THE SPYMASTER'S LADY

di Joanna BOURNE
Genere: Storico
Ambientazione:
Inghilterra, periodo Reggenza
Pubblicazione: ed. Berkley Sensation, gennaio 2008, pagg.384
Pubblicato in Italia: No
Parte di una serie: 1° libro della serie Spymaster
Livello sensualità: MEDIO

Giudizio:

In un' Europa sconvolta da venti di guerra, in una Francia che si è eretta a portatrice del credo rivoluzionario con il suo esercito guidato dal generale Napoleone Bonaparte, il caso fa incontarere due nemici, costretti ad unire le loro forze per sopravvivere a una pericolosa serie di eventi. Da una parte, Annique Villiers, l'elusiva 'Fox Cub', la più brillante, splendida e letale spia al servizio della Francia. Dall'altra Robert Greyson, Capo Sezione dei Servizi Segreti di Sua Maestà Britannica, esperto, duro e determinato nel suo lavoro. Una conserva la chiave del destino di due paesi. L'altro ha la volontà e la determinazione necessaria a svelare quei segreti. Entrambi sono stati addestrati ad essere perfetti e a portare sempre a termine i loro compiti, senza tentennamenti o distrazioni. Ma quando l'amore irrompe inaspettato a sconvolgere i loro piani, cosa faranno le due spie più famose d'Europa? Vincerà la ragion di stato o quella del cuore?

Ho scelto di leggere The Spymaster's Lady perchè attirata dalla vera e propria valanga di commenti lusinghieri, in alcuni casi persino entusiasti, su molti siti specializzati a poco più di un mese dalla sua uscita. L’autrice, Joanna Bourne, è praticamente una new entry del genere historical ( a parte un solo romanzo uscito molti anni fa) e sembra che il suo esordio sia altrettanto folgorante di quello di Elizabeth Hoyt . Inoltre, la storia mi attirava molto: un uomo e una donna, entrambi spie ma per due nazioni opposte, si innamorano. Chi avrà la meglio? La professione, che è per entrambi una vera missione o il sentimento? Una specie di romantic suspense ambientato ai primi dell’Ottocento, insomma, praticamente i miei generi preferiti uniti in un unico romanzo! Le premesse c'erano tutte.
Dopo averlo letto posso dire che molti dei plausi sono meritati, ma che il romanzo non è arrivato a toccare in me quelle corde che avrei voluto toccasse. La ragione? Più di una. Ad esempio il fatto che, essendo una storia di spie, come tutte le storie di spie che si rispettino è anche una storia largamente 'on the road', fatta d'inseguimenti, scontri, scaramucce. L'aspetto romantico è sempre presente, ma spesso la componente d'intrigo è prevalente e (in questo caso) mi ha a tratti un po' annoiato.( Mentre per altre lettrici potrebbe essere proprio questa la ciliegina sulla torta.)

I puntri a favore: oltre all' attenta ricerca storica relativa al periodo nel quale è ambientata la vicenda , quello cioè delle campagne napoleoniche d'inizo Ottocento, un altro aspetto piuttosto interessante di questo romanzo è lo stile di scrittura molto personale e ricercato . Da sottolineare, in particolar modo, la scelta linguistica diversa a seconda del personaggio a cui appartiene in quel momento il punto di vista. Annique, ad esempio, parla un inglese con costruzioni sintattiche tipiche di una straniera, mentre Robert/Grey, parla un inglese da persona istruita, che però può passare, per sua scelta, alla cadenza della sua regione di provenienza o al cockney dei sobborghi popolari di Londra. Il ritmo è quello di un romanzo d'avventura, l'antefatto è inesistente, si entra subito nel vivo dell'azione che in questo caso è una prigione parigina in cui tutti i protagonisti vengono tenuti prigionieri e dalla quale riusciranno rocambolescamente a fuggire unendo le forze. I personaggi principali, non solo i protagonisti ma anche quelli secondari, come Doyle e Adrian, le abili spie amiche di Robert, sono descritti principalmente attraverso le loro azioni e i dialoghi. I villains della situazione sono praticamente tutti sul fronte francese, ma anche in questo caso l'autrice non si è limitata a farne degli stereotipi ma ha tentato invece una più accurata ricerca di caratteri.

