Abbiamo letto: LA PROPOSTA DI UN GENTILUOMO di Julia Quinn - 3° serie Bridgertons (Mondadori)

Autrice: Julia Quinn
Titolo originale: An Offer from a Gentleman
Genere: Storico
Ambientazione: Inghilterra, periodo Regency
Pubblic. originale: ed. Avon, 2001, pp.376
Pubblicato in Italia: Mondadori, I Romanzi n. 650,  2004 e in Super Oro, nr.7, novembre 2012  
Parte di una serie: 3° libro famiglia Bridgerton
Livello sensualità: MEDIO

TRAMA : Alla morte del conte suo padre, Sophie Beckett è ridotta a far da cameriera alla matrigna e alle due sorellastre. Ma una sera, durante un ballo cui riesce a partecipare, incontra Benedict Bridgerton, ed è amore a prima vista. Come per Cenerentola, tuttavia, allo scoccare della mezzanotte Sophie deve lasciare la festa, abbandonando il suo corteggiatore e… un guanto, l’unico indizio che Benedict avrà per ritrovare la donna misteriosa di cui si è innamorato.

RECENSIONE DI FRANCESCA

**Attenzione spoilers**

L'omaggio a Cenerentola non fa decollare la trama, che è sfilacciata e ha poca polpa. L'utilizzo della favola, qui in maniera più smaccata del solito, supplisce ad una Julia Quinn meno ispirata. Forse Benedict Bridgerton aveva una personalità troppo vaga e indefinita, rispetto ad Anthony e Colin, forse l'autrice non ha saputo trovare per lui lo spunto decisivo.

Benedict soffre il peso di essere comunque largamente identificabile come un Bridgerton, di cui ha tutti i tratti caratteristici, sia fisici, sia comportamentali, ma di essere schiacciato fra il primogenito e l'affascinante fratello minore. Benedict lo afferma con rassegnata ironia: lui è per tutti "number two". Non Benedict, non Ben, ma un Bridgerton e soltanto il "numero due".
Il romanzo non è sostenuto dalla consueta spina dorsale dei battibecchi comici, manca lo spirito ironico abbonda l'autocompassione con cui si fa forza la sfortunatissima Sophia Beckett. La ragazza non solo è la figlia illegittima di un conte che non l'ha mai riconosciuta come tale e le ha concesso solo un'educazione sotto il proprio tetto come sua pupilla, ma su di lei, alla morte del padre, si abbatte l'acida malvagità della matrigna Araminta. Un nome, un programma. La donna aveva sposato il conte di Penwood qualche tempo prima, con il compito di dargli l'erede maschio, ma aveva miseramente fallito ed aveva aggravato il tutto con la presenza ingombrante delle proprie due figlie: Posy, che prova una sorta di simpatia per Sophie, ma si astiene dal dimostrarlo perché teme le ire di Araminta, mentre Rosamund è decisamente arpia come la madre.
La vita di Sophie, fino a dieci anni, era stata quella di una bambina sola, ma coccolata dai domestici e istruita da una governante in tutte le materie che caratterizzano l'istruzione di una fanciulla altolocata. Con l'arrivo della matrigna e la successiva morte del conte, si era trasformata nell'incubo di una schiava costretta a fare i lavori più faticosi ed avvilenti e a subire le angherie più crudeli. Pulire, sgobbare, essere insultata, non vedere mai nulla del mondo. Non potere sognare. Araminta l'aveva tenuta in casa perché a Sophie il defunto conte di Penwood aveva legato una rendita che la strega avrebbe perduto se non si fosse occupata della fanciulla fino a che non avesse raggiunto la maggiore età. Ma occuparsi di Sophie non era esattamente nelle corde di Araminta, più che altro sfruttarne i servigi e annientarla poteva fare al caso suo. Ed è così che noi troviamo la povera Sophie e per quasi tutto il romanzo ci viene costantemente ricordata la sua triste condizione di bastarda che può aspirare solo a diventare la cameriera personale di una ricca e, magari, generosa signora.
La svolta nella vita di Sophie avviene quando i domestici di Penwood House decidono che la ragazza merita una serata da sogno e, come in Cenerentola, le procurano gli abiti e la carrozza per un ballo in maschera che si tiene a Bridgerton House e al quale si sono già dirette Araminta e le sue figlie. E' un gioco innocente e Sophie dovrà riprendere la carrozza a mezzanotte, prima che essa torni indietro a riprendere la sua matrigna. A quel ballo, con il viso seminascosto da una maschera e avvolta in un abito argentato scovato in un baule e appartenuto alla madre del defunto conte di Penwood, Sophie fa la sua apparizione in una nuvola di mistero e Benedict Bridgerton viene per sempre rapito dal suo aspetto angelico e dal sorriso sincero che la illumina.
Entrambi sentono qualcosa di speciale e un legame li attira l'uno verso l'altra. Ma Sophie sa che la sua è solo una breve fuga dalla realtà e che non potrà mai osare aspirare a diventare la moglie rispettabile di un membro del ton. Lei è solo la bastarda di un conte e il suo posto è nell'ala della servitù. Quando scocca la mezzanotte e l'incantesimo deve giungere alla sua proverbiale fine, Sophie si dilegua e Benedict si dispera, ma, pur non avendo alcuna traccia sull'identità della dama che gli ha rubato il cuore, è determinato a cercarla e farla sua. La ricerca durerà settimane, mesi anni...
Due anni dopo, l'anima di Benedict è ancora ossessionata dalla visione della fanciulla dal vestito argentato. Ma in qualche modo la sua vita si barcamena, nella noia e nel ricordo, nella speranza di rivederla. Finché, ad una festa in casa di suoi conoscenti, la sorte non gli mette fra le mani il compito di salvare dallo stupro una cameriera. Il giovane figlio dei padroni di casa e i suoi degni amici avevano deciso di spassarsela con la povera ragazza , 
La nuova raccolta 2012 che contiene
il romanzo
che ora si dibatteva terrorizzata in mezzo ai mascalzoni. Benedict che, in quanto Bridgerton, è fatto di tutt'altra pasta, intimorisce e scaccia i malintenzionati e porta via la pulzella, che, fra parentesi, è Sophie. Lei riconosce lui, ovviamente. Lui non può riconoscere lei. L'idea iniziale è di trovarle un posto fra il personale della casa di sua madre, ma per prima cosa la porta nel proprio cottage, che si trova non distante e nel quale era già intenzionato a trascorrere qualche giorno. Una pioggia violenta e fredda li sorprende durante il tragitto e Benedict, che era convalescente da un raffreddore, si busca una terribile febbre. I due coniugi che custodiscono il cottage sono momentaneamente assenti, così Sophie si trova nell'imbarazzante e sconvolgente situazione di dovere accudire un uomo in delirio febbrile, cercando di non pensare che si tratta di colui che ha turbato i suoi sogni da quel ballo in maschera di due anni prima. Mrs e Mr Crabtree, i custodi, tornano alla base e prendono in mano la situazione domestica, ma Benedict si è così piacevolmente abituato alle cure della dolce Sophie, che prolunga volutamente la propria convalescenza. Il ricordo del suo amore misterioso è ancora lì, ma questa ragazza lo fa sentire bene, lo rende quasi felice, anzi sembra che possa fargli provare sensazioni molto simili a quelle che aveva provato per l'altra. Noi possiamo capire perché, ma lui lo saprà solo alla fine del romanzo...
Sta di fatto che ormai Benedict non vuole rinunciare a vedere Sophie e, con un piccolo atto di coercizione (a fin di bene!), la porta a Londra e la installa in casa di sua madre, dove le trova un impiego come cameriera personale delle sue sorelle. Accolta con un affetto speciale dalle donne di casa Bridgerton, Sophie scopre per la prima volta in vita sua il calore di una famiglia. Il problema è che Benedict vuole averla per sé, ma le regole del suo rango sociale non gli permettono di sposarla e lei, pur amandolo, rifiuta la posizione di amante, non volendo che un proprio figlio possa mai subire la sua triste sorte di illegittima.
Il tira e molla su questo punto si trascina un po' troppo a lungo, nell'attesa che si giunga al congruo numero di pagine stabilito, prima che gli eventi prendano una svolta verso il lieto fine. I due protagonisti del romanzo sono più raccontati che mostrati, sono circondati dalla vicenda che vivono, ma non la cavalcano, non catturano la nostra attenzione. Subiamo l'emotività che l'autrice cerca di inculcarci con la storia di una martoriata eroina, ma il tessuto tracciato è troppo rado e poco coinvolgente. Debole, stiracchiato.
L'impennata di malasorte che sul finale si accanisce su Sophie non fa che peggiorare la sensazione di una storia scritta giusto per non lasciare un buco nella saga dei Bridgerton. Per fortuna questo romanzo presenta numerosi momenti in cui possiamo conoscere ulteriormente gli altri membri della famiglia e nell'insieme costituisce un tassello importante per farceli amare sempre di più.

