TRE GIORNI D'INVERNO di Serena Vis (Literary Romance)

CON IL CALDO DI QUESTI GIORNI, COSA C'E' DI MEGLIO CHE IMMERGERCI IN UN RACCONTO AMBIENTATO IN INVERNO? E' QUELLO CHE HA FATTO PIERA CON QUESTO LIBRO DI SERENA VIS, UNA NUOVA AUTRICE CHE SIAMO FELICI DI POTER FAR CONOSCERE A CHI CI SEGUE.

Autrice: Serena Vis
Genere: Contemporaneo 
Ambientazione: Italia - Emilia
Pubblicazione: A cura di Literary Romance, 29 marzo  2018, pp.232,€12,90
Parte di una serie: Sì
Livello sensualità: ALTO
Disponibile in ebook a €2,99

TRAMA: Giulia si è appena trasferita in un paese collinare in provincia di Piacenza, ha da poco ristrutturato una vecchia casa in stile Liberty e può egregiamente vivere del suo lavoro di scrittrice. Si è appena lasciata alla spalle una relazione instabile, fredda e vuota come una pagina bianca e l’unico desiderio che ha è quello di ricominciare da zero, ripartendo proprio da se stessa. Ma ha bisogni di mettersi alla prova. L’occasione le si presenta in un pomeriggio gelido. Lì, tra la boscaglia, incontra Chris, musicista di una nota band nazionale. A causa di un guasto alla macchina, e a un imbarazzante incidente di percorso, Giulia si sente in dovere di aiutarlo, però è venerdì pomeriggio, il crepuscolo incombe e il meccanico più vicino si trova a fondo valle. Giulia è consapevole della propria follia, ma spinta dall’istinto decide di ospitarlo. Che male potrebbe farle, in fondo? Lo conosce da quando aveva sedici anni… E poi Chris ha quella luce negli occhi, quella che sa di sconfitta, di lotta interiore, di aspettativa disillusa. Vuole aiutarlo. Trascorrono un’amichevole serata insieme e, poco prima che la notte scenda, Chris si ritrova a rubarle un bacio nella confortevole biblioteca della casa, mentre all’esterno infuria la bufera. Basteranno tre giorni per innamorarsi, per far luce su se stessi? E cosa nasconde il famoso cantate tanto da essere stato indotto a fuggire dalla band, ad aver lasciato incompleto l’ultimo album? Vivono intensamente l’amore che nasce, l’attrazione che divampa. Insieme stanno bene, si appagano, sono felici. Due anime che si sono ritrovate per consolarsi, per cicatrizzarsi le ferite a vicenda senza pretendere nulla in cambio perché niente è per sempre e lo sanno. Soprattutto quando dovranno dirsi addio.


