MISSIONE AMORE di Ellie Clivens


Autrice: Ellie Clivens
Genere:  Contemporaneo
Ambientazione: USA
Edizione: Gabriella Faeda, 13 marzo 2018, pp. 318, €9,99
Livello sensualità: ALTO
Disponibile solo in ebook a € 2,99

TRAMA: Una busta da consegnare: questo l’unico favore richiesto dal capo in cambio di una vacanza. Liberty Sullivan non ha esitazioni nell’accettare, tanto più che New York le pare il posto ideale per un certo… progettino cui tiene parecchio. Purtroppo, niente va come previsto: non solo il destinatario della lettera risulta essere uno scorbutico gigante assai poco cordiale e parecchio distraente coi suoi muscoli in bella vista, ma, un attimo dopo averlo incontrato, tutt’intorno a loro si scatena l’inferno tra raffiche di mitra e schegge che volano ovunque. Sarà Raul “Blade” Gutiérrez, ex Comandante dei Navy SEALs, a portarla in salvo. Peccato che lui la creda un’esca assoldata per ucciderlo, trattandola di conseguenza. Fra indagini, vecchi segreti, parenti impiccioni e spassosi battibecchi, Libby, con la sua dolce innocenza, finirà per toccare il cuore indurito di Blade, ma entrambi si ritroveranno presto a fronteggiare uno spietato nemico che trama nell’ombra…


Liberty Sullivan deve consegnare a Roul Gutierrez una busta, ma dopo poco che si sono trovati uno di fronte all'altro scoppia un pandemonio. I due sono bersagli di spari e riescono a salvarsi per miracolo. Da qui inizia un'avventura che il lettore dovrà seguire con suspense, ironia, battute allegre e altre molto pesanti e momenti in cui la passione sarà un elemento importante fino alla fine del libro.
Nonostante i momenti cruciali dovuti alla ricerca di chi vuole uccidere i protagonisti, si
assiste anche allo sviluppo dei sentimenti che provocano in Roul dubbi e stati d'animo contrastanti.
Il romanzo ha una bella trama, ma ho trovato un po' ripetitivo le esclamazioni continue di Roul, che, oltre ad avere un modo di parlare colorito, ha degli atteggiamenti un po' fuori dalle righe sia nei confronti di Liberty che dei suoi sottoposti. É spesso arrabbiato e i suoi discorsi sono quasi sempre minacciosi. Tutto ciò l'ho trovato esagerato e a volte fuori luogo, anche perché Roul sembra un cavernicolo.
Ci sarà il lieto fine e c'è anche un bell'epilogo che ha ridimensionato un po' il caratteraccio del protagonista. A proposito del carattere, devo dire che se lui è un uomo dai modi "autoritari", lei a volte è un po' troppo frignona.
Nel complesso una storia carina.
É nelle intenzioni dell'autrice di scrivere libri anche per i compagni di Roul, tutti ex SEAL?
Sarei curiosa di sapere cosa succede a questi uomini "che non devono chiedere mai" quando incontreranno la loro metà.









COME INIZIA IL ROMANZO...

