WHAT'S IN A NAME? Quanto conta il nome dei personaggi in un romanzo?

Sul blog Word Wenches è uscito un articolo firmato dalla scrittrice di storici Nicola Cornick che ho pensato potesse piacere anche a voi e l’ho tradotto.Buona Lettura!
Sono sempre stata interessata alla moda dei nomi, quale fosse in voga in un dato periodo oppure no. Una cosa che, è sperabile , ogni scrittrice di romance storici deve tenere in considerazione se vuole essere sicura di essere anacronistica. So che questo potrebbe sollevare un vespaio ma devo chiedervelo:

Scrittrici: date ai vostri personaggi nomi che andavano di moda all’epoca che descrivete o li chiamate con nomi che vi piacciono, anche se non sono proprio autentici storicamente parlando?

Lettrici : vi dà fastidio se un eroe Regency si chiama Tank o vi limitate a pensare che debba derivare dall’antico tedesco Tancred e quindi sia assolutamente accettabile?
Nomi della Conquista Normanna

E’ stata in effetti una recente serie della BBC sui Normanni che mi ha fatto pensare alla questione dei nomi e della lingua. Uno dei punti sviluppati nel programma dal Prof. Robert Bertlett ( che ha un bel nome normanno) era che l’invasione normanna dell’Inghilterra piantò i semi di gran parte della lingua inglese di oggi, mille anni più tardi. E questo include anche i nomi. I nomi dei conquistatori normanni diventarono presto popolari e sono comunemente usati anche oggi, come , per esempio, William, Robert e Alice. I nomi degli Anglo-Sassoni, al contrario, come Leofric, Ethelbert e Eadric, sono meno comuni. Questo perché era l’élite al potere a lanciare le mode. Ben presto William diventò il nome più comune della popolazione maschile in Inghilterra anche fra le classi popolari. E’ interessante notare che questo avvenne non solo perché ai nuovi nati venivano dati nomi normanni, ma anche perché anche alcuni adulti cambiarono i loro nomi perché volevano essere accettati dalla società normanna e non venire messi da parte come villici con nomi anglosassoni. Una cosa carina che ho scoperto sugli Anglo-Sassoni prima del 1066 era l’abitudine di coniare nuovi nomi per i bambini con nomi esistenti. Così, per esempio, Alfred e Edith potevano avere un bambino chiamato Aldith. Mi piace proprio questa abitudine, se fosse ancora in voga avrebbe portato a una piccola Fiadria nella nostra famiglia!
L’influenza della Chiesa

Alla fine del XIII° secolo la chiesa Cristiana in Europa occidentale esercitava una notevole influenza sui nomi dati ai figli. Particolarmente famosi erano i nomi dei santi perché la gente credeva nel loro potere di protezione e intercessione. Un sacco di nuovi nomi divennero di moda in quel periodo: John, Simon, Matthew, Daniel, Mary, Elizabeth, Anne. Un fatto curioso è che all’epoca c’erano più nomi maschili che femminili e le bambine venivano spesso chiamate con nomi maschili. Nei registri ecclesiastici ci poteva essere Philippa , messo al femminile solo per ragioni di concordanza grammaticale in lingua latina,m nella vita di tutti i giorni era probabilmente chiamata Philip. Quando una bambina veniva battezzata con un nome propriamente femminile era spesso per un gusto per ‘ l’esotico’; ci sono nomi come Camilla,Pavia e Melodia in registri risalenti al XII° secolo. Più tardi, alla fine del XVII° secolo,la chiesa Puritana divenne responsabile dell’adozione di oscuri nomi tratti dal Vecchio Testamento, come Habakkuk in segno di pietà, fino ad arrivare a nomi come Penitence (Penitenza), Grace of God ( Grazia di Dio) e Stand Fast on High (Alto nei Cieli) che però non divennero di moda nella società comune…
Jane Austen e i nomi dei personaggi