Nello stupendo romanzo di Serena Vis, la fantasia diventa realtà e “Tre giorni d’inverno” possono rappresentare per i protagonisti la riflessione sulla loro vita, la comprensione di errori loro e altrui, la speranza che tutto possa cambiare e …forse…l’attesa di un futuro felice magari insieme.
Inutile dire che sono rimasta colpita da questo romanzo invernale (e con il tempo attuale avevo bisogno di qualcosa di diverso e molto confacente alle mie preferenze ), e l’ho terminato con il cuore in gola e con una piccola lacrimuccia di rimpianto. Ma il finale mi fa ben sperare in un nuovo incontro “con e tra “ Giulia e Chris .
Chi è Giulia? E’ una donna che dopo aver  fatto dei lavori che non le piacevano,  portato avanti una relazione con un uomo che non la desiderava più e che forse addirittura non la sopportava, ha scritto un libro di successo, come spiega a Chris,  anche se con un finale triste.
…”-Cosa fai nello specifico?
-Nello specifico sono un scrittrice. Ripose lei con semplicità
-Una  scrittrice?- L’espressione di Chris mutò in meraviglia questa volta, una sorta di stupore incredulo.
- E hai scritto qualcosa che dovrei conoscere? Aggiunse sarcastico , sospettando che lei cercasse di fare colpo.
- Ho pubblicato un libro che ha avuto un  certo successo un paio d’anni fa. Ora sto lavorando al prossimo.
-E come si intitola? -  domandò  sempre  pensando che lei esagerasse leggermente nel descrivere il suo lavoro. Forse stava cercando di impressionarlo? Sicuramente ci stava provando…si sentiva allo stesso  tempo  lusingato, perché indicava dell’interesse, e deluso perché  si era aspettato qualcosa di diverso da lei
- Tre giorni d’inverno-  Affermò semplicemente l
- Un certo successo?-    Era un eufemismo. Quel romanzo aveva riscosso un enorme successo e i diritti erano stati venduti persino all’estero.”
 In un momento di particolare depressione, sola e senza una motivazione per continuare a combattere, Giulia si è trovata in un paesino di montagna nel piacentino, ha visto un cancello e una grande casa abbandonata e ha deciso di acquistarla e farne la sua residenza per cercare una nuova spinta nel suo percorso di vita.
Aiutata dai paesani, tutte persone  socievoli ma non invadenti, l’ha ristrutturata e l’ha plasmata secondo  la propria personalità, facendola diventare quasi una proiezione dei suoi più intimi desideri.
Mentre cammina nella boscaglia, un pomeriggio di un giorno d’inverno, sente un grido di rabbia e qualche imprecazione…si avvicina e vede un uomo preso da una tagliola, lo aiuta ad uscirne e lo ospita a casa sua visto che l’auto ha bisogno di essere riparata.
Che male c’è ? si domanda la giovane, tanto più che l’uomo  lei lo conosce e lo ammira, da quando aveva sedici anni.
…”L’uomo si girò e lei ebbe un’immediata sensazione di familiarità. Il viso era meno giovane di quanto si fosse immaginata e tra i capelli c’era una leggerissima sfumatura di grigio. Doveva aver passato la quarantina.ma c’era qualcos ‘altro  di famigliare.  Qualcosa che Giulia sentiva sulla pelle, come un formicolio, un’improvvisa pelle d’oca…soprassedette un attimo e sgranò gli occhi.. era proprio lui Christian Rossetti. Era stata a qualche suo concerto. Bene . Era un tantino scioccante.
Era una sua grande fan dall’età di sedici anni”.
Il lui, sfortunato e un po’ perso, è Chris, leader di un famoso gruppo nazionale di gran successo che sta passando attraverso una crisi matrimoniale e di stanchezza di idee e di lavoro e, per non scoppiare davanti ai colleghi, si è allontanato in macchina senza una meta precisa ed è finito proprio a pochi passi dalla casa di Giulia.
La sua auto richiede tre giorni per essere riparata e in questi tre giorni, vivendo insieme e non solo sotto lo stesso tetto ma anche nello stesso letto e l’uno nell’altra, i due si scambieranno confidenze e parleranno, rideranno, lavoreranno insieme e vivranno una passione che li lascerà a chiedersi : potrebbe durare tutta la nostra vita futura?
…”Com’era possibile che Giulia fosse riuscita là dove tutti gli altri avevano fallito?  Per lei era stato facile tendergli la mano per raggiungerlo nel suo mondo.
…Era Giulia la risposta alle sue preghiere.
…Qualunque fosse la spiegazione, Chris sapeva che Giulia sarebbe stata la sua luce, il suo faro nella nebbia. Sempre associata ai mattini luminosi che avevano condiviso, e all’infinito aprirsi del cielo.
… Giulia lo abbracciò e nascose il viso sulla sua spalla, sentiva che gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime e non voleva che la vedesse.
… -Quando penso a te c’è sempre il sole scrittrice-  Sentì la propria voce implorante ma non gliene importò. -Tu sei fatta per i pomeriggi di sole.
Sui guardarono  l’un l’altra  a lungo, poi  Chris si chinò verso di lei e le diede un lieve bacio sulle labbra. Una lacrima gli bagnò la guancia, e non avrebbe saputo dire a chi appartenesse.”
La domanda che entrambi si sono posti  mi fa sperare in un seguito perché ci sono cose non chiarite e alcune non confessate.
"Tre giorni d'inverno" è un romanzo bellissimo che mi ha commosso sia per l’ambientazione che per i tanti sentimenti che nei tre giorni i due protagonisti si sono confessati. L’atmosfera sembrava quella di una convivenza antica, c’era gioiosità, c’era fiducia, armoniosità di pensiero come se  avessero condiviso anni di amicizia e forse di amore.
Il modo di narrare di Serena Vis, con i due pov distinti pur in terza persona, ha reso più profondo l’esprimersi di ciò che ognuno di loro provava , vedeva , pensava e desiderava, così come ha fatto con i silenzi, con le cose dette a metà, con le risate che mascheravano le lacrime,  l’addio che avrebbero voluto non doversi dare e il non girare la testa per non urlare il rimpianto della separazione.
E’ un romanzo dolce e struggente e la cover ne è il perfetto ritratto! Non perdetelo.