Capitolo 1 
Ave, Maria, grátia plena, Dóminus tecum…«Signorina? Signorina, si sente male?»… Benedícta tu in muliéribus, et benedíctus…«Signorina! Gli altri passeggeri sono già tutti scesi: è rimasta solo lei.»Scesi?! Nel captare quella celestiale parolina, Liberty Sullivan smise all’istante di pregare e spalancò gli occhi, togliendosi le cuffiette che da undici ore le martellavano il cervello con un concerto d’usignoli. Secondo l’ultimo articolo apparso su Cosmopolitan,
la cinguettante sinfonia avrebbe dovuto rilassarla. Seeeh, magari! L’unico risultato era stato spingerla a rivedere la propria avversione per i cacciatori.Ancora rintronata dal cip cip che le riecheggiava in testa, fissò la hostess protesa su di lei.«Siamo arrivati?» le domandò a scanso d’equivoci (trattandosi del suo primo volo, non era da escludere che il viaggio comprendesse un mini-tour guidato nelle stive del Boeing 767).«Sì, siamo atterrati al JFK già da quindici minuti. Può slacciarsi la cintura.»Con le mani intorpidite per quanto s’era aggrappata a quel maledetto arnese (la sola ancora di salvezza che le fosse stata concessa, dopo il rifiuto a dotarla del benché minimo paracadute), Libby sganciò la fibbia divenuta un tutt’uno col suo ombelico e saltò su dal sedile per stringere in un impetuoso abbraccio la portatrice della lieta novella.«Dio ti ringrazio!» mormorò poi, grata al cielo per lo scampato pericolo. Che fosse sopravvissuta – nell’ordine –ad avarie, attentati, dirottamenti, e chi più ne ha più ne metta, era un vero miracolo.Ora le sarebbe bastato allontanarsi dall’aeroporto per evitare il rischio d’incappare nell’ennesimo kamikaze.Certo, questo non l’avrebbe preservata dagli scippi-barra-stupri-barra-assassinii che nella Grande Mela si susseguivano a una media di mille al secondo, ma contro quelli, purtroppo, non esistevano rimedi. L’unica era prendere ogni possibile precauzione e confidare nella Divina Provvidenza.Intanto le conveniva togliersi da lì alla svelta nel caso in cui il timer della bomba nascosta sull’aereo (dieci a uno, ce n’era una!) si fosse d’improvviso riattivato dopo aver fatto cilecca.Con una fretta indiavolata, recuperò il trolley dallo scomparto del bagaglio a mano e si catapultò verso l’uscita. Il tempo di scapicollarsi giù per la ripida scaletta ed era già in ginocchio a baciare il suolo che non sperava più di toccare.Gesù, era stata dura, ma infine ce l’aveva fatta: adesso poteva inaugurare la sua memorabile avventura a New York.Piena d’entusiasmo, girò lo sguardo ad ammirare la pista d’atterraggio inondata dalla luce rosata del tramonto, finché l’occhio non le cadde sul vicino gruppetto di uomini genuflessi a terra nel suo medesimo rito scaramantico, con la sostanziale differenza che i furbastri s’erano portati dietro un tappetino. Doveva trattarsi di viaggiatori esperti: per il ritorno si sarebbe equipaggiata anche lei.Accantonato il saggio proponimento, si rialzò in piedi per poi avviarsi nella direzione indicatale da uno steward, mentre rispolverava la tabella di marcia: espletare le pratiche burocratiche, recuperare la valigia, raggiungere l’hotel, concedersi una lunga doccia, infilare un bel vestito,sbrigare l’incombenza che le aveva assegnato l’avvocato Sciacca, e infine… infine dedicarsi al Progetto.Tre ore dopo non era più così convinta del proprio piano.Asserragliata nel taxi che le aveva procurato il concierge del Clarion, fissava annichilita una catapecchia circondata da palazzine diroccate e magazzini in disuso, tutti costellati di discutibili messaggi e ancor più discutibili graffiti, senza considerare i copertoni disseminati lungo la strada (sempre che un budello non asfaltato, privo d’illuminazione, potesse definirsi strada).«Sarebbe… sarebbe questo il posto? Ne… ne è sicuro?» gracchiò al tassista, confidando fino all’ultimo in un banale errore.
