Il termine deriva dal greco lykos (lupo) e anthropos (uomo) ed è sinonimo di un essere malvagio e feroce, di una realtà negativa. Anche se negli ultimi tempi il trend
sembra essere profondamente cambiato, nel panorama letterario mondiale.
La leggenda continua e non ha ancora finito di stupirci.
Il
lupo ha sempre avuto un valore simbolico ambivalente: predatore per
eccellenza, ritenuto in certe popolazioni il protettore della tribù, è
anche minaccia per coloro che sono divenuti agricoltori e allevatori e
le storie sugli uomini che si trasformano in lupi o viceversa risalgono
all’antichità ancestrale dell’umanità. Ben prima dei vampiri. Siamo
infatti nell’età del Bronzo, quando gli uomini si aggiravano coperti di
pelli e armati di lance di selce, lungo la fredda e inospitale Europa.
Il cliché classico vuole che, nelle notti di luna piena, l’uomo affetto da licantropia si
trasformi in lupo aumentando così le proprie facoltà: potenza
muscolare, agilità, furbizia e ferocia. Caccia e attacca le sue vittime
senza tregua, per squartarle e divorarle scevro di ogni umanità.
Grande,
possente, col muso di lupo e affilate zanne, il corpo coperto di ispidi
peli, con coda e spaventosi artigli. Cammina e corre sulle zampe
posteriori molto sviluppate, ed è questo che lo rende impressionante.
Umano e allo stesso tempo bestia. Forse quel luccichio degli occhi, il
loro colore… no! Niente da fare care mie, i canoni di bellezza che tanto
piacciono a noi femminucce ebbene, scordateveli.
Per
lungo tempo il lupo mannaro è stato associato al vampiro, suo lontano
cugino. Del resto qualche punto in comune ce l’hanno: cacciano di notte,
uccidono le loro vittime con un morso, la metamorfosi li trasforma
in animali. Già lo storico greco Erodoto (V secolo a.C.) ci parla di una
popolazione che abitava sulle rive del Mar Nero. Maghi così potenti che
potevano trasformarsi a loro piacimento in lupi in modo da poter
soddisfare i loro appetiti selvaggi.
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Hendrick Goltzius, «Zeus trasforma licaone in lupo», 1589 |
Il
primo uomo lupo ufficiale della storia sembra fu Licaone (i licaoni
oggi sono dei simpatici canidi che popolano la savana africana). Ce lo
racconta il solito Ovidio nelle sue Metamorfosi. Molte le
varianti del mito, questa la più comune: Licaone era re di Arcadia,
grande blasfemo e uomo empio, che Zeus pensò bene di punire per le sue
malefatte. Travestito da mendicante il re degli dèi si presentò alla sua
corte. Per smascherare il dio in incognito, il furbo Licaone gli serve
la carne di un fanciullo ucciso, complici i suoi cinquanta figlioli.
Zeus, da quel furbone che è, scopre l’inganno e disgustato rovescia la
tavola, fulmina tutti i pargoletti tranne Nittimo il più piccolo, solo
perché Gea, bontà sua, glielo impedisce. E Licaone? E' trasformato in un
lupo e proprio da questa leggenda questo splendido animale ha preso il
suo nome. Nittimo, il figlio superstite salì al trono al posto del padre
ma durante il suo regno ci fu un disastroso diluvio (LOL), causato
dall'empietà della sua discendenza.
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Gruppo di vexillifer in via dei Fori Imperiali, Roma 2004 |
Gli
antichi romani, popolo dal pugno di ferro, di poche parole e molti fatti
non vedevano il lupo con sospetto. Anzi, era un simbolo di forza,
potenza e astuzia. I vexillifer, ufficiali
investiti dal grande onore di recare l’insegna della legione,
indossavano una pelle di lupo che copriva l'elmo, le spalle e parte
della lorica. Il licantropo veniva chiamato versipellis. Essi immaginavano che la
pelliccia di lupo fosse celata sotto la pelle e, all’occorrenza, si
sostituisse a quest’ultima. Un po’ come rivoltare una toga, insomma. Il
messaggio è chiaro: la natura umana nasconde sotto un aspetto dimesso
una creatura imprevedibile e pericolosa, spietata anche contro i propri
simili.
