FINCHE' MORTE NON CI SEPARI di Regina Pozzati




Loran (Scozia), inizio XIX° sec.

La libertà aveva il profumo dell’edera selvatica; un odore così intenso da pizzicare il naso e grattare la gola. Aveva le sembianze di una vecchia tenuta dai muri sbiaditi, avvolta dalle più diverse sfumature del verde, da quella più chiara dell’orzo dei campi, a quella più scura delle felci e a quella picchiettata dal giallo delle prime ginestre. La bella stagione era alle porte. Quel giorno la temperatura era insolitamente mite, ma nonostante questo, non appena scese dalla carrozza ed appoggiò i piedi a terra, Gartred avvertì comunque una sensazione di fastidio.
«Finalmente siamo arrivati» esclamò Margareth scendendo dietro di lei. Aveva aperto l’ombrellino per ripararsi dal sole. Si stava premendo un fazzoletto sul viso, forse per asciugare il sudore o magari per filtrare l’odore aspro dell’erba. «Questa è Loran. Non è splendida?»
«Così splendida da farmi rimanere senza parole, cognata» rispose educatamente, celando l’insoddisfazione e la rabbia dietro alla solita espressione imperturbabile.
Quando dopo numerose richieste suo marito le aveva concesso di trascorrere l’estate nella “meravigliosa” tenuta di campagna, Gartred non aveva esitato a partire, spinta dalla necessità di allontanarsi da lui e da Edimburgo. Non aveva considerato nemmeno per un istante il fatto che Loran avrebbe potuto essere davvero come le era stata descritta. Negli ultimi mesi aveva imparato a conoscere bene l’uomo che era stata costretta a sposare e aveva appreso che non era altro che un bugiardo e un arrivista. Harris le aveva mentito sempre, su tutto, incluso il giorno in cui le aveva rivolto i voti nuziali e le aveva giurato fedeltà e devozione.
Finché morte non ci separi.
Peccato che non avesse tenuto fede alle proprie promesse nemmeno per una settimana, e non soltanto perché era un uomo incapace di farsi bastare un’unica donna, ma perché le sue ambizioni e i suoi vizi non conoscevano limiti e perché, nel momento in cui Gartred aveva preteso il rispetto che le competeva, Harris aveva osato ancora di più e pur di farle capire chi comandava era arrivato a portare il tradimento di cui si era macchiato all’interno della loro stessa casa.
Era stato allora, umiliata più che mai, che Gartred aveva deciso di riprendere il controllo della propria vita e che aveva trovato nell’unico possedimento del marito – ovvero nella sperduta Loran – l’occasione perfetta per farlo. Aveva dovuto fingere malesseri per settimane per ottenere l’appoggio del medico di famiglia. Aveva dovuto accettare di partire insieme alla cognata che l’aveva seguita in vece del marito per controllarla, ma alla fine era riuscita ad andarsene. Sollevò l’orlo della gonna e salì i gradini situati davanti al portone senza alcuna esitazione. La speranza che l’interno fosse meglio di quanto aveva appena visto svanì non appena varcò la soglia e si ritrovò davanti ad un ambiente ampio, antiquato ed estremamente cupo.
«Chi si occupa di questa tenuta?»
Mentre il cocchiere scaricava i numerosi bagagli che le due donne avevano portato con loro, le si avvicinò un uomo piuttosto anziano che si piegò in un rozzo inchino.
«Lord Harris ha affidato alla mia famiglia l’incarico. Io e mia moglie abbiamo fatto del nostro meglio, ma…»
«Non è sufficiente» tagliò corto, incurante del fatto che due sole persone fossero del tutto inadeguate ad occuparsi di una tenuta così grande. Alle sue spalle Margareth trattenne a stento una risata.
Gartred raddrizzò la schiena in un moto d’orgoglio. La situazione le era ormai chiara: mandandola lì Harris aveva voluto punirla. Loran non era assolutamente un posto adatto a una giovane donna come lei, ma se sperava che la situazione di quella casa l’avrebbe dissuasa dal ricercare la propria indipendenza si sbagliava di grosso. C’era un motivo per il quale aveva insistito per sposarla, ovvero perché la sua famiglia possedeva un discreto patrimonio, che lei aveva appena deciso come usare.
Quello stesso pomeriggio, poco dopo il calare del sole, furono convocati a Loran tutti coloro che erano disposti a prestare i propri servigi per la stagione. Dall’alto della propria stanza, Gartred osservò con occhio critico la manciata di uomini e donne che si contendevano un posto ed il generoso salario offerto.
Fu allora che lo vide.
Il riscatto.
Una testa scura che sovrastava tutte le altre. Un paio di spalle larghe coperte da una camicia capace di evidenziare un corpo così ben definito da farla arrossire e da far nascere dentro di lei un desiderio imperdonabile. Lo guardò a lungo, sempre restando nascosta. Le labbra disegnate, il volto spigoloso, i capelli indomiti e quelle mani che parevano fatte apposta per stringere la carne… Il cuore le salì in gola. Il respiro le si fermò nel petto. Un’immagine che non avrebbe mai dovuto avere le sconvolse la mente insieme ad un pensiero altrettanto pericoloso.
Ripagare il torto subìto con la stessa moneta.
Una dolce, dolcissima vendetta.

