EMILIANA DE VICO presenta NON LASCIARMI MAI INDIETRO (Amazon)

ABBIAMO INVITATO EMILIANA DE VICO, CHE MOLTE LETTRICI GIA' CONOSCONO PER I SUOI RACCONTI  E I SUOI ROMANZI ROMANTICI MA MAI SCONTATI, A PARLARE DEL SUO NUOVO LIBRO APPENA PUBBLICATO IN EBOOK SU AMAZON.IT. ANCHE NON LASCIARMI MAI INDIETRO E'  UNA STORIA D'AMORE DIVERSA DAL SOLITO CHE CI HA DAVVERO EMOZIONATO. SIAMO FELICI DI PRESENTARVELA.

Lorenza Garbi non è pronta per incontrare Davide Riva. Non ha la necessaria esperienza per comprendere un uomo complesso come lui. Non sa trovare il modo giusto per averne l’alleanza che tanto le serve per un progetto di lavoro. Non sa neanche spiegarsi perché la tratti con freddezza. Lorenza non è la donna giusta per avvicinarsi a lui. Sa irritarlo, portarlo al limite, e con un semplice sguardo riesce a insultarlo. 
Davide Riva è un ex giocatore di basket, ex campione della nazionale italiana, ex uomo dal futuro brillante. L’incidente sportivo di cui è stato vittima gli ha tolto tutto, riuscendo a piegarlo. Il Davide Riva che Lorenza incontra è ormai un uomo sul punto di spezzarsi. Eppure sa blandirla, disorientarla, sconvolgerla ed è l’unico che può aiutarla.
Posso combattersi, ignorarsi, fuggire e lasciarsi indietro, ma potranno mai amarsi completamente due persone tanto diverse tra loro? ( Solo su Amazon.it a euro 1,89)

Care lettrici, Anime in gioco è una serie. Vedo già che avete alzato gli occhi al cielo! Tranquilli, ogni romanzo è autoconclusivo. La serie si compone di quattro libri che avranno come protagonisti i personaggi che sono già in vista in “Non lasciarmi mai indietro” e che avranno ampio spazio nelle prossime opere.
Lorenza e Davide sono due persone diverse per esperienze e prospettive di vita. Lei è all’inizio della professione di aiuto e deve farsi carico di un minore che ha avuto un incidente in moto. Potrebbe in tutta semplicità spiegargli che non è finito il mondo. Ma gli adolescenti hanno la testa dura e le parole con loro hanno poco effetto. Quindi gli mostra che si può sopravvivere anche quando il fato ti toglie una gamba. Gli affianca Davide Riva, ex giocatore della nazionale di Basket costretto sulla carrozzina da un incidente sportivo, e tutto cambia. Lui gli insegnerà come muoversi, come combattere, come affrontare la vita, come poter giocare a basket usando il corpo che gli resta.Ma Davide ha qualcosa da insegnare anche a Lorenza. Il suo quotidiano fatto di gesti consueti, la vita di relazione che si svolge in tutta normalità, la ricerca dell’amore che non guarda il corpo di nessuno, ma si nutre di anime intatte o lese. Bisogna soltanto che lei impari a combattere la paura dell’ignoto. Magari accarezzando Davide nella sua interezza: mente, corpo, telaio e ruote.Per le vie di Chieti, paese tra il mare e i monti dell’Appennino centrale, Lorenza e Davide si conoscono, si rincorrono fino a che la loro storia sembra naufragare. In questo romanzo ho messo molto del mio lavoro. Le strategie operative, i metodi di approccio al problema, la comprensione di elementi che non sono semplici dati ma informazioni complesse, che Lorenza utilizza nel suo mondo di lavoro. Questi sono gli strumenti di ogni operatore dei servizi alle persone. È una storia he avevo in testa da un po’ di tempo e su cui ho lavorato a lungo. È anche il romanzo che più di tutti mi ha emozionato. Spero succeda anche al lettore.
Emiliana De Vico 
LEGGI UN ESTRATTO...
Ho un’idea. Un progetto da costruire. Una proposta da sottoporre ad Alessio Mancini. Un primo tentativo di intervento, mi congratulo da sola.