Petronio, nel Satyricon, per
bocca del liberto Nicerate ci racconta la prima trasformazione di un
uomo in licantropo. Il nostro protagonista è in cammino per raggiungere,
a suo dire, una bella figliola che lo aspetta in campagna. Lo
accompagna un amico, un soldato forte e robusto:
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Joe Manganiello in True Blood |
“alzammo
le chiappe al primo canto del gallo, con una luna così chiara che
sembrava di essere di giorno...” racconta il buon Nicerate. Attenzione
al dettaglio della luna: per la prima volta, Petronio inserisce
l’elemento capace di risvegliare la natura ferina del licantropo, la
luna piena.
Bene:
nelle vicinanze di un cimitero, il soldato si apparta per i bisogni e
Nicerate che canticchia sereno ad un certo punto si gira: per Giove! Il
compagno si sta spogliando e, nudo, prima orina sulle vesti e poi si
trasforma in un lupo, svanendo nel bosco. Nicerate, stravolto dal
terrore, torna a casa di gran carriera e cosa scopre? Che un lupo si è
introdotto nel suo casolare e ha fatto strage di pecore. Non vi è
dubbio: quell’uomo è un versipellis, un lupo mannaro. D’ora in poi il buon liberto non si avventurerà più a cuor leggero nei boschi.
A
partire dall’Alto medio evo (476-1066) il mito si trasforma in
superstizione religiosa e in maledizione satanica. Effetti del
cristianesimo e del rigore dei lunghi inverni, delle carestie e della
paura delle creature selvagge che, in quei secoli bui, popolavano le
foreste europee. E che dire del famoso episodio di S. Francesco che
ammansisce il lupo, trasmessoci dall’iconografia cattolica nei toni
rassicuranti di una fiaba? In realtà potrebbe essere stato un esorcismo,
operato dal Santo nei confronti di un posseduto. Sarebbe l’unico caso
documentato di liberazione di un lupo mannaro senza la sua violenta
dipartita per mezzo dell’argento, dell’acqua pura o dello zolfo.
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La Bestia del Gévaudan |
Ed
eccoci nel secolo dei Lumi: una delle storie più celebri è quella della
bestia del Gévaudan (siamo nel 1764-67, centro-sud della Francia,
dipartimento della Languedoc-Rouissillon). Un centinaio le sue vittime
tra donne, vecchi e bambini. La bestia cammina sulle zampe
posteriori, ha le fauci di un leone ma sono solo vaghe testimonianze: il
grosso problema è che chi la vede, non va più in giro a raccontarlo.
Nonostante l’esecuzione di numerosi lupi (non c’era il W.W.F.), gli attacchi
continuarono. Castigo di Dio per punire gli uomini dei loro peccati, la
bestia incarnò per anni le più oscure paure e un’atmosfera sinistra
regnava sovrana in tutta la regione. Il re inviò il Grand Louvetier
(ufficiale reale incaricato della caccia ai lupi) ma il mostro, malgrado
periodi di calma, continuò le sue scorrerie in lungo e in largo. Alla
fine ci pensò un certo Antoine Chastel. Il cacciatore, benedetto
dall'acqua santa, incontrò la bestia sul far della sera (chissà se c’era
la luna…), imbracciò il fucile, sparò e... fine del cattivo.
Jean
Chastel pensò che fosse necessario far vedere l'orrenda creatura al re,
farla esaminare da qualche esimio studioso. Quindi ne collocò i resti
in una cassa e se ne tornò a Parigi. Ma era agosto, faceva caldo e
quando arrivò a destinazione, c’era ben poco da esaminare. Rimase dunque
il mistero e le leggende si sa, hanno la pelle dura.
La storia della bestia del Gévaudan ha lasciato un’impronta insanguinata
che ha fatto e fa rabbrividire ancora nelle lunghe e fredde sere
d’inverno. Un’astuta mossa per incrementare l’isteria collettiva che
ogni tanto, nei secoli successivi, è riemersa? Forse è proprio così se
nel 2001 Christophe Gans gira un film, con un discreto successo: Le pacte des loups,
co-produzione franco-tedesca con la coppia Vincent Cassel - Monica
Bellucci, un affascinante Samuel Le Bihan e un Mark Alan Dacascos,
stuntman statunitense di origine hawaiana, in ottima forma fisica.
Guardare per credere.
