di ADELE VIERI CASTELLANO
Lorenza scelse il corridoio illuminato dalle torce e affrettò il passo senza nessuna paura. Giunse infine davanti ad una porta socchiusa. Da lì proveniva quel mormorio indistinto. Risoluta, appoggiò la mano sul legno che si scostò senza alcun cigolio: era una sala d'armi quella che si aprì ai suoi occhi, ampia e luminosa per le decine e decine di candele accese.
Ciò che più la colpì, dalla soglia, furono le armi di ogni sorta, appese alle pareti di pietra: alabarde, lance, schiavone e altri oggetti sconosciuti ma altrettanto sinistri. C'erano anche due armature, complete e luccicanti, poste ai lati di un immenso camino scoppiettante.
Il suo sguardo colse un movimento, alla sua sinistra: il medico cinese era accanto a quello che doveva essere un tavolo coperto di lenzuola candide. Su di esse, era adagiato il corpo di un uomo, completamente nudo.
Li Ming alzò il capo rasato e, per un istante, i loro occhi si incontrarono. Poi il cinese riprese il suo compito, imperturbabile, relegandola al ruolo di un'insignificante interruzione. Lorenza avrebbe voluto andarsene ma un nuovo lamento la costrinse a fare qualche passo verso quel tavolo.
Il medico stava massaggiando, con maestria e leggerezza, la schiena muscolosa del suo paziente: non era tortura bensì il tentativo di lenire la sofferenza dell'uomo disteso.
Questi si lamentò ancora, rimproverando aspramente il medico, in una lingua sconosciuta ma cordiale. Non ne vedeva il volto, ma solo i capelli neri, lunghi fino a sfiorargli la schiena.
Ipnotizzata dal corpo nudo, dai muscoli perfetti, notò appena le molte cicatrici che solcavano quella pelle altrimenti liscia.
Lorenza sapeva bene che avrebbe dovuto andarsene immediatamente: sarebbe morta di vergogna se lui l'avesse scoperta ma le sue gambe non volevano obbedirle e la obbligarono nella direzione opposta, sempre più vicino.
Poteva udirne il respiro, poteva vedere il suo sudore, poiché lì faceva caldo e si scoprì ad allungare la mano verso un braccio, piegato sulla superficie del tavolo, per accarezzarne il muscolo gonfio e tagliato in due da uno sfregio sottile.
Poi l'uomo si voltò, appoggiandosi a quel braccio che solo un istante prima avrebbe voluto sfiorare e Lorenza rimase con la mano a mezz'aria, trattenendo il fiato. Avrebbe voluto morire: in quel punto, in quel preciso istante.
I capelli, seppur lunghi, non poterono celarle del tutto la vista del suo volto: una tremenda cicatrice lo spezzava in due: la fronte, la palpebra chiusa, la guancia, per perdersi poi sul collo, sinistra e terribile.
Lorenza fu incapace di distogliere lo sguardo da quell'orrore e, nello stesso tempo, di trattenere l'ansito di angoscia che la colpì. Il resto del viso era intagliato con asprezza: il naso dritto, la mandibola dalla linea dura, le sopracciglia inarcate e scure: un viso che esigeva attenzione, aggressivo e maschile, che non poteva essere ignorato.
Lorenza in quell'istante, fu certa che fosse proprio il conte Barbieri l'uomo che la fissava con un unico occhio e restò pietrificata, inorridita.
Come in un incubo, vide passare sul volto esposto e, inaspettatamente, vulnerabile tutte le emozioni che lo investirono: stupore, ira e, forse, anche vergogna.
Troppo tardi, indietreggiò di qualche passo, troppo tardi abbassò gli occhi sulle doghe di legno del pavimento, per risparmiarsi l'angoscia e la paura ma fu un attimo: ritornò con lo sguardo su quel corpo perfetto e nudo, morbosamente attratta.
Lui era sceso dal tavolo, nel frattempo e si stava coprendo i fianchi. Le volgeva le spalle ben fatte e Lorenza le fissò senza vergogna, stupita dalla forza che emanava da quel corpo snello. Non aveva mai visto un uomo così, tantomeno senza abiti addosso. Per dirla tutta, non aveva mai visto un uomo adulto nudo. Dio mio… era talmente scossa e vergognosa che la voce aspra fu, per lei, come una stilettata.
«Che fate qui?»
Non ebbe il coraggio di rispondere. Non aveva voce, non riusciva a capacitarsi di aver osato tanto. Ma continuava a guardarlo, ora che lui si era voltato a fissarla: era quasi un'indecenza, per un uomo, apparire tanto manifestamente virile, pur con quel viso sfregiato.
