CHRISTMAS IN LOVE 2011 : UNA SCATOLA BLU E NASTRO D'ARGENTO di Giusy Berni

 

«Odio il Natale. Sono tutti felici in questi giorni di festa, pronti a spendere per regali che sono solo apparenza. Per il resto dell'anno feriscono quelle stesse persone che adesso riempiono di doni. Ipocriti!» le parole caustiche di Sophia si persero nel silenzio che la circondava.
Fissava il via vai di gente dall'alto della stanza dell'hotel dove alloggiava, sembravano tante palline in un flipper, schizzavano di qua e di là, senza una meta. Riempivano borse di pacchetti colorati, contenenti inutili gadget, che alla fine sarebbero stati messi da parte da chi li riceveva. Un sorriso di circostanza al momento di riceverli, la tristezza di vedersi rifilare l'ennesima inutilità. Il sogno infranto di aprire un pacchetto e non trovarvi quanto sperato.
Sophia guardò  il sofisticato orologio che portava al polso e si accorse che era ora di raggiungere il padre nel salone. Anche quell'anno aveva organizzato le feste di Natale in quell'albergo di lusso. Invitando parenti e amici. Una fiera delle vanità, dove avrebbe messo in mostra la figlia prodigiosa e dimostrato a tutti i presenti la ricchezza e il potere che deteneva.
Lei era l'unica a trovare le festività claustrofobiche.
Emise uno sbuffo infastidito, era ora di scendere non poteva rimandare oltre. Tra qualche minuto la guardia del corpo avrebbe bussato per metterle fretta.
Più che l'addetto alla sicurezza sembrava una balia. La seguiva come un'ombra. Sicuro di sé, l'aspetto impeccabile, eppure nonostante i costosi abiti su misura, lei aveva sempre avvertito una sottile minaccia, qualcosa di pericoloso e selvaggio che bolliva sotto quello strato di civiltà.
Pronto a esplodere.
In quell'anno in cui le era stato messo alle costole si era dovuta ricredere su quell'uomo avvolto nel mistero. Alto, atletico e così esoticamente affascinante. Le origini orientali erano in quegli occhi di ossidiana dal taglio a mandorla, nei folti capelli color della notte. Ogni volta che era nervoso si passava una mano tra quelle ciocche seriche, e ogni volta lei provava il desiderio si sentire se erano setosi come sembravano.
Erano quei pensieri che la preoccupavano.
Sophia era un genio, una scienziata, e l'unico compito di quell'uomo era proteggere il contenitore dell'inestimabile cervello che possedeva.
Ma tutta l'intelligenza di questo mondo non le poteva evitare di essere un'adolescente e cominciasse ad avere crisi ormonali.
Ne era consapevole. A sedici anni cominciava a trovare il sesso opposto interessante. Il problema è che trovava solo Kuroda Adrian intrigante. Tutti gli altri erano relegati al rango di subumani.
Il bussare alla porta la distrasse da quei pensieri. Con un sospiro sconsolato andò ad aprire immaginando chi potesse essere.
«Ti sei persa?» esordì Kuroda stagliandosi sull'uscio, imponente, oscuro.
Le dava del tu dal primo giorno. Con quel tono irriverente come a dimostrarle che non importava quanto fosse brillante, lei restava sempre una ragazzina. Odioso.
Sophia non lo invitò  a entrare, incrociò le braccia sul seno acerbo e appoggiò una spalla allo stipite. Lo fissò con durezza.
«Pensavo di essere in un hotel di lusso, non in un lager» la replica stizzita lo lasciò impassibile come al solito. Indisponente.
«Nessuno è veramente libero. Ognuno ha dei doveri e degli obblighi. Tu come tutti» la solita rispostina zen, era un'altra delle cose che la irritavano di lui.
«Yoda, evita queste battutine e andremo d'accordo» la risposta mordace non sortì nessun effetto. Frustrante.
«Andiamo» il tono imperativo la infastidì, e il desiderio di disubbidire fu forte, ma illogico. Si rifiutava di confutare l'opinione che aveva di lei. Che fosse solo una bambina.
Lasciò che si occupasse di chiudere la porta della stanza, poi s'incamminarono lungo il corridoio, l'uno accanto all'altra. La tensione traspariva dalla rigidità del corpo di Sophia.
Attesero l'arrivo dell'ascensore in un silenzio ostile, ma solo da parte di lei. Per Kuroda ogni emozione scivolava via come acqua. Insopportabile.
Le porte si aprirono annunciate dal tipico doppio tono. All'interno una coppia con una bambina di circa sette anni che stringeva contenta una splendida bambola.
Il volto di porcellana era incorniciato da una folta capigliatura di riccioli dorati. I grandi occhi erano verdi e sembravano fissarla maliziosi. L'abito dalla foggia antica era una cascata di tessuto bordeaux, fili dorati creavano delicati motivi floreali nell'ordito. Dei pizzi lo guarnivano come una spumeggiante onda di mare.
Sophia non riusciva a staccare gli occhi da quella bambola.
A sedici anni stava per conseguire la seconda laurea, in scienze informatiche. Possedeva ogni gadget tecnologico su cui il padre era riuscito a mettere le mani. Alcuni li aveva creati lei.
Ma non aveva mai avuto una bambola.
Tutti pensavano di sapere meglio di lei cosa potesse andar bene. Quali fossero i gusti di una ragazza a cui avevano rubato l'infanzia. E ora l'adolescenza.
La bambina si accorse dello sguardo di Sophia, e temendo che volesse rubarle la nuova amica, la strinse a sé con forza e si avvicinò al padre in cerca di protezione.
Kuroda le dette una leggera gomitata, anche lui ne aveva notato lo sguardo bramoso.
Due occhi di ghiaccio lo fissarono furiosi.
In quel momento arrivarono a destinazione. La coppia con la figliaVuscì per prima.
Sophia vide l'oggetto del suo desiderio svanire fuori dall'hotel, mentre loro si dirigevano verso la sala addobbata a festa, colma di gente allegra, con il solito immenso albero decorato e sotto cui erano stati posti un'infinità di pacchetti. Tra cui anche il suo.
«A cosa stavi pensando mentre fissavi in quel modo quella bambina, terrorizzandola?» la domanda giunse improvvisa, sulla soglia che li avrebbe condotti in un marasma di persone pressoché sconosciute. Esseri inferiori. Trovava fastidioso anche stare nella stessa stanza con loro.
«Che avrebbero dovuto comprarle una bambola brutta come lei» la replica crudele venne pronunciata con un sorriso cattivo.
Kuroda inarcò  un sopracciglio. Spalancò la porta e dopo un rapido controllo si fece da parte per farla passare.
I giochi erano iniziati.
Si era ritagliata un angolo isolato; nascosta in mezzo alle piante decorative, c'era quella poltroncina comoda. Sembrava fosse stata messa lì per lei. Dopo un'ora estenuante di inutili chiacchiere con stupide persone finalmente poteva riposare i piedi, e la testa.
Kuroda era lì  intorno, non lo vedeva ma avvertiva quell'ingombrante presenza. Lo sguardo freddo e calcolatore non la perdeva mai di vista. Anche se lui riusciva a scomparire, come diventasse invisibile con quell'aspetto inusuale restava un enigma.
Sophia adorava i misteri.
«Ma che dolce bocconcino che si nasconde in questo angolino» la voce impastata di un ospite raggiunse l'eremo in cui aveva trovato rifugio.
L'uomo traballante si ergeva dinanzi a lei, e combatteva contro la legge di gravità che lo avrebbe voluto a terra. Era un vecchio di quarant'anni che la stava fissando concupiscente.
Sophia sbuffò  disgustata.
«Ci mancava un pedofilo. Ora questa orribile serata ha raggiunto l'apice» le parole sarcastiche sembrarono penetrare nella nebbia alcolica dell'uomo, che non la prese bene.
«Ehi puttanella, come ti permetti. Non sai chi sono io» un rutto rese quella patetica rimostranza ancora più rivoltante.
«Me ne frego di chi sei. Però dovresti guardare chi hai alle spalle. Stupido pervertito» l'uomo si offese per quel tono strafottente e si lanciò contro Sophia per darle una lezione.
Lei non si mosse, l'uomo non la raggiunse.
Venne afferrato da mani possenti, bloccato da muscoli d'acciaio e consegnato a due grossi addetti alla sicurezza che avrebbero provveduto a metterlo al sicuro.
«Dovrebbe essere arrestato. E' un maniaco pervertito» sbottò irritata.
«Farò in modo che accada, se ti fa piacere» Sophia lo fissò stupita, non si sarebbe aspettata una risposta del genere. Di solito era compito di uomini come Kuroda evitare scandali e grattacapi del genere.
«La prossima ragazza potrebbe non avere una guardia del corpo. Ora vorrei tornare nella mia stanza. Penso di aver fatto a sufficienza il mio dovere» lo vide inchinare il capo, ma il sorriso che per una attimo increspò quella bocca sensuale non sfuggì allo sguardo attento della giovane scienziata.
Rimase senza fiato. Era la prima volta che accadeva una cosa del genere.
Kuroda che mostrava un barlume di emozione.
Come all'andata anche il ritorno in camera si svolse in silenzio, ma stavolta era sereno.
Sophia chiuse la porta dietro di sé senza una parola. Si voltò verso il letto matrimoniale che l'attendeva. E sopra una grossa scatola blu con un fiocco d'argento. Un regalo.
Si avvicinò circospetta, non poteva essere pericolosa. Kuroda era entrato nella stanza e l'aveva vista ritenendola sicura.
Un biglietto era appoggiato sopra, lo prese, lo aprì.
Buon Natale. K.
Con attenzione sollevò il coperchio e non riuscì a trattenere un singhiozzo, mentre lacrime di commozione le solcarono il volto stupefatto.
Nella scatola c'era una splendida bambola dalla foggia antica e dall'aspetto prezioso.
Una testa di fine porcellana dagli ammiccanti occhi di ghiaccio, una cascata di riccioli rossi, l'abito era sontuoso, un tripudio di velluto blu bordato di pizzo d'argento.
La prese tra le braccia con attenzione. Terrorizzata che si rompesse. Che svanisse. Che fosse solo un sogno.
La strinse con tenerezza contro di sé, come fosse una fragile bambina. La cullò.
Un sorriso felice le illuminò il volto. Per la prima volta Babbo Natale aveva esaudito il suo desiderio. Un Babbo Natale con gli occhi a mandorla, affascinante, misterioso, che era riuscito a comprendere ciò di cui nessuno si era mai reso conto.
Nella stanza accanto. Kuroda aprì il pacchetto che trovò sul divano. All'interno una catena d'argento a cui era appeso il kanji che indicava la conoscenza.
Lo strinse nel pugno, mentre uno strano calore s'irradiò dentro di lui.
Maledetta ragazzina. Riusciva sempre a sorprenderlo.
Si agganciò al collo il monile e lo nascose sotto gli indumenti.
Poi, si mise di guardia. Proteggerla era compito suo.



GIUSY BERNI: Sono un’aspirante autrice di Romance. Un genere che adoro leggere e pertanto ho pensato anche di provare a scrivere. Considerando che la mia formazione è di carattere tecnico e non letterario, ho dovuto proprio fare un grosso lavoro per prepararmi a questa folle impresa. Finora, mi dicono, me la sto cavando anche se ho molto da migliorare, ma non mi spavento di sicuro davanti a queste difficoltà. Vivo in provincia di Modena con il mio compagno e la mia gattona, Miele, ho 42 anni e lavoro presso un’azienda della zona come impiegata in ufficio tecnico.In questo momento sto terminando di scrivere il mio primo romanzo, un Regency che mi sta dando del filo da torcere, se verrà pubblicato o meno non lo so, vedremo cosa ne penseranno gli editori. Una volta finito, dovrò decidere cosa continuare tra i mille progetti lasciati in sospeso, tra romance storici, paranormali oppure contemporanei. Mi sa che per decidere farò la conta.
Alcuni racconti sono stati pubblicati da Delos Books : 365 Racconti Horror per un Anno (Contessa Bathory – 19/03); Il Magazzino dei Sogni (Prigione Blu);365 Racconti sulla Fine del Mondo (Solo per Amore – 06/07 – di prossima pubblicazione). Da Romance Magazine: n° 2 (Una nuova Vita); n°5 (Il primo bacio). Edizioni REI: Suspense Tales (Caccia Mortale)
VISITA IL SUO SITO: 
http://www.giusyberni.it
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26 commenti:

  1. UH molto intrigante questo racconto.
    Mi ha colpito, aveva un aria di mistero...di magico. Come il Natale. Complimenti a Giusy
    cri

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  2. Originale anche questo racconto, e concordo con Krizia nel dire che regala delle sensazioni di magia e mistero che solo la notte di Natale può trasmettere. Originale davvero e molto piacevole.
    Grazie e complimenti!

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  3. Molto originale il racconto di Giusy. Stile coinvolgente e personaggi che affascinano. Mi è piaciuto.

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  4. Brava. La ragazzina rispecchia a pieno le sue coetanee che ci circondano, saputelle e presuntuose.
    Ancora, mi suona strano "un vecchio di quarant'anni"....aiuto io ci sono vicina. Però dimmi la verità, e visto che sei l'autrice la saprai di sicuro. Vecchio vale solo per l'antipatico e cattivo del racconto? Noi amiche-lettrici non siamo comprese :)
    Ancora brava
    Saluti a tutti.
    LidiaS

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  5. molto originale e soprattutto romantico
    ;-)

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  6. Grazie a tutte, siete gentilissime.

    Lidia Cara, il vecchio di quarantanni era un pensiero di una ragazzina di sedici...a quell'età chi di noi non pensava la stessa cosa? Io si! ^^

    Adesso che li ho...non sono d'accordo!! :oDDDDDDDDDDDDDDDDDD

    Baci

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  7. Mi colpisci, come sempre, Morte. I tuoi racconti hanno un che di singolare. Sono taglienti, cesellati e scritti sempre in modo preciso e chiaro. Malattia ti fa i suoi complimenti, Kuroda è davvero un bell'esemplare...Peccato non conoscerlo :)
    Simona

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  8. c'è un pò di tutto in questo racconto: mistero, magia, sentimento, solitudine...il tutto miscelato con grande maestria...e, secondo me, con un delicato sorriso...

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  9. Mi piace, Giusy...hai portato delicatezza in un contesto rarefatto, quasi tagliente...e hai creato due protagonisti davvero interessanti.

    Patrizia

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  10. Bel racconto, Giusy. Breve incisivo, con una modalità espressività che prende subito, anche perchè scritta senza una sbavatura. Diventi sempre più brava, il che significa che ci sgobbi parecchio sulle tue storie mai banali. Buon Natale e avanti così.
    Mariangela Camocardi

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  11. Genio e capricci, lei è una ragazzina della sua età nonostante le doti straordinarie. Forza e controllo, lui è un angelo custode, tenero e presente. Sono due persone sole, sono l'uno il riferimento dell'altra e lo scoprono con due graditissimi doni. ANITA GAMBELLI

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  12. Originale e molto dolce.
    Quest'anno ci state regalando dei racconti veramente belli sarà molto difficile alla fine fare delle scelte. Brave tutte!!!

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  13. Davvero molto originale questo racconto! Mi è piaciuto molto il modo in cui l'autrice è riuscita a far integrare i due personaggi!
    Complimenti!!!

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  14. molto bello...intriso di un'intricante carica di sensualità e allo stesso tempo di innocenza vista l'ètà di Sophia...resa tra l'altro benissimo nella sua presunzione adolescenziale...e lui beh...affascinante,dolce,protettivo..assolutamente uomo...
    BRAVISSIMA!!!!
    Juliet

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  15. Due personaggi con una scorza di durezza che si stempera in una tenerezza inaspettata; subito tagliente, poi dolce e romantico.
    Mi ha incantato!Bravissima Giusy!

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  16. Un racconto stupendo, mi sono quasi commossa leggendo di quando Sophia si sofferma sulla bambola della bambina, non so perchè ma mi ha colpita tanto! Complimenti all'autrice!!!

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  17. Un racconto estremamente originale, con un'atmosfera rarefatta e sospesa nel tempo e nello spazio che lo rende, si potrebbe quasi dire, un apologo. Due persone sole, che nn sono mai state comprese dagli altri, né, forse, amate e che anelano a comprendersi (e, immaginiamo, ad amarsi) tra loro. Un giorno, l'istinto di protezione di lui e la curiosità di lei verso un essere umano così diverso e così intrigante diventeranno amore e passione; mi piacerebbe moltissimo conoscere qs evoluzione, un racconto che potrebbe diventare romanzo.
    L'incipit è sferzante e, purtroppo, realistico. Se posso permettermi, invece, nn mi ha convinta molto l'uso reiterato di aggettivi esplicativi dopo il punto (ad es. Odioso; Indisponente; Frustrante), a lungo andare risulta un po' forzato.

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  18. E' un bel racconto, duro ma allo stesso tempo delicato. Le sensazioni provate dai protagonisti risultano vivide e spontanee, merito della buona descrizione dell'autrice. :-)

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  19. Un filo d'attrazione in un'affascinante rapporto tra guardia del corpo e ragazzina, che non finisce in mediocrità, ma chiude quel filo di passionalità in un affettuoso pensiero di generosità, che a volte può provenire dalla persona più impensata per noi....complimenti!

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  20. un racconto originale, il punto di vista di una ragazzina che si sente donna, iniziando a provare l'attrazione fisica, ma che in realtà ha l'animo da bamBINA. UN RACCONTO TRISTE, di una realtà aihmè, troppo reale...

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  21. Davvero un bel racconto, con dei personaggi ben definiti. Non mi sono simpaticissimi ma questo non preclude la piacevole lettura. Giusy sei stata bravissima a rendere lo snobbismo di lei e il freddo acciaio di lui!
    Brava!

    Libera

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  22. Ragazze,

    grazie per i commenti positivi. Però, a volte mi domando, non è che scrivete cose carine per paura di offendere?

    Per noi autrici, le critiche sono importanti, ci aiutano a crescere, a maturare, ma anche ad accettare pareri contrari. Nella carriera di autrice dovremmo affrontare più e più volte opinioni dissonanti.

    Pertanto, mi domando come mai quando pubblichiamo nei Blog, ci sono sempre tanti commenti positivi.

    Sarà che non sono mai soddisfatta di quello che scrivo e se poi invio è proprio per sapere cosa ne pensate voi che mi leggete.

    Non voglio aprire una polemica, però occhio, che in questo modo non si fanno favori, ma danni.

    Se un racconto non piace, oppure ci sono delle incongruenze, degli errori, vanno fatti presente, in modo che l'autrice possa valutare.

    A volte, anche se rileggiamo, rileggiamo, non ci accorgiamo che c'è qualcosa che non va, perchè nella nostra testa l'idea è chiara. E' solo un lettore esterno che riesce a valutare se poi lo è veramente.

    Meglio che mi fermo qui, spero di essere stata esaustiva e non la solita rompi...

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  23. Che mi piaccia come scrivi è notorio.
    Il racconto è bello e originale direi, l'unica cosa che all'inizio mi aveva stupito era la giovane età della protagonista, perché sono abituata alle tue scene erotiche!
    Ma poi ho capito il senso di questo racconto.
    Spero che quando lei sarà cresciuta tu scriva altro...

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  24. Un racconto particolare nei toni di un (doppio) "vorrei ma non posso". Devo confessare che all'inizio l'età della protagonista mi ha spiazzato, quando ho letto "scienziata" e poi "sedici anni" ;) Per un po' di... paragrafi ho pensato che se fosse stata un'adulta, la situazione avrebbe funzionato meglio. Ma alla fine devo riconoscere che ci sta, ci sta perfettamente. Oltre al "vorrei ma non posso", un "maybe one day..." ;) E visto Giusy che sopra ricordavi giustamente che le critiche sono molto utili, aggiungerò che secondo me un pelo di pericolo in più nella parte centrale del racconto (un personaggio più minaccioso, o un angolo più isolato, per esempio) lo avrebbe reso più intrigante. Buon anno, e a presto!

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  25. Grazie Monica,
    purtroppo i caratteri a disposizione non permettevano un'azione suspense più pericolosa, prometto di creare qualcosa di più emozionante da quel punto di vista la prossima volta. ^^

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  26. Però! Originale. E spiazzante all'inizio; concordo pienamente con Monica, anch'io mi sono ricreduta dopo le prime righe in cui ero un po' perplessa.
    Mi sono piaciuti i dialoghi anche se li avrei preferiti strutturati diversamente, ma proprio per voler criticare ;-)
    Sempre meglio nella tua poliedricità, Giusy! Complimenti!

    RispondiElimina

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