nei soli Sati Uniti escono ogni anno più di 6000 romanzi rosa di generi diversi (vedi qui le statistiche vendite 2006 sul sito RWA) , capiamo che quello dei titoli può essere un problema non indifferente per gli addetti ai lavori. Soprattutto è un problema scegliere titoli mai visti prima. Questo spiegherebbe in parte il riciclo (non esiste copyright sui titoli dei romanzi) e il perchè di certi titoli assurdi.
Tirando le somme, se un romanzo è importante e ci si aspetta che abbia successo e venga ricordato dai lettori, il suo titolo sarà di conseguenza particolare, più innovativo possibile e studiato per rimanere impresso nella memoria. Se si tratta invece di romanzi per la grande distribuzione, spesso veri e propri usa-e-getta, aspettiamoci titoli più insulsi e a volte anche assurdi.

A questo proposito, Jennifer Crusie ha scritto sul suo blog questo post molto ironico, ma anche molto vero, in cui prende in esame le nuove tendenze del marketing editoriale dei romanzi rosa, partendo dalla sua esperienza personale.

(Qui di seguito la versione tradotta del post, per la versione originale vai qui.)

I titoli, come le copertine, sono strumenti di marketing. Sembra sbagliato, il titolo dovrebbe essere scelto dall'autore, convogliare il tema del romanzo, ma trattandosi in effetti di una delle cose che spinge i lettori a tirar giù i libri dagli scaffali, quando l'ufficio marketing dice "questo non vede", mi adeguo al cambiamento.

Welcome to Temptation iniziò come Hot Fleshy Thighs (Cosce calde), ma Jen mi disse che non l'avrebbero mai preso nei cataloghi, perciò lo cambiai (questo è stato sette anni fa, prima della rivoluzione dei romanzi rosa erotici, adesso quel titolo andrebbe alla grande). Il mio titolo per Tell Me Lies era Frog Point Wallow; sì,questo era brutto.
La chiave sta nel trovare un titolo incisivo, che venda il libro e allo stesso tempo lo rappresenti. Faking It, Fast Women, Bet Me, Don’t Look Down, and Agnes and the Hitman sono tutti titoli miei ( o nostri). Il più brutto che mi sia mai stato imposto è 'Manhunting' e 'What the Lady Wants'. Okay, Manhunting era originariamente Keeping Kate che era un titolo schifoso,ma What the Lady Wants era Whatever Maybelle Wants, che mi piace ancora oggi. What the Lady Wants è semplicemente...sbagliato. Loro invece rifiutarono Maybelle perchè faceva sembrare l'eroina egoista. Mentre What the Lady Wants invece...
Va bè, l'ho superata.

Ma sto uscendo dall'argomento. I titoli sono marketing. Perciò stavo leggendo un elenco dei romanzi rosa più venduti da Walden ieri e ho notato questa tendenza nei titoli dei romanzi brevi:

THE FUTURE KING’S PREGNANT MISTRESS (l'amante incinta del futuro re)
CEO’S SCANDALOUS AFFAIR ( la relazione scandalosa del direttore amministrativo)
THE BOSS’S DEMAND ( la richiesta del capo)
THE PRINCE’S ULTIMATE DECEPTION (l'ultimo inganno del principe)
THE MILLIONAIRE BOSS’S BABY ( il bimbo del capo milionario)
TAKEN: THE SPANIARD’S VIRGIN (Presa: la vergine spagnola)
THE SICILIAN’S RED-HOT REVENGE ( La vendetta bollente del siciliano)


Cioè che sette sui dieci romanzi in cima alla classifica dei più venduti hanno titoli con un possessivo. Dall'altra parte, nella classifica dei romanzi lunghi ci sono titoli come The Secret Diaries of Miss Miranda Cheever, Scent of Darkness e Web of Love. Un editor di romanzi brevi li avrebbe forse cambiati in Miss Miranda Cheever’s Secret Diaries, Darkness’s Scent, and Love’s Web? Perchè l'apostrofo suona così . . . di bassa lega mentre la preposizione così raffinata?
Questi titoli suonerebbero così meno imbarazzanti?

THE PREGNANT MISTRESS OF THE FUTURE KING
THE SCANDALOUS AFFAIR OF CEO
THE DEMAND OF THE BOSS
THE ULTIMATE DECEPTION OF THE PRINCE
THE BABY OF THE MILLIONAIRE BOSS
THE VIRGIN OF THE SPANIARD IS TAKEN
THE RED-HOT REVENGE OF THE SICILIAN

No, decisamente imbarazzanti. Anzi, così sono ancora peggio. Sono titoli da National Enquirer [rivista scandalistica USA ndt] con promesse di eccitazione da giornale di gossip: ' l'amante del re incinta,abbiamo le foto!!!' . Mini risassunto con le parti buone evidenziate. Perciò scegliere l'elegante preposizione è solo un menare il can per l'aia.