L'ideazione di questa mitica famiglia e dell'alone di unicità che la circonda nel panorama del ton londinese è una trovata geniale di Julia Quinn. I Bridgerton non hanno bisogno di niente e di nessuno, sono ricchi e possono permettersi matrimoni d'amore anche parecchio "alternativi" per i canoni della società in cui vivono. Restano sempre i più ammirati, i più desiderati, ma non si montano la testa, perché il loro nucleo familiare è una roccaforte di valori e sentimenti reciproci indistruttibili. Una specie di "Mulino bianco" regency.
In LA PROPOSTA DI UN GENTILUOMO Julia Quinn indugia sull'aspetto romantico e fiabesco al di là della sua dose abituale, ma in alcuni passaggi ci regala inaspettati tocchi di ilarità e leggerezza che ci ricordano perché ci piace così tanto il suo stile. E' il suo marchio di fabbrica: la scrittura sorridente, una dote che la rende speciale.
Sul finale del libro, come tradizione dei primi romanzi della saga, ci si interroga sulla misteriosa identità della donna che conosce in anticipo tutti i segreti dell'alta società londinese. Ormai, avendo letto attentamente fra le righe, noi perspicaci lettori ci siamo già fatti un'idea di chi si cela sotto lo pseudonimo di Lady Whistledown. E ci pare di intuire che scopriremo il suo destino nel prossimo romanzo...

Francesca


VEDI QUI LA NOSTRA PRESENTAZIONE DI TUTTA LA SAGA DELLA FAMIGLIA BRIDGERTON

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2 commenti:

  1. Direi che sono rimasta delusa da recensioni così appassionate,perchè il libro in sè non è fatto che di frasi ripetute e una protagonista alquanto noiosa.
    Giulia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Giulia, grazie per averci fatto sapere cosa ne pensi del libro. In ogni caso, per quanto ci riguarda un 3,5 come giudizio non è certo un punteggio che riserviamo a libri che si fanno leggere ma non certo capolavori del genere. Perciò la recensione di Francesca può essere stata appassionata sulla serie dei Bridgertons ma non certo su questo libro che fin dal primo paragrafo della recensione viene definito con trama sfilacciata e poco polposa.

      Elimina

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