LEGGI UN ESTRATTO DEL ROMANZO...
GIULIA
La prima cosa che la colpì fu il giardino addormentato. Lei non era stata in grado di distinguere le piante spoglie sui cui rami cominciavano a gonfiarsi le prime gemme, o le foglie verdi che spuntavano dal terreno, non avendo mai posseduto un giardino. Aveva giratoattorno alla casa, provando perfino a entrare, ma sia la porta d’ingresso sia quella sul retro, scura eppure sbiadita dal tempo e dalle intemperie, erano state ben chiuse. Giungendo sul retro aveva visto un bel prato digradare verso il bosco e tracce di quello che doveva essere stato un orto, la suddivisione ordinata in file del terreno si distingueva ancora, e una vecchia rimessa pericolante e vuota, a parte alcune cartacce e alcuni teli di plastica che svolazzavano nella brezza. Ma soprattutto ammirò un albero, spoglio a parte un unico frutto rosso sul ramo più alto, colpito dai raggi del sole che iniziava a declinare. Uno stormo di uccelli, forse passeri, si era alzato in volo al suo arrivo, allontanandosi. Giuliaera rimasta a lungo a osservarlocon le mani in tasca: aveva la forma aggraziata che prendono gli alberi da frutto non potati e quell’unico frutto rosso ne calamitava gli sguardi. Le tornarono in mente i primi versi di una poesia che aveva letto quando era ragazza: “Quale mela matura rosseggia sul ramo più alto…” , il vento le aveva sfiorato il viso e i rami si erano mossi come un cenno d’invito.
*****
CHRIS
Se fosse stato sincero con se stesso forse avrebbe ammesso che cosa non andava, ma non poteva: come avrebbe potuto continuare a vivere, dopo? C’erano ferite che non potevano essere sanate, distruzioni che non sarebbe stato facile ricostruire, fatti che non potevano essere dimenticati, fallimenti inammissibili…Ogni singolo aspetto della sua esistenza sarebbe stato messo in dubbio. E cosa avrebbe fatto poi? Cosa, se avesse scoperto che quello in cui credeva, alla fine dei conti, non era niente? E soprattutto cosa fare se costretto ad ammettere che ogni cosa sarebbe dovuta cambiare? Chris non era pronto per affrontare tante incognite eforse non lo sarebbe mai stato. Preferiva andare avanti facendo finta di niente, in fin dei conti non era quello che facevano tutti? Infilò l’autostrada in direzione ovest e accelerò, innestando prima la quinta e poi la sesta. La macchina rossa rispondeva ai suoi comandi con prontezza,sfrecciava nel il traffico del mattino senza mai lasciarela corsia di sorpasso. La registrazione dell’album gli aveva dato un pretesto per allontanarsi da casa, ne aveva veramente bisogno perché c’erano delle crepe, profonde crepe, che si aprivano nell’apparenza della normalità. Quello che aveva dentro premeva per uscire, in qualche modo, e si riversava fuori, dove poteva, come poteva, nello stesso modo in cui l’acqua dilaga. La tensione in casa era palpabile: sarebbe stato più facile servirsi della solita maschera mentre era lontano, tra gente che gli era indifferente.
***** 
L'AUTRICE 
La passione di Serena Vis per i libri e le storie si è dimostrata prepotente fin da piccolissima, quando, all’età di nove anni cominciò a scrivere. Nel 2016 pubblica il suo primo romanzo storico, Matilde Cuore di Lupo, un’esperienza in qualità di self. Per la Collana editoriale Literary Romance fa il suo esordio con il romanzo contemporaneo Tre giorni d’inverno. Ama leggere, fare lunghe passeggiate e sognare a occhi aperti. Vive a Cremona, ma da sempre sogna una casa in collina

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3 commenti:

  1. intuisco che non ci sia un lieto fine, per cui, per me il romanzo è scartato dal pricipio, a meno che non possa già acquistare anche il seguito cosa che qui non sembra nemmeno certo.

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  2. Capisco il tuo commento, cara Isabella, però a volte la bellezza di una storia va anche al di là del lieto fine, è coinvolgente per come è scritta, per come possiamo immaginare continuerà. E questa è molto probabile avrà un seguito. O almeno lo speriamo! Sarà che si capita di leggere storie sì con lieto fine ma tanto scioccarelle, che quando se ne può trovare una di spessore...perchè non provare? ;-)

    RispondiElimina
  3. ho letto il romanzo ma non è proprio stato di mio gusto.
    è decisamente troppo riflessivo, descrittivo e incentrato sempre sugli stessi discorsi che ho saltato letteralmente tutte queste parti per passare solo alla storia. mi dispiace ma il fatto che non ci sia il lieto fine proprio non mi va giù visto già ho fatto fatica ad arrivare in fondo e non vengo nemmeno ricompensata dal lieto fine! nulla da dire però sulla scrittura dell'autrice, scrive molto bene.

    RispondiElimina

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