§

«La signora Harris desidera parlare con voi. »
La prima volta che Arthur Koll, il più devoto e anziano servitore degli Harris, gli aveva rivolto quelle parole, per un istante Niall lo aveva fissato incredulo. Erano anni che non sentiva quel nome. Era convinto che la signora Harris, la madre dell’uomo che si era trasferito a Edimburgo in cerca di fortuna e aveva abbandonato Loran a se stessa, fosse morta da tempo. La sorpresa che provò, però, fu nulla rispetto a quella che lo sconvolse non appena entrò nella stanza in cui la signora Harris lo stava attendendo ed anziché trovarsi davanti alla madre di un figlio così scellerato da abbandonare la propria casa fu accolto dallo sguardo glaciale di una giovane donna: la nuova signora Harris.
«Un uomo per bene dovrebbe abbassare gli occhi al cospetto di una signora» lo riprese inclemente.
Niall chinò il capo di scatto. L’immagine di lei svanì dai suoi occhi, ma non dalla sua mente in cui si era adagiata con una naturalezza e una dovizia tale di dettagli da sorprenderlo. La bocca rosa e piccola. Il volto ovale incorniciato da lunghi boccoli d’ebano. Il contrasto dei capelli con la curva pallida del collo. Il colore del vestito che indossava, di un rosso così cupo da ricordare il sangue. E quegli occhi: grandi, scuri e freddi che lo fissavano.
«Vi ho convocato perché ho necessità di farvi alcune domande. Siete disposto ad ascoltarle?»
«Sarebbe un onore per me.»
«Ditemi: vivete solo o avete famiglia?»
«Sono solo.»
La signora Harris gli si avvicinò lenta. Gli girò intorno in un frusciare di tessuti, senza mai smettere di osservarlo.
«Esiste una donna nel vostro cuore?»
«No.»
Si fermò.
«Molto bene.»
La proposta che seguì a quelle parole, sussurrata con voce suadente all’interno di una stanza troppo esposta agli sguardi e alle orecchie altrui lo turbò nel profondo. Nonostante fosse un uomo fatto e finito, per un istante Niall dubitò di tutto, ed in particolare di avere capito quello che lei gli aveva appena detto, tanto che le chiese di ripeterlo.
«Vi sembra così strano che una donna sia attratta da voi?», civettò. «O magari quello che trovate assurdo è che io sia disposta a pagare per potervi avere…»
La signora Harris era la moglie del padrone.
Tradimento.
Ecco quello che gli stava proponendo ed ecco quello che lo turbava davvero; non il desiderio che leggeva nei suoi occhi, né il fatto che una proposta così scandalosa provenisse da una bocca tanto morbida, ma la consapevolezza che se avesse accettato sarebbero andati entrambi incontro a conseguenze terribili. E in cambio di cosa, poi?
La guardò.
In cambio di lei.
Un languore caldo gli lambì la bocca dello stomaco. Tutto ad un tratto quella proposta che avrebbe dovuto soltanto rifiutare assunse un fascino nuovo, allettante, poiché cedere a quella donna senza pudore, alla tentazione che rappresentava e a quegli occhi determinati e presuntuosi che lo fissavano era esattamente quello che voleva.
«Perché lo state chiedendo proprio a me?» La sua voce si era fatta roca. La verità era che l’intensità del desiderio che lo aveva accarezzato era stata violenta, oltre che pericolosa. «Perché non chiederlo a qualcuno che conoscete e di cui potete fidarvi?»
Attraverso quella domanda cercò un qualsiasi motivo per rifiutare. Si inumidì le labbra. Si sforzò di restare con gli occhi bassi, invano. Quando la signora Harris gli posò una mano sulla spalla, la sensazione che si sprigionò di rimando all’interno del corpo lo costrinse a serrare i denti e ad ascoltarla con tutta l’attenzione di cui era capace.
«Se ho scelto voi, è proprio perché non vi conosco» gli spiegò con voce impalpabile. «E perché pretendo che restiamo tali. Sconosciuti. E nonostante questo… amanti
Il modo in cui calcò la voce su quell’ultima parola sancì la sua condanna.
Vendere se stesso.
Concedere il piacere della carne in cambio di un compenso.
Era una proposta immorale. Sbagliata. Eccitante. La tentazione fece in fretta a trasformarsi in peccato. Cedere fu molto più semplice di quanto avrebbe mai potuto pensare, forse per questo la voce con cui le rispose uscì vibrante e decisa dalle sue labbra, come un colpo di frusta.
«Ditemi dove e quando.»
La signora Harris inclinò il capo di lato e gli sorrise soddisfatta.
«Cosa ne dite di qui ed ora?»

