Per iniziare bene l'anno...

"Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. Come il tempo per scrivere, d'altronde, o il tempo per amare." (D.Pennac)
Questo vuole essere un blog di dolcezze varie per chi scrive e chi legge, perchè la vita può essere spesso abbastanza amara e un po' di zucchero ogni tanto male non fa, ma questo è soprattutto un blog dedicato alla lettura di romanzi ed è per questo che mi piace iniziare l'anno con un decalogo che, sono sicura, molte sanno già a memoria, derivato dal famoso libro di Daniel Pennac, Come un Romanzo (Feltrinelli,1993) ,un saggio provocatorio e divertente sul diritto alla lettura di qualsiasi genere di libro con, come unico imperativo categorico, il piacere che se ne può ricavare.

Da questo piacevolissimo saggio possiamo trarre le ragioni e le giustificazioni, se ne abbiamo bisogno, alle nostre letture amene, che comunque vengano costruite, qualsiasi sia il loro genere ,hanno tutte un denominatore comune, che, secondo me, mette in luce anche il nostro fodamentale ottimismo. Ci piacciono i romanzi rosa perchè finiscono come spesso, troppo spesso, la vita non fa, cioè finiscono bene. Il denominatore comune del genere romance, lo sappiamo, è l'happy ending , se manca, se la fine è anche solo vagamente amara o triste, allora non si tratta più di romance, si sconfina già in un genere diverso.
Siamo inguaribili sognatrici? Siamo inguaribili romantiche perchè vogliamo, esigiamo (!) che alla fine l'amore trionfi? Sì e sì. Voglio fregiarmi di questi titoli come se fossero gioielli che la natura mi ha regalato, perchè andando avanti con gli anni mi accorgo sempre di più che fantasia e ottimismo sono qualità che aiutano a vivere meglio.

Tornando a Pennac, nel suo saggio l'autore compila una decalogo dei 'diritti imprescindibili del lettore', che mi sembra simpatico ricordare in questo post di inizio anno, come augurio, perchè leggere continui ad essere per tutte noi (indipendentemente dal genere delle nostre letture) un grandissimo piacere che ci illumina la vita e che ci tiene compagnia. C'è un pensiero in questo libro che in qualche modo mi sembra riferirsi ( e dare valore) a quello che facciamo qui, al nostro scambiarci impressioni, commenti e consigli sui libri:
"Quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre ad una persona cara. Ed è a una persona cara che subito ne parleremo. Forse proprio perché la peculiarità del sentimento, come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire. Amare vuol dire, in ultima analisi, far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo. E queste preferenze condivise popolano l’invisibile cittadella della nostra libertà. Noi siamo abitati da libri e da amici. Quando una persona cara ci dà un libro da leggere, la prima cosa che facciamo è cercarla tra le righe, cercare i suoi gusti, i motivi che l’hanno spinta a piazzarci quel libro in mano, i segni di una fraternità. "
Pennac sottolinea soprattutto il diritto a fare della lettura un'esperienza di assoluta libertà , sia per gli adulti che per i ragazzi, e per questo si diverte a riassumere queste libertà in un decalogo:


I DIRITTI IMPRESCENDIBILI DEL LETTORE
(secondo Pennac)

1. IL DIRITTO DI NON LEGGERE
(…) la maggior parte dei lettori si concede quotidianamente il diritto di non leggere. (…) tra un buon libro e un brutto telefilm, il secondo ha, più spesso di quanto vorremmo confessare, la meglio sul primo. Inoltre, non leggiamo sempre. I nostri periodi di lettura si alternano sovente a lunghi digiuni (…). (…) se possiamo tranquillamente ammettere che un singolo individuo rifiuti la lettura, è intollerabile che egli sia – o si ritenga – rifiutato da essa.

2. IL DIRITTO DI SALTARE LE PAGINE

Ho saltato delle pagine (…).E tutti i ragazzini dovrebbero fare altrettanto. In questo modo potrebbero buttarsi prestissimo su tutte le meraviglie ritenute inaccessibili per la loro età. (…) Un grave pericolo li minaccia se non decidono da soli quel che è alla loro portata saltando le pagine che vogliono: altri lo faranno al posto loro.

