SE SIETE ORMAI ENTRATE NEL LOOP DI QUESTA FANTASTICA STORIA E NON RIUSCITE A STACCARVENE...BENVENUTE NEL CLUB!
INUTILE CHE VI DICA DI COSA SI TRATTA PERCHE' LO SAPETE GIA'. SE NON LO SAPETE CLICCATE QUI E INIZIATE A LEGGERE TUTTE LE PARTI DI QUESTO "ROMANZO MISTERIOSO", CHE MISTERIOSO ORMAI PIU' NON E', CHE CAPITOLO DOPO CAPITOLO CI STA DANDO TANTE SODDISFAZIONI. OGGI QUINTA PARTE... E DOMANI LA SESTA. UN CAPITOLO DIVISO A META' PER DARVI MODO DI GUSTARLO MEGLIO...BUONA LETTURA E BUON WEEKEND!
AH.. INTANTO VI DO UN'IDEA DI COME IMMAGINO IO IL PROTAGONISTA...
AH.. INTANTO VI DO UN'IDEA DI COME IMMAGINO IO IL PROTAGONISTA...
QUINTA PARTE
CAP.5
Era giovedì e ancora non avevo niente di
rosso.
Pioveva e c'era una gran afa e io e Karen stavamo
cuocendo vive nella biblioteca mobile. La scuola era finita, ma andavamo ai
centri giovani e ai campi estivi diurni aperti durante le vacanze, ne avevamo
già visitati tre fino a quel momento e ce ne rimanevano altri cinque prima
della pausa pranzo.
« Guarda là,» mi disse Karen mentre imboccavamo la
periferia di una piccola città, « ci sono i tuoi nuovi amici.»
Una fila di uomini, vestiti in arancio e sparpagliati
lungo il centro della carreggiata e sul ciglio destro della strada, era intenta
a curare gli sparuti alberelli lì allineati a intervalli regolari e a
mettere dentro ad alcuni sacchi erba tagliata e immondizia. Sul
retro delle loro tute c’era la scritta COUSINS stampata in nero. E fu con un
misto di orrore ed eccitazione che quando il traffico si fermò in seguito al
semaforo rosso, trovai sul mio lato proprio il detenuto numero 802267. Fuori,
senza filo spinato fra noi, ma solo a dodici passi di marciapiede e a un
finestrino di distanza. Era davvero emozionante. Diverso da come me lo sarei
potuto mai aspettare.
Lui teneva la testa bassa, gli occhi concentrati sul
suo lavoro. Aveva le tempie e gli avambracci madidi di sudore.
Improvvisamente persi tutta le mie incertezze. L’unica cosa che volevo era
poter sentire il suo sapore, lì all’aperto. Tra l’altro ero truccata, indossavo
qualche gioiello e avevo i capelli sciolti. Che Dio mi aiuti, volevo che
lui mi vedesse così, tutta tirata a lucido.
Spinsi l’interruttore per far abbassare il finestrino.
« Ehi!» gridai.
« Che cavolo fai?» ringhiò Karen.
Quando lui non alzò lo sguardo, riprovai.
« Eric!»
Questo gli fece alzare il viso. I suoi occhi marroni
si dilatarono, per tornare ad abbassarsi su quello che stava facendo.
« Gesù, Anne! » mi sgridò Karen, mentre il mio
finestrino si sollevava azionato dalla sua parte, « dove hai quel cazzo di
testa?»
« Conosco alcuni di quei ragazzi. Sto aiutando quello
lì con la sua disgrafia.» E con la sua frustrazione sessuale. «
Pensavo fosse una cosa carina. Quanto spesso questi uomini sentono qualcuno
dall’esterno che li saluta?»
Karen scosse tristemente la testa, neanche avessi
detto che volevo mostrare loro le tette. Non avrei mai detto fosse un tipo
paranoico.
« Gesù! Non è che dobbiamo aspettarci una pugnalata se
siamo carine con loro. Anche se volessero, ci sono guardie di sorveglianza
dappertutto.»
« E’ che non possono parlare con te, scema! Non
possono nemmeno guardare nella tua direzione. Lui potrebbe perdere dei
privilegi importanti per una cosa del genere. Potrebbe essere buttato fuori dal
lavoro all’esterno.»
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PARTE DEL ROMANZO?
PARTE DEL ROMANZO?
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