§

Gartred non gli chiese mai come si chiamava. Non lo fece quando dopo averlo portato nella propria stanza gli ordinò di spogliarsi davanti ai suoi occhi, né quando si ritrovò a percorrere con le dita gli stessi sentieri che aveva tracciato con lo sguardo. Non lo fece quando la passione divenne incontenibile e nemmeno quando la sua lingua si ritrovò desiderosa di dare un nome all’uomo che era stato capace di farla sentire viva come non mai.
Il pensiero di farlo restare uno sconosciuto la tentò nel profondo, poiché sapeva che quanto avevano o avrebbero condiviso non sarebbe mai dovuto uscire da quella stanza. All’indomani di una notte che nessuno dei due avrebbe dimenticato gli baciò il petto nudo, stando attenta a restare lontana dal cuore. Non era per amore, se lo aveva scelto. Lo sentì sussultare in risposta, per poi accarezzarle le labbra con un dito e cercare nel calore della sua saliva una traccia dell’ardore che aveva fatto fremere i loro corpi.
I loro occhi si incontrarono. Il desiderio di tenerlo ancora con sé la turbò nel profondo. Lo aveva voluto subito, sin dal primo sguardo, ma si era anche promessa di non portare mai al di fuori dei limiti la loro relazione, così si sollevò e si allontanò dal letto. Prese il compenso che avevano pattuito e glielo tese. Era per quello che lui aveva accettato. Anche se era nuda ed anche se lo aveva comprato non provò alcuna vergogna, almeno finché non lo vide alzarsi a propria volta e non comprese che non aveva alcuna intenzione di prendere i suoi soldi.
«Quando volete che torni, signora Harris?»
Un moto d’ira la scosse nel profondo, e non soltanto perché l’aveva chiamata con il cognome dell’uomo che disprezzava di più al mondo.
«Tornerai quando ti farò chiamare, non appena avrò sistemato alcune cose
Sapevano entrambi a cosa si stava riferendo. Loran era piena di gente e la gente faceva in fretta a parlare. Se la voce della loro relazione si fosse sparsa, Harris non avrebbe tardato a fare ritorno e a quel punto sarebbe stata la fine per entrambi. Chissà perché, però, Niall era convinto che non sarebbe accaduto. La donna che lo aveva comprato era diversa da tutte quelle che aveva incontrato e, se lo voleva, poteva davvero essere capace di fare qualsiasi cosa.
«Non dimentichi nulla?»
La sua voce lo trattenne dall’uscire, anche se ormai si era rivestito ed era giunto davanti alla soglia. Si voltò verso di lei, per guardarla. Il sacchetto con le monete che gli aveva promesso ondeggiava tra le sue dita. Al suo interno doveva esserci una cifra piuttosto generosa, ciononostante non accennò a tornare indietro, ma proseguì lungo la propria strada e si chiuse la porta alle spalle.
Qualcosa spinse Gartred a sorridere. In lui riconobbe un carattere non indifferente, oltre che orgoglio e coraggio. Era forte, diverso da tutti gli uomini che aveva conosciuto. Quando quella notte lo aveva posseduto, lo aveva guardato negli occhi ed attraverso essi aveva scorto la purezza della sua anima.
Un’anima che temeva avrebbe potuto sporcare.
Per un istante provò pietà per quell’uomo che avrebbe usato per i propri piaceri e gettato, ma non si trattò che di un istante. Non era l’amore che cercava, poiché il suo cuore aveva cessato da tempo di fidarsi degli altri e non avrebbe di certo ripreso a farlo in un luogo come quello e con un uomo che non aveva esitato a vendersi a lei.

§

Con il passare delle settimane Loran subì una trasformazione profonda, al punto da divenire irriconoscibile. Sotto alle erbacce che ricoprivano i suoi prati persisteva un terreno fertile che una volta riempito di fiori aveva sprigionato una bellezza del tutto fuori dal comune. Non era raro che Gartred si concedesse qualche passeggiata da sola, anche se era sconveniente. Talvolta Niall la raggiungeva di nascosto per strapparle un bacio e forse qualcosa di più.
In particolare vi era un posto magico per entrambi: una radura nascosta tra le felci, dove l’odore del muschio si mischiava al suono dell’acqua del ruscello che l’attraversava. Era stato lì, che lei aveva sussurrato per la prima volta il suo nome, e che lui si era scoperto desideroso che quell’estate non finisse mai, che Lord Harris non tornasse a riprendersela come si vociferava sempre più spesso e che una parte di lei, così come la sua lingua aveva imparato ad articolare il suo nome, imparasse ad amarlo. Ma il cuore di Gartred pareva di pietra. Non esisteva mattino in cui non gli porgesse il compenso che gli aveva promesso, così come non esisteva bacio che gli negasse prima che trovasse il modo di prenderla tra le braccia e sentirla tremare.
Nel fuoco che aveva legato i loro corpi, Niall aveva trovato se stesso. Aveva capito che se non aveva mai avuto una donna accanto non era stato perché era troppo impegnato a curarsi della terra, ma semplicemente perché non l’aveva trovata. Ancora. Notte dopo notte, la passione diveniva tormento. Dolore. Privazione. Anziché sentirsi traditore del proprio padrone si sentiva tradito dal destino. Anziché farsi bastare tutto ciò che gli era stato offerto, si scopriva desideroso di avere di più, di avere lei.
Poi accadde. L’estate finì. A Loran arrivò una missiva personale per la signora Harris. Lei lo convocò nella propria stanza quella stessa notte, la loro ultima notte. E nonostante avesse dato la propria parola che non avrebbe esitato ad obbedirle finché non fosse stata lei a stancarsi di lui, Niall non andò.

§

L’ora era tarda. La servitù si era già ritirata, ma lui non era ancora arrivato. Con un misto di sentimenti inspiegabili che le turbavano il cuore Gartred si affacciò nuovamente alla finestra. Attese di vederlo comparire lungo il sentiero di ciottoli come era accaduto ogni volta che lo aveva chiamato, ma ben presto comprese che per quell’ultima notte la sua richiesta sarebbe rimasta inascoltata. Non si domandò perché e non se ne meravigliò. Erano giorni che leggeva nei suoi occhi una speranza impossibile, che percepiva nei suoi gesti una disperazione ed un tormento così intensi da toglierle il respiro.
Il fuoco della passione che per tutta l’estate aveva bruciato i loro corpi non si era estinto, ma si era trasformato in tiepidi braci destinate a perdurare più a lungo di qualsiasi fiamma. Niall non era l’unico ad essersene accorto e questo era anche il motivo per cui nelle ultime settimane i suoi baci si erano fatti più spudorati e frequenti, poiché attraverso il respiro aveva tentato di ravvivare quelle braci il più possibile, ignaro del fatto che presto o tardi si sarebbero comunque tramutate in cenere.
Poteva scegliere. Poteva essere lui stesso a mettere a tacere il fuoco, poteva sentirselo dire dalla donna di cui si era disgraziatamente innamorato o poteva scoprirlo direttamente dalla bocca violenta di suo marito, che non avrebbe esitato ad ucciderlo per salvare l’onore qualora si fosse nuovamente avvicinato a lei.
Un brivido freddo le corse lungo la spina dorsale.
Harris.
L’indomani la sua carrozza avrebbe fatto il proprio ingresso a Loran e li avrebbe riportati a Edimburgo. Erano giorni che Margareth non aspettava altro e che le chiedeva compensi sempre più pretenziosi per non rivelare quanto sapeva. Metterla a tacere in quei mesi era stato abbastanza facile. Una volta tornati in città, però, la questione avrebbe potuto divenire complessa.
Gartred si posò una mano sul cuore. Immaginò la vergogna di un divorzio, lo scandalo a cui avrebbe sottoposto se stessa. Si chiese se il desiderio che Niall aveva acceso dentro di lei valesse il prezzo della delusione che avrebbe dato alla sua famiglia poiché, lo sapeva, per quanto colpevole come e più di lei, alla fine Harris avrebbe trovato il modo di rovinarla e di uscirne indenne. Fu con un nodo alla gola che si decise ad agire; che indossò una vestaglia e che uscì dalla tenuta diretta dall’ultimo uomo da cui sarebbe dovuta andare.