Ogni centimetro di quella pelle sembrava scolpita in una sostanza consistente come ambra o, forse, velluto, tale da sembrare dipinta. Scoprì, con sgomento che le statue greche, i nudi e i ritratti di dei e guerrieri, erano solo pallide imitazioni di quel fisico virile che vedeva dal vivo per la prima volta.
«Nessuno vi ha insegnato le buone maniere? Dovreste bussare prima di entrare in una stanza, quando siete ospite in casa altrui. Andatevene, immediatamente, la vostra presenza, qui, non è gradita, baronessa. E neppure decente.» ringhiò lui, avvicinandosi a pochi, pochissimi, centimetri dal suo viso.
Lorenza alzò gli occhi e fissò l'orribile sfregio, senza pudore né rispetto. Erano lacrime quelle che sentì salirle agli occhi? E perché piangeva, poi?
«Non ho fatto nulla di male…» trovò il coraggio di mormorare, mentre lui, l'orrore in persona, la sfidava, immobile e furioso, lo sguardo duro.
«Ho sentito dei lamenti, pensavo che qualcuno avesse bisogno d'aiuto…»
«Ah, la baronessa coraggiosa! Avete pensato che stessi torturando qualcuno, vero?» domandò, aggressivo, eliminando l'ultimo refolo d'aria che li divideva ancora.
«Finalmente la cattiveria, la morbosa curiosità che divora tutti voi, potrà essere soddisfatta. Ecco Barbieri, ha svelato la vera natura, l'anima perversa, come il suo aspetto!»
Era a un passo da lei quell'occhio demoniaco che la fissava. Per non tremare puntò gli occhi sulle labbra, assurdamente scampate a quello scempio. Fu un errore: erano carnose, perfettamente disegnate e scarlatte, svelavano denti bianchi e forti.
«Che fate, non mi guardate, più, Lorenza?» sibilò lui, osando pronunciare il suo nome e lei sentì qualcosa di indefinito e piacevole partire dalla punta dei capelli e serpeggiare, giù, sempre più giù, fin nel punto, suo, più intimo e segreto. Ebbe come la sensazione di aver già vissuto quel momento spaventoso, di aver già udito quella voce…
Una mano le afferrò il mento e la costrinse a vedere da vicino, così vicino che avrebbe potuto toccarla, quella sua ferita esposta. Sentì chiaramente le lacrime scenderle sulla guancia e rigarle il mento.
L'occhio nero, poiché l'unica iride che la stava fissando era nera come l'ossidiana, la ipnotizzò.
La mano lasciò il mento e scese sul collo, sfiorando la pelle, e generando brividi. S'infilò sotto la seta e le liberò una spalla. Il viso del conte si concentrò sul quel gesto sensuale e mentre lui considerava da vicino non più i suoi occhi ma la sua pelle di seta, Lorenza sentì il corpo sciogliersi, fondersi, nella speranza che quella carezza durasse per sempre. Ne fu affascinata e fu affascinata anche da ciò che vedeva, seppur fosse deforme.
Vide quelle labbra dure, tese nella rabbia di poco prima, rilassarsi e schiudersi, come preparandosi per assaporare qualcosa e lei, che non ragionava più e di certo era vittima della follia, desiderò toccarle con le sue e sprofondarvi dentro, definitivamente.
Ma ad un tratto, come si fosse scottato su una fiamma troppo ardente, lui ritrasse la mano e quell'incanto, dilatato e sensuale, finì.
«Avrete qualcosa da raccontare, ora alle vostre… simili! Sarete soddisfatta!»
La fissava di nuovo rabbioso, le mascelle serrate. Per Lorenza fu come guardare in un abisso e non poté sottrarsi: vi guardò dentro e vide la tenebra.
«Spaventata ma curiosa… una delle tante! Mi deludete!»
«Non è così… vi sbagliate…» articolò, rauca.
«Non siete che una piccola ingrata. Una bambina capricciosa ed ingrata.»
Si allontanò da lei, come se ne fosse disgustato.
«Non desidero più vedervi. Non ho bisogno della vostra pietà e del vostro disgusto, baronessa. Tornate di sopra, restateci e domattina, all'alba, troverete la carrozza davanti al portone. Non siete un'ospite gradita. Mi auguro di non avere mai più il dispiacere d'incontrarvi nuovamente!»
Lorenza indietreggiò, indietreggiò e quando fu sicura di avere gambe forti a sufficienza, fece qualche passo e poi fuggì via. Per la prima volta nella sua vita, non riuscì ad avere l'ultima parola. […]
bello, intrigante, ben scritto
RispondiEliminaChe bello questo estratto. complimenti all'autrice. Ma...è preso da un romanzo pubblicato? Mi piacerebeb molto leggerlo perchè le storie ambientate a Venezia secondo me hanno un fascino in più. Se ne può leggere un altro?
