CHRISTMAS IN LOVE 2010: FIAMME D'AMORE





Gli occhi le lacrimavano e le sue narici erano violentate dall’odore acre e disgustoso della plastica bruciata.
“Non posso credere che sia successo” urlava Melissa incapace di muoversi davanti al suo albero di Natale che bruciava.
“Credici ed esci di qui prima che il fumo ti intossichi!” le rispose indaffarato Gary, il suo amico e vicino di casa che, con un estintore in mano, cercava di domare le fiamme scaturite dall’abete di plastica.
“Mi spieghi come hai fatto a incendiare tutto?”
“Non ne ho idea," rispose la ragazza il cui bellissimo incarnato era offuscato dalla fuliggine " ero certa di saper collegare i fili elettrici delle lucine colorate e invece, quando ho inserito la spina…bum!!Un botto improvviso e poi fumo e fiamme”.
“La verità è che non hai nessuna idea di cosa voglia dire corrente, circuito e tensione” la derise il giovane tra un colpo di tosse e l’altro.
“Vorrei tanto negare, ma credo proprio che i fatti ti diano ragione” concluse Melissa sedendosi mestamente sul pianerottolo condominiale in attesa dei vigili del fuoco.
“Beh, almeno il peggio è passato – le parole di Gary risuonarono come uno squillo di tromba – l’incendio è domato. Sono l’eroe del giorno!”
“E’ vero. Sei stato molto coraggioso e hai salvato il mio appartamento.” “Sapevo che non avevi ancora finito di pagare il mutuo e poi, quando poco fa ti ho sentita urlare, ho pensato che se ti avessi abbandonata al tuo destino avrei rischiato di non trovare facilmente un’altra vicina di casa bella come te.”
Questa volta Melissa non riuscì a sostenere lo sguardo malizioso dell’amico. La notte che avevano trascorso insieme il mese precedente era ancora vivida nella memoria di entrambi. Era stata incredibile. La mattina dopo però Gary si era defilato senza troppe spiegazioni e da allora il loro rapporto era planato su una rassicurante amicizia. Melissa ci era rimasta male, anche perché quel giovane dottore così affascinante e misterioso le piaceva molto. La loro, comunque, era sempre stata una frequentazione assidua dal momento in cui due anni prima, laureati da poco in due delle più prestigiose università del paese, si erano trasferiti entrambi a Boston per iniziare le loro rispettive carriere. Si erano conosciuti così, acquistando due appartamenti attigui in un elegante condominio del centro.
Le sirene spiegate dei pompieri riempirono la strada antistante e interruppero quello scambio di battute. Tre uomini, equipaggiati a dovere, scesero dal camion e si precipitarono su per le scale fino a raggiungere il primo piano. “Non vedo fiamme in giro – gridò il primo della fila – signorina ci ha chiamati lei?” aggiunse rivolgendosi a Melissa.
“Sì, sono stata io, ma credo che ora la situazione sia sotto controllo” rispose la ragazza.
“Questo lo lasci decidere a me – replicò sbrigativo il capo di quella piccola squadra per poi disporre risoluto – ragazzi date un’occhiata in giro per essere sicuri che sia tutto in ordine.” L’uomo che aveva davanti era decisamente più alto della media e i suoi occhi, che pure aveva intravisto solo per un istante sotto l’elmo di sicurezza, erano di un nero profondo e vellutato. “Gli occhi di una tigre” pensò lei mentre lo seguiva con lo sguardo aggirarsi risoluto nel suo appartamento.
“Credo si sia trattato di un corto circuito” spiegò il capitano Sean Bristinday al termine dell’ispezione, dopo aver congedato i suoi uomini. “In futuro dovrà stare più attenta alla corrente elettrica” concluse osservandola da capo a piedi. Il salone dell’appartamento di Melissa era piuttosto malridotto. Il fumo aveva sporcato le pareti che ora avrebbero richiesto una vigorosa rinfrescata.
“Se non ci fosse stato il suo amico, adesso sarebbe senza casa. Questo genere di incendi, se non viene domato in fretta, può facilmente distruggere tutto” aggiunse con tono deciso il capitano guardandola, finalmente, con attenzione. All’aitante vigile del fuoco non sfuggì la dolcezza dei grandi occhi color oltremare con sottili striature gialle della donna che, seppure sporca e spaventata dalla brutta avventura, emanava il fascino ammaliante di una femminilità spontanea e raffinata. Neanche i jeans e la semplice maglietta che indossava, ormai anneriti e sgualciti, riuscivano a mortificare il suo fisico flessuoso e slanciato. Gary, intanto, immobile e glaciale, osservava la scena discosto di qualche passo. Era impossibile non notare l’atteggiamento ammirato del pompiere. Ma perché la cosa gli dava tanto fastidio? Diciotto mesi prima era stato ferito profondamente dal tradimento di una collega d’ospedale della quale credeva di essersi innamorato. Da allora si era ripromesso di evitare coinvolgimenti sentimentali impegnativi. Infatti, dopo la notte di passione sconvolgente trascorsa con Melissa, si era affrettato a riposizionare il loro rapporto su un piano puramente goliardico mostrandosi impermeabile a qualsiasi approfondimento ulteriore.
“Non riesco a immaginare una bella donna come lei tutta sola mentre rimette a posto questo disastro.” Il timbro suadente del capitano squarciò i pensieri di Gary come una lama affilata. Non aveva mai pensato che qualcun altro avrebbe potuto prendere, nel cuore di Melissa, il posto che lui si era rifiutato di occupare.
“Non sarà sola, amico! Ci sarò io ad aiutarla” si sorprese a sottolineare alla volta dell’uomo che, con il casco d’ordinanza sotto un braccio e i capelli corvini scarmigliati, aveva l’aspetto di un dio greco. “Stavo per offrirmi di fare la stessa cosa” lo apostrofò il vigile del fuoco guardando intensamente Melissa. “Lei è molto gentile capitano, ma credo che me la caverò senza l’aiuto di nessuno”. La sussurrata tensione che la ragazza aveva istintivamente avvertito tra i due uomini, la stupiva. Gary geloso? Impossibile!
“Comunque le lascio il mio numero di telefono, nel caso cambiasse idea” tagliò corto il pompiere mentre deponeva il proprio biglietto da visita nelle mani della donna. “Mi chiami quando vuole” concluse scoccandole un’occhiata che non dava adito a dubbi su ciò che pensasse.
“Ti va l’idea di una doccia? Offro io!” propose Gary con un sorriso guardando il suo rivale uscire dal portone dello stabile.
“Eccome! Vado a prendere qualcosa di pulito da indossare e ti raggiungo nel tuo appartamento” rispose la donna. Il giovane dottore dai capelli neri e dagli occhi smeraldo non riusciva ancora a scrollarsi di dosso la sensazione di fastidio che aveva provato poco prima a causa l’atteggiamento del vigile del fuoco. Estratte le chiavi, aprì la porta della sua casa e l’attraversò sfilandosi la felpa impregnata di fumo. Velocemente si liberò anche dei pantaloni e della maglietta, piuttosto sporchi e malridotti. Raggiunse il bagno e si infilò sotto la doccia. L’acqua tiepida sembrò improvvisamente snebbiargli pensieri e sentimenti. “Sono stato uno stupido” pensò ad alta voce. Nello spazio di pochi istanti la sua mente fu ripercorsa da tutte le intense chiacchierate condivise con Melissa in quei mesi, da tutti i brodi di pollo che lei gli aveva preparato quando aveva l’influenza, da tutte le partite a carte disputate durante le piovose domeniche pomeriggio d’autunno, da tutte le cameratesche cenette condivise alla fine di estenuanti giornate di lavoro. Come aveva fatto a non capire di essersi innamorato di lei? C’erano voluti gli occhi da triglia di un cascamorto qualsiasi per squarciare quel velo? Chiuse il rubinetto e si avvolse nell’accappatoio. Giusto in tempo. Melissa, avvilita per i danni riscontrati nel suo appartamento e ancora piuttosto spaventata, era appena arrivata con asciugamani e abiti puliti sul braccio, anelando una doccia ristoratrice.
La sua voce era flebile e stanca quando gli chiese “Ti va di ordinare una pizza mentre mi lavo?”
“Nessun problema. Lo faccio subito e preparo anche due cioccolate calde. Ne abbiamo bisogno entrambi” rispose lui. Lo sciabordio dell’acqua, però, ipnotizzò Gary che, mentre versava il cacao nelle tazze, ascoltava rapito lo scroscio caldo che immaginava accarezzare il corpo della sua vicina di casa. D’improvviso capì che la voleva. Ma non solo per quella notte. Voleva che parlasse con lui, che mangiasse con lui, che facesse l’amore con lui, tutte le notti. Senza pensarci entrò in bagno e aprì la cabina della doccia. Melissa tutta insaponata, restò immobile per lo stupore. “Sei incantevole” le disse con voce roca lasciando cadere l’accappatoio e serrandola tra le braccia, “Gary, no. Non ce la farei a sopportare un altro abbandono. Soprattutto in questo momento” gli disse mentre lacrime di frustrazione le rigavano il volto confondendosi con le gocce d’acqua. “Ma io non nessuna intenzione di abbandonarti, amore mio. Non più” sussurrò facendole sentire la sua vibrante eccitazione. Lei non smise di piangere. Senza parlare, si perse sulle sue labbra. Il bacio che seguì divampò più incandescente delle fiamme che poco prima avevano domato insieme. Ma questo incendio non sarebbe stato altrettanto facile da spegnere. Le mani di lui la percorsero tutta, come un brivido. Le spalle, la schiena e giù fino ai glutei risalendo poi, per serrarle i seni e per titillarle i capezzoli. Le paure di Melissa si sciolsero con l’acqua che continuava, dolcemente, a bagnarli. Fu lei ad appoggiarsi alla parete della doccia e ad inarcare il bacino verso quello di lui che accettò l’invito con entusiasmo. Nell’attimo in cui Gary la penetrò con decisione, un turbine di sensazioni invase la mente della donna che si lasciò trascinare su vette di piacere mai provate prima avvinghiandosi al possente corpo di lui per approfondire l’amplesso. Il grido femmineo, soffocato di estasi, si confuse con il ruggito che proruppe dalle labbra dell’uomo mentre spandeva in lei la sua virilità. Rimasero allacciati e paghi per un interminabile, meraviglioso istante durante il quale l’acqua della doccia continuava a percorrere i loro corpi esausti.
“Che succederà adesso?” Fu Melissa la prima a riprendere il controllo e a pronunciare quelle parole. Senza smettere di fissarlo, si slacciò dall’abbraccio, chiuse il rubinetto e si avvolse in un telo di spugna rosa antico, morbido e profumato. Anche l’uomo uscì dalla doccia, raccolse l’accappatoio e lo indossò. “Succederà – rispose Gary allegro e deciso – che tu verrai a vivere qui con me e che nessun pompiere potrà mai più permettersi di farti la corte.”
Annabelle Vixen



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6 commenti:

  1. Una piacevole vena ironica percorre questo racconto che sfocia in un erotismo piacevole seppur abbastanza espresso, ma privo di volgarità e quindi profondamente romantico. In tema con l'inziativa. Ancora una volta la brevità ha pagato e l'autrice dimostra una buona capacità di sintesi. Bello.

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  2. ..che bellino!!!
    allora è vero che non tutto il male vien per nuocere ...
    Un racconto breve ma molto intenso e sensuale. Complimenti all'autrice.
    Cristina trilly70

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  3. Questo breve ma sensuale racconto mi è piaciuto tanto complimenti all'autrice!!
    Manu

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  4. Io avrei scelto il pompiere... è sempre stato un mio sogno!!
    Comunque davvero ben scritto. Brava!

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  5. molto bello! Mi è piaciuto molto, molto sensuale, ed erotico soprattutto nella scena della doccia! Scritto bene, complimenti!
    giusy74

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  6. Un racconto gradevolissimo. Ben scritto. Buona la caratterizzazione dei personaggi.
    Brava!Continua così.
    Liliana

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