NEW PENS FOR ROMANCE presenta... LAURA GAY



La nostra rubrica sta andando forte e per questo vogliamo ringraziare tutte, autrici e lettrici! Oggi New Pens for Romance presenta LAURA GAY, conosciuta anche con il nick che usa per i suoi interventi nello spazio commenti del blog come Luna70. Quello di oggi non è propriamente un romance in senso stretto, ma ci è sembrato comunque interessante dare spazio a un'aspirante autrice di molta fantasia, che ha un blog personale su cui dà ampio dimostrazione del suo interesse per la scrittura (http://laureen.splinder.com/) ...BUONA LETTURA!


Anche se l'estratto che vorrei proporvi non è preso da un romance ma da un "Time travel" mi voglio buttare anch'io in quest'avventura.
Il brano che ho scelto appartiene al settimo capitolo di un romanzo che ho concluso da poco e che ho deciso di intitolare "Prigioniera del tempo".
La storia si basa sulle avventure di una studentessa liceale che all'improvviso si trova catapultata in un'altra epoca, nella Roma dei Borgia, ed è costretta a dover lottare per la sua sopravvivenza e per riuscire a far ritorno a casa.
Questa particolare scena comincia con un dialogo fra lei e un ragazzo che cercherà in tutti i modi di aiutarla e proteggerla, essendo segretamente
innamorato di lei.
Ma la fanciulla è contesa anche dall'amore dell'affascinante e perfido Cesare Borgia che allo stesso tempo le incute timore e l'attrae profondamente.
Non aggiungo altro e vi lascio alla lettura del testo.
Fatemi sapere cosa ne pensate!

