L'ABITO DA SPOSA NEI SECOLI

A proposito di spose, a cui la settimana è dedicata...Oggi vorrei proporvi un argomento che, da tempo immemore, colpisce l'immaginario collettivo femminile e interessa tutte le donne indistintamente, dai cinque ai novantacinque anni e a qualsiasi livello sociale e culturale appartengano: l'abito da sposa. Fate un esamuccio di coscienza e dite la verità, quando passate davanti ad una vetrina che espone abiti da sposa o incappate in una rivista che presenta i nuovi modelli, voi che fate?


Mi sembra di vedervi: vi bloccate davanti alla vetrina in questione e ci state anche per un periodo di tempo ragguardevole, oppure vi soffermate sul servizio fotografico tanto a lungo da carpire tutti i minimi dettagli dei modelli in questione. Ma il bello, quello che gli uomini proprio non arriveranno mai a capire, nemmeno tra un milione di anni ("Cosa te ne fai di un vestito da sposa? Siamo già sposati/Non dobbiamo mica sposarci"), è che noi donne ci comportiamo così sempre e comunque. In realtà, nell'intimo siamo tutte un po' Cenerentola, Biancaneve, Duchessa di Cambridge; insomma siamo nate tutte con l'animo della principessa e, per un giorno nella vita, vogliamo illuderci di esserlo davvero. È la stessa ragione per cui, da piccole, i nostri travestimenti preferiti per Carnevale erano damina del '700 con parrucca boccolosa, fatina con vaporoso abito in purissimo nylon, Rossella O'Hara con cappello del diametro di un disco volante.
L'abito da sposa, per definizione, è bianco, candido, al massimo un delicato color crema o avorio; è vero che, ultimamente, si sta osando qualcosa in più, proponendo anche abiti in colori pastello (rosa, azzurro, champagne, verde acqua), oppure azzardando qualche particolare (il corpetto, la cintura, decorazioni varie) anche in colori più decisi (rosso, nero, viola). Per chi vuole cantare fuori dal coro a tutti i costi, esistono anche proposte in rosso, nero, blu totali. Con tutto ciò, il bianco rimane intramontabile, irrinunciabile in un contesto elegante e formale, tant'è vero che anche due icone di eleganza dei nostri tempi, la Duchessa di Cambridge e la Principessa di Monaco, si sono sposate in bianco che più bianco non si può.
Com'è facile intuire, l'abito per una cerimonia così cruciale come il matrimonio, ha sempre rivestito un'importanza ed un significato fondamentali. La differenza sostanziale è che, al giorno d'oggi,  l'abito da sposa esprime quasi esclusivamente la personalità e i gusti personali di colei che l'ha scelto e lo indossa o, al massimo, lo stile e le tendenze attuali della moda, mentre ha perso quasi completamente il preciso significato che aveva anticamente, cioè quello di rappresentare la posizione sociale e le possibilità economiche della famiglia a cui la ragazza apparteneva. Va da sé che tutte queste considerazioni valevano per le spose appartenenti ai più elevati ceti sociali; le fanciulle dei ceti popolari   in occasione del matrimonio indossavano l'abito tipico della tradizione, che era, in genere, anche il più elegante e prezioso di cui disponessero.
Le spose dell'antico Egitto portavano una gonna lunga, sopra la quale indossavano una sopraveste trasparente, mentre il capo era coperto da un fazzoletto rigato, piegato dietro le orecchie.
Le ragazze della Grecia classica indossavano una tunica in lino bianco, completata da una cintura e sopra la quale veniva drappeggiato un mantello, ossia l'imation o la clamide. I capelli venivano adornati con una coroncina di mirto, fiore sacro ad Afrodite, Dea dell'Amore.