§

Quando la vide camminare lenta verso di lui, Niall pensò che non fosse reale, ma che si trattasse di un fantasma. Fu il rumore dei suoi passi che salivano i gradini e facevano scricchiolare il legno a convincerlo che non era un sogno. Non appena Gartred varcò la soglia non esitò ad andare da lei, né a chiudere la porta alle loro spalle.
«Perché sei qui?», le domandò.
«E tu perché non sei venuto?», gli chiese di rimando.
Niall esitò.
«Non umiliarmi più di così. Ti supplico…»
«Perché non sei venuto?», insistette tenace.
«Non volevo che finisse» concesse abbassando un poco la voce, facendola rabbrividire per l’intensità delle emozioni nascoste dietro a quelle semplici parole.
«Sapevi fin dal principio che sarebbe andata così. Ti ho proposto un accordo e tu hai accettato.»
«Mi sono innamorato di te» gettò fuori tutto di un fiato, prima che la ragione potesse impedirgli di umiliarsi ancora di più, di distendere il proprio cuore ai piedi di una donna che non avrebbe esitato a calpestarlo e a distruggerlo. Ma Gartred fece di peggio. Estrasse dalle tasche della vestaglia un sacchetto pieno di monete e lo gettò sul tavolo. Era così, con una borsa piena di denaro, che stava liquidando il suo cuore.
Niall sentì una rabbia cieca montargli dall’interno.
«Io non voglio i tuoi soldi. Io…»
«Se è me che vuoi sono qui. Puoi prendermi se lo ritieni.»
Il tono che usò gli gelò il sangue nelle vene. Probabilmente se lo avesse accoltellato avrebbe sofferto di meno. L’amore che aveva trattenuto così a lungo da divenire tormento esplose insieme alla rabbia e lo fece divenire violento, possessivo. Disperato.
Le afferrò le braccia e la scosse fino a farle provare lo stesso dolore che gli stava avvelenando il cuore.
«Che cosa vuoi ancora da me? Non hai forse avuto abbastanza?»
«Non ancora.»
La collera si trasformò in paura. Niall si allontanò da lei come se scottasse. Spalancò gli occhi come era accaduto la prima volta che l’aveva guardata e si era ritrovato senza parole. Indietreggiò, anche se era l’ultima cosa che voleva. Aveva la mente completamente vuota; non riusciva a comprendere dove volesse arrivare e questo gli metteva una dannata paura.
«Io non tornerò a Edimburgo» sentenziò Gartred decisa. «Non voglio più essere sua moglie e c’è un unico modo perché questo sia possibile.»
Lo sguardo che gli rivolse gli strozzò il respiro.
Era un giuramento sacro, quello che sanciva il vincolo tra due sposi; un giuramento che poteva essere spezzato soltanto nel sangue.
Finché morte non ci separi.
Tutto ad un tratto Niall sentì qualcosa stringergli lo stomaco. Si domandò come avesse fatto ad innamorarsi proprio di una donna del genere; cinica e fredda. I ricordi delle notti passate a guardarla, dei baci rubati all’ombra delle felci e del dolce suono della sua risata tornarono a tormentarlo. Fu come se qualcuno lo avesse pugnalato al petto. Provò un dolore profondo. Si sentì perduto, così come l’anima che aveva svenduto per avere una donna che temeva non sarebbe mai stata realmente sua.
Qualcosa gli sfiorò il viso. Un tocco fresco, languido.
«Hai detto di amarmi…» Era la sua mano che lo accarezzava; la sua voce che tornava a pretendere piuttosto che a chiedere; a cullare il suo spirito affranto e a dirgli esattamente ciò che desiderava per potergli strappare dell’altro. «Lui mi ha sempre mentito. Tu, invece, non lo hai mai fatto.»
«E tu, Gartred? Quante volte hai mentito a me
Tremò. Sperò che rispondesse “mai”, ma lei si limitò a restare in silenzio e a guardarlo con la solita espressione imperturbabile. Una muta stilettata al cuore.
«Io ti ho aperto il mio cuore» le confidò sommesso. «Ti ho dato tutto quello che avevo e adesso è il momento che anche tu mi dia qualcosa in cambio.»
La vide gettare un’occhiata al sacchetto con le monete che gli aveva lasciato sul tavolo, anche se sapeva che quello che Niall voleva da lei non si trovava lì.
«Sii sincera con me» la supplicò. Uccidimi, se devi. Ma fallo adesso. «Potresti davvero mentirmi sapendo cosa provo e guardandomi negli occhi?»
«Sì.»
La sua risposta arrivò improvvisa e feroce. Gli intossicò il sangue, non perché fu crudele, ma perché quella fu la prima volta in assoluto in cui Gartred gli concesse di vedere la vera se stessa. I suoi seni, nudi sotto la camicia da notte, si sollevavano alla ricerca d’aria. Vi era tormento nei suoi occhi, un tremolio d’incertezza nella voce che aveva tentato di far restare salda fino all’ultimo.
Possibile che gli stesse mentendo in quello stesso momento?
«Tu mi ami?», le chiese disperato.
«No.»
Vide il suo petto muoversi più in fretta, la sua pelle fremere vittima dell’agitazione. Gli aveva mentito di nuovo. Pregò di non essere troppo sciocco – o innamorato – da sbagliarsi sul suo conto. Sperò che in lei vi fosse davvero l’amore che aveva intravisto perché in quel caso, lo sapeva, con il tempo sarebbe riuscito a portarlo alla luce e a farlo suo. Aprì la bocca per parlarle, ma prima che potesse farlo Gartred fece un passo indietro e pose fine a qualsiasi contatto ci fosse stato tra di loro.
«L’estate è finita e con lei il nostro accordo» disse inflessibile. Per un istante Niall si sentì gettato nel pieno di una tempesta, ma fece in fretta a riprendersi e a tornare ad ascoltarla, poiché sapeva che quelle avrebbero potuto essere le ultime parole che udiva dalle sue labbra. «Finché Harris resterà a Loran non mi guarderai, non mi cercherai e non mi toccherai. Questo è quello che voglio e che mi aspetto da te.»