Laura
“Ti ho vista parlare con Messer Cesare”, disse Cristiano mentre si avviava con Elisa verso il palazzo di Santa Maria, “Mi sembra di averti già detto che quell’uomo è pericoloso.”
La ragazza sbuffò esasperata. A volte il suo nuovo amico era peggio dei suoi genitori.
“Di cosa hai paura, si può sapere?”
“Temo che possa farti del male. Cesare è abituato a prendere quello che vuole. Anche con la forza.”
“Non dire assurdità!” Reagì con rabbia Elisa. Era stufa che le venisse detto cosa doveva fare e che si cercasse di proteggerla. In fondo, Cesare non le sembrava così pericoloso. O almeno, con lei si era sempre comportato bene.
Affrettò il passo e aggiunse seccata: “Non c’è bisogno che mi accompagni. Conosco la strada.”
Quindi proseguì da sola nel buio della notte. All’improvviso, mentre attraversava i giardini vaticani, si ritrovò in un labirinto di siepi e cespugli di rose. Si accorse di aver sbagliato strada perché era certa di non essere mai stata in quel punto nascosto del giardino, quindi si volse e cercò di tornare sulla retta via, quando si ritrovò innanzi Giovanni Borgia, vestito con una casacca color amaranto e una calzamaglia giallo oro. Era completamente ubriaco e camminava con passo instabile.
“Ma che graziosa fanciulla!” Esclamò, squadrandola da cima a fondo, con un sorriso divertito.
Elisa fece per cambiare strada, ma lui fu più veloce e la trattenne per un braccio.
“Non scappare, bellezza. Non vuoi dare il tuo benvenuto al primogenito del papa?”
A quel punto lei si spaventò. Aveva un’espressione indecifrabile, a metà fra l’ostiilità e l’allegrezza. Intanto lui, con agilità e destrezza, era riuscito a immobilizzarla, stringendole con forza il polso, al punto che ella temette che le ossa fossero sul punto di spezzarsi. Lanciò un grido, ma non c’era nessuno nei paraggi e Cristiano doveva essere troppo lontano ormai.
“Cosa volete farmi?” domandò atterrita.
“Divertirmi un po’. Che altro?”
Elisa aveva sentito varie voci sulla crudeltà di Giovanni. Si diceva che avesse persino rapito un paio di vergini, appartenenti a nobili casati, e che le avesse violentate, incurante della reazione dei loro familiari. Essere il figlio del papa gli dava il potere necessario per non temere nulla e, di certo, non si sarebbe fatto scrupoli con lei che era solo una serva.
All’improvviso, le strappò la veste e affondò il viso fra i suoi seni. Elisa sentì lacrime amare scendere silenziose, mentre, immobilizzata dalla paura e dalla forza pressante di lui, era conscia di non avere vie di scampo.
In quell’attimo, una voce alle loro spalle la colse di sorpresa. “Lasciala stare.” Elisa riconobbe subito quel tono fermo e risoluto. Era Cesare. “Che vuoi, fratello?” Obiettò Giovanni con rabbia malcelata.
“Sei ubriaco, Giovanni e non stai dando un buono spettacolo di te”, cercò di blandirlo il giovane cardinale. “Nostro padre non sarebbe contento.”
Giovanni scoppiò in una sguaiata risata. “Nostro padre? Non si intrometterà di certo! Hai scordato che sono il suo figliolo prediletto?”
Tuttavia, Cesare non si dette per vinto e continuò: “Elisa è molto cara a Sancha, nostra cognata. Non vorrai offenderla con un gesto sconsiderato, mi auguro.”
“Sancha?” Giovanni parve frugare nei meandri della propria memoria. “Ah, sì. Quella bella giovane che sedeva vicino a te stasera. Corre voce che te la sia portata a letto. E bravo il mio fratellino.”
Dallo sguardo di Cesare trapelò una profonda collera che tuttavia seppe nascondere piuttosto bene. “Pensi che potrebbe farsi dare una ripassata anche dal sottoscritto?” proseguì Giovanni, continuando a ridacchiare. “Dopo te e Goffredo le manca il terzo fratello, ti pare?”
Cesare si mostrò conciliante e disse: “Perché no? Però adesso è meglio se vai a sdraiarti un poco. Hai bevuto veramente troppo.”
Giovanni lo fissò un istante inebetito poi annuì. Cesare dovette sorreggerlo perché le gambe stavano per cedergli. Quindi lanciò un’occhiata piuttosto eloquente a Elisa che approfittò dello stato confusionale del giovane per fuggire via.
Dopo aver accompagnato il fratello, ubriaco, nelle sue stanze, corse a cercarla e la trovò in un angolo del giardino, ai piedi di una fontanella di marmo. Era seduta per terra e piangeva nascondendo il viso fra le ginocchia. Intuì che dovesse essere ancora molto scossa.
“Stai bene?” Le chiese, con insolita dolcezza.
Lei sollevò lo sguardo e lo fissò con un paio di occhi azzurri, colmi di tristezza. “Voglio tornare a casa mia.” Singhiozzò, senza rendersi conto di cosa diceva. “Non voglio rimanere qui un momento di più.”