In questo caso sono debitrice nei confronti dell’autrice Elizabeth Hawksley che ha scritto un pezzo affascinante sull’argomento sul blog UK Historical Author’s Blog. Potete leggere tutto l’articolo qui e scorrere infondo fino a ‘Jane Austen and Names’ ma Elizabeth mi ha dato il permesso di citarne alcuni paragrafi. Jane Austen e i nomi dei personaggi In questo caso sono debitrice nei confronti dell’autrice Elizabeth Hawksley che ha scritto un pezzo affascinante sull’argomento sul blog UK Historical Author’s Blog. Potete leggere tutto l’articolo qui e scorrere infondo fino a ‘Jane Austen and Names’ ma Elizabeth mi ha dato il permesso di citarne alcuni paragrafi.
C’era la convenzione di dare al figlio e alla figlia maggiore i nomi dei genitori, come fanno Sir Thomas e Lady Bertram, nata Maria Ward, in Manfield Park. Jane Fairfax in Emma è chiamata come la sua defunta madre. In Persuasione, il figlio maggiore di Charles Musgrove si chiama Charles e così via. Anche il denaro ha un ruolo importante nella scelta del nome. In Emma, John Knightley è un figliominore senza terre a suo nome. La tenuta degli Hartfield, dove è cresciuta sua moglie Isabella, non ha eredi di maschi così sarà Isabella ad ereditarla. L’importanza finanziaria di tutto questo rieccheggia nel nome del figlio maggiore di John e Isabella: “Henry è il maggiore, è stato chiamato come me, non come suo padre”, dice il vecchio signor Woodhouse, padre di Isabella. Questo allontanamento dalla norma, chiaramente, richiede una spiegazione da parte del Sig. Woodhouse. I nomi, quindi, non vengono scelti perché piacciono ai genitori ma con considerazione ai legami di famiglia o a una sperata eredità. Occasionalmente Jane Austen usa i nomi come indicatore di carattere. Prendete la tremenda Augusta Elton in Emma. Il nome Augusta era entrato in uso con gli Hannover e poteva perciò rappresentare un parvenu. La sorella e la madre di GiorgioIII si chiamavano entrambe Augusta. Jane Austen indica in modo chiaramente le pretese sociali di Augusta Elton dandole questo nome.
Un eroe chiamato Tiger

Siamo arrivate così al Regency e uno sguardo ai nomi dell’aristocrazia dell’epoca ci mostra quali fossero quelli in voga fra il Ton e quali no. Ci
siamo tutte imbattute in nomi anacronistici nei romanzi storici. A qualche lettrice non importa, altre lo ritengono un elemento straniante, qualcosa che le allontana dalla storia. Un buon escamotage per le autrici a cui piace usare nomi che non erano in voga nel XVIII°/XIX° secolo è l’abitudine del tempo di usare cognomi come nomi propri. Era un uso abbastanza frequente nelle famiglie aristocratiche ; nel periodo Georgiano sia a Berkeley Craven che a Keppel Craven, fratelli del conte di Craven , fu dato il cognome come parte del nome proprio. Al contrario l’erede dei Craven fu chiamato solo William. Naturalmente anche un cognome usato come nome proprio deve suonare inerente al periodo, secondo me, per evitare che strida.

Mi permetto di dire che eroi con nomi di animali feroci, o anche non feroci, suonano fuori luogo a meno che non siano usati come soprannomi, anche se non fu forse Georgette Heyer a far chiamare un personaggio Lion (leone) per Lionel? Confesso di non essere nella posizione di criticare perché anch’io ho delib
eratamente chiamato due ducati con il nome di uccelli rapaci invece di scegliere nomi di luoghi geografici veri. Una cosa interessante di questo periodo è che si cominciarono ad usare nomi di ‘celebrità’ per i nascituri. Non è solo un fenomeno moderno. Ci furono un sacco di Orazio dopo la battaglia di Trafalgar e un certo numero di Percy in onore del poeta Percy Bysshe Shelley. Come aneddoto sull’argomento lingua adoro questo commento del Prof. Bertlett sugli effetti dei Normanni sulla lingua inglese:

