Lucia ha riempito la sua valigia più del solito, ad aumentare il volume ci sono i regali per i suoi parenti, ma soprattutto i giochi per i suoi amati nipotini. Non è stato facile ritagliare un po’ di tempo per comprare i regali per tutti, l’ultimo acquisto è di poche ore fa, giusto in tempo per completare il suo bagaglio. Adesso è ora di partire.
Freneticamente controlla tutta casa, non può permettersi di dimenticare nulla, soprattutto il gas acceso o un rubinetto aperto. Prima di chiudere definitivamente la porta a chiave, ripensa a tutti i suoi movimenti di quella mattina. Ha preso tutto, può andare.
Per la discesa è d’aiuto l’ascensore, ma gli ultimi gradini che la portano fuori dal portone sono da fare a piedi, così come il percorso fino alla fermata dell’autobus. Ed è sempre durante quel percorso che Lucia si rimprovera di aver riempito troppo la valigia. Se solo la strada fosse più liscia, se il marciapiede non la costringesse a salire e scendere una decina di volte… Si fa forza, c’è di peggio. Tra un po’ salirà sull’autobus, poi prenderà il treno e sarà di nuovo in famiglia.
Lucia fissa il cielo, “Ti prego, ti prego! Non voglio passare il Natale da sola!”. Niente, la sua preghiera sembra essere caduta nel vuoto. Nevica più di prima.
Una valigia appare improvvisamente accanto a lei. È una valigia delle stesse dimensioni della sua, differisce solo per il colore, un elegante nero contro un verde scuro. Con tutti i posti possibili, proprio lì, a pochi centimetri da Lucia. Chi aveva poggiato la valigia non l’aveva nemmeno notata, concentrato com’era verso i monitor con gli orari dei treni. Poi sentendosi osservato, da chi prima di lui aveva fatto suo quello spazietto…
«Piacere, Luca»
«Piacere, Lucia» risponde lei colta di sorpresa.
«Così ci tocca attendere?! Possibile che ogni Natale sia la stessa storia?!»
«Già» replica Lucia, ma improvvisamente non le dispiace più tanto dover stare ad aspettare.
«Lucia, ma senti freddo?»
«No…ora passa…», blatera qualche parola imbarazzata da tanta confidenza.
«Aspetta…»
«Non ti scomodare…Luca». Le sembra strano aver pronunciato il suo nome. Si conoscono da due secondi e già lui è così gentile, e il loro rapporto così informale.
Luca tira fuori dalla sua valigia una sciarpona lunghissima dai colori pacchiani.
«Ma cos’è?»
«Mia nonna mi crede un gigante! Ha fatto una sciarpa di due metri! Se non la metto si offende, per questo la tengo a portata di mano. Appena arrivo a casa…»
«La indossi per farle piacere. Ma allora non posso…»
«Mettila! Stai gelando! Poi tu sei così bella che ti sta bene qualsiasi cosa…Anche questa sciarpa!»
I due ridono di gusto, complici in questa strana situazione. Il freddo è sparito. Il tempo non ha più importanza. Il blocco dei treni è diventato una benedizione.
Una voce gracchiante annuncia che il treno è in arrivo. Lucia non sa come dire a Luca che quello è il suo treno, deve andare.
«Luca, questo è…»
«È anche il mio treno!». Questa affermazione rincuora Lucia. «Io sono nella carrozza 9, posto 12».
Lucia prende il suo biglietto, non riesce a nascondere un luminoso sorriso: «Io carrozza 9, posto 11!».
Adesso anche Luca sorride rilassato. Non l’ha persa. «Allora, andiamo! Abbiamo un lungo viaggio da fare insieme».
Racconto flash, velocissimo che prospetta un futuro da immaginare. Lo si potrebbe definire un invito al sogno perchè finito di leggere ci si immagina il viaggio e ognuno lo può fare a modo suo. Una buona trovata.
RispondiEliminaBarbara Risoli
bello e intrigante... è un sogno poter incontrare un uomo così per caso. Infatti si scrivono i romanzi per poter sognare.
RispondiEliminasono daccordo bello e intrigante anche se breve...il finale? lo sogno già. complimenti anche a te.
RispondiEliminagiusy74