L’odore di plastica riempie la palestra insieme a rumori cadenzati. Ansiti regolari indicano la presenza di qualcuno all’interno dell’area allenamento. Ho cercato nella zona dedicata agli uffici, poi mi sono intrufolata negli spogliatoi bui. Non mi resta che andare verso la luce. Vai sempre verso il chiarore, mi dico. Mi accorgo che la soluzione è sempre la stessa: camminare verso il giorno e mai verso l’oscurità. Il tunnel guida i miei piedi. Il bagliore è accecante dopo la penombra, ma lo vedo lo stesso. Un uomo si regge alla pertica vicino al soffitto, con le spalle gonfie e i fasci nervosi in evidenza. È un pendolo umano ben rigido fino al busto, ma con le gambe oscillanti e in disaccordo con l’eleganza dell’esercizio. Devo avvisarlo in qualche modo.
Un fischio o un urlo potrebbero servire all’occasione. Invece me ne sto ai limiti del tappeto sintetico della palestra. Non ci sono altri ginnasti e se l’uomo dovesse cadere diventerebbe una pizza di pomodoro e mozzarella spiaccicata a terra. – Ehm, ehm… – mi schiarisco la gola.
L’uomo sta scendendo con la sola forza delle mani. È come un bradipo muscoloso con le
gambe tenute insieme da un laccio. Sto per battere le mani perché la voce si è inceppata, ma sono dentro i suoi occhi. Si è voltato e mi ha vista imbalsamata. – Buonasera, disturbo? – È strano come in certi momenti si captino le cose meno importanti, come la goccia di sudore che gli scivola al lato del volto, dalle tempie al mento i cui denti sono serrati nell’atto di sopportare la fatica. Per un attimo lo vedo oscillare in modo scomposto.
– Non cada, per favore. – L’ho detto o solo pregato in silenzio? Il suo vada a quel paese muto mi colpisce lo stesso. – Cerco Davide… – Un innaturale senso di lotta permea l’aria. L’uomo sta sfidando il luogo e i limiti che gli impone. Non mi dà retta rilegandomi a semplice spettatrice. Non mi sono accorta di essere arrivata sotto la pertica. Quando i piedi del ginnasta toccano il 
linoleum, mi rendo conto di aver trattenuto il respiro e ansimo come un mantice. Eppure la
DAVIDE
discesa non è ancora finita. Le gambe dell’uomo si adagiano di lato e il busto compie una lieve torsione fino a che non si mette a sedere a terra. Solo allora comprendo di avere trovato Davide. L’elemento cruciale del progetto psicosociale, formulato per Alessio Mancini, è ai miei piedi. Bene, e ora lo pesto con le scarpe, così impara! Invece sono sempre la stessa altruista del cavolo. – Posso aiutarla? – Mi volto in cerca della carrozzella e la vedo incuneata tra i sacchi e i materassini in un angolo. Non so guidarla ma posso sollevarla, trascinarla, calciarla fino a portargliela.
– Lasciala dov’è. 
Non ha gridato, eppure il tono è duro e non mi resta che obbedire. – Gliela porto qui vicino. 
– Non ho chiesto il tuo aiuto.
Mi fermo perché mi gela con gli occhi e provo un disagio mai sentito prima. Ho gestito questo primo incontro nel modo peggiore possibile. Con troppa superficialità dovuta all’ansia di intervenire. Ero di passaggio davanti al centro sportivo, e il bisogno di sondare se il mio progetto fosse fattibile o meno mi ha resa incauta e avventata. 
