La sottoscritta, Adele Vieri Castellano, ora vi svelerà il nome di colui che ha traviato la sua giovane mente, chi ha
instillato in lei la convinzione che gli sfregi sul volto (o in altre
strategiche parti del corpo) sono in realtà specchio di cicatrici ben più
profonde, incise nell’anima.
Dunque, chi mi ha affascinata facendomi amare i pirati, in tutte le declinazioni? Ma è LUI, Capitan Harlock. E allora forza, ciurma, voliamo sull’Arcadia per un viaggio a ritroso verso la nostra adolescenza, con il pirata più affascinante che avremmo mai potuto incontrare…
Dunque, chi mi ha affascinata facendomi amare i pirati, in tutte le declinazioni? Ma è LUI, Capitan Harlock. E allora forza, ciurma, voliamo sull’Arcadia per un viaggio a ritroso verso la nostra adolescenza, con il pirata più affascinante che avremmo mai potuto incontrare…
Titolo originale: Uchu Kaizoku kyaputen Hārokku
Titolo in Italiano: Captan Harlock
Anno uscita in Italia: 1978-1979
Disegnatore: Leiji Matsumoto
Regia: Rintarō
Produzione Animazione: Toei Animation
Trasmesso: RAI 2 (1979) 42 episodi - durata: 23 minuti
Produzione Animazione: Toei Animation
Trasmesso: RAI 2 (1979) 42 episodi - durata: 23 minuti
Sigla: La banda dei Bucanieri –
Capitan Harlock
TRAMA: accusato di pirateria e tradimento verso il Governo Federale della Terra, Capitan Harlock si ritira sull'astronave Arkadia, gioiello tecnologico ideato dal suo inseparabile amico e scienziato Tochiro. Durante i quarantadue episodi della serie dovrà faticare non poco per difendere la Terra e la piccola Mayu, figlia dello stesso Tochiro, dalle insidie del popolo della regina Raflesia, affascinanti e pericolose aliene decise a conquistare il nostro pianeta sul quale vogliono tornare a vivere come nel loro lontano passato…
Leiji Matsumoto, autore del manga, lo aveva immaginato quando
ancora frequentava le scuole medie. Lungo il tragitto per la scuola era solito
canticchiare una canzoncina senza senso,
una marcetta il cui ritornello era Ha-rokku, Ha-rokku (Harlock in
giapponese: Hārokku). Parecchi anni dopo, lesse di uno straniero vittima di uno
sfortunato incidente a Tokyo il cui cognome era Harlock. Il collegamento fu
immediato: la parola senza senso esisteva ed era destinata a diventare il nome
del famoso capitano.
Leiji Matsumoto |
La sua astronave, l’Arcadia, che ricorda un veliero del XVIII secolo, con tanto di vessillo e teschio su fondo
nero, altri non è che la versione fantascientifica dell’arca di Noé: così come
quest’ultimo ebbe l’incarico di trarre in salvo i superstiti dopo il Giudizio
Universale, così Harlock ha il compito di restituire nuova vita alla Terra e, nel
suo viaggio verso il vuoto siderale, è accompagnato da un vasto assortimento di
personaggi stravaganti, dai tratti a volte infantili ma tutt’altro che banali. Li
unisce la ricerca e le conquista della libertà, per cui lotteranno aspramente,
per tornare sul pianeta e diffondere ancora una volta valori e gioia a
un'umanità smarrita e disorientata.
Harlock è un anti-conformista, ed è stata questa
l'idea vincente della serie. In ogni caso, nonostante sia apparso in oltre otto
serie animate e in un film di
animazione (Space Pirate Captain Harlock, del 2014), rimane una
figura avvolta dal mistero: non
conosciamo il suo nome di battesimo
e tantomeno l’origine della celebre cicatrice sul viso. La leggenda vuole che
sia frutto di un errore di Matsumoto. Pare che un giorno, nel disegnare Harlock,
tracciasse una riga di troppo sul suo volto. Alla fine decise di lasciare
questo segno trasformandolo in una cicatrice, giudicandola perfetta sul volto
di un personaggio così misterioso.
Nel nostro comune immaginario, l'eroe dovrebbe avere un aspetto rassicurante, il suo volto rispecchiare i canoni della purezza quale riflesso della nobiltà interiore, ma Harlock è esattamente l’opposto: veste in modo antiquato, non si cura dell’opinione altrui, soprattutto di coloro che lo guardano con disprezzo a cominciare dai suoi persecutori terrestri. Perché Harlock è un fuorilegge anomalo, che ha fatto della lealtà il suo valore principale. È geneticamente incapace di serbare rancore, ha in sé tutte le caratteristiche positive dell'eroe e lo condisce col sapore forte e nostalgico del viaggiatore spaziale senza patria, senza vincoli, senza amore…
**SOSPIRONE***
Già, l’amore. Chi di
noi femminucce non ha sognato di consegnare, per sempre e senza vincoli, il
proprio cuore al bel tenebroso Capitano? Eppure Harlock tiene custoditi
gelosamente i suoi sentimenti, lo dichiara nelle prime
puntate della serie. Un mondo interiore che preferisce tenere per sé,
desideroso di difenderlo dagli attacchi di chi non riuscirebbe a comprenderlo. E
questo suo modo di essere, segreto e indecifrabile, ha soggiogato centinaia di
adolescenti che hanno trovato in lui uno spiraglio di luce nel mondo scuro, spesso
intraducibile, degli adulti. Harlock
riesce a tradurre questo affascinante malessere che ognuno ha vissuto durante
l’adolescenza e ci ha lasciati spesso soli, a rimuginare sull’esistenza. Lo spleen dei Decadenti (tanto a caro a Charles Baudelaire e ai
Romantici ), quel disagio esistenziale che nasce e germoglia nella natura
sensibile dei poeti, in egual misura alla loro incapacità cronica di adeguarsi
al mondo reale. Questo è Harlock, il poeta-pirata al cui
fascino intramontabile è impossibile sfuggire.