Più tardi Elisa si ritrovò nella stanza di Cesare con lui che cercava di calmarla.
“Tranquilla. Non è successo nulla.”
Lei lo fulminò con un’occhiataccia. “Nulla, dici? Tuo fratello ha cercato di violentarmi!”
“Ma io gliel’ho impedito.”
“Voglio denunciarlo alla polizia.”
Cesare trattenne un sorrisino. “Denunciarlo? Per cosa? Per aver cercato di possedere una donna? Non credo che questo sia contemplato come un grave crimine.”
“A casa mia lo è.”
“Senza contare che lo Stato della Chiesa è governato da mio padre che è anche suo padre. Credi sul serio che prenderebbe le tue difese piuttosto che le sue?”
Elisa rimase sconcertata per un istante. Vivere in quell’epoca remota stava diventando sempre più complicato. “Un papa dovrebbe occuparsi solo delle cose religiose e di certo non dovrebbe permettere un’atrocità del genere.” Sbottò irritata.
“Ma tu ed io sappiamo che non è così che vanno le cose.”
Stava per rimettersi a piangere quando lui le offrì un bicchiere di vino. “Bevi questo. Ti aiuterà a calmarti.” Sembrava insolitamente gentile e questo contrastava con l’opinione che si era fatta di lui. Possibile, che dietro a quella maschera di indifferenza e arroganza che portava, battesse un cuore? Se lo chiese, mentre svuotava il bicchiere per poi chiedere dell’altro vino.
Solo dopo aver bevuto anche il secondo calice, si accorse che lo sguardo di Cesare stava indugiando sul punto della veste che le era stata strappata e da cui si intravvedevano i suoi seni.
Arrossì e cercò di coprirsi con le mani. “Mi ha persino rovinato il vestito.” Si lamentò. “Era l’unico che avevo.” Per lo meno l’unico che potesse andar bene nel 1496.
“A questo si può rimediare.”
Incontrò i suoi occhi e si sentì rabbrividire. La stava guardando con un’espressione dolce che non gli aveva mai visto.
“A proposito…” Si decise a dire. “Grazie per avermi aiutata.”
Cesare sorrise. “E’ stato un piacere.” Poi l’attirò a sé e la baciò. Fu un bacio lento e lunghissimo in cui si assaporarono a vicenda. Elisa si sentiva come stordita e non lo fermò mentre le mani di lui si protendevano verso i suoi seni, andando a stuzzicare i capezzoli. Gemette piano e chiuse gli occhi. Sentiva di volere di più ed era una sensazione strana per lei sempre così razionale e riflessiva. Uno dei motivi per cui non era andata fino in fondo con Matteo era la paura di perdersi in un sentimento grande come l’amore. Abbandonarsi completamente a qualcuno era come mettere a nudo le proprie fragilità. E se poi quel qualcuno l’avesse lasciata? Non riusciva a immaginare il vuoto che avrebbe provato in una simile eventualità.
Nel caso di Cesare, poi, era sicura che non ci sarebbe stata storia. Appartenevano a due epoche diverse e lei era più che decisa a far ritorno nella sua. Inoltre, lui era un uomo di chiesa, sia che lo volesse oppure no, indossava l’abito cardinalizio. E come se non bastasse si scopava la cognata.
Non seppe dire quale di quei particolari la riscossero dal suo intorpidimento, forse tutti e tre, comunque, mentre le labbra di Cesare si posavano frementi sul suo collo, lei lo allontanò.
“No, vi prego. Non fatelo.”
Quando posò nuovamente lo sguardo su di lei lui pareva frustrato e confuso.
“Che c’è che non va, ora?”
Elisa si scostò da lui tremante. “Ho appena subito un tentativo di stupro.” Mentì, ben sapendo che non era quella la vera motivazione, “In questo momento non mi va.”
Cesare cercò di ritrovare il proprio autocontrollo e fece appello a tutta la sua pazienza prima di rispondere: “Come vuoi. Ti accompagno fino al palazzo di Santa Maria. Non vorrei che ti cacciassi in qualche altro guaio. Una donna non dovrebbe mai girare da sola di notte.”
Lei lo guardò con aria di sfida. “Me lo ricorderò.”
Si avviarono lungo uno stretto corridoio ed Elisa si accorse fin da subito che lui la stava conducendo attraverso una strada che non conosceva.
“Dove stiamo andando?” Chiese non fidandosi completamente del suo accompagnatore.
“E’ un passaggio segreto”, specificò Cesare divertito dalla sua aria circospetta, “Mette in collegamento il Vaticano col palazzo di Santa Maria.”
A quanto pareva quel posto era pieno di passaggi segreti, pensò la ragazza del futuro.
“Per caso c’è un passaggio anche a castel Sant’Angelo?” Chiese senza riuscire a frenare la propria curiosità. Continuava a pensare alla botola chiusa a chiave e a quello che le aveva detto Cristiano in proposito.
Cesare la fissò dubbioso per un momento che le parve un’eternità. Infine rispose: “Sì, c’è. Si tratta di una passerella sopraelevata che collega il castello coi palazzi vaticani. E’ stato costruito per permettere ai papi di rifugiarsi in un luogo sicuro in caso di qualche minaccia. Due anni fa mio padre se n’è servito per sfuggire alle milizie di Carlo VIII, re di Francia.”
Elisa assunse un’aria delusa. Conosceva già quel passaggio, lo chiamavano Passetto e nella sua epoca era stato restaurato e aperto al pubblico. Lei stessa l’aveva visitato una volta con i suoi genitori.
“Ma all’interno della fortezza non c’è qualche altro passaggio di cui nessuno è a conoscenza?” Insistette, nella speranza di strappargli qualche informazione a lei utile.
Lo sguardo di Cesare tornò glaciale e impenetrabile come quando l’aveva conosciuto. Elisa temette di aver fatto un passo falso ma egli rispose educatamente: “Come mai tutta questa curiosità verso Castel Sant’Angelo, madamigella?” Aveva parlato in tono canzonatorio ma lei ben sapeva che era lungi dallo scherzare. La stava studiando, pensò mentre ribatteva con un sorriso innocente: “Oh, nulla. Mi affascinano i misteri, tutto qui.”
Si accorse che erano arrivati a destinazione quando Cesare si fermò e con un lieve inchino la salutò. “Adesso puoi procedere da sola.” Le disse. “Non ti accompagno nella tua stanza visto che è confinante con quella di Sancha e vorrei evitarla. Sarà furiosa perché stanotte non le ho permesso di raggiungermi.”
“Oh, immagino”, fece lei acida, “Una notte senza sesso sarà dura per madonna Sancha. Speriamo almeno che abbia potuto consolarsi col marito.”
Cesare trattenne una risatina. “Speriamo.” E dopo essersi congendato si dileguò lungo il passaggio segreto. Elisa rimase a guardarlo con una punta di delusione. Non era riuscita a scoprire nulla riguardo alla botola nemmeno in quell’occasione, ma si ripromise di riprovarci.
Laura Gay