RispondiEliminaCristiana
Grazie a Silvia per i complimenti.
RispondiEliminaPer Cristiana: grazie anche a te e no, il libro non è stato ancora pubblicato. Se solleticherà a sufficienza le lettrici di questo blog, non è detto che non possa esserlo su internet... vediamo, in ogni caso è vero: Venezia ha un fascino indimenticabile!
ciao, la storia è intrigante, però lavorerei di più sulla punteggiatura e sui sinonimi, rileggilo più volte, magari dopo tanti giorni, quando la storia è sfocata nella tua mente, purtroppo per noi che scriviamo, rileggerci è molto difficile, perchè leggiamo ciò che la nostra mente ci dice e non ciò che gli altri leggono, oddio mi sono spiegata? essendo anch'io una principiante, sicuramente non un'insegnante di italiano, magari posso sbagliarmi.
RispondiEliminaCara Adele, l'hai fatto apposta, dì la verità! A scegliere qs estratto, intendo! Come si fa a nn aver voglia di leggere tutto il romanzo, dico io, dopo un'incursione simile? Qs conte Barbieri, così sexy e sfregiato x di più (le cicatrici fanno sempre macho), promette il Paradiso (e brava la ns Lorenza!). Una scena molto intensa, dove la tensione sessuale si taglia col coltello. Sì, decisamente mi piacerebbe proprio leggere x intero il tuo romanzo "Il Gioco dell'Inganno".
RispondiEliminaSe mi posso permettere una piccola critica, ha ragione Fabiola, forse ci sono un po' troppe virgole e poi risistemerei la sinossi iniziale: avrebbe la funzione di riassumere in poche righe la trama, nn deve svelare troppo ma cmq essere chiara, in qs caso, invece, mi pare un po' confusionaria. Nn so se si dimostrerebbe efficace x il suo scopo ultimo e più importante: fare in modo che il tuo romanzo venga letto dall'incaricato di qualche casa editrice.
Ciao e a presto.
Scusate, mi son dimenticata:
RispondiEliminaUna mano le afferrò il mento e la costrinse a vedere da vicino,
a me suona meglio "la costrinse a guardare da vicino"
Per Fabiola: quanto è vero quello che dici! Le storie scorrono davanti agli occhi e la rilettura è così difficile! Grazie per i consigli, proprio quello che volevo sentire... sfoderate le unghie...
RispondiEliminaLadyM, ok capito perfettamente quello che intendi per la sinossi!
Grazie e un caro saluto ad entrambe!
Ciao Adele,
RispondiEliminanon essendo ne un insegnate ne una scrittrice, non so darti consigli di sinossi.... Ma da lettrice devo dire che se tutto il libro ha lo stesso ritmo, lo stesso stile dell'estratto presentato sarà un piacere leggerlo tutto.
Il bel maschio duro e con cicatrici fa sempre colpo (io l'adoro)e la donna abituata a dire sempre la sua che rimane senza parole? Adorabile.
Complimenti per il talento, quello si vede che non ti manca.
Non arrenderti davanti alle 'giuste' critiche e prosegui a scrivere.
Io per ora ti invio il mio "in bocca al lupo" per la carriera. Saluti. Rachele.
Cara Adele, ho letto con piacere il brano. E sebbene purtroppo da un brano non si possa predire se un romanzo sarà buono o no, vorrei farti sapere che mi è piaciuto molto, sia per l'ambientazione che per il modo in cui hai reso l'incontro, il primo, presumo, dei due eroi.
RispondiEliminaA parte qualche piccola cosa (virgole qua e là e qualche concetto tipo ,) l'unico neo che ho trovato è che spesso dai per scontato il soggetto. Lo lasci sottinteso. So, per esperienza, che chi scrive sa benissimo chi sta parlando o agendo in quel momento, ma non sempre al lettore è chiaro.
Esempio.
nudo. Dio mio… era talmente scossa e vergognosa che la voce aspra (AVREI AGGIUNTO QUI: DEL CONTE) fu, per lei, come una stilettata:
«Che fate qui?»
E' LOGICO CHE SIA LUI A PARLARE, MA NON CHIARISSIMO. COSI' COME NON LO E' IL SOGGETTO DELLA FRASE SUCCESSIVA. CIO' PUO' GENERARE CONFUSIONE NEL LETTORE. AVREI MESSO:
LORENZA Non ebbe il coraggio di rispondere. Non aveva voce, non riusciva a capacitarsi di aver osato tanto.
UN ALTRO ESEMPIO.
Una mano le afferrò il mento e la costrinse a vedere da vicino, così vicino che avrebbe potuto toccarla, quella sua ferita esposta. Sentì chiaramente le lacrime scenderle sulla guancia e rigarle il mento. MESSO COSI', SENTI'.... SI RIFERISCE ALL'ULTIMO SOGGETTO, E CIOE' A: UNA MANO.
