CHRISTMAS IN LOVE!...'Natale a Heriot Road' di Stefania Auci


NATALE A HERIOT ROAD

di STEFANIA AUCI

**Questo racconto e una slice of life dei personaggi che ho creato, i protagonisti della mia saga Urban Fantasy Moray Place 12 Edimpburgo
Edimburgo, Natale 2006

Non ho mai capito quest’ossessione per il Natale di voi umani.

Trascorrete giorni a preparare regali che nessuno desidera e ad addobbare la casa con ridicole luci natalizie, rami di vischio che puzzano di naftalina e bambolotti rossi e grotteschi. Alcunii scoprono improvvisamente devoti e pii, e sentono il bisogno di dimostrarlo cantando inni e altre amenità. Altri decidono di essere generosi, così trascorrono le loro giornate in mercatini di beneficenza, che rappresentano una valida occasione per svuotare soffitte o garage e sentirsi sulla buona strada per il paradiso.

Tutti si sentono religiosi. Munifici. Buoni.

Da duecento anni a questa parte, considero questa festa come la manifestazione palese dell’ipocrisia umana.

Perciò, comprenderete il mio disagio quando una mattina di dicembre, Emily ha iniziato a decorare il nostro appartamento di Heriot Row. Sembrava una gazza: svolazzava per casa, appendendo pupazzi vestiti di rosso in giro per le stanze, mentre canticchiava canzoni tradizionali. L’ho lasciata fare, guardandola con freddezza, senza dire una parola.

Lei ha ignorato le mie occhiate e ha continuato imperterrita a trasformare l’appartamento in una filiale di Jenners addobbata a festa.

“Non sapevo che avessi questa passione per le festività natalizie”, ho commentato, dopo aver visto la ghirlanda di rami e velluto rossolla porta della nostra casa. La sua espressione soddisfatta era inspiegabile per me.

Lei ha sorriso, serafica. “Non ti piace il Natale?”

“No.”

Emily ha inclinato la testa, seria, studiandomi. Riesce sempre a sostenere il mio sguardo, senza timore. È l’unica umana che riesce a fare ciò senza rabbrividire.

“Perché?”

Non era una domanda provocatoria, la sua. Era pura, autentica curiosità. Scossi la testa dinanzi a tanta ingenuità.

“Perché lo considero un’inutile parata del conformismo umano. Ignorate il prossimo per gran parte della vostra vita: ve ne ricordate solo a dicembre, giusto per sentirvi generosi dinanzi allo specchio e al mondo. Il mattino dopo lo avete già dimenticato”, ho commentato, riportando la mia attenzione al libro che stavo leggendo.

“Non è così per tutti. I bambini adorano il Natale perché è magico. È il momento in cui puoi far capire alle persone che ti sono accanto quanto tieni a loro”, ribatté lei, ostinata.

“Non lo metto in dubbio.” Ho replicato seccamente. “Ma non credo ci sia bisogno di una festa per certe dimostrazioni. In verità, questa è una motivazione ridicola”.

Fine della discussione.

Lei ha abbassato gli occhi e si è allontanata senza una parola. La mia risposta deve averla amareggiata: nei suoi occhi è affiorato un velo di delusione, subito spazzato via da una scintilla di divertimento. È sparita nella nostra camera con un sorrisetto misterioso stampato in viso.

La conosco: quel suo sguardo è presagio di qualcosa di spiazzante e inaspettato. Non capirò mai la logica di Emily: troppo umana. E forse, è questo il vero motivo per cui sono legato a lei: perché è l’unica donna che non potrò mai conoscere davvero.

Un mistero.

Dal canto mio, posso dire che in più di duecentocinquant’anni di vita ho sempre osservato queste feste con distacco. Con fastidio. Trovo assurdo che si debba aspettare una data per dire alle persone che condividono la nostra esistenza quanto hanno valore per noi. Di più: trovo ridicolo dimostrarlo con un oggetto.

I miei fratelli sono importanti per me. Ho cura di loro, li proteggo ogni giorno di ogni anno. Per tutto il tempo che il Destino mi concederà di trascorrere su questa terra come capo di questa famiglia, io sarò responsabile del loro benessere. Non provo sentimenti mutevoli. Conosco bene quali sono i miei compiti. Quale è il mio ruolo.

So chi sono.

C’è un solo motivo per cui un vampiro può amare il Natale: le persone sole si ubriacano più spesso del solito e divengono facili prede da dissanguare.