L’eroina, la giovanissima (19 anni) spia francese Annique Villiers, conosciuta anche come 'the Fox Cub' ('il cucciolo di volpe'; 'la volpe' in questione è la madre di Annique,anch'essa celebre spia rivoluzionaria) è un bel personaggio. Una vera protagonista, che ruba la scena all’eroe. Nonostante l’età è una spia professionista, educata a pane e servizi segreti fin dall’infanzia. E’ bellissima (arma fondamentale per una spia in gonnella all’epoca), scaltra, super addestrata, efficientissima sul lavoro. La sua capacità di cavarsela da sola in molte situazioni estreme non può che colpire, visto che siamo abituate a vedere troppo spesso nei romanzi storici eroine che da sole faticherebbero a trovare perfino la strada di casa! Il problema è che qui da una parte la si vuol dipingere come una specie di Lara Croft del diciannovesimo secolo ( evito di raccontare certi particolari estremi delle sue molteplici abilità per non rovinare la sorpresa, ma sono al limite del credibile) e dall’altra la si vuol far credere ancora del tutto innocente sul piano della sua sessualità e questo, francamente, riesce difficile e poco consono a un personaggio che ha dovuto spesso usare la sua avvenenza per i suo lavoro e che è stata istruita ad essere pronta a tutto per portare a termine le sue missioni. Uno degli altri aspetti positivi di questo romanzo, infatti, è proprio la lucidità poco edulcorata con cui viene descritto il lavoro spesso sporco degli uomini (e donne) impegnati nell’attività spionistica. Non è certo un lavoro per verginelle, insomma! Ecco perché il fatto che Annique lo sia e che spesso si stupisca delle sensazioni erotiche che prova in presenza del protagonista, suo nemico, lei che, a quanto sembra, ha fatto leva per anni sulla sua avvenenza per il suo lavoro, stride con il personaggio. Avrei preferito che la Bourne avesse scelto di descriverla come ‘vergine’ da un punto di vista dei sentimenti più che fisico, quello lo avrei cerduto di più e me l'avrebbe fatta apprezzare maggiormente. Così com’è, Annique, forte ed autonoma, mi è simpatica, perché è una protagonista che sa tener testa all’eroe (anche se meno di quanto vorrei) e questo nei romanzi (così come nella vita) è una qualità che ammiro sempre, ma per altri aspetti non riesco ad apprezzarla e a crederle fino in fondo.

Quanto all’eroe, Robert Greyson pur essendo descritto come 'non bello' è un personaggio indubbiamente affascinante e carismatico, ma anche pieno d'ombre. Un uomo tutto d'un pezzo ( un po' troppo) che, naturalmente, fa fino in fondo il suo lavoro di spia devota alla causa, mettendo il dovere verso la sua patria davanti al piacere e all'amore per Annique. Pur sentendosi fortemente attratto da lei, Grey non può fare a meno di cercare d'usarla ( spesso e volentieri) per carpirle le informazioni che gli servono e a questo scopo non esita ad usare il sesso, una volta scoperta la reciproca forte attrazione che li lega( le scene erotiche sono limitate ma intense ). Questo, se da una parte rende il comportamento credibile, dall'altra lo spoetizza molto. Lo so, quello della spia, addirittura di uno 'spymaster', cioè una superspia, è un lavoro per persone fredde e molto controllate, soprattutto se sulle loro spalle pesa la minaccia di una prossima invasione nemica, però, anche se razionalmente capisco il comportamento , a livello di stomaco non mi fa impazzire. Esiste una costante tensione fra Grey e Annique, questo è certo, le scene erotiche fra loro sono intense e mai troppo scontate, però è indubbio che l'atteggiamento di lui nei suoi confronti, forse anche a causa della differenza d'età (lui 36, lei 19 anni), è spesso troppo manipolativo, per quanto si sottolinei la grande abilità di badare a se stessa di Annique.

Per certi aspetti questa relazione 'gatto /topo' mi ricorda molto da vicino quella di 'All Through the Night' di Connie Brockway, dove il protagonista s'innamora della ladra a cui deve dare la caccia, ma lì, nonostante la serietà del suo impegno, la passione traspare da ogni comportamento sofferto del protagonista (non per niente quel romanzo è uno dei miei indimenticabili!). Qui Grey dice di essere innamorato di lei, ma quello che fa, soprattutto, è inseguirla e cercare di servirsi di lei e l'amore, passa decisamente in secondo piano.
Il clou di questo romanzo, infatti, più che la storia d'amore è lo scontro di due personalità forti e per molti i aspetti simili, che si riconoscono e si desiderano (lei all'inizio arriva addirittura a desiderarlo senza averlo mai visto in faccia), ma quel pathos che prende lo stomaco davanti alla forza dei sentimenti che possono sconvolgere un'esistenza, il lacerante contrasto interiore tra il dovere verso il lavoro e quello verso il proprio cuore che c'era in ATTN, qui si avverte solo marginalmente. Mentre avrebbe potuto essere la forza portante del romanzo come nel libro della Brockway.

