BUON NATALE E ...UN NUOVO RACCONTO: "SOLO TU, SOLO NOI" DI MARIA SVEVA MORELLI


AFFETTUOSI AUGURI DI BUON NATALE DA TUTTE NOI!

QUESTO ULTIMO SCORCIO DI SETTIMANA SARA' ALL'INSEGNA DEI RACCONTI NATALIZI DI CHRISTMAS IN LOVE 2015, OGNI GIORNO UNA STORIA NUOVA...SIETE PRONTE?

I PROTAGONISTI DI SOLO TU, SOLO NOI DI MARIA SVEVA MORELLI SONO GIOVANI E INNAMORATI, MA NESSUNO DEI DUE HA IL CORAGGIO DI FARE IL PRIMO PASSO... IL NATALE, FORSE, PORTERA' LORO CONSIGLIO... BUONA LETTURA!


Caro Babbo Natale,
ti scrivo perché ti devo dire una cosa. Tra poco è Natale e nella famiglia del mio papà ci si fidanza sempre a Natale. È successo al mio papà con la mamma, al nonno con la nonna, e anche quelli di prima, che non ho conosciuto. È una tradizione. Capito?
Adesso, caro Babbo Natale, il mio problema è che ho già sette anni e non ho ancora la fidanzata! In realtà non è che le bambine mi piacciano troppo. Sono noiose, giocano sempre con le bambole, arrossiscono come delle mele giganti e si toccano continuamente i capelli, manco avessero i pidocchi!
Quello che ti devo dire, però, è che finalmente l’ho trovata. Si chiama Vittoria, è un po’ più piccola di me, ha i capelli rossi, ricci, e la pelle tutta lentiggini. Il giorno che è arrivata le ho chiesto di giocare con me, ma lei mi ha dato uno spintone. Sono rotolato sul tappeto e lei, invece di scusarsi, ha messo le mani sui fianchi e mi ha fatto la linguaccia. Era bellissima!
Caro Babbo Natale, lo so che ti ho già scritto la lettera per i regali, però volevo chiederti: puoi mandarmi anche un foglio con le istruzioni per far innamorare Vittoria? Scrivilo in stampatello, però, che il corsivo non lo so ancora leggere!
A papà non l’ho chiesto, perché la mamma gli dice sempre: te lo sei dimenticato come si corteggia una ragazza! E se se lo è dimenticato, che glielo chiedo a fare?
Il nonno vuole bene alla nonna, ma litigano sempre, non penso siano molto utili. Anche tu e la Befana litigate sempre?
Aiutami Babbo Natale, perché io non so proprio che devo fare.
Grazie,
Ivan.
 ***
La neve scivolava lenta oltre la finestra, una coperta candida che faceva sembrare tutto più fragile e più bello. Ivan picchiettò le dita sul bordo del davanzale, scrutando le poche automobili che osavano inoltrarsi sulla strada ghiacciata. A ventitré anni avrebbe dovuto trascorrere quel sabato pomeriggio con gli amici, rintanarsi in un pub per scambiarsi i regali di Natale, lamentarsi dei parenti appiccicosi, rimediare un bacio da qualche ragazza carina. E invece no, lui era solo, davanti a quella stramaledetta finestra ad aspettare l’arrivo del suo demone personale. Vittoria.
Era innamorato di lei da sempre, dal primo giorno in cui l’aveva incontrata, quando lei era solo una bambina pestifera, che gli rubava le macchinine e vinceva sempre, a qualunque gioco giocassero. Ivan aveva il sospetto di distrarsi talmente a guardarla, da permetterle di barare in modo vergognoso. In fondo, a Vittoria le regole non erano mai piaciute. Anche da adulta, continuava a sfidare ogni convenzione sociale, ostentando alle cene di famiglia i suoi fidanzati di passaggio, e fasciandosi in pezzi di stoffa, che era eccessivo definire abiti. Ivan avvertì una parte del suo corpo risvegliarsi, al solo pensiero di un tubino nero, aderentissimo, che lasciava scoperta tutta la schiena. Quella volta non aveva saputo dove guardare. Comunque, guardava posti che non sarebbe mai riuscito a toccare. Soprattutto finché Vittoria si faceva scortare dai soliti armadi a sette ante. Lei restava il suo sogno proibito. Lei che si muoveva con la grazia di un felino, che non indietreggiava mai dalle sue posizioni, lei che era irrefrenabile, divertente, coraggiosa. Lei che, quel giorno, sembrava non arrivare mai.
«La stai aspettando?»
Suo padre lo fece sobbalzare, immerso com’era nei suoi pensieri, non lo aveva sentito arrivare. Trovarselo sulla soglia della sua stanza, il suo piccolo regno, non gli faceva affatto piacere. Gli diede le spalle, sperando che se ne andasse quanto prima. «Non so di che stai parlando.»
«Andiamo, figliolo, goditi le feste. Andrà tutto bene, come quell’anno, te lo ricordi quando abbiamo organizzato il karaoke?»
«Sette anni fa. L’anno del calciatore.» La prima volta che lei aveva portato “un amico” a casa. Ivan aveva sentito la terra sgretolarsi sotto i piedi. Quel tizio, il nome l’aveva scordato, non era neanche bello. Era basso, con le gambe grosse e il naso schiacciato. Che ci aveva trovato la sua Vicky in uno così? E perché quello era l’idolo di tutte le ragazze della scuola?
«Allora, l’anno della vacanza a Firenze? Vi siete divertiti!» insistette il padre.
«Seh.» Vicky aveva flirtato tutto il tempo con uno che soggiornava nel loro stesso hotel. Uno svedese di nome Boris. Quattro anni fa, l’anno in cui aveva intuito la sua passione per gli uomini armadio.
«Coi giochi da tavolo? Quello con i disegni, che si devono indovinare le cose…»
«Pictionary, papà. Era l’anno di Franz, lo studente di belle arti, capelli neri, codino, filo di barba. Centonovantanove centimetri d’altezza, per pagarsi l’università faceva il modello di costumi da bagno.»
«E chi se li compra i costumi da bagno in inverno?»
«Papà!»
Ivan si coprì gli occhi con le mani, Aveva un mal di testa latente e desiderava stare solo. Sembrava, però, chiedere troppo. Tornato alla sua postazione di guardia, intercettò un fascio di luce nel cortile e riconobbe l’auto dei genitori di Vittoria. Trattenne il fiato, fino a che non la vide scendere. Anche sotto il voluminoso cappotto, le sue gambe erano capaci di rapirlo. Aspettò un minuto, in apnea, col cuore in tumulto. Ma dall’auto non scese nessun altro.
Quell’anno nessun terzo incomodo!
...

PER CONTINUARE A LEGGERE


FRA TUTTE LE LETTRICI CHE LEGGERANNO E COMMENTERANNO I RACCONTI ALLA FINE DELLA RASSEGNA ESTRARREMO REGALI A SORPRESA!



APPUNTAMENTO A DOMANI CON UNA NUOVA STORIA INEDITA DI
CHRISTMAS IN LOVE 2015

FELICE NATALE!


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