A parte questa valutazione molto schietta, che potrà urtare la vostra delicata sensibilità umana per la sua crudezza, io non vedo altre ragioni per considerarlo un giorno diverso o più importante

Emily, invece, appariva felice. Il suo viso era allegro, come se un’emozione segreta brillasse al centro dell’anima e venisse fuori attraverso i suoi occhi. L’ho vista preparare un pacco da spedire ad Anne, la sua amica che vive a Dartmouth, e le cartoline di Natale per le sue ex colleghe dell’agenzia Anderson. Ha persino comprato un regalino per Alyssa, Audrey e Duncan, i miei fratelli.

Quando le ho fatto notare che “noi” non festeggiamo il Natale, lei si è stretta nelle spalle e mi ha scoccato un’occhiata tra l’ironico e l’impaziente.

“Vuoi scommettere?”

Non ho replicato. Se ne accorgerà da sola.

La notte di Natale l’ho vista imbacuccarsi con giubbotto, cappello e sciarpa. Sul suo viso, un’espressione soddisfatta, piena di attesa. Sembrava davvero una bambina felice.

“Vado in cattedrale, per la funzione della vigilia. Suppongo che tu non voglia venire…”

Ho riso, più per il suo tono di voce speranzoso che per la battuta.

Io. In una chiesa. La notte di Natale.

Credo che l’edificio crollerebbe pietra su pietra se vi mettessi piede. Dio, ammesso che esista, avrebbe più di qualcosa da rimproverarmi… qualcosa come migliaia di esseri, umani e non, ammazzati con le mie stesse mani senza rimorso.

“No”, ho risposto. “Però ti accompagno. Non voglio che tu vada in giro da sola.”

“C’è un sacco di gente in giro stanotte, Oliver” ha sbuffato lei, sulla soglia di casa. “Chi credi che possa voler far male a qualcuno”

“Posso farti un paio di esempi pratici, se vuoi. A quel punto però, il tuo spirito natalizio sarebbe distrutto e non avresti più voglia di festeggiare”, le ho spiegato, chiudendo la porta del nostro appartamento al 25 A di Heriot Row. Lei non ha risposto, limitandosi a uno sguardo cupo.

Ha capito benissimo cosa intendevo.

Sulla soglia della chiesa, mi ha lanciato un’occhiata accorata. Mi ha stretto la mano.

“Non andrai a caccia stanotte, vero?”, ha sussurrato nell’orecchio, con la voce che cercava di nascondere il disagio che provava.

“Spirito del Natale, eh?”, domandai, provocatorio. Prima che potesse ribattere, risposi. “Sono andato ieri notte con Duncan, mentre dormivi. Nessun assassino sporcherà il tuo prezioso Natale con le sue scellerate azioni.”

Emily ha scosso la testa, con la faccia rossa di freddo e disagio, colta in contropiede dal mio sarcasmo. “Oliver, non intendevo dire questo…”

Ridacchiai. “Bugiarda. Perché non ammetti semplicemente che avevo ragione?”

È sparita oltre la porta della chiesa, dopo avermi scoccato un’occhiataccia, seccata per non aver avuto l’ultima parola. Ho riso dinanzi alla sua espressione accigliata: Emily è così umana.

Così… rara.

Mentre Emily seguiva la cerimonia religiosa nella cattedrale, io ho camminato per le strade di Edimburgo addobbate a festa per Hogmanay, piene di turisti e di ubriachi. Nei close, le coppiette facevano a meno del vischio per baciarsi.

È cambiata, la mia amata Auld Reekie…

Castle Rock è illuminata a giorno, il Royal Mile è pieno di negozi di dubbio gusto. Strade ingombre di auto e taxi. Musica e baccano dovunque. Non c’è più traccia del silenzio della notte.

Gli esseri umani, invece, sono sempre gli stessi.

Meschini. Bugiardi. Ipocriti. Vigliacchi.

Emily mi ha raggiunto dinanzi lo Hub. Abbiamo fatto una piccola passeggiata, sino ad arrivare alla spianata dinanzi il Castello. Il suo fiato si condensava in piccole nuvole di vapore. Era stretta al mio braccio, la sua testa appoggiata sulla mia spalla.

La sua mano calda nella mia, gelida.

Mi guardava come se fossi l’essere più importante della terra. E questa è una cosa che non riuscirò mai a capire. Ad accettare. Mi mette a disagio.