Niall trattenne un fremito. Le sue dita si mossero da sole. Strinse i pugni, imponendosi di restare immobile anche se averla così vicina ed al contempo distante stava divenendo insopportabile.
«Quindi è questo che vuoi? Che me ne stia zitto e lontano mentre dividete insieme lo stesso letto che hai offerto a me?»
Gartred non gli rispose; non occorse. Al posto della voce lo fecero i suoi occhi, nei quali vergogna, rimorso o incertezza non vibrarono nemmeno per un istante. Fu allora che Niall comprese quello che doveva fare e che non esitò a reagire.
«Io non lo farò.»
Accadde tutto velocemente. Afferrò il sacchetto di monete che gli aveva lasciato sul tavolo e glielo infilò di forza tra le mani. La sentì tentare di opporgli resistenza, ma non se ne curò. Per quanto determinata, alla fine Gartred fu costretta a cedere e si ritrovò a guardarlo mentre le spalancava la porta di casa e la invitava ad uscire. Lo sdegno per quel rifiuto che non si attendeva le imporporò le gote, ma tenne comunque la schiena ben dritta e gli occhi puntati sui suoi. Avanzò con la stessa fierezza con cui l’aveva accolto tra le proprie braccia, ma anziché uscire si fermò di fronte a lui, così vicina al suo corpo da poterlo sfiorare con il respiro.
«Dunque è tutto qui il tuo amore?»
«Sì» le rispose soffrendo. «Il nostro amore è tutto qui.»
E lo era davvero, poiché quello che legava i loro respiri era reale, esattamente come lo era quello che aveva spinto Gartred ad andare proprio da lui non appena si era sentita perduta. Una brezza leggera sfiorò i volti di entrambi. Niall schiuse appena le labbra. Dio solo sapeva quanto avrebbe desiderato baciarla un’ultima volta; gettarla a terra, sotto di lui, e costringerla ad ammettere che anche lei lo amava con tutta se stessa. No, non era un’illusione. Quell’amore lui glielo aveva letto negli occhi e se lo era sentito sulla pelle, notte dopo notte.
Raddrizzò la schiena a propria volta. Strinse i pugni, trattenendosi dal fare quello che avrebbe potuto condannarlo per sempre. Averla lì, mentre gli fissava la bocca e le sue labbra si dischiudevano in un invito a prenderla fu la tentazione più grande della sua vita. Ma non cedette. Mai. Così come non lo fece lei.
 «Io non tornerò da Harris.»
Il nome dell’uomo che entrambi avevano tradito calò tra di loro con inaspettata violenza. Mentre le fronde delle felci ondeggiavano al vento, Niall si ritrovò a temere di vederlo comparire da un momento all’altro. Un’idea folle, che scacciò in un battito di ciglia.
«Io non lo ucciderò per te» replicò determinato.
«Nemmeno se da ciò dipendesse la mia vita?»
Un brivido lungo e freddo gli corse lungo la spina dorsale. Un sospetto impossibile si fece largo nella sua mente.
«Cosa intendi dire?»
Gartred non gli rispose, almeno non con la voce. Il suo volto si fece teso. I suoi occhi si chinarono verso il terreno. La vide mordersi le labbra mentre si imponeva il silenzio. Erano entrambi colpevoli, traditori e innamorati. Agli occhi di Dio avevano sbagliato in egual misura, ma questo non significava che avrebbero dovuto pagare per sempre.
«Questa è la tua ultima occasione, Gartred. Se lo vorrai farò in modo che tu non debba più rivederlo, ma ad un’unica condizione.» Niall aveva il respiro spezzato. Sapeva che lo stava ascoltando e che da quello che stava per dire sarebbe dipeso il loro futuro. Gonfiò i polmoni. Raccolse quanta più aria possibile. «In cambio della mia vita, io voglio la tua.»
Il modo in cui le prese la mano la costrinse a sussultare. Era così, con le mani intrecciate, che gli innamorati si ritrovavano a pronunciare i voti nuziali davanti a Dio. Ed era così, con un intreccio di dita forzato e un matrimonio non voluto, che era cominciata la sua rovina.
«Io non ti sposerò mai, Niall!»
Gartred tentò di indietreggiare, ma lui non glielo permise. Incurante della sua risposta la attirò a sé con prepotenza, fino a sentirsi il suo corpo addosso e a percepire una nuova variazione nel suo respiro. La sua bocca era lì, vicinissima. La sfiorò appena con le labbra, non perché lo voleva, ma perché ne aveva bisogno più che mai.
«Non mi interessa che tu sia mia moglie, Gartred. Mi basta che tu sia mia.»
Vi fu qualcosa, nel modo in cui glielo disse, che la sciolse nel profondo. Era scappata da Edimburgo per riprendere il controllo della propria vita. Si era illusa che usare un uomo come Niall le avrebbe restituito parte della forza che Harris le aveva tolto. Le cose, però, non erano andate come aveva progettato. I loro incontri avevano portato a galla desideri e fragilità che non avrebbe mai creduto di potere avere. Abbassò il capo. Per la prima volta nella sua vita, si rese conto di non sapere cosa fare.
«Fin dove intendi arrivare?», domandò con un filo di voce. Tutta quella situazione era un’insana follia. Ma nonostante questo, una parte di lei aveva inspiegabilmente cominciato a scorgere qualcosa oltre la nebbia che li circondava.
Niall le prese il viso tra le mani e la costrinse a guardarlo.
«Fin dove sarà necessario.»
«E fino a quando? Finché non ci saremo stancati l’uno dell’altro?»
«No, mio amore» le sussurrò dolcemente, facendosi carico di tutte le sue paure. «Finché morte non ci separi