Ringraziamo LAURA GAY per aver partecipato al nostro spazio New Pens for Romance.

Vi è piaciuto questo racconto? Questa rubrica è dedicata sia alle scrittrici che alle lettrici, perciò i vostri commenti sono più che benvenuti!


16 commenti:

  1. Molto carino e originale!Complimenti Laura!!

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  2. Uhaooo. Mi ha tenuta incollata al video. Complimenti anche da parte mia.
    Rachele.

    RispondiElimina
  3. Lauraaaaaaaaaaa!!! Che bello ritrovare Elisa, Cristiano *_* va bè anche Cesare va... hi hi hi! Come sai, a me piace molto il tuo modo di scrivere: vedo tante ricerche dietro, hai un linguaggio chiaro, incisivo, non usi paroloni complicati, cosa che io apprezzo molto in un romanzo perché sono del parere che le nostre storie devono arrivare a chiunque. Uno scrittore non è bravo perché usa termini sofisticati, anzi è proprio il contrario.
    Riesci a catapultare il lettore nelle scene, a fargli vivere le stesse emozioni dei personaggi. Sei scorrevole e questo è un gran pregio. Solo un piccolo appuntino: perché dopo i dialoghi metti sempre la maiuscola? Come ad esempio in questa frase "Elisa si scostò da lui tremante. “Ho appena subito un tentativo di stupro.” Mentì, ben sapendo che non era quella la vera motivazione"
    Mentì non dovrebbe essere maiuscolo, cioè io perlomeno non lo metto mai dopo i dialoghi. Magari sbaglio io ^^ Ma come vedi è solo una quisquiglia, niente di che.
    Bene, a questo punto ti auguro veramente con tutto il cuore di trovare un editore che creda in te e che pubblichi questo tuo bellissimo romanzo. Anche perché sono curiosa di sapere come va a finire. Tienici aggiornate, mi raccomando cara!
    Baci!