Ci siamo fermati ad ammirare la città illuminata ai nostri piedi. Il vento freddo ha fatto rabbrividire Emily.

“È bellissima” ha sussurrato, con gli occhi fissi sui tetti di ardesia della New Town. Poi ha alzato gli occhi su di me. Mi ha regalato uno sguardo carico di tenerezza.

I suoi occhi verdi, intensi e puliti, erano come quelli di un bambino.

“Buon Natale, Oliver.”

L’ha detto piano, guardandomi quasi con timore, deglutendo. Nelle sue mani, un piccolo pacco di carta dorata.

L’ho preso, più incredulo che irritato. Rabbia e fastidio si agitavano nella mia mente: non avevo detto che non avevo alcuna intenzione di partecipare a quell’insulsa festa umana? Perché aveva pensato a un regalo? Per me? Non aveva capito niente, allora!

Stavo per ridarle il pacchetto ma l’espressione dei suoi occhi mi bloccò: erano carichi di attesa. Timore. Speranza. E di quel sentimento che non riesco più a sentire, ma che lei sa provare in maniera immensa e unica.

E quest’emozione era rivolta a me.

Scuotendo la testa, contrariato, l’ho scartato: era un libro antico. L’ho sfogliato in silenzio, mentre Emily mi scrutava, nervosa. Aveva compreso che non avevo gradito quel gesto e adesso spiava le mie reazioni, incerta.

“È un’edizione degli Amores di Ovidio, del 1880. Il signor Clark mi ha assicurato che si tratta di un volume in ottime condizioni. Io… io so che tu ami più la letteratura greca, ma hai quasi tutto, così ho pensato a questo… e ho visto che non lo avevi, così…”, spiegò, impacciata. La sua voce si perse in un soffio di vento. Era divenuta sempre più flebile. Spaventata.

Io non risposi subito.

Il risentimento, all’improvviso, si è trasformato in qualcosa d’inaspettato. Doloroso. Consolatorio. Caldo. Qualcosa di sconosciuto, che posso descrivere solo per approssimazione.

Lei aveva pensato a un dono per me. Era andata a cercare qualcosa che io non possedevo e che potesse piacermi. Non è un’impresa facile: la mia collezione di libri antichi di letteratura classica è una delle più ricche di tutta la Scozia, se non della Gran Bretagna.

E aveva scelto Ovidio. Non i più conosciuti Catullo o Orazio.

Mi accorsi che il suo sguardo si era rattristato. Si mordicchiò il labbro; gli occhi si arrossarono. Non era per il freddo, ne ero sicuro.

“Se non ti piace non fa nulla, puoi cambiarlo…” mormorò, chinando gli occhi a terra.

“No” risposi, piano.

Lei alzò la testa, sorpresa.

“Non lo cambierò”, spiegai. Tenni il volume tra le dita, senza guardarla. “È molto bello. Solo… non me lo aspettavo”.

Era il primo regalo di Natale che ricevevo in più di due secoli. Ero più sconcertato di quanto volessi ammettere, ma non era questo a stupirmi, quanto la sensazione di benessere, di calore che sentivo dentro. Qualcosa di anomalo, disturbante e insieme piacevole.

Sentirmi così era… strano.

Il viso di Emily si spalancò in un sorriso luminoso che arrivò sino agli occhi, riempiendoli di emozione. Mi abbracciò, tenendo il viso sollevato verso il mio.

“Natale è far capire agli altri che sono importanti nella nostra vita. Tu sei fondamentale nella mia: nessuno mi ha mai donato quanto mi ha dato tu, anche se sei… quello che sei, e non mi importa, perché... perché solo tu riesci a farmi sentire viva. Volevo che lo sapessi”, confessò. La sua voce tremava. Le sue palpebre sbattevano troppo velocemente. Il suo cuore, lo sentivo, era accelerato.

Annuii, senza parlare. Lei appoggiò la testa sul mio petto morto.

“Buon Natale, Oliver.”

Sorrisi tra me. E poi la baciai, sotto gli occhi indifferenti di decine di persone.

Un’umana e un vampiro. Ma a chi poteva importare?

È lei che è importante per me.

Davvero importante.