Che lunedi entusiasmante , accendi il portatile e ti trovi davanti questo post quanto mai esaustivo e come al solito pennellato di leggera ironia qua e là....
RispondiEliminaAdoro i lupi, dai cani lupo, agli askie intelligentissimi che trainano slitte, ai bellissimi cani lupo della Cecoslovacchia dagli occhi gialli e fieri come pochi.l'animale in sè è straordinario per intelligenza, poi sono monogami, meglio di tanti "uomini che vagano in giro" poco fedeli, per non dire altro. ed i libri che parlano di "Lycos", sono da me molto graditi.
Non ho paura di lor, anche se arruffano il pelo e sono fortissimi, sono ferocemente protettori ed amano completamente, appassionatamente e per sempre. E poi sono sexy da far schifo i nostri LUPI ALPHA.
Fantastici i Lycos e complimenti per il post .
Ti abbraccio.
MariaT.
Che sorpresa!Complimenti alla bravissima Adele, e non poteva che essere così, per questo articolo veramente esaustivo su un argomento che non conoscevo molto...Mi ha fatto venire voglia di documentarmi meglio!
RispondiEliminacara Adele
RispondiEliminacredo proprio che fai la domanda alla persona giusta...
ho sempre adorato queste figure mostruosamente bestiali e, seconde solo ai vampiri, per me hanno grandissimo fascino e mistero ...
infatti ogni giovedì sera seguo la serie fox dalle tinte rosa (nonostante si pratichi il parkour) con il simpatico ragazzo romantico di una delle tue foto nel post ;-)
buon inizio settimana
Un bellissimo post! Interessante e ironico
RispondiEliminaSerena
Bellissimo post Adele!!
RispondiEliminaMolto divertente e interessante :d
Juliet
Mi affascinano i lupi, meno i licantropi, di cui avrei sincera paura. Non è un licantropo, ma è comunque un lupo, Jacob della saga di Twilight, e non capisco ancora come faccia Bella a preferirgli Edward. Tra gli ultimi lupi rinvenuti in tivù che mi sono piaciuti ci sono i metalupi della famiglia Stark ne Il trono di spade: fantastici animali! Ricordo Le pacte des loups, mi era piaciuto nonostante l'ansia che mi trasmettono certi film. ANITA G.
RispondiEliminaCarissime "lupette" grazie per i complimenti ma anch'io sono una fans dei lupi, piuttosto che dei pippistrelli.
RispondiEliminaGli incontrastati signori della foresta sono animali splendidi e conservano un fascino intramontabile ed ancestrale. E concordo con Pupottina e Anita: piuttosto che essere inseguita da un vampiro preferisco di gran lunga un licantropo. A buon intenditor...
Un abbraccio a tutte!
Wow....che bel post interessante!
RispondiEliminaComplimenti Adele!
Che bel post!
RispondiEliminaI licantropi mi affascinano molto e nella mia classifica di gradimento delle creature fantasy sono secondi (ma di poco) solo ai vampiri. =)
Ciao Adele, davvero interessante e ben scritto qs post, complimenti! Mi attrae molto la figura mitologica e fantasy del licantropo, secondo me è intrigante come il vampiro, con in più quel tocco di ferinità selvaggia che nn guasta. La prima foto del lupo in mezzo alla foresta mi ha fatto venire in mente i lupi cecoslovacchi, cani che assomigliano tantissimo ai lupi, che mi affascinano e allo stesso tempo mi fanno un po' paura, a volte penso che mi piacerebbe averne uno. Quand'ero piccola mio nonno aveva un pastore tedesco e ci amavamo alla follia, quand'è morto ho pianto tutte le mie lacrime. :-(
RispondiEliminaIl lupo per me è un simbolo di libertà. Al contrario del cane che si è sottomesso all'uomo, lui è sempre rimasto indipendente e ha pagato a caro prezzo questa sua caratteristica subendo una persecuzione spietata.
RispondiEliminaLa coppia dei lupi, una volta formata, rimane insieme per tutta la vita. Non possiamo dire altrettanto degli uomini.
Secondo me il licantropo piace perchè racchiude il lato oscuro che è in ognuno di noi e che viene fuori di tanto in tanto.
Infine, cara Adele, e se invece che fare le valigie e correre lontano, imparassimo a correre coi lupi?
Baci
Liliana