    PS. Permettetimi un "Forza, Cristiano!!!" :D perché per sfidare Cesare ci vuole un gran bel coraggio!

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  4. Grazie a tutte per l'incoraggiamento! A Sonia vorrei dire che ha perfettamente ragione. A volte mi sfugge la lettera maiuscola in modo improprio. Correggerò senz'altro.
    Ah, riguardo al fatto di preferire un linguaggio semplice, rivolto a tutti, la penso proprio come te.
    I libri non devono essere espedienti per gare di stile o terminologie complicate. L'importante è che arrivino al cuore della gente.
    Io non so se riesco a colpire il lettore nel profondo dell'anima, penso di avere ancora molto da imparare da questo punto di vista, però il mio intento è proprio questo: arrivare al cuore!
    Grazie ancora.

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  5. Anch'io come Sonia avevo già letto questo pezzo in anteprima sul suo blog e mi ero appassionata alla storia di Elisa e Cristiano e credo che Laura sia stata brava soprattutto nel delineare la differenza di mentalità tra la protagonista e gli altri personaggi, per una ragazza di oggi è davvero difficile adattarsi, infatti, ad abitudini e mentalità della Roma di fine '400.
    Cristina

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  6. Laura finalmente un pezzettino della tua nuova opera^-^.
    Tu sai quanto io abbia apprezzato il tuo romanzo ed anche quasta volta posso dire che l'estratto mi piace. Tuttavia ci sono alcune cose che credo varrebbe la pena di approfondire come ad esempio la violenza che Elisa subisce. Elisa si trova catapultata in epoca irreale e sconosciuta. Di conseguenza il suo atteggiamento diciamo "moderno" la porta ad essere incauta come adentrarsi nelle vie della città di notte. Questo pezzo è perfetto, ciò che mi è mancato è la sua reazione. Piange è vero ma se penso a me al suo posto sarei terrorizzata. Dubito che mi farei accompagnare dal fratello di colui che ha appena tentato di violentarmi, per quanto dolce possa essere.
    Ovviamente questa è una mia opinione (tu Laura mi conosci e sai che dico sempre ciò che penso^-^) e ti ripeto l'estratto mi piace.
    un bacione

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  7. Cara Veronica, quello che dici è vero. Anch'io al posto di Elisa sarei terrorizzata e non mi fiderei affatto di Cesare. Però il personaggio ha già avuto a che fare con lui nelle pagine precedenti e, sebbene sia ancora un po' guardinga nei suoi confronti, sta cominciando a cedere. Solo in seguito finirà per rendersi conto della crudeltà del giovane Borgia. Vedi, quello che caratterizza Elisa è una forte impulsività di carattere, mista a un coraggio che, forse, è quasi incoscienza. E' molto giovane e, ai nostri giorni, le ragazze della sua età sono ancora un po' immature. Per lo meno è così che io la vedo. Poi, se sia giusto o sbagliato o poco credibile questo non so dirtelo. Il fatto è che non riuscirei a vederla in modo diverso! Grazie mille del tuo intervento. Sai che la tua opinione per me conta molto.

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  8. Brava Laura...adesso però...mi devi dire...torna a casa Elisa???
    :oDDDDDDDDDDD

    Baci
    Lady Akasha

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  9. Davvero bello!!! Vorrei sapere il seguito!!

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  10. Devo ammettere di aver seguito la storia di Elisa e Cristiano con moltissimo interesse !
    Bravissima !!!!

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  11. BRAVA LAURA...BRAVA! NON AVEVO MAI LETTO UN TIME TRAVEL E DEVO DIRE CHE E' MOLTO INTRIGANTE! HAI TALENTO NELLO SCRIVERE...CATTURI L'ATTENZIONE COME I VERI GRANDI SCRITTORI!!!!

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  12. Amo i time travel ma a quanto pare nessuno si decide a pubblicarne qualcuno. ^_^
    Sei bravissima Laura. In bocca al lupo e buon lavoro!