CHI E' L'AUTRICE

Mi chiamo STEFANIA AUCI. Sono nata a Trapani, nella gloriosa annata del 1974. Laureata in giurisprudenza nel 1999, ho provato a cercare la strada della mia vita e devo dire che non mi son fatta mancare nulla: avvocato, insegnante, segretaria d’orchestra e cancelliere presso il Tribunale di Firenze. In tutto questo, ho continuato a scrivere passando dai quaderni di scuola al mio amatissimo laptop. Sposata (sant’uomo, mio marito…), con due figli (tre, se si conta il computer di cui sopra) e una gatta bisbetica, vivo a Palermo dal 2005. Cosa scrivo? Paranormal e urban fantasy, con un tocco di suspence. Amo esplorare il lato oscuro dell’uomo, con un tocco di ironia (che non guasta mai) e mescolare realtà e leggenda. Tra le mie letture preferite, i grandi classici, la letteratura inglese dell’Ottocento, i ghost tales, e in genere, romanzi urban fantasy e thrillers, qualcosa di romance e di saggistica, e un po’ di narrativa italiana. Altra mia grande passione: i viaggi, specie nel Regno Unito.Non è un caso che tutte le mie storie siano ambientate lì…

IL BLOG DI STEFANIA AUCI : http://morayplace12.blogspot.com/

Vi è piaciuto questo nuovo racconto di CHRISTMAS IN LOVE? I vostri commenti ed eventuali domande all'autrice sono più che benvenuti!


12 commenti:

  1. stefiiii, bellissima storia di natale!! anche se io non mi sono ancora convertita al paranormale, ai vampiri e tutto il resto (sono rabbrividita alla frase: "Non andrai a caccia stanotte, vero?” "Sono andato ieri notte con Duncan, mentre dormivi" )ho trovato la storia davvero romantica e commovente...brava!! e, ovviamente, BUON NATALE!!

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  2. STEFY!! Meraviglioso! Sei davvero brava...riesci a scrivere cose già lette (i vampiri) rendendole nuove!

    Per ora confermo che Oliver rimane il mio preferito...ed Emily è favolosa! =^__^=

    Non vedo l'ora di mettere le mani sui tuoi romanzi! ;o)))

    Baci
    Giusy (Lady Akasha)

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  3. A Natale, grazie a Stefy, anche i vampiri diventano più buoni... Oliver ha fatto tanto il disincantato e poi è bastato un regalino della donna amata per farlo sciogliere!!!
    Comunque, l'idea è davvero originale...
    Cristina

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  4. Grazie ragazze ^_^!
    solo un piccolo chiarimento per Cristina: non è che lui diventi più buono: comprende meglio l'affetto della compagna.Quei due lì hanno un rapporto "particolare", tale che lui ha solo un punto di contatto con gli esseri umani, che è proprio Emily. Ma lì si ferma. Non diventerà mai un cucciolone, è negativo e tale rimane per tt la storia ;-)
    kisses x0xo

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  5. Bellissimo, alla fne mi ha pure commossa...passerò sul tuo blog a leggere qualcosa in più...Buon Natale!

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  6. Stefy, è bellissimo!!! Certo che far festeggiare il Natale a un vampiro è un po' ardua, eh? Però si dice che l'amore compia miracoli! ;-) Ne approfitto per augurare un felice Natale a tutte voi. Baci.

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  7. Stefania, il mio più fervido augurio affinchè i tutoi sogni diventino presto realtà! Perciò guai mollare!!Non tu!
    Un affettuoso abbraccio
    Mariangela Camocardi

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  8. Bella storia, Steffi!!! Non mi stancherò di dirlo, sei l'autrice italiana che meglio intendo, la tua prosa è chiara, semplice.... ma riesci a trasmettere di un modo magistrale il sentimento e la passione; magnifica, in realtà.

    E mi hai fatto ricordare gli anni in che traducevamo poesia in latino nell'Università, e come il mio professore di latino di quell'anno era un sacerdote di 60 anni.... Catullo sapevamo in anticipo che era escluso per la lussuria dei suoi poemi.... ja ja ja.

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  9. Mariangela, Luna, Olivia, Glory...GRAZIE!! SIETE STATE GENTILISSIME E MOLTO CARINE, UN BACIO E BUON NATALE!!!!

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  10. LadyAileen25/12/09, 15:02

    Complimenti per il tuo racconto: romantico ed originale. ^_^ Brava!

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  11. Bello bello....complimenti!!!!
    Ciao
    Mor.

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  12. Lo avevo letto in anteprima, eppure rileggendolo mi è piaciuto ancora di più. Brava, Stefy!
    Un abbraccio.
    Elisabetta Bricca

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