§

Quando l’indomani Lord Harris fece il suo ingresso a Loran trovò soltanto Margareth ad attenderlo in fondo al lungo viale alberato. Era sola, in piedi sulla soglia di una casa che stentò a riconoscere tanto era cambiata dall’ultima volta che l’aveva vista. Quando con estremo disappunto le si avvicinò per chiederle dove si trovasse sua moglie, quasi la vide gettarsi ai suoi piedi e invocare perdono.
La nebbia e la notte avevano ceduto il passo ad una giornata grigia e uggiosa. Le nuvole avevano ricoperto il cielo. Loran si era risvegliata insieme ad una fosca minaccia di pioggia e con una triste mancanza a macchiare le sue fila.
La signora Harris era sparita alle prime luci dell’alba, inspiegabilmente. Al limitare del bosco erano stati trovati una delle sue scarpine ed un frammento della sua vestaglia macchiato di sangue. C’era chi aveva parlato di tragedia, chi aveva raccontato le storie più sinistre e mostruose. Ed infine c’era chi aveva semplicemente taciuto, padrone di un segreto che le solide mura di Loran avrebbero protetto a lungo, ed anche ben oltre la fine di quell’estate.

FINE


CHI E' L'AUTRICE
REGINA POZZATI nasce a Bologna, città che ama immensamente. Sogna storie sin da quando è bambina, accompagnata dalla magia di suo padre, illusionista per passione, e dalle letture che hanno riempito le sue giornate. Coltiva l'amore per la scrittura con la stessa caparbietà con cui conduce la propria vita. Ama finire le cose che inizia e adora le sfide. Si trasferisce a Milano il giorno stesso in cui si laurea, per amore e contro al volere della propria famiglia. Riversa tutta se stessa in quello che scrive, fondendo insieme generi diversi e dando vita a personaggi marcati, capaci di essere amati e odiati con la medesima intensità. Ha scritto storie di diverso genere, tra cui Fantasy, Soprannaturale, Avventura e Azione.

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33 commenti:

  1. Mi piacciono sempre molto le storie ambientate nel passato. Questa dolce, tragica, profonda storia d'amore mi ha lasciata davvero triste alla fine. Le passioni vere e totali non dovrebbero mai concludersi così tragicamente ma aspirare alla felicità e all'appagamento. Ma chissà, forse alla fine la realtà è diversa da quella che potremmo immaginare... E' sicuramente una speranza. Nonostante questo, i miei complimenti all'autrice anche per la prosa scorrevole e piacevole.

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    1. Ciao Lady MacKinnon,
      ti ringrazio tanto per i complimenti :)
      L'intento con cui ho scritto questo racconto era trasmettere le essenze dei personaggi, coinvolgere il lettore per poi lasciarlo libero di concludere la storia come meglio credeva. Porbabilmente, a causa del momento concitato in cui l'ho scritta, mi è uscita un po' meno "leggera" o "positiva" delle mie solite, però mi ha colpito al cuore e per questo mi è sembrato giusto proporla così com'era.
      Gli amori più belli, per quel che mi riguarda, sono comunque quelli che non ci fanno mai pesare le privazioni, ma che anzi ci dimostrano ogni giorno che lui o lei valgono ciascuna delle scelte fatte.
      Grazie ancora <3

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  2. Suggestivo e bellissimo questo racconto denso di sensazioni e di emozioni represse. Bravissima. Milena

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    1. Grazie infinite Milena <3
      Spero che avrai occasione di leggere altro di mio!

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  3. Emozionante, intenso, ricco di passione. Questo racconto mi è piaciuto davvero tanto. Complimenti, Regina!

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    1. Grazie Laura <3
      I tuoi complimenti sono graditissimi perchè ho avuto da poco modo di leggere qualcosa di tuo e ne sono rimasta davvero colpita... Spero di poter fare sempre meglio e di continuare a emozionarti :)

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  4. Cara consorella, ho trovato il tuo racconto molto affascinante, però il finale non mi è molto chiaro... [SPOILER: non si capisce se manca l'happy end romance o se loro semplicemente "inscenano."] Che la Dea ti benedica

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    1. Ciao Anonima Strega,
      ho capito perfettamente cosa intendi dire :)
      Quando scrivo mi lascio guidare dalle emozioni dei personaggi che danno vita alle mie storie e in questo caso un'estate intera non mi è stata sufficiente per mettere la parola "fine" a questo racconto, da qui la decisione di lasciare i lettori liberi di determinare cosa ne sarà di Gartred e Niall.
      Le due ipotesi che hai fatto sono egualmente valide, dal canto mio preferisco pensare che il sentimento che è sbocciato quell'estate maturerà nel tempo fino a farsi sempre più puro e profondo, ma questa, in fondo, è un'altra storia ;)
      Grazie di avermi letto <3

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    2. Grazie per la gentile risposta, Regina. Essendo appassionata anche di thriller e storici, mi aspetto un finale "del genere" in altri "generi." Chissà che l'Equinozio d'autunno non ti porti l'emozione per approfondire questi personaggi in "un'altra storia." ;) Io questo soggetto lo vedrei bene in un romanzo breve sui 150/200.000 caratteri. Te la butto lì con la sfera di cristallo ;)

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  5. Insolito, decisamente insolito.
    Eppure affascinante.
    Perché il finale lasciato così, in sospeso, come se fosse compito della lettrice decidere, e' davvero una novità. Almeno così lo interpreto io...