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  13. Mi piace lo stile, condivido l'opinione di Sonia in proposito. Condivido però anche quella di Veronica riguardo alla reazione. La forza del TT deve stare, credo, proprio nello scontro tra due epoche, nel modo diverso di pensare e reagire dei personaggi. Ecco, io differenzierei anche il modo di parlare dei tuoi personaggi. Va bene lo stile semplice, ma Cesare, Giovanni e via dicendo sono persone del 1500 e devono in qualche modo, a mio avviso, parlare in modo diverso da Elisa. La quale da parte sua è bene che reagisca da donna del XX (o XXI) secolo, qualche tentativo di calcio a Giovanni, magari glielo avrei fatto dare. Forse nel '500 una donna poteva essere stuprata impunemente e permettersi solo di avere paura, di essere sconvolta, ma la tua eroina è figlia di un'altra epoca, fatta di donne emancipate che cercano anche di difendersi da sole.
    L'ultimo appunto... quanti anni ha Elisa? Perché io mi ricordo che i Borgia li avevo già studiati quando avevo 16/17 anni e se mi fossi trovata di fronte a Cesare... be'... per quanto affascinante potesse essere, non credo sarei riuscita a fidarmi di lui.
    Non prenderle come critiche, mi raccomando, solo suggerimenti, perché il lavoro in sè mi sembra molto buono. Complimenti.
    Silvia

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  14. Apprezzo tantissimo Laura/Luna è veramente una scrittrice molto interessante: trame originali, linguaggio semplice ma non scialbo o ripetitivo. Le sue storie mi lasciano sempre con il fiato sospeso e anche questo Time travel di cui aspetto con ansia la conclusione! Baci Laura, sai quanto ti apprezzo! (Agata/Millecuori)

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  15. ma quando arriva il seguito??????????????? non vedo lora di sapere come va a finire!!!
    fammi sapere...

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  16. Vorrei rispondere a Silvia e mi scuso se lo faccio in ritardo. Penso che tu abbia perfettamente ragione sul fatto che una ragazza del ventunesimo secolo parli e si comporti in maniera diversa da una del cinquecento. Purtroppo in questa parte del romanzo non sono messe bene in evidenza queste differenze, ma ti posso assicurare che quasi tutto il romanzo è incentrato su questo. Non per niente Cristina che ne ha letto una buona parte, l'ha scritto nel suo commento! :-)
    In quanto alla reazione a un tentato stupro, è vero, ma bisogna trovarsi in una determinata situazione prima di essere certi di come si reagirebbe. Io, per esempio, non credo che riuscirei a reagire con lucidità e la forza di un uomo non è certo pari a quella di una donna. Tant'è vero che, anche al giorno d'oggi, di violenze sulle donne ce ne sono a bizzeffe! Nel brano si dice che Elisa era stata immobilizzata e si fa riferimento alla forza di lui. In una simile situazione non credo sia facile anche per una fanciulla smaliziata uscirne indenne.
    A proposito, per rispondere alla tua domanda, Elisa ha 18 anni ed ha studiato i Borgia a scuola. Nel corso del romanzo ogni tanto ricorda cose studiate fra i banchi di scuola che hanno a che vedere coi fatti che ora vive in prima persona. E la diffidenza nei confronti di Cesare non è inesistente, solo che lui è riuscito a toccare le corde giuste e la sta facendo innamorare.
    La crudeltà del personaggio è nota a tutti, però io nel mio romanzo ne ho voluto fare un uomo molto affascinante a cui le donne non sanno resistere.
    Se non fosse basato su questo presupposto, temo che verrebbe meno tutto il fascino di questo romanzo! :-P
    Comunque non mi sono affatto offesa per la tua opinione. Anzi, è utile conoscere i diversi punti di vista e confrontarsi con chi legge la storia. Certi particolari potrebbero sfuggirmi, se non ci fosse nessuno che me li fa notare.
    Quindi tranquilla e grazie di aver partecipato alla discussione.

    RispondiElimina

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