Lui si trascina con la sola forza delle braccia fino alla carrozzina e come un bruco si issa a bordo. Solo allora slega la corda che gli stringe le gambe e le assicura, una alla volta, a fasce poste ai lati dei predelli per i piedi. Ha lasciato per terra le impronte dovute alla polvere di magnesio che usano gli atleti; sembra la scia di una lumaca bavosa. Tolgo l’orma più vicina a me con la punta della scarpa. Tanto per non guardarlo. Mi sento come se avessi spiato un momento di vulnerabilità. Ma non c’è debolezza sul viso dell’uomo quando sollevo gli occhi.
– Cosa vuoi? La palestra è chiusa a quest’ora.
Brucia la durezza con la quale mi tratta. – Sono del dipartimento di servizio sociale. Ho bisogno di parlare con Davide Riva… con lei.
– E cosa ti fa pensare che io sia Davide? 
LORENZA
Mi sfida e io gli mostro tutto il rossore di cui sono capace. – Dalla carrozzella e… dalla menomazione. – Uso parole schiette, che possono fare ancora male se non accettate in pieno. – Ho dedotto la sua identità dall’handicap. Il Davide Riva che cerco ha avuto un incidente sportivo, gestisce la palestra privata di Chieti e non cammina. – Ed è l’unico che può comprendere, fino in fondo, lo stato d’animo di Alessio Mancini. 
– Bene, mi hai trovato, ma ho da fare. Prendi un appuntamento col mio staff e torna quando avrò più tempo.
– Ma… ma se non sta facendo niente. Sarò breve. Dovrà dedicarmi solo alcuni minuti.
Si muove veloce dando una sola spinta potente alle ruote. Un attimo è davanti a me e un secondo dopo a metà palestra. 
– Aspetti, per favore, mi faccia spiegare. – Lo inseguo ma lui è veloce. Due semplici gambe non possono uguagliare due ruote in fuga. Dovrei forargliele entrambe con una lama.
La palestra amplifica lo scricchiolio delle scarpe mentre le gomme sono del tutto silenziose. – Davide, ho necessità di esporle il caso di…
È sparito nello spogliatoio maschile e la porta chiusa mi tiene fuori, ora che ho tanto bisogno di lui. Ora che Alessio Mancini ha tanto bisogno di lui. Chi se ne frega? Entro nel momento in cui si sfila la canotta. I capelli corti restano ritti sulle tempie e sulla fronte nonostante lui vi passi le mani con stizza. Il suo petto è largo, con i fasci muscolari in evidenza sotto la pelle bagnata di sudore.
– Cosa accidenti vuoi?
Il calore dell’imbarazzo assume la potenza di un fuoco. La durezza dell’uomo non può giovare ad Alessio. Eppure ho provato tutto. All’inizio ho tentato con la razionalizzazione. Ma come diavolo faccio a spiegare a un essere umano che è inutile rimpiangere una gamba che non c’è più? Io ne ho due e mi servono entrambe. Poi, anche con la dolcezza e l’accettazione. Ma non è possibile consolare il sogno di normalità di un adolescente in bilico tra infanzia ed età adulta, pieno di insicurezze e allo stesso tempo sfrontato davanti alla vita. Neanche i genitori di Alessio ci sono riusciti. Posso mostrarglielo, però. Se Davide non mi butta fuori a calci, e calci non ne può dare, posso esporre il mio piano. – Ci aiuti, Davide. – Elemosino per carpire una briciola di forza dal corpo del ginnasta e donarla ad Alessio.
– Chiedi aiuto a un menomato?
Mi sento fuori luogo tra le panche di legno e gli armadietti di metallo, mentre aspiro l’odore di umido e sudore che impregna l’aria. Ma non è l’ambiente a influenzarmi. È l’uomo sulla carrozzina. La natura di donna sensibile mi dice di trattarlo con delicatezza. L’anima sociale e professionale pretende da me l’obiettività: Davide è un menomato, negare l’evidenza è controproducente. – Chiedo aiuto all’uomo che ha più esperienza di me in fatto di perdita. Alessio Mancini è un ragazzo di quattordici anni che ha perso…
– Vattene.
**** 