L’omuncolo si voltò per lanciarle uno sguardo terrorizzato dal disotto del turbante. «L’indirizzo è giusto, memsahib, ma io, fossi in lei, me la svignerei di volata.»Ecco quello che le serviva sentirsi dire in una situazione del genere!Titubante, si mordicchiò un labbro tornando a scrutare il rudere. Magari era abbandonato… Le sarebbe stato sufficiente scendere dall’auto, suonare il campanello (purché ci fosse un campanello!), attendere dieci secondi e poi avrebbe potuto tagliare la corda, riferendo in seguito al capo che lì non ci abitava nessuno.Sì, sembrava un’ottima soluzione. Prima di metterla in atto, però, doveva sincerarsi di avere i mezzi per squagliarsela alla velocità della luce, semmai qualcosa fosse andato storto. Perciò…«Sarebbe così gentile da aspettarmi?» domandò con apprensione all’indiano. Il poveretto non aveva proprio l’aria del supereroe pronto a difenderla da un’eventuale aggressione, ma l’essenziale era che, al bisogno, le offrisse una rapida ritirata. E, per garantirsela, lei conosceva un metodo infallibile: «Sono disposta a pagarle il disturbo, ovvio».Certi sistemi parevano funzionare ovunque, dall’Artico in giù, perché la magica formuletta le valse all’istante un (seppur riluttante): «D’accordo, memsahib».Disgraziatamente, risolta la spinosa questione della via di fuga, non le rimanevano più scuse: era il momento d’entrare in azione, o, meglio, lo sarebbe stato se i piedi si fossero decisi a ubbidirle.Atterrita, inspirò a fondo, come le avevano insegnato durante la sua prima – e, ahimè, ultima – lezione di yoga (fosse stata un filino meno incostante, forse adesso non si sarebbe trovata a lottare invano contro il panico).Su, ragazza mia, ce la puoi fare!, tentò di motivarsi con ben scarso successo. Finora la sua maggior prova di coraggio era consistita nell’affrontare i bimbi urlanti che spesso le affidavano. L’idea di avventurarsi in malfamati quartieri, diretta a un inquietante tugurio, non l’aveva mai neanche sfiorata. Per la miseria, lei era una tipa paciosa da divano e romanzi rosa, mica un’audace esploratrice con istinti suicidi, patita di Stephen King!Basta, inutile menare il can per l’aia. Ogni minuto sprecato lì era un minuto rubato al Progetto, e Dio solo sapeva quanto già il tempo fosse risicato.Con rinnovata determinazione, smontò dall’auto e attraversò il vicolo, attenta a evitare le pozzanghere rischiarate dalla luna appena sbucata dai nuvoloni.Se – orrore degli orrori! – avesse inzaccherato le vertiginose Louboutin, il diavolo in persona (quello, per intenderci, che vestiva Prada) si sarebbe preoccupato di renderle la vita un inferno. Nessuno poteva bistrattare le icone indiscusse dello stile senza pensare d’incorrere in terribili ritorsioni. L’unica persuasa di farla franca era Kat, la compagna d’infanzia che aveva gettato le stratosferiche décolleté della passata stagione regalandole a lei.Be’, era il bello di vantare un’amica fashion victim con le medesime misure, un padre milionario e la fissa di non indossare mai lo stesso capo: si finiva col possedere un guardaroba puntualmente rifornito di “scarti” firmati Valentino e Gucci.Ma ora bando alle ciance! Le conveniva concentrarsi sull’ardua impresa di risparmiare danni irreparabili al suo tesssssoro.Dopo avere scavalcato torrenti limacciosi e pozze maleodoranti, raggiunse incolume lo sgangherato portoncino affiancato da un campanello parimenti in rovina. Lesta, ne pigiò il pulsante rimanendovi attaccata, mentre si stringeva addosso l’impermeabile per proteggersi dallo sferzante vento ottobrino.Trascorsi i dieci secondi prestabiliti senza che dalla stamberga trapelassero segni di vita, stava già per alzare i tacchi, quando la lampadina penzolante dalla tettoia si accese e una roboante voce maschile ringhiò: «¡Qué diablos! Arrivo!».Un attimo dopo, la porta si spalancava di scatto, quasi scardinata da un gigantesco dio del sesso seminudo.
Con la mandibola crollata allo stesso livello delle Louboutin, Libby strabuzzò gli occhi davanti al più incredibile esemplare maschile che lei avesse mai visto, non solo dal vivo, ma anche in tivù o sui rotocalchi (immagini ritoccate col photoshop comprese): un’impressionante parata di muscoli si estendeva dal ciclopico bicipite piantato in alto sul battente, sino al petto immenso, per terminare con una sexissima tartaruga e un’irresistibile V a malapena celata dai jeans. Dei fianchi stretti e due gambe chilometriche abbracciate dal denim completavano lo strabiliante quadro, arricchito da un paio di enormi piedi scalzi.Santa. Vergine. Benedetta!
***** 