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    1. Ciao Alessandra, grazie!
      Sarà che il momento in cui ho scritto questo racconto era strano, sarà che il carattere di Gartred mi ha intrigato da subito, fatto sta che giunti alla fine dell'estate non me la sono sentita di chiudere la vicenda con un classico "vissero felici e contenti" e ho tentato, appunto, di stimolare la fantasia del lettore.
      Dal canto mio ho una chiara idea di come andranno le cose tra loro, un giorno mi piacerebbe raccogliere anche i pareri di chi si è appassionato a questa storia :)

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  6. Io l'ho trovato poco emozionante .-(
    I sentimenti dei protagonisti restano poco coinvolgenti fino alla fine. Spesso leggendo questi brevi racconti mi meraviglia il fatto che con poche frasi si riesca ad esprimere un mondo di sensazioni ed emozioni, in questo caso ho aspettato quella dolce sensazione che ti riscalda il cuore leggendo un romance che fino al finale non ho percepito. Lei fredda e determinata nei suoi scopi, almeno per me, resta fredda ed egoista fino alla fine. Lui sembra vittima di una donna che prende quello che vuole a discapito dei desideri altrui, ma l'amore ?

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    1. Ciao Nimue, grazie per aver letto il mio racconto e per avermi lasciato il tuo parere! :)

      Mio marito dice che ti accorgi di amare una persona quando quella persona è quella che vuoi accanto quando hai qualche problema o la prima che vuoi chiamare quando ti capita qualcosa di bello. Ecco, nella decisione di Gartred di andare da Niall quando il tempo a loro disposizione stava scadendo io ho visto amore, così come ho visto tanta paura di perdersi in questo sentimento così profondo quando ha tentato di tenerlo lontano da sé proponendogli qualcosa che sapeva lui non avrebbe mai accettato.

      Non so come spiegarmi per non fare spoiler a chi leggerà, ma l'amore di cui parlo spesso io non si vede, si trova e si percepisce tra le righe. Questo, per me, è il tipo di amore più reale che esiste, perchè non è fatto di gesti eclatanti o di dichiarazioni plateali, ma di piccole scelte. E' un tipo di amore che richiede sacrificio, ma che con il tempo può farsi soltanto più forte.
      Mi dispiace di non averti emozionato come speravo, spero di potere avere più avanti un'altra occasione per rimediare <3

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    2. Carissima Regina, capisco perfettamente il tuo punto di vista.
      Ma sai, in un romance, sopratutto quando breve, io preferisco che l'amore si esprima in piccoli gesti fra i protagonisti e tante tante parole d'amore.Mi piace lo scambio di idee, mi piacciono i litigi e le riappacificazioni, trovo che non ci sia niente di più bello dell'amore che si esprime in un dialogo per quanto esplicito o meno possa essere.
      Se analizzo il tuo racconto da quella che è la tua visione dell'amore, allora riesco a vedere quello che volevi esprimere, se l'analizzo dal mio non trovo quell'emozione che desidero in una lettura romantica.
      Per intenderci, per me alla fine se Niall si fosse deciso a "strozzare" Gertrad e abbandonarla alla sua freddezza avrebbe fatto benissimo ;-P

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    3. E magari, da un certo punto di vista, Niall avrebbe fatto bene a strozzarla molto tempo prima visto cosa ha passato a causa sua.. ^^
      In tutta onestà io lo avrei fatto visto il caratteraccio di Gartred, ma a quanto pare lui è immensamente più paziente di me!
      Grazie per il confronto e lo spunto di riflessione, penserò senz'altro a quello che mi hai detto :)

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  7. Cara Regina vorrei dirti solo che ancora una volta sei riuscita a conquistarmi, come in "In una Parola" si parla di schiavitù, si perchè anche un matrimonio a cui si è costretti è una schiavitù, e anche qui una parola può salvarti la vita e renderti libera, e in questo secondo me il finale è stato incantevole perchè quel "Finchè morte non ci separi" lascia adito al lettore di giungere alla conclusione che uno sceglie, e tu lo sai quanto io ami lasciar correre la mia fantasia e tu sono sicura già immagini la mia scelta finale.
    Io penso che l'amore vince sempre anche quando si deve lottare e quando l'amore spesso non viene dimostrato, ma non credo che in realtà la cara signora Harris abbia scelto Niall da donna fredda e distante ma lei era rimasta subito colpita da lui ma aveva voluto mantenersi fredda perchè temeva di innamorarsi, ma l'amore non è un sentimento che si possa comandare e quando nasce piega tutti al loro volere e i nostri protagonisti sono stati da questo sentimento piegati e manipolati e in questo sentimento sono riusciti a trovare la passione e la forza di ribellarsi..... chissà quale segreto celano le mura del castello e quali amori si nascondo all'ombra della luna.......

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    1. Grazie Stefania!
      Probabilmente siamo sulla stessa lunghezza d'onda, perchè hai dato voce alle stesse cose che penso io... La frase "finché morte non ci separi" è molto forte, talvolta può sembrare minacciosa, ma ricordo ancora l'intensità dell'emozione che ho provato quando il prete l'ha pronunciata al mio matrimonio.
      E' stato allora che ho capito che sarebbe stato per sempre e che sarebbe andato tutto bene :)
      Grazie di avermi letto <3

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  8. Cosa posso dire, breve e intenso. Visto il finale aperto, dico solo che non l'ho vissuto negativamente, ma come una speranza, una decisione, un amore e l'inizio di una nuova vita insieme. Bello, brava!