Con lui troviamo diversi
compagni di viaggio: Mayu, la figlia del progettista del
veliero che suona l’ocarina, simbolo del legame con il suo eroe-tutore
Harlock; il
computer di bordo, amico e anima vivente
dell’astronave racchiuso all'interno dei suoi circuiti; Yuki, che ha alle spalle una vicenda dai colori forti e malinconici; Met, l'aliena
salvata da Harlock a cui ha
giurato fedeltà fino alla morte; Tadashi, figlio del professor Dayu, il personaggio più impulsivo il cui rapporto con Harlock è fatto di stima e conflitti; Yattaran, che vive una dimensione di solitudine come il Dottor Zero, competente, affezionato
in modo morboso alla sua gattina. Infine, ultima ma non ultima, ecco la Regina Raflesia, il nemico, un
mix di fascino e crudeltà. Odia l’affascinante Harlock, ma gli tributa un profondo rispetto.
La serie animata si conclude con un finale solo
apparentemente inatteso: Harlock, dopo
aver fatto sbarcare i suoi compagni sulla Terra riconquistata e da ricostruire, torna nella sua patria: il non-luogo per
eccellenza, l’universo misterioso e oscuro, dove regna il silenzio, con la
donna che gli ha dedicato la vita, Met.
La sua missione è compiuta e dato che non ha patria e non appartiene a nessuno, si
perde nell'immensità dell'universo chissà, forse pronto per tornare ogni volta
che ci sarà bisogno di lui per fare giustizia.
Questo è il vero il fascino
di Harlock: è un mistero non ancora svelato, un eroe errante ripiegato
su se stesso, sulla nostalgica memoria del tempo perduto.
Ecco la sigla (storica) della serie animata
andata in onda su RAI2 nel 1979
VI RICORDATE DI CAPITAN HARLOCK? LO GUARDAVATE DA PICCOLE O DA NON TANTO PICCOLE? ANCHE A VOI E' RIMASTA LA PASSIONE PER LE CICATRICI? PARTECIPATE ALLA DISCUSSIONE.
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Avevo 5 anni, e la prima volta che ho visto il capitano in tv ho provato qualcosa che non sapevo allora spiegare. Poi sono riuscita a capire: amore a prima vista e rispetto assoluto del personaggio creato così magistralmente da renderlo fin troppo credibile. Ma essendo una bimba un po' fuori dagli schemi, invece di sognare di essere l'amica del capitano, lo rendevo reale impersonandolo...e facendo impazzire mia madre che doveva rincorrermi per recuperare gli strofinacci che usavo come mantello e il pennarello nero prima di disegnarmi in faccia la famosa cicatrice....... Eppure è ancora uno dei miei ricordi più felici e vividi, così come uno dei miei personaggi preferiti.
RispondiEliminaDa quando ero piccola ed ho visto per la prima volta capitan Harlock è uno se non il primo in assoluto dei miei personaggi preferiti. Anche ora che sono adulta adoro guardare i manga. Ma capitan Harlock sarà sempre il mio preferito, un amico per sempre.
RispondiEliminaero piccolina, ricordo di averne visti qualche episodio ma non mi piaceva molto, ricordo che lo trovavo piuttosto triste e l'ocarina mi faceva venire il magone....
RispondiEliminaBell'articolo Adele, molto divertente! Ho ricordi vaghi di Capitan Harlock ma i cartoni dell'epoca erano vere e proprie epopee emozionanti :)
RispondiEliminaEssendo più vecchietta il Capitano insieme a Goldrake sono stati i miei primi cartoni animati giapponesi (Heidi non mi era mai piaciuta). Li trasmettevano all'ora di cena e a casa mia erano liti con papà che voleva vedere altro.
RispondiEliminaConosco "di vista" il personaggio, ma non ho mai visto il cartone. 😢
RispondiEliminaAdoro i personaggi anticonformisti che però serbano tanta giustizia nel loro cuore. E le cicatrici sul corpo degli eroi hanno tanto fascino.
Riascoltare la sigla mi ha fatto venire i brividi! Vi sembrerò un po' spanata, ma tant'è. Mi ricordava il mio amato Corsaro Nero di Salgari; l'abbigliamento nero assoluto, il volto bello nonostante la cicatrice, gli occhi misteriosi...fu amore a prima vista che dura tuttora ed è ancora il mio eroe ideale.
RispondiEliminaAnch'io ho adorato e ancora adoro Capitan Harlock, uno dei miei personaggi preferiti insieme a Terence di Candy Candy. A quando un articolo su di lui?
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