ALTRI LIBRI DI ELLIE CLIVENS

MISS DISASTER ( eLit, Harper Collins, pp.300)
Dimenticate tutto quello che credevate di sapere sulle svenevoli donzelle dell'Ottocento. È in arrivo Miss Disaster... e i salotti londinesi non saranno più gli stessi.
Inghilterra/Scozia, 1812 - Che succede quando un duca arrogante e tenebroso incontra l'Originale della Stagione? Ebbene, può capitargli di essere interrotto durante un rovente tête-à-tête. E se la fanciulla in questione è la famigerata Miss Disaster, al secolo Charlene-Marie Duncaster? Allora Sua Grazia non ha scampo: prima viene assalito da due sicari, poi è costretto a fuggire portandosi dietro quella vera e propria calamita per i guai. Che sia bellissima è irrilevante; lui, Justin Clayburn, diciannovesimo Duca di Gredstone, ha ben altro a cui pensare! Eppure, tra oscuri segreti, armi sbandierate come ventagli ed esilaranti equivoci, si ritroverà a combattere contro il più insidioso dei nemici: l'amore. Ti interessa questo libro? Lo puoi trovare QUI.



LADY DREAMS ( eLit, Harper Collins, pp.335)
Ci si può innamorare del tenebroso protagonista di un libro? A volte sì, succede, con conseguenze del tutto inaspettate…
Scozia/Louisiana, 1812/1813 - Decisissima a sposare il possente pirata raffigurato sulla copertina di Oceani infuocati, da ben tre anni Lady Evelynn Carrington si è lanciata alla sua ricerca battendo a tappeto il porto di Londra, finché, una bella notte, l’aitante bucaniere non le viene recapitato dritto dritto a domicilio. Riconoscerlo è questione di un attimo, non altrettanto spingerlo a dichiararsi: Sua Altezza il principe Christopher Dariusovič Vorotynskij pare affetto da una deprecabile carenza di loquacità. Ma poco importa; certi sguardi contano più di mille parole, e quando lo schivo filibustiere partirà all’improvviso per una pericolosa missione, a Eve non resterà che seguirlo nascondendosi sul suo veliero. I problemi cominceranno nell’istante stesso in cui lui la scoverà... Ti interessa questo libro? Lo puoi trovare QUI.

*****
L'AUTRICE

Ellie Clivens, alias Gabriella Faedo,  è un'autrice italiana che vive con marito e figlio a Verona. Laureata in Economia e Commercio, ha lavorato per qualche anno al Provveditorato della locale Azienda Ospedaliera, prima di approdare come consulente allo studio legale di quello che sarebbe diventato la sua dolce metà. I suoi maggiori hobby sono il giardinaggio e la lettura, passione, questa, che ha ereditato dalla bisnonna materna, insieme a tutta la sua nutrita biblioteca. Ha pubblicato con la HarperCollins “Miss Disaster” nel 2015 e “Lady Dreams” nel 2017.


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6 commenti:

  1. la trama mi ricorda un po' uno dei romanzi della stuard,
    ma questo mi sembra più divertente, per cui, non avendo ancora letto nulla dell'autrice lo metto in lista.

    RispondiElimina
  2. Ma le autrici di romantic suspense d'oltreoceano come la Brockmann la Clare la Howard e compagnia bella non se le ricorda più nessuno? Nessuno le traduce più?
    Ci dobbiamo per forza accontentare di queste vorrei ma non posso???
    Sono disgustata dall'offerta editoriale italiana!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo la situazione è questa cara anonima...il romantic suspense d'autore ( o d'autrice) sembra non avere gran successo sul mercato italiano... La Brockmann ha appea autopubblicato un nuovo libro di SEALs...chissà se qualche casa editrice indipendente ne prenderà i diritti. Speriamo.

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  3. Bellissime recensioni siete molto brave

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  4. Grazie di cuore per la tua recensione, Iaia. Un forte abbraccio! P.S. Sì, sono in programma dei seguiti incentrati sui compagni di Raul, primo fra tutti Strike, un altro maschio alfa che... "non deve chiedere mai!".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Complimenti ho letto i primi due della serie Harper Collins.Spero che continuino. Sono divertenti e a volte li rileggo, perché mi mettono allegria. adesso ho trovato per caso questi due della seria SEAL e già dall'inizio mi tengono attaccata all'ebook. Mi piacerebbe sapere se ci sono i seguiti di tutti e due le serie. Grazie ancora continua così a rallegrare noi lettrici.
      Giusy

      Elimina

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