A parte queste obiezioni (che mi spingono a non assegnargli il giudizio più alto) , The Spymaster's Lady rimane un romanzo che ha molte qualità per riuscire a tenere acceso l'interesse del lettore: veloce, ben documentato, ricercato nello stile e originale nella scelta di alcuni risvolti della trama. Una lettura che consiglio a chi ama le storie intense, con pizzico di brivido in più, che fanno stare col fiato sospeso fino al colpo di scena finale .



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CHI LA PENSA COME ME...
Quasi quasi ho rinunciato a recensire The Spymaster's Lady. Quella stupida copertina ( il fusto con la camicia svolazzante aperta sul petto nudo -- sbadiglio!) e quel titolo ancora più stupido ( oh, no, non un altro Spymaster !) mi avevano fatto pensare che si trattasse di un ennesimo noioso romanzo preconfezionato di super spie della Reggenza. Non avrei potuto sbagliarmi di più. Joanna Bourne non pubblica romanzi da 25 anni (dov'è stata?) ma l'attesa è valsa la pena. Questo è letteralmente un romanzo spettacolare.
Annique e Grey uniscono le forze per scappare di prigione e poi giocano al gatto e il topo attraverso la campagna francese, con Grey che è determinato a riportare Annique e la sua conoscenza dei piani segreti in Inghilterra, e Annique che è ugualmente determinata a non lasciarglielo fare. (...) Nonostante la sua trama contortra,
The Spymaster's Lady, è principalmente un romanzo di caratteri. E che caretteri! Annique e Grey, così come i personanggi secondari, sono complessi e multisfaccettati. (...) Ogni personaggio ha una voce unica e non si hanno mai dubbi su chi stia parlando. Nessuno dei personaggi pronuncia parole che avrebbero potuto venire fuori dalla bocca di qualcun altro; l'accento di ognumo è personale.
(...)Annique è un personaggio unico e affascinate. E' estremamente abile e competente ( una credibile superspia) e la sua intraprendenza e determinazione mi hanno profondamente colpita.
Grey rappresenta maggiormente la tipica spia inglese, anche se incredibilmente competente e pragmantico. Egli ha trovato la sua compagna ideale in Annique ed è divertente osservarlo mentre cerca di capirla e di starle un passo avanti, non riuscendoci più di una volta. La vera bellezza di Grey sta comunque nel suo carattere, nella sua integrità. Lui e Annique ingaggiano molte sfide mentali, con bugie e inganni, ma non c'è mai nessun dubbio circa il fatto che lui sia per tutto il tempo innamorato di lei. Lui non salta mai a conclusioni riguardo ai sentimenti di Annique nei suoi confronti, come se li conoscesse meglio di lei, ma accetta le bugie di lei come parte del gioco di spie. Ognuno di loro sta facendo il proprio lavoro che include a volte anche mentirsi, ma essi accettano anche il fatto che l'amore non è una bugia e non può essere nascosto all'altro, anche se a volte vorrebbero essere in grado di farlo. E mentre il romanzo guadagna un giudizio di "caldo" dal punto di vista della sensualità, l'amore di Annique e Grey è un amore tanto intellettuale quanto fisico. E' un connubbio che non può essere sciolto e che rende il romanzo più sexy di quanto il giudizio "caldo" possa indicare.
Non posso dire abbastanza bene di
The Spymaster's Lady. E' intelligente, scritto magnificamente e non vedo l'ora di scoprire cosa farà prossimamente la Bourne; spero sia la storia di Adrian (un po' mi sono innamorata di lui).
Che splendido modo di iniziare il nuovo anno! (Giudizio: A)

...E CHI NO (O NON PROPRIO)