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L'AUTRICE
EMILIANA DE VICO (1973) vive in un paesino nell’entroterra abruzzese, insieme al marito e ai due figli. Laureata in scienze sociali, lavora presso i Servizi Sociali di zona. Appassionata di romance, approccia questo filone dall’adolescenza. Alcuni suoi racconti sono contenuti in antologie della Delos Books a cura di Franco Forte (365 Storie d’amoreSpeciale SFIl Magazzino dei Mondi 2).Vincitrice della terza edizione di “La vie en rose” 2012 con Indaco. Il racconto Rose sui tratturi è stato segnalato dalla giuria del Premio Romance 2013 indetto da Mondadori. Ha scritto diversi racconti per la collana Senza Sfumature di Delos Digital e per Sperling Privè e ha partecipato ad alcune rassegne su questo blog.
VISITA LA SUA PAGINA FACEBOOK:
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TI PIACEREBBE LEGGERE QUESTO LIBRO? TI ATTIRANO LE TRAME ROMANCE DIVERSE DAL SOLITO? PER TE L'HANDICAP LEGATO ALL'EROE E' UN DETERRENTE O UN MOTIVO IN PIU' PER LEGGERE IL ROMANZO? 


12 commenti:

  1. Le storie di Emiliana sono sempre intense, appassionate e a volte anche "disturbanti", ma in senso positivo: "disturbano" la routine, la scontatezza, le buone calde abitudini, per aprirci finestre su mondi tormentati, magari lontani (apparentemente) da noi, che però poi alla fine trovano per fortuna una loro dimensione di felicità.
    Ho sentito parlare Emiliana a LVER di Firenze, in Febbraio (parteciparvi è stato un momento davvero molto bello per me, ho dato un volto a tanti nomi che mi fanno pensare e sognare con le loro parole scritte), e mi ha veramente colpita.
    Più che una domanda, le farei un complimento: secondo me è da ammirare il modo professionale e intimo con cui è riuscita a fondere il suo lavoro, molto difficile e delicato, con le tematiche della sua scrittura.
    Complimenti anche a Francy per il booktrailer, intenso e suggestivo.

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  2. la storia mi intriga molto e lo metto subito in wishing list. amo i romance contemporanei per cui non me lo lascio senz'altro scappare. (il problema è solo il tempo, al momento ho 15 libri sul kindle pronti da lettegere e 63 nella wishing list.... non ce la farò mai!!!)

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    1. A chi lo dici! Io ne ho una marea caricati sul kobo e altrettanti in wish list. Non li leggerò mai tutti!!!

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    2. "Voi siete in tanti a scrivere, ma io sono solo a leggere..." Massimo Troisi
      ;-)

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    3. Felice di far parte della vostra whis list.

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  3. Wow, Emiliana... la trama del tuo nuovo romanzo mi ispira un sacco! Lo prenderò di sicuro, anche perché adoro il tuo modo di scrivere. Un grosso in bocca al lupo!

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    1. Viva il lupo e complimenti anche a te, Laura.

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  4. Mi piace lo stile di Emiliana De Vico e le sue storie mai scontate come il racconto dello scorso contest estivo del blog

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    1. Ahahahah Volete proprio farvi male! Grazie

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Ho letto questo romanzo e l'ho trovato intenso. Trovo già di per se molto difficile riportare su di un foglio prima pensieri e poi progetti, che dopo infinite correzioni diventano un romanzo, peraltro al prezzo di un caffè( ..che ingiustizia....), ma soprattutto ammiro profondamente chi ha il talento di riuscire a trasmetterle al lettore, che viene catapultato nella storia, che vive da spettatore partecipe. Ho sofferto, gioito con Davide, Lorenza e perfino con Alessio. Bellissimo. Complimenti e grazie. Milena

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