3. IL DIRITTO DI NON FINIRE IL LIBRO
Ci sono mille ragioni per abbandonare un romanzo prima della fine: la sensazione del già letto, una storia che non ci prende, il nostro totale dissenso rispetto alle tesi dell’autore, uno stile che ci fa venire la pelle d’oca (…) Inutile enumerare le 995 altre ragioni, fra le quali si debbono tuttavia annoverare la carie dentale, le angherie del capoufficio o un terremoto del cuore che ci paralizza la mente. (…)

4. IL DIRITTO DI RILEGGERE
Rileggere quel che una prima volta ci aveva respinti, rileggere senza saltare nessun passaggio, rileggere da un’altra angolazione, rileggere per verificare (…) Ma rileggiamo soprattutto in modo gratuito, per piacere della ripetizione, la gioia di un nuovo incontro (…)

5. IL DIRITTO DI LEGGERE QUALSIASI COSA
(…) ci sono “buoni” e “cattivi” romanzi. Molto spesso sono i secondi che incontriamo per primi sulla nostra strada. E, parola mia, quando toccò a me, ricordo di averli trovati “belli un casino”. Ma sono stato fortunato: nessuno mi ha preso in giro … Qualcuno ha solo lasciato sul mio passaggio qualche “buon” romanzo guardandosi bene dal proibirmi gli altri.

6. IL DIRITTO AL BOVARISMO
E’ questo, a grandi linee, il “bovarismo”: la soddisfazione immediata ed esclusiva delle nostre sensazioni: l’immaginazione che si dilata, i nervi che vibrano, il cuore che si accende, l’adrenalina che sprizza, l’identificazione che diventa totale e il cervello che prende (…)

7. IL DIRITTO DI LEGGERE OVUNQUE
(qui Pennac ci presenta un soldato che ama leggere Gogol durante l’esecuzione di un servizio, considerato dai più, poco onorevole: pulire le latrine. Il messaggio : qualunque luogo è buono per chi ami la lettura… anche un comune gabinetto)

8. IL DIRITTO DI SPIZZICARE
E’ la libertà che ci concediamo di prendere un volume a caso della nostra biblioteca, di aprirlo dove capita e di immergercisi un istante, proprio perché solo di quell’istante disponiamo.

9. IL DIRITTO DI LEGGERE A VOCE ALTA
L’uomo che legge a viva voce si espone completamente agli occhi che lo ascoltano.(…)

10. IL DIRITTO DI TACERE

L’uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo. La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire. (…) le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere.


Questo di Pennac è un decalogo che era mio ancora prima di leggerlos ul suo saggio. Molti dei suoi diritti li applico abitualmente e con soddisfazione...tipo quella di gettare nel cestino più vicino un brutto libro o di leggere ovunque e dovunque (anche in barba alle copertine attira-sguardi-indiscreti!) Faccio della lettura una compagnia piacevole e duttile, a volte persino più piacevole di quella delle persone, perchè i libri me li scelgo io, mentre le persone che incontro o con cui ho a che fare nella vita di tutti i giorni il più delle volte non le posso scegliere! Ma nel caso di questo blog, care amiche, quella che ci accomuna è una passione comune che, sono sicura, anche quest'anno ci darà lo spunto per piacevolissime chiacchiere e gradevoli scambi di opinioni. Buone letture a tutte!



4 commenti:

  1. "Come un romanzo" è uno dei miei preferiti. Ottima scelta per l'inizio di un nuovo anno di intensa lettura!

    RispondiElimina
  2. sì, MG questo è un libro che consiglio a tutte...anche prchè è una lettura divertente e veloce, un saggio ma di facile lettura, su cui però riflettere.

    Ciao.
    Francy

    RispondiElimina
  3. Non butto mai un libro brutto anzi lo vendo perché potrebbe piacere a qualcuno. ^_^ Oppure donarlo ad una biblioteca che hanno sempre tanto bisogno.

    RispondiElimina
  4. Interessante quest'idea di donare i libri che non piacciono alle biblioteche...

    RispondiElimina

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