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    1. Ciao Patty, eh lo so, le altre mie storie sono immensamente più positive di questa, ma questa è nata così, con questo finale che non voleva uscire e allo stesso tempo fremeva per non restare sospeso...
      Anch'io, come te, voglio scorgere la voglia di costruire qualcosa di positivo per il futuro e sono certa che perseverando sia Niall che Gartred troveranno una felicità rara e preziosa :)

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  9. Letto e piaciuto, ma i finali da interpretare non fanno per me. Anche se cerco di pensare positivo, immaginando che i due protagonisti abbiano inscenato la morte per stare insieme, non riesco a liberarmi dal dubbio che il "Finchè morte non ci separi" di Niall fosse inteso in senso letterale.
    Preferisco il lieto fine assicurato :)

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    1. Ciao Emy, grazie di avermi scritto!
      Probabilmente se avessi inserito quella frase in più che ho cancellato sette volte il finale sarebbe stato più chiaro, ma ripeto: mi piaceva tanto l'idea div lasciarlo alla libera interpretazione perchè Gartred è stato un personaggio difficile da gestire da subito e non me la sono sentita di incatenare le sue scelte sul finale.
      Grazie comunque di avermi apprezzato <3

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  10. Scritto molto bene, il finale mi ha lasciato perplessa. Leggendo anche gli altri commenti, ho visto che non ero la sola. Comunque, niente male neanche per l'ambientazione. Speriamo, come dice Emy, che il "Finché morti non ci separi" del finale non sia letterale. :-)

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    1. Ciao Sarah, mi dispiace averti lasciato perplessa...
      Sono stata indecisa fino all'ultimo se inserire o meno una frase chiarificatrice... Beh, come avrai visto non l'ho fatto per non "incatenare" ulteriormente il destino di Gartred, ma se posso dire le mia sono certa che le cose siano andate bene :)
      Probabilmente sono l'unica a pensarla così, ma il "finché morte non vi separi" per me ha un significato molto positivo perchè è come se una mano divina scendesse a proteggere l'unione di due cuori per tutto il tempo in cui sia concesso loro di restare in terra.
      Grazie di avermi scritto :)

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  11. Ciao Regina, in bocca al lupo per il tuo racconto! Mi è piaciuto molto e il finale mi ha sorpresa!

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    1. Crepi il lupo Anna, grazie di essere passata e di avermi letto <3

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  12. io solitamente non amo leggere gli storici, ma questo racconto è stato veramente bellissimo, molto dolce e romantico. Mi è piaciuto molto e sarà molto dura fare una selezione di soli due racconti.....

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  13. Veramente un racconto piacevole. Ne sono rimasta conquistata e quel finale così particolare in un primo momento mi ha fatto restare male ma poi mi sono convinta che rimane aperto alle più diverse soluzioni. Complimenti anche per la scrittura scorrevole.

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  14. Bel raccontino, struggente. Ho trovato molto originali i protagonisti, quasi che si fossero rovesciati i canoni, con un "lui" completamente preso e una "lei" più cinica e fredda.
    Mi lascia perplessa il dialogo finale, perché in alcuni punti mi hanno confuso le idee, invece che chiarirle.
    Sono l'unica a immaginare un happy ending con loro due che scappano e inscenano tutto per non farsi cercare?

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  15. Sai che ti apprezzo tantissimo attraverso i tuoi libri che mi sono piaciuti molto ma in questo racconto trovo che tu non ti sia espressa al massimo delle tue potenzialità.Tifo comunque per te e come a tutte voi in concorso faccio i miei più cari auguri!!!

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    1. Ciao Antonella, grazie infinite per la tua sincerità <3
      Non sono tanto brava a scrivere con un tema preimpostato o con limiti di lunghezza e questo forse è il motivo per cui questo racconto può esserti parso diverso dagli altri miei scritti.
      Dopo le tue considerazioni mi sento ancora più stimolata a tentare di migliorarmi, grazie per le parole e per gli auguri :)

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  16. La prima cosa che mi ha colpito e' il titolo. Io che leggo e scrivo thriller amo i racconti forti e i finali spiazzanti. Trovo i personaggi intriganti e capisco che in un romance la morte puo' essere spaventosa, ma a me e' piaciuto perche' adoro i finali aperti. Come lettrice, mi piace immaginare un seguito a modo mio :-) L'ambiente e' interessante e anche il personaggio di lei e' reso al meglio della sua gelida personalita'. :-)
    Brava, sono contenta di aver finalmente trovato il tempo di leggerlo!!

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    1. Ciao Viviana, in tutta onestà i romance puri di solito mi annoiano e questo è il motivo per il quale quando scrivo tento sempre di inserire sfumature diverse oltre alla classica storia d'amore.
      Come te amo i thriller e i finali spiazzanti (si è capito, mi sa ^^) quindi sono davvero contenta di esserti piaciuta e che tu sia riuscita a trovare il tempo di leggermi!

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  17. Racconto davvero suggestivo, in cui le emozioni restano sempre un po' represse ma se ne intuisce comunque la forza dirompente. Confesso che dopo averlo concluso mi ha lasciato addosso un senso di malinconia, non soltanto per il finale volutamente misterioso, ma per la coinvolgente descrizione dei due protagonisti, entrambi legati ad una situazione infelice che non avevano cercato (Gartred il matrimonio combinato, Niall la relazione con una donna di cui si innamora ma che non è certo lo ricambi). Complimenti all'autrice!
    Daniela

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