Eppure devono essere il risultato di un buon marketing, visto che sono stati sette fra i dieci romanzi più venduti alla Walden, e sono sempre meglio di quei titoli intercambiabili, a parola unica, come Splendid, Ravished e Forever, ciononostante sembrano sempre un po' riduttivi. Ci sono brave autrici in quell'elenco e mi chiedo a cosa pensavano quando gli sono stati dati quei titoli, anche se per quanto ne so possono essere state loro a trovarli. No, gli sono stati dati. E questo che mi fa pensare che se avessi scritto Manhunting e What the Lady Wants oggi,sarei finita con titoli come The Management Consultant’s Handyman’s Summer Quickie (la sveltina estiva del tuttofare della consulente amministrativa) e The Private Detective’s Runaway Heiress’s Secret(il segreto dell'ereditiera in fuga del detective privato) Okay,adesso che ci penso, questi potevano essere meglio di Manhunting and What the Lady Wants. Questi titoli hanno un certo appeal. Proprio come un mini riassunto in copertina .
Così Bet Me sarebbe Wagered: The Business Seminar Leader’s Actuary’s Virtue.(Scommessa: la virtù dell'attuaria del leader della ditta dei seminari.) Ci sto prendendo gusto.
Tell Me Lies sarebbe The Accounant’s Art Teacher’s Daughter (la figlia dell'insegnate di disegno del ragioniere). (Forse dovrei iniziare a scegliere occupazioni più in per i miei protagonisti.)
The Green Beret’s Movie Director’s Ex-Husband’s Revenge (la vendetta dell'ex-marito della regista del bettetto verde).
The Supernatural Sisters’ True Loves in Captivity ( i veri amori in cattivita delle sorelle soprannaturali)
The Food Columnist’s Hitman’s Wedding Surprise ( la sopresa di matrimonio del killer della giornalista gastronomica).

Fare i miei libri è noioso, proviamo con i classici:
The Second Sister’s Proud Mistake ( l'errore d'orgoglio della seconda sorella)
The Ship Captain’s Whale’s Revenge (la vendetta della balena del capitano della nave)
Branded: The Adulterous Wife’s Not-So-Secret Baby ( Marchiata: il figlio non tanto segreto della moglie adultera)

Davvero. Provate a farlo a casa. Non vi staccherete più.Ne farei di più ma devo tornare a The Hat-Maker’s Lawyer’s Ghostly Possession (la possessione spettrale dell'avvocato della modista) e a Risen: The Ancient History Professor’s Divine Roommate (Risorto: la divina compagna di stanza del professore di storia antica)
Siete avvertite,non riuscirete più a smettere!

E in Italia, a questo proposito, gli editori dimostrano più fantasia? Non mi pare, forse perchè in fatto di romanzi rosa dipendiamo al novanta per cento dalla produzione americana o inglese e i titoli vengono spesso tradotti cercando di rimanere fedeli agli originali. Sicuramente non sarà un titolo sbagliato a rovinare il risultato di un libro, se il libro è buono, ma di certo un titolo sciocco e poco congruo, così come una copertina non azzeccata, può in parte smorzarne il tono.

Personalmente odio quei titoli ( e ce ne sono parecchi) che con il romanzo non hanno nulla a che fare. Ad esempio, uno dei miei romanzi preferiti, Night in Eden di Candice Proctor (tradotto recentemente da Mondadori nella collana 'Passione', come Una Notte nell'Eden) con il titolo non ha nulla da spartire, perchè il setting del romanzo, gli inospitali territori interni del Nuovo Galles del Sud ai primi dell'Ottocento, quando L'Australia era ancora una colonia penale inglese, tutto erano fuorchè un eden, soprattutto per quelli che venivano deportati là come la protagonista.
Un altro libro che amo molto di Suzanne Brockmann uscì qualche anno fa in periodo natalizio e gli fu affibbiato un titolo davvero improbabile, che naturalmente con il contenuto del romanzo non aveva nulla a che spartire ma che, in compenso, rieccheggiava una famosa canzone di Natale : 'It Came Upon a Midnight Clear'. Fortunatamente, in occasione della sua recente riedizone, che non è avvenuta in periodo natalizio, si è deciso di cambiargli titolo e di dargli quello che l'autrice aveva scelto mentre lo scriveva, cioè 'Hawken's Heart' (Hawken è il protagonista). Okay, anche questo non sarà stratosferico ma almeno qualcosa con il romanzo c'azzecca!

Cosa ne pensate dei titoli dei romanzi rosa, soprattutto di quelli tradotti in Italia? Il titolo ha un ruolo importante nella scelta di un romanzo o per niente?

4 commenti:

  1. saro' molto brutale del titolo non me ne importa molto. Me ne importa forse di piu' della cover se si tratta dei romance. In ogni caso, la prima cosa che faccio e' leggere la trama. Il romanzo che sto leggendo ora si intitola solo SASHENKA ma ... la trama e' stata quella determinante. In effetti ci sono dei titoli davvero assurdi. Quindi se mi basassi su quelli, non so se li comprerei certi.

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  2. Secondo me il titolo ha la sua importanza, così come la trama e la copertina. Purtroppo io non sono molto brava a scegliere i titoli dei romanzi che scrivo, spesso ci penso per ore e non ne vengo a capo!!! :-P
    Fra i libri che compro a volte trovo dei titoli davvero carini e intriganti, altri non mi dicono davvero nulla. Penso che sia qualcosa di molto personale, tuttavia. Io, per esempio, scarterei quelli troppo lunghi (quelli che sembrano mini riassunti, tanto per intenderci).
    Quelli riportati da Jennifer Crusie, per esempio, mi hanno fatta morire dal ridere. :-)))

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  3. LadyAileen22/01/10, 23:11

    Sono d'accordo con Krizia65z. ^_^

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  4. Se si tratta di romance, non penso molto al titolo (probabilmente perchè sono, come hai detto, spesso ripetitivi e molto stereotipati), preferisco far attenzione alle trame. Se, invece, mi ritrovo a vagare per librerie, tra una distesa di tanti altri libri, lì probabilmente il mio sguardo si lascia attirate, oltre che dalla copertina, anche da un titolo e dal nome dell'autore.

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