Nell’antica Roma, la sposa, nel giorno delle proprie nozze, indossava una tunica bianca, donatale dai genitori, quale tributo ad Imeneo, Dio della fertilità e del matrimonio. La tunica, chiusa dal nodo d’Ercole contro il malocchio e che poteva essere sciolto solo dallo sposo, era sormontata da un ampio mantello color giallo zafferano e del medesimo colore erano anche i calzari ai piedi. Sui capelli, pettinati in sei trecce in onore delle vergini vestali, veniva posta una corona fatta con gigli, grano, rosmarino e mirto (simboli di purezza, fertilità, virilità e lunga vita) e che aveva la funzione di trattenere il velo (velarium flammeum) di colore rosso rubino, arancione o giallo che copriva la fronte; questo velo simboleggiava il fuoco di Vesta, dea protettrice del focolare domestico e poteva essere tolto il giorno dopo la consumazione del matrimonio.
Nei secoli X° ed XI°, la foggia e il colore dell'abito da sposa non seguivano regole precise, semplicemente erano ciò che di meglio la famiglia potesse permettersi per la giovane sposa, a volte si tramandava attraverso le generazioni, in ogni caso era destinato a divenire il pezzo forte del guardaroba femminile, riutilizzato in tutte le future occasioni mondane. Abitualmente, era realizzato con stoffe preziose, come velluti, broccati e damaschi, dai colori caldi e vivaci, il più frequente dei quali era il rosso, simbolo dell'amore ardente e perché si riteneva che propiziasse le nascite. 
Nel tardo Medioevo e nel primo Rinascimento, la foggia tipica dell'abito da sposa era un abito lungo, dalla scollatura rotonda, corredato da una sopraveste senza maniche, variamente ornata e di diversi colori.
Il primo abito da sposa bianco storicamente documentato è quello indossato dalla principessa Filippa, figlia di Enrico IV d’Inghilterra, che nel 1406, in occasione del matrimonio con Erik di Pomerania, futuro re di Norvegia, Danimarca e Svezia, indossò una tunica e un mantello di seta bianca orlati di pelliccia di vaio e d’ermellino.
La moda rinascimentale era molto fastosa, ricca di ricami, di solito a carattere floreale, e prevedeva per le donne un corpetto sopra il busto a stecche, da cui partiva una gonna larga, inoltre una camicia ricamata e, infine, una ricca zimarra. Vigeva ancora la consuetudine degli abiti da sposa colorati perché sarebbero stati indossati anche successivamente, in occasione di altri eventi ed occasioni mondane.
Proprio nel XVI° secolo, in ottemperanza a questo nuovo sfarzo, apparve lo strascico nell’abito nuziale, che aveva la precisa funzione di rappresentare il potere e prestigio della famiglia di appartenenza della sposa; in altre parole, dalla lunghezza di questo particolare dettaglio estetico si poteva desumerne la levatura sociale: quanto più lo strascico era lungo e decorato tanto più era sinonimo di ricchezza e di prestigio. Un ulteriore emblema della posizione sociale della famiglia erano le maniche che, spesso, venivano sontuosamente decorate, anche con pietre preziose incastonate nello stesso tessuto.
Nel periodo della Controriforma, che emanò severe disposizioni in materia, i costumi si fecero più severi e più semplici: tipico del '600 divenne l'austero abito nero ravvivato solo dalla gorgiera, un enorme colletto bianco caratterizzato da una serie di fittissime pieghe inamidate. In seguito, durante tutto il  XVII° secolo, segnato da profonde lacerazioni religiose, si diffuse la consuetudine di feste nuziali più intime, mentre proseguiva l'usanza di riutilizzare l'abito da sposa anche dopo il matrimonio, in altre occasioni di particolare rilevanza.
Il secolo XVIII° rappresentò, non solo nella storia del costume, ma in tutti gli aspetti della vita e della società, il culmine dell'eleganza, dell'ostentazione e dell'opulenza più sfrenata. Le gonne si fecero amplissime, i colori sgargianti ed eccentrici, motivi floreali con paniers o redingote davano vita ed espressione allo sfarzo più totale, tipico del secolo.