L’inglese moderno ha molte parole di significato simile perché parole di derivazione francese furono assimilate nella lingua di ogni giorno. C’è da sempre un’associazione fra tutto ciò che è francese con le classi alte e tutto quello che è anglosassone con la rozzezza.’Pig’ (maiale) è inglese, ‘pork’( la carne di maiale) è francese. Sheep (pecora) è inglese, mutton(la carne di pecora) è francese. ‘Cow’(mucca/bovino) è inglese,’beef’(carne di bovino)è francese. Quando l’animale si trova su un terreno freddo e fangoso coperto di escrementi l’animale ha nome di origine inglese. Quando è stato cucinato e tagliato e messo su una tavola con un bicchier di vino ha nome francese.” Bien sur.
Nicola Cornick in Word Wenches blog

Cosa pensate anche voi lettrici italiane di questo problema dei nomi? Siete contente quando il protagonista di un romanzo storico è chiamato Lion o Tiger? Oppure non vi interessano più di tanto? Lasciate un commento.

11 commenti:

  1. Per quanto mi riguarda, adoro i nomi orecchiabili e anche considerati moderni nel nostro tempo. Nomi, tuttavia molto usati anche in passato come Francesco, Guido, Andrea, Matteo, Isabella, ecc, ecc.
    Non mi dispiacciono anche nomi come Regina e Celeste, Emma, Giacomo... poco usati al giorno d'oggi, ma non sono troppo superati come Venanzio, per fare un esempio. Nomi di quel genere proprio non mi piacciono, anche se posso accettarli in personaggi meno importanti.
    Miriam

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  2. Anche io tendo a riservare i nomi un pò pesanti ai personaggi di contorno. Per il resto cerco di adeguare il nome all'epoca, al ceto sociale e al personaggio. Ricordo una lettrice che criticò la mia scelta di attribuire ad un protagonista il nome Paride, ritenendolo ridicolo. Ma quello era uno zingaro, un fabbro itinerante! Come doveva chiamarsi, Kevin? Sarà bella sentire cosa penserete del protagonista di uno dei miei romanzi brevi natalizi: Tamerlan Baron! Bè, ma era un tartaro e un circense! Adesso mi sto studiando delle belle liste di nomi medievali, per il prossimo romance. E sono in dubbio per quello della protagonista, ma non ho voglia della solita Costanza o Eleonora, che imperversavano all'epoca. Sto decidendo tra Nives (dalla madonna della neve) e Olivia.
    Roberta Ciuffi

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  3. Articolo interessantissimo e molto ben curato, nonostante non fosse un argomento su cui avessi fatto molto caso, sei riuscita a rendermelo davvero intrigante. Ti ringrazio moltissimo!

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  4. Cara Roberta,anche se certi nomi possono 'non suonarci' io sono per mantenere l'autenticità storica e quindi circa i romanzi con ambientazione italiana usare anche quelli che oggi possono sembrare un po' desueti.

    Però è indubbio che un protagonista con un brutto nome...rovina un po' il risultato!

    Grazie Caroline sono contetnta che l'argomento ti interessi come ha interessato me. E...domani non perdere quello dei nomi dei personaggi di Jane Austen!