Ma forse questa del soggetto che deve essere ben chiaro è solo una mia mania.
Complimenti, comunque.Ho molta voglia di leggere il seguito.
Viv
Che bello, ragazze!!! Sono contenta per i complimenti che mi lusingano e per i commenti costruttivi che fate! Grazie davvero, sia a Rachele per il suo "in bocca al lupo" (che crepi davvero, povera bestia, in linguaggio figurato, ovvio...!) Sia a Georgette che mi ha dato anche lei preziosi consigli. Ognuna di voi ha la capacità di vedere le cose con occhi diversi e a forza di limare, vedrete che alla fine risucirò a confezinarvi un bel prodottino su cui sognare per qualche ora... Jacopo Barbieri non vi deluderà, promesso!!!
RispondiEliminaLo ritengo un estratto avvincente...mi piacerebbe leggerlo per intero!...Si può?
RispondiEliminaContinua così
Valentina
Grazie Valentina, certo che si può leggere, appena riesco a finire la revisione, cercherò un modo per farvi conoscere i miei personaggi e le loro vicissitudini! Grazie per l'attenzione e il tuo commento! Ciao!
RispondiEliminaCara Adele,
RispondiEliminaanche se lo stile non è proprio perfetto e va migliorato ( tutte quelle virgole nei dialoghi tolgono incisività alle parole) devo dire che quel che ho letto mi è piaciuto molto. Se il resto della storia è all'altezza della scena che ci hai così sapientemente elargito, non vedo l'ora di leggerlo. Tanto più che il carnevale di Venezia mi ha sempre affascinata.
Ti sei ispirata a qualche personaggio realmente esistito nel creare il tuo conte Barbieri?
Ti faccio tanti auguri per il tuo futuro di scrittrice.
Un saluto a tutte da Liliana
Ciao Liliana, grazie anche a te per il commento! Sto provvedendo a seguire i vostri consigli e mi sono accorta che le virgole sono una espressione del mio modo di buttare giù le idee... il "pensiero/scrittura" come lo chiamo io. Quindi sto correggendo tutto!
RispondiEliminaNegli ultimi tempi ho letto la vita di Casanova che non pensava solo alle donne, contrariamente a quel che si crede ma sembra abbia fatto anche la spia per conto della Serenissima. La prima idea è nata da lì, poi il resto è venuto fuori di getto... spero di farvi leggere le avventure del conte (con MENO virgole!) al più presto!
Un grazie sincero e un caro saluto!
Spero proprio che questo romanzo venga pubblicato. L'estratto mi ha intrigata ed è finito troppo in fretta. Inoltre sono irrimediabilmente cotta del conte Barbieri...insomma con quell'aspetto fisico (sfregio compreso) e la sua anima oscura non potrebbe essere altrimenti :D
RispondiEliminaGrazie Emy... e non sai il resto! Creando il suo personaggio sono caduta in... deliquio! Proprio come ha fatto Lorenza quella notte... Non vedo l'ora di farvelo conoscere il bel tenebroso e audace conte Jacopo Barbieri...
RispondiEliminaUn affettuoso saluto.
Dunque, al ns eroe son bastate poche righe x spezzare un numero indefinito di cuori, cosa farà nel corso di un'intero romanzo? Io un'idea me la son fatta! Sorriso da stregatto... :))) Ciao a tutte.
RispondiEliminaCiao Ladymacbeth e grazie per le belle parole, i consigli e l'attenzione che, tutte voi, avete prestato al conte Barbieri... ve ne sarà grato e aspetta con impazienza di conoscervi... tutte!
RispondiEliminaUn caro saluto :)
Ciao Ladymacbeth e grazie per le belle parole, i consigli e l'attenzione che, tutte voi, avete prestato al conte Barbieri... ve ne sarà grato e aspetta con impazienza di conoscervi... tutte!
RispondiEliminaUn caro saluto :)
Ciao Adele ormai ho letto e riletto questo brano una infinità di volte...mi piace da morire!!! Il personaggio mi piace particolarmente in quanto adoro il maschio con cicatrici & co. secondo è ambientato a Venezia!!! spero davvero che riuscirai a pubblicarlo, io incrocio le dita...facci sapere!
RispondiEliminaIlaria
Ciao Ilaria, decisamente sono lusingata dai tuoi complimenti. Se vuoi scrivere a Francesca e lasciare la tua email, posso farti una sorpresa... mi dispiace che tu legga e rilegga questo brano senza sapere che succede prima o dopo!
RispondiEliminaSpero di sentirti presto e un abbraccio!