Giuseppina Bonaparte
Dopo la Rivoluzione Francese, Giuseppina Bonaparte lanciò la moda definita Stile Impero, così denominata perché riprendeva, in forma marginalmente rivisitata, lo stile e la linearità degli indumenti tipici dell'antico Impero Romano; tutti gli abiti e con essi, naturalmente, anche quelli da sposa adottarono linee semplici, tagliati sotto il seno e con un bustino a vita alta da cui scendeva morbidamente una gonna fluttuante. Un modello di abito pensato per evidenziare il meno possibile i fianchi e l’addome.

Nel 1840, fu la regina Vittoria ad infrangere la tradizione reale, indossando un abito bianco anziché un abito color argento, in uso fino ad allora nei matrimoni regali. L'abito della giovane regina Vittoria era ricamato in bianco con fiori d’arancio e sfoggiava uno strascico lunghissimo, estremamente scenografico. Tra i capelli portava gli stessi fiori del vestito, mescolati con diamanti e aveva un velo impreziosito dai ricami di Honiton. Da allora, si impose il suo stile, che viene ancora identificato con il nome della sovrana, Stile Vittoriano: vita stretta con corpetto aderente e gonna ampia con strascico.
La regina Vittoria e Albert il giorno del matrimonio
Sempre nel XIX° secolo, il colore bianco assunse nuovi significati da quando, nel 1854, la Chiesa Cattolica riconobbe il dogma dell'Immacolata Concezione ed il bianco diventò, di conseguenza, simbolo di purezza; inoltre, più concretamente, essendo un colore così delicato, conferiva eleganza ed eccezionalità all'evento durante il quale veniva indossato.
Un'altra grande rivoluzione segnò gli anni Venti del '900; non solo si accorciarono le gonne, ma anche i capelli e così, non essendo più possibili pettinature elaborate, le modiste ebbero l'occasione di lanciare la moda dei turbanti e delle fasce, spesso riccamente ornati con piume, ricami e gioielli.
Intorno agli anni Trenta del XX° secolo, si affermò definitivamente l'abito da sposa come lo intendiamo noi oggi: bianco, lungo, completato dal velo e da un bouquet di fiori, benché, tra le due guerre mondiali, la moda, com'è naturale, subì una fase recessiva che portò ad una particolare essenzialità nei costumi e, di riflesso, negli abiti da sposa le cui gonne si accorciarono ulteriormente, eliminando tutti gli elementi decorativi superflui.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, grazie alla ricostruzione ed al conseguente boom economico, tornarono di moda fasto e ricercatezza nelle creazioni per la sposa, portando questa consuetudine fino ai giorni nostri. 



Carissime lettrici, se vi va, potete renderci partecipi della vostra esperienza diretta: com'era il vostro abito da sposa? Come vorreste che fosse? Preferite uno stile semplice e rigoroso, oppure siete decisamente per uno spumeggiare di pizzi e trine? Tradizionaliste o dichiaratamente originali?  


  

21 commenti:

  1. Che belli quegli abiti da sposa nelle vetrine! E' proprio vero che continuano ad attirare la nostra attenzione finché campiamo. Io ne volevo uno stile Rossella e poi ho cambiato idea, non vi dico quanto mi stesse male addosso... Ho optato per uno corto e stretto, quasi da cocktail. Anita

    RispondiElimina
  2. Adele V. Castellano12/02/12, 08:53

    Lady Macbeth scrive sempre articoli così precisi ed eleganti... quasi come un abito da sposa cucito su misura!

    Bravissima!