The Spymaster's Lady di Joanna Burne è un buonissimo debutto nel genere storico romantico. E' diverso dalla solite storie di spie nel fatto che non teme di puntare all'autenticità e alla verosimiglianza, anche se la gentile lettrice potrebbe non approvare una descizione così poco glamorous del lavoro delle spie. Lo stile dell'autrice è d'alta-classe ed è un piacere leggerla. Tutto sommato, per quanto mi riguarda questo romanzo ha tutte le caratteristiche di un keeper, ma, sfortunatamente, non riesco proprio a credere realmente alla storia d'amore tra i protagonisti per quanto possa provarci. (...)
Quello che rende questo romanzo sopra la media è la sua scrittura. Mi piace molto il fatto che consenta ad Annique di essere una vera spia, cioè, Annique pensa e agisce come una spia, non come una virtuosa damigella che finge di fare la spia. (...) Non ha ridicoli scrupoli nel fare quello che deve fare nel corso della sua carriera. Annique è semplicemente una spia e lo è in modo magnificamente convincente. Ma mentre mi piace il fatto che lei farebbe qualsiasi cosa per sopravvivere e sa prendersi cura di se stessa, mi piacerebbe che l'autrice avesse permesso ad Annique di essere veramente capace e sapesse tener testa a Robert più spesso in questa storia. Uno schema abbastanza classico in questo libro è Annique che scappa da Robert, solo per vederla poi cacciarsi nei guai ed aver bisogno che Robert corra in suo soccorso. L'eroe che salva l'eroina è una scorciatoia strausata dalle autrici rosa per dimostrare che l'eroe tiene davvero all'eroina e mi sarebbe piaciuto che la Bourne avesse usato un approccio diverso qui. In tutta la storia, Annique è dipendente da Robert, il che significa che è Robert ad evere tutto il potere in questa relazione. Ho avuto spesso l'impressione che l'unica scelta che ha Annique è quella di innamorarsi di Robert. La Bourne non le dà molte altre opzioni fra cui scegliere rispetto a cosa fare della sua vita. Robert ha tutto il potere, perciò avrei desiderato che la Bourne avesse concesso ad Annique di avere la meglio su di lui, una volta tanto, se non altro per dare l'impressione che Annique non è del tutto debole.
Ho con Robert gli stessi problemi che ho con molti eroi di Jane Feather: lo trovo troppo freddo e troppo distante per credere che sia veramente innamorato dell'eroina. La sua relazionecon Annique mi sembra più un gioco a scacchi che una storia d'amore. Lui è sempre alla ricerca di un modo per sottometterla (drogarla con l'oppio) e usarla. Le nasconde anche le informazioni. Naturalmente anche Annique cerca di tenere i suoi segreti per sè, ma trovo che il trattamento di Annique da parte di Robert problematico perchè lui ha già troppo potere su di lei. Non riesco proprio ad accettare questo tipo di relazione sbilanciata dove l'uomo ha la vita dell'eroina nelle sue mani e ancora passa la maggior parte del tempo a pensare ai modi per sottometterla ed usarla, cercando al contempo di ricordarsi che lei dovrebbe essere il nemico.
A pensarci bene, vorrei che fossero Annique e Adrian quelli innamorati in questo libro. Quei due sembrano avere personalità più compatibili. Robert ha troppo controllo sul destino di Annique per portarmi a vederlo come l' innamorato giusto per lei.
Ci sono degli sviluppi interessanti nella storia ai quali non voglio nemmeno accennare in questa recensione perchè penso che la lettrice possa goderli meglio se li legge senza anticipazioni, lasciatemi solo dire che, se da una parte ho fatto fatica ad entrare nella storia d'amore, mi sono enormente divertita con il resto del romanzo.
The Spymaster's Lady è tanto una caccia all'ultimo respiro quanto storia d'amore, con una serie di scene inquietanti che descrivono perfettamente le raltà terribile della guerra e alcune scene esileranti d'inseguimento e soccorso. Joanna Bourne sa veramente come raccontare una storia e lo fa come se fosse su un ring , tirando come una professionista colpi che lasciano il lettore senza fiato.
Perciò, nonostante i miei sentimenti riguardo alla storia d'amore, non esiterò a raccomandare questo romanzo agli altri (come ad esempio...a voi), soprattutto alle fans di Jane Father. Se amate le storie veloci, con suspense, pericolo e, naturalmente, amore, specialmente quelle con un'eroina che sa prendere le sue decisoni velocemente e lottare duro e sporco quando messa con le spalle al muro, questo romanzo potrebbe piacervi. A me piace. Vorrei che mi fosse piaciuto di più, davvero, ma comunque mi è piaciuto. (Giudizio: 89/100)

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