    Francy

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  5. E' un articolo interessante, Francy, mi è piaciuto molto.
    E poi, è molto bello che due autrici abbiano lascito il loro commento sull'argomento. Grazie, signore.
    Ah! Mia madre mi chiamava Melisenda, quando ero piccola.Chissà perchè. Ho sempre pensato che sarebbe stato un nome adatto a un personaggio di un romanzo storico. Ma forse oggi farebbe ridere. Chissà.
    Viv

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  6. Care Bibliotecarie Romantiche, sui nomi svolgo una vera e propria ricerca tra quelli più in voga all'epoca, finchè trovo quelli più adatti ai miei protagonisti. Ho un volune con i nomi di molte nobili famiglie che vanno dal 1300 circa fino alla fine del 1800. Inoltre devono anche piacermi, altrimenti non potrei entrare in sintonia con gli interpreti del romanzo. Certo che di nomi strani ne ho sentiti parecchi negli anni. A Casale Monferrato anni fa mi capitò di vedere l'epigrafe di un uomo che si chiamava Ricambio Giusto... mi chiesi, e penso che sarete dello stesso parere, come qualcuno che di cognome faceva Ricambio abbia potuto dare al figlio il nome Giusto. Mah, se avessi dato quel nome a qualcuno dei miei personaggi, chiunque avrebbe creduto che me lo ero inventata io ma, come ripeto sempre, la realtà supera di gran lunga la fantasia, anche la più fervida,
    Mariangela Camocardi

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  7. Bello questo articolo sui nomi!

    E devo dire che preferisco leggere romanzi in cui i nomi dei personaggi siano legati al luogo/periodo storico del libro.
    Anche perchè se un personaggio mi piace...finisce per piacermi pure il nome...per quanto improbabile possa essere.

    Credo sia ancora reperibile un divertentissimo libro sui nomi di Fruttero-Lucentini in cui c'erano tanti esempi di nomi reali in cui "la realtà supera la fantasia" tanto per citare la bravissima signora Camocardi.

    p.s. Per la signora Ciuffi...Nives bellissimo nome...la mia ragazza si chiama così (e l'altra Manlia)!!

    Simona

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  8. Mi piacciono molto questo tipo di post. Molto interessanti. ^_^ Grazie.

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  9. Articolo molto interessante!
    I nomi sono un problema da non sottovalutare per un autore, come d’altronde i titoli dei romanzi o racconti, altra bestia nera!
    Per quanto possa sembrare strano, un nome è anche un suono, e evoca emozioni come tutta la musica. E come dice bene Roberta non può essere comunque anacronistico. Alla fine si tratta come sempre di equilibrio e un briciolo di saggezza.
    Un giorno mentre passeggiavo in un antico cimitero vidi una lapide con su scritto Satanasso Ferri… e c’erano anche alcuni Lucifero… inutile dire che sono scappata a gambe levate, e per quanto fossero nomi molto usati in quel paese nel’700, mi guarderei molto bene da utilizzarli 
    Ciao
    Cristina

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  10. ladymacbeth02/09/10, 17:09

    Argomento molto interessante, grazie.
    Devo confessare di non aver colto, a suo tempo, la sottigliezza nell'uso dei nomi e loro significato da parte di J. Austen.
    Personalmente non mi piacciono per niente i nomi anacronistici, specialmente nei romanzi storici, preferisco trovare nomi un po' strani per i nostri gusti ma adatti al contesto storico.
    Mi intrigano molto i nomi definiti anglo-sassoni, donano un certo non so che di misterioso, specialmente ai personaggi maschili.

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  11. articolo molto interessante, grazie laura! Concordo con roberta ciuffi che, secondo me, ha un fiuto eccezionale per i nomi giusti per una storia. Ricordo benissimo paride, prot di uno dei miei romance preferiti. Per i miei storici come mi regolo? 1) deve essere coerente con l'epoca 2) non estraneo al nostro orecchio 3) i diversi personaggi non devono avere nomi simili, tranne il caso in cui l'assonanza serva alla storia 4) deve piacermi! (nota: non mi piacciono i nomi "stravaganti" 5) uno dei due personaggi principali deve avere almeno una iniziale con la M (è il mio marchio di fabbrica). Per i contemporanei? ora che ci penso valgono le medesime indicazioni di prima. maria masella

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