    RispondiElimina
  3. Nonostante sia sposata da quasi due anni ogni volta che vedo un abito da sposo mi emoziono e ne vorrei uno :)
    Io avevo due abiti da sposa: uno bianco con corpetto in pizzo, con piccole perline e cristalli, la gonna (era un vestito unico) era svasata liscia e con decori in pizzo solo sul bordo e uno strascico di 3 metri rotondo...mi sembra l'abbiano chiamato liberty :) l'ho tenuto per tutta la cerimonia e per le foto all'aperto... Per la cena ne ho messo uno in tafetà di seta verde e spalline in swarovsky era più leggero e comodo, aveva uno strascico più piccolo e la parte bassa era un po' pieghettata

    RispondiElimina
  4. Ciao a tutte!! Bellissimo post dato che adoro gli abiti da sposa.
    Personalmente ancora non sono sposata, ma immagino il mio abito bianco, semplice. con il corpino stretto e la gonne svasata, a trapezio con lo strascico dietro. Una pettinatura semplice, liscia, adornata dal velo.
    Altrimenti se un abito così non dovesse starmi bene..ne vorrei uno sempre con corpino stretto e gonna ampia, letteralmente a nuvola...stile principessa delle fiabe...
    Non vedo l'ora di indossarne uno!!!
    Juliet

    RispondiElimina
  5. Bello, interessante e molto accurato l'articolo di L.M.: mi ha fatto voglia di andare a riguardare le mie vecchie [:(] foto del matrimonio! Nei primi anni '70 molte spose tendevano a discostarsi dalla tradizione, e sceglievano abiti molto colorati e arricchiti di accessori fra il beat e il pop...Io avevo cercato una via di mezzo: avevo scelto un abito lungo, taglio "chemisier", fondo bianco con stampa di fiori colore rosa/grigio. Lo conservo ancora ben protetto nell'armadio, ogni tanto mi capita di accarezzarlo: è rimasto tale e quale come lo rivedo nelle foto; vorrà dire qualcosa?

    RispondiElimina
  6. Io non sono ancora sposata, perchè al momento col mio compagno abbiamo altre cose più importanti in testa, ma fin da quando ero piccina ho sempre sognato un abito bianco e un modello ben preciso in testa, poi col passare degli anni il colore è rimasto lo stesso, ma per il modello se n'è aggiunto un'altro.
    Penso di essere abbastanza tradizionalista perchè sono decisa a sposarmi in chiesa di domenica mattina e con un abito non troppo sbarazzino.......non appena arriverà il momento se vorrete vi posterò le immagini del vestito ed il rissunto della giornata ^_^

    RispondiElimina
  7. Eh, sì, BIGFE78 ci contiamo! ;o)

    RispondiElimina
  8. Un post bello e accurato...io non amo molto gli abiti da sposa superscollati e simili a vestiti da sera...i miei preferiti sono i tagli anni '40, impero o Regency, o anche d'ispirazione metà ottocento, con gonna ampia e bustino, ma sfrondati da troppi merletti e decori. Trovo splendidi lo strascico e il velo lungo, magari orlato di raso o pizzo, e mi divertono le velette recentemente tornate di moda. Una delle spose "regali" che negli ultimi anni mi è piaciuta di più è stata Victoria di Svezia: aveva un abito elegantissimo, e il diadema coi cammei appartenuto a Josephine Bonaparte era incantevole...
    Patrizia

    RispondiElimina
  9. Che magia i vestiti da sposa! Quando capito davanti a una vetrina e li vedo non riesco a non fermarmi per osservarli nei dettagli perchè, secondo me , alla fine sono i dettagli che fanno la differenza tra un abito da sposa bello e uno strepitoso. Da sempre adoro i vestiti da sposa corti, non vestiti tipo "da ricevimento" ma proprio da sposa con tanto di pizzi,volants e velo ma corti...anche il mio era così ormai "qualche" anno fa....
    Daisy

    RispondiElimina
  10. Complimenti per l'articolo...che sono sicura troverà tante sognanti estimatrici!! :oDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD

    Non mi sono ancora sposata...dato che trovo ridicolo vestirmi in quel modo...non lo farò MAI! ^^

    Il giorno che dovesse accadere (sempre se mi verrà voglia di farlo), sarà una semplice cerimonia in comune, con un abito che potrò sfruttare anche in futuro. E' uno spreco chiudere un centinaia di euro in un armadio e non usarlo più...! O_O

    Sarà strano, ma nonostante legga romance e ne scriva anche...non sono romantica.

    Non festeggio San Valentino e detesto i fiori recisi, mi ricordano un cimitero...!! XD

    Baci

    RispondiElimina
  11. Bellissimo post. ^_^ Personalmente, se dovessi sposarmi ho pensato ad un abito nero (almeno posso sfruttarlo anche dopo). Mi piacerebbe un corsetto steccato con chiusura sulla schiena stringata con tanti Swarovski bianchi piccoli applicati e sotto una meravigliosa gonna ampia (sottogonna in tulle). ^_^

    RispondiElimina
  12. Felice che il post vi sia piaciuto e, soprattutto, che abbia dato la possibilità ad ognuna di esprimere gusti e preferenze così diversi. Anche a me nn piacciono i fiori recisi, mi mettono tristezza xché poi muoiono, mentre voglio vederli al loro posto, nei prati e nei campi o, al massimo, nei vasi.
    Ciao.

    RispondiElimina
  13. Sì, avete colpito nel segno. Oltre alle vetrine che espongono abiti da sposa e ai servizi sulle riviste, mi incanta tutto ciò che parla di matrimonio in genere. Anche questo articolo mi ha fatta sognare e, onestamente, ha risvegliato ancora in me la voglia di poter arrivare al tanto sognato giorno nel più breve tempo possibile. Aimè sto ancora attendendo. E immancabilmente, ogni volta, vengo trascinata via dalle vetrine che espongono abiti da sposa dal mio ragazzo. Visto che vedo il grande giorno ancora lontano non ho ancora un'idea fissa... ma sicuramente vorrei un abito bianco, bianchissimo, in pizzo, ma semplice. Niente pomposità: un bell'abito bianco che scende aderente lungo la vita e i fianchi e con una coda ridotta.
    Chissà...
    Grazie per le belle curiosità!

    RispondiElimina
  14. L'abito da sposa è stato uno dei segn più tangibili del mio romanticismo. Era uno spezzato, perchè diffcilmente i vestiti interi mi stanno bene, con corpetto in pizzo francese molto attillato e scollatura a barcherra; maniche lunghe alla veneziana. La gonna semplicissima, tutta in seta in tre strati leggerissimi come una nuvola, e di modello morbido, non largo e poca coda, quasi inesistente. Il velo però era lunghissimo, con tanti cristallini sul davanti (come il corpetto del vestito) e un bel po' di coda dietro.
    Ancora adesso, pur fermandomi ad ammirarne tanti, sono felice della mia scelta e lo riprenderei...
    Libera

    RispondiElimina
  15. non mi è mai capitato di vedere una sposa con un abito che non le donasse... quello è l'abito che si sceglie con più attanzione e poi si va con parenti ed amiche a vederlo...
    il mio era a sirena con un lungo strascico dietro ed era apparso anche su una rivista specializzata. ovviamente era cn la spalla nuda ed a coprirmi avevo solo il velo che partiva dai capelli...
    uno dei giorni più belli della vita di una donna non lo si scorda mai, Lady Macbeth ... e forse nella mente lo si vive anche più spesso... avrei quasi vogli di risposarmi per doverne indossare nuovamente uno... ahahahah
    buon inizio settimana

    RispondiElimina
  16. mi sono sposata il 19 giugno dello scorso anno e mi sembra davvero ieri!!
    il mio vestito non era complicato: il corpetto era tempestato di swaroskyni (non veri..!!!) e la stoffa era di pizzo, poi la gonna riprendeva il pizzo del corpetto e sopra un "velo" di organza aperto avanto e svolazzante al vento!
    eh che bello!! a volte mi viene voglia di rimetterlo!!! *_*

    RispondiElimina
  17. Articolo stupendo.
    Io che non ho tra i miei progetti al momento il matrimonio ma non posso non fermarmi davanti una vetrina che mostra un bell'abito; anzi con le amiche facciamo una specie di statistica su cosa piace o no.
    Chi non sogna di essere perfetta in quel giorno?
    In fin dei conti tutti gli occhi saranno puntati sulla sposa, la vera protagonista( lo sposo a volte fa solo da comparsa, poverino)

    RispondiElimina
  18. Bello questo articolo!
    Io non sono sposata. Se mai un giorno dovessi arrivare a tale evento, mi piacerebbe un abito semplice, tradizionale ma con qualcosa di innovativo. Mi piace l'idea del vecchio e nuovo insieme.
    A vole capita di incontrare coppie di sposi in luoghi molto suggestivi intenti nel loro servizio fotografico. Spesso mi fermo ad ammirare l'abito della sposa e a chiedermi se a me starebbe bene o meno. Ma la cosa che mi colpisce sempre è la felicità che traspare dai volti degli sposi.
    E qui, in genere, scatta il sospiro sognante ...

    RispondiElimina
  19. E' proprio vero che l'abito da sposa affascina seempre! Io sono sposata da quasi 18 anni ma ancora adesso quando vedo un negozio di abiti da sposa o quando vedo dei modelli sulle riviste mi perdo in contemplazione, magari discutendo con mia figlia sui pregi e difetti dei vari modelli. Il mio abito era proprio da principessa: in organza tutto ricamato con gonna ampia e lungo strascico... Che bei ricordi... Buon San Valentino a tutte!
    Monica

    RispondiElimina
  20. Cara Njmue hai perfettamente ragione, tant'è vero che un mio amico, alla domanda di un conoscente come fosse andato il suo recente matrimonio, ha risposto: «A parte il fatto che se anche io nn ci fossi stato nn se ne sarebbe accorto nessuno, tutto bene, grazie!». ;-)

    RispondiElimina
  21. Magnifico questo post!
    Anch'io non posso fare a meno di lanciare un'occhiata ammirata alle vetrine degli abiti da sposa nonostante sia felicemente sposata da diciotto anni... Il mio lo conservo nella sua brava custodia nell'armadio ed è una nuvola di raso bianco, pizzo e perle. Più tradizionale di così! Ricordo però che, scatenando le ire di mia suocera, rifiutai di indossare il velo, optando per dei fermagli in filigrana d'argento, che mi tenevano sollevati i capelli.
    Una curiosità: nel Giappone feudale, il bianco era il colore del lutto e veniva usato solo per il kimono di morte. Le spose vestivano in rosso, il colore della gioia e della fertilità. Un po' come il velo delle spose romane.
    Grazie per questo post così evocativo.
    Ciao
    Liliana

    RispondiElimina

I VOSTRI COMMENTI ARRICCHISCONO IL BLOG! GRAZIE. (Se li lasciate ricordatevi di firmarli, ci piace sapere chi siete!)
I commenti contenenti offese o un linguaggio scurrile verranno cancellati.


I RACCONTI RS SELEZIONATI DAL BLOG ORA IN EBOOK!

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.

I contenuti e le immagini sono stati utilizzati senza scopo di lucro ai soli fini divulgativi ed appartengono ai loro proprietari. Pertanto la loro pubblicazione totale o parziale non intende violare alcun copyright e non avviene a scopo di lucro. Qualora i rispettivi Autori si sentano lesi nei propri diritti, sono pregati di contattarmi e in seguito provvederò a rimuovere il materiale in questione.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

VENITECI A TROVARE SU FACEBOOK

VENITECI A TROVARE SU FACEBOOK
Clicca sull'immagine e vai alla nostra pagina FB

NOI CON